Il Millenium- Capitolo 5
POVS SERENA
"Caro diario, la terapeuta sostiene che parlare del trauma che ho subito mi aiuta a sentirne meno il peso, a volte mi sembra un macigno pronto a schiacciarmi il petto e ho paura di esplodere.
Così ho deciso che ne parlerò con Carola e Albe: so che non mi giudicheranno, non sono io a essere in torto. Ma prima voglio scrivere qui in breve cosa è realmente accaduto con Leonardo. Preferisco evitare di scendere nei particolari, visto che dovrò farlo con i miei amici.
Ho conosciuto Leonardo sui social: fu lui a scrivermi tramite Messanger, la chat di Facebook.
Abbiamo chattato per qualche giorno, finché non ci siamo visti la prima volta: da lì partì il suo corteggiamento. Io avevo quattordici anni e lui diciannove, ma non diedi peso alla differenza d'età. Mi lasciai abbindolare dai suo complimenti, per me era un sogno che un ragazzo così bello fosse interessato a me.
Alla seconda uscita scattò il bacio e per me fu un'esperienza bellissima: tutte le adolescenti fantasticano sul primo bacio e io non ero da meno. Sentivo che potevo fidarmi di lui e nelle uscite successive mi accorsi che me ne innamorai perdutamente e credevo che lo stesso valesse per lui.
Dopo due mesi che stavamo insieme mi invitò a una sua festa: Leonardo è ricco di famiglia e spesso organizzava feste quando i genitori erano via per lavoro. Viveva in una villa lussuosa nel quartiere dei Parioli.
Fu proprio quella sera durante la festa che mi chiese di appartarci per avere un po' di privacy, non ci vidi niente di male: c'era gente ovunque e un Deejay che metteva musica a palla ed era difficile parlarsi.
Lo seguì fino in camera sua, non sapendo che sarei finita nella tana del demone con la faccia d'angelo.
Fui vittima di abusi sessuali da parte del ragazzo che diceva di amarmi, ero solo una ragazzina, al sesso manco ci pensavo.
Mi sentì sprofondare la terra sotto i piedi, mentre andai in mille pezzi. Avevo una fottuta paura, ma non potevo stare in silenzio, nessun'altra ragazza doveva passare quello che avevo subito io.
Lo denunciai senza pensarci due volte, quell'essere schifoso meritava di marcire in galera.
Caro diario, a che serve l'amore se usano il tuo corpo solo per un appagamento sessuale? Se l'uomo lo vede solo come l'oggetto di un desiderio carnale? Ignorando che noi donne siamo libere di essere come siamo e se accettiamo il vostro corteggiamento non vuol dire che siamo "facili". Se ci vestiamo in un certo modo non siamo per forze delle "puttane" come pensate e ci chiamate. E soprattutto se vogliamo un po' di privacy con il ragazzo che amiamo non significa che siamo disposte ad avere un rapporto sessuale.
Parliamoci senza troppi giri di parole: il sesso senza consenso è stupro, non esistono scuse. L'ho imparato sulla mia pelle".
*
<< Ehi Serena cos'hai?>>
Ho un sussulto e chiudo di scatto il diario, Carola mi osserva con le braccia conserte sulla soglia del salotto e un'espressione preoccupata.
Mi porto una mano al cuore che batte forte, sento gli occhi pizzicarmi, ma non è il momento giusto per parlarne.
<< Sei matta? Mi hai fatto prendere uno spavento. Non ho niente>> dichiaro cercando di controllare il respiro, l'ultima cosa di cui ho bisogno è un attacco di panico nel ripensare al bastardo.
Di tutta risposta lei dice<< muoviti su, non ti sei ancora preparata>> anche se è poco convita della mia risposta, ma non me lo fa notare e gliele sono grata.
Sospiro sonoramente, mentre noto che lei è vestita di tutto punto: indossa una camicetta nera in seta a maniche lunghe, una gonna in jeans sopra alle calze velate e per finire i tacchi.
<< Mi spieghi chi me lo ha fato fare di accettare l'uscita con Albe per andare al Millenium?>> Chiedo alzando gli occhi al cielo.
<< Il fatto che gli vuoi bene e desideri che non si pianga addosso dopo la fine della sua relazione?>> Risponde retorica, alzando un sopracciglio.
Ha dannatamente ragione. Voglio solo che Albe passi una bella serata e si distragga.
Carola mi afferra per il polso, costringendomi ad alzarmi dalla sedia che stavo occupando e trascinandomi in camera sua, con la delicatezza di un orso. Mi mostra un paio di vestiti, ma che scarto decisa. Per non perdere ulteriore tempo afferro un dolcevita color crema e un paio di jeans chiari: fortunatamente abbiamo la stessa taglia.
Visto che ho bisogno di farmi una doccia prima di vestirmi, glielo faccio presente. Lei apre una cassettiera e tira fuori un grande asciugamano pulito, per poi porgermelo. L'odore dell'ammorbidente mi pizzica le narici, ma è molto buono, sembra quasi floreale.
Conosco bene casa sua e difatti non ho problemi a trovare il bagno sito in fondo al corridoio: le piastrelle dei muri sono di toni misti tra l'azzurro e il blu.
Mi spoglio in fretta, entro nella doccia e tiro la tendina. Apro il rubinetto e dal soffione esce un piacevole getto d'acqua, che regolo a piacere.
Starei delle ore sotto il soffione perché amo la sensazione dell'acqua che scivola sulla pelle, ma non posso perdere troppo tempo, così chiudo il rubinetto e afferro il bagnoschiuma della mia amica. Ne spruzzo una piccola quantità sulla mano e inizio a insaponarmi. Compio lo stesso gesto con lo shampoo frizionando bene i capelli.
Solo quando mi sono passata anche il balsamo e risciacquata esco finalmente dalla doccia, afferrando l'asciugamano, ritrovandomi avvolta in una nuvola di vapore.
Tampono i capelli e li asciugo con il phon, dopodiché posso finalmente vestirmi e uscire dal bagno.
Tornata in camera trovo Carola davanti allo specchio, intenta a truccarsi.
Mi siedo sul bordo del letto, mentre aspetto, d'istinto accavallo le gambe e mi guardo intorno.
La mia amica, dopo aver applicato il rossetto, si volta nella mia direzione.
<< Hai degli occhi troppo belli per non metterli in risalto>> dice decisa.
Solitamente il trucco lo uso solo nelle esibizioni, oppure nelle serate speciali. Non capisco però dove vuole andare a parare.
Vedendo la mia espressione perplessa Carola continua.
<< Ti ho fatto un regalo>>. Si avvicina alla cassettiera e prende fuori una scatolina, che lancia verso di me. La afferro al volo e noto che contiene un mascara nuovo.
<< Grazie, ma non dovevi>> ho capito quali sono le sue intenzioni e cerco di restituirlo.
<< Ma di cosa? In verità sono piena di trucchi: questo me lo ha dato mia madre, ma non l'ho ancora usato. Puoi tenerlo, sai>> dice dolcemente.
Mi alzo dal letto per mettermi di fronte allo specchio: ho degli alti e bassi riguardo alla mia immagine allo