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Il significato dell'amicizia- 28

"L'amicizia è l'unico cemento capace di tenere insieme il mondo. Se qualcuno ti resta accanto nei momenti peggiori, allora merita di essere con te nei momenti migliori. La vera amicizia si riconosce quando il silenzio tra due persone è confortevole. L'amico è la persona davanti alla quale posso pensare ad alta voce."

Quando Luca ha proposto di venire al Millennium a festeggiare la mia ammissione alla Latin Dance Academy, tutto mi sarei aspettato, tranne incontrare Andrea.

Quante probabilità c'erano che accadesse? Francamente non lo so, manco sa che vivo a Roma ora.

Sto cercando di trattenere il nervosismo che sento crescere da dentro, rivedere la sua faccia é stato come ricevere uno schiaffo in pieno volto.
Controllo la respirazione, per impormi di mantenere la calma, inspiro, conto fino a cinque ed espiro. Mi sono quasi scordato del freddo pungente di metà gennaio che mi investe, troppo preso a fissare l'infame davanti a me.

Vedo che é nervoso, sposta il peso da un piede all'altro, tenta di aprire bocca per dire qualcosa, ma la richiude subito, come se non sapesse bene che parole usare nei miei confronti.
Si passa una mano tra i capelli, tirandoli. Dio! Quanto é patetico.

<< Dimmi quello che devi e chiudiamola qui>> il tono acido che uso non ammette repliche.

Ha un sussulto, come se avesse paura di me. E fa bene, perché se non fosse per Albe fermo a qualche passo di distanza, lo avrei steso con un pugno.
Non sono un tipo violento e prima che perda la pazienza ce ne vuole, ma Andrea la farebbe perdere pure ad un santo per come si é comportato.

<< O-Okay>> risponde balbettando.

Si guarda intorno, come a cercare il coraggio. Poi finalmente parla

<< Sono stato invidioso di te. Sin da ragazzini hai sempre avuto l'appoggio da parte della tua famiglia per inseguire il tuo sogno. I soldi non sono mai stati un problema, non come nella mia famiglia.
Lo sai che sono cresciuto in una casa popolare che in confronto, dove vivevi tu era la reggia di Versailles.
Sognavo di fare l'attore, ma i miei genitori non potevano permettersi di pagare l'accademia per via dei costi elevati. Non te lo dissi mai, perché mi sentivo inferiore.
Sapevo i sacrifici che loro dovevano fare per farmi studiare, mentre per te sembrava tutto dovuto e questa cosa mi fece incazzare. Mi chiedevo come mai io non potevo avere quello che desideravo, mentre tu si>>

Fa una breve pausa, schiarisce la voce e riprende la parola

<< Avevi la danza, una famiglia stabile economicamente e una ragazza bellissima. Io ti invidiavo da morire.
Non ho saputo gestire questo sentimento negativo che é seminato dentro di me come un germoglio.
Lo sentivo logorare il mio cervello, pungolarmi nel petto. L'invidia é come il serpente che ha tentato Eva nell'Eden.
Mi ha sussurrato all'orecchio di portarti via qualcosa di importante e li é entrata in gioco Rosa.
Non é mai stata una santa, ma lei era il serpente traditore, mi ha ammaliato e sono caduto nella sua trappola.
Andavamo a letto insieme, ci scambiavamo baci appassionati, anche se tra di noi non c'é mai stato amore. Era solo una facile scopata e poco importava che fosse la tua ragazza>>.

A quelle parole serro le mani rabbioso, sento il desiderio di spaccare la sua faccia a suon di pugni. Lasciargli un ricordo indelebile.

Sento una mano che si posa forte sulla mia spalla, guardo Alberto di sottecchi: deve aver capito le mie intenzioni e cerca di tenermi calmo.

Quando riporto lo sguardo davanti a me, Andrea sta trattenendo il fiato. Forse si aspettava anche lui una mia reazione violenta.
Con un gesto lo invito a proseguire, solo con un confronto potrò lasciarmi tutta questa merda alle spalle.

<< Come ti dicevo: Rosa non é una santa. L'ho incontrata prima di trasferirmi ad Anzio e lei mi ha racconto che nell'ultimo periodo della vostra relazione si sentiva trascurata.
Non facevate quasi piú sesso e lei cominciò cosí a interessarsi ad altri ragazzi. Inizialmente voleva farsi Luca, per farvi litigare, ma si accorse quasi subito che sarebbe stato impossibile, cosí virò le sue attenzioni su di me, fece leva sulla mia invidia, ed abboccai come un pesce all'amo.

Sono due fottuti anni che vivo con questo senso di colpa, da quando tu hai scoperto tutto quel pomeriggio.
Non chiedo il tuo perdono, l'unica cosa che volevo era raccontarti cosa mi aveva spinto a fare ciò>>.

Disgustato, ecco come mi sento. Lui mi invidiava e ha deciso di giocare sporco.
Rosa se n'è approfittata, ma diciamocelo chiaramente, se lui non ci stava poteva benissimo rifiutarsi.

<< Per colpa tua non credo piú nelle persone, tratto male chi vuole fare amicizia, perché ho paura che possa tradire la mia fiducia da un momento all'altro. Tu e Rosa siete fatti della stessa pasta, non incolpare solo lei per quella storia. Potevi benissimo tirarti indietro, i veri amici se mai esistono non dovrebbero provare invidia>>.

Gli vomito addosso queste parole, mentre una sorta di flash mi riporta lei immagini di noi due: lo avevo salvato dall'isolamento, offrendomi di essergli amico e lui mi ha ripagato anni dopo pugnalandomi alle spalle.

Incassa il colpo, senza battere ciglio.
Infila una mano in tasca e tira fuori una IQUOS che accende.

<< Mi faccio schifo da solo>> dice prendendo una boccata di fumo, che poi sbuffa una nuvoletta che si perde nella notte.

Incrocio le braccia al petto, appoggiandomi  contro il muro in cemento. 
Tra di noi cala il silenzio; osservo il traditore fumare, con aria critica.

Da piccolo lo consideravo il mio amico del cuore, ora la sua presenza mi infastidisce.

<< Vedi>> dice indicando la IQUOS
<< da quando hai scoperto tutto ho iniziato a fumare, per stemperare il nervosismo. Sto male, credimi>.>

Digrigno i denti, spazientito. Piú tempo passo con quella serpe, piú provo un senso di disgusto salirmi alle viscere.

Alberto, inaspettatamente, prende parola

<< Sai una cosa: i veri amici non provano invidia, gioiscono per i successi dell'altra persona o li spronano in caso di fallimento. Ma forse tu non conosci il significato dell' amicizia>>.

Quelle parole risuonano con un eco devastante, Andrea arretra di qualche passo, come se fosse stato colpito.

Vorrebbe dire qualcosa, ma alla fine china il capo, in segno di resa.
Fissa un punto davanti a sé, come a voler fare ammenda.
Quando alza lo sguardo tornando a concentrarsi su di me chiede

<< É il tuo nuovo amico, vero?>>

La sua espressione sembra quella di un cucciolo ferito, ma non me la bevo piú, so che bravo attore é.

Scrollo le spalle, lasciando la domanda cadere nel vuoto. Non so se riuscirò ad essere amico di Albe, ma di certo non é una cosa che lo riguarda.

<< Andrea mi hai detto quello che dovevi e per quanto mi faccia schifo la tua faccia ho accettato questo confronto. Vai per la tua vita>> dico con un sospiro.

Annuisce in silenzio, ci fa un cenno, per poi girare sui tacchi e tornare all'ingresso del locale.

Passo una mano tra i capelli, consapevole che ora le cose cambieranno.
Alberto mi stringe il braccio solidale, poi lasciamo il retro a passo svelto per raggiungere gli altri.

Spigno la porta d'entrata e vengo investito dalla musica elettronica sparata da un deejay. Non é proprio il mio genere, ma mio fratello ci teneva a festeggiare.
Sgomitiamo attraverso la folla, fino a raggiungere il tavolo dove sono seduti gli altri.
Le luci spicadeliche mi fanno stringere gli occhi momentaneamente.
Luca mi guarda con apprensione, cosí cercando di sovvrastare la musica gli dico cosa é successo a grandi linee.

Serena mi tocca la spalla, mordendosi il labbro inferiore. La attiro a me e le stampo un bacio sulla guancia, dopodiché mi siedo al suo fianco e chiamo il cameriere con un cenno.

Sia io che Albe prendiamo una birra alla spina, quando c'é la portano decido di fare un brindisi alla mia carriera da ballerino, ma anche a nuove amicizie.

Alberto mi guarda a occhi sgranati, forse non pensando che avrei mai detto cose simili.
Per tutta risposta poso il bicchiere e, allungandomi sul tavolo, gli arrruffo i capelli.

Sono convinto che un giorno potremmo diventare amici, o almeno provarci. Alla fine, con la sua pazienza ha vinto contro il mio muro di straffotenza.

Bevo una lunga sorsata di birra, guardando ognuno presente a questo tavolo e non potendo chiedere di meglio.

<< Come mai questo tuo cambiamento>> chiede Serena, curiosa.

Mi stringo nelle spalle

<< Forse é arrivato il momento di andare avanti definitivamente, con un nuovo capitolo della mia vita>>.

Le prendo la mano nella mia, cosi morbida, piccola e calda. Le nostre iridi si incastrano alla perfezione.

Siamo cosí simili noi due: la danza ha salvato entrambi.
So che mi innamorerò di lei e questa cosa non mi fa piú paura.

Intrecciamo le nostre dita e le poso un bacio lieve sulle labbra, che sanno di prosecco misto a qualcosa di speciale e solo suo.





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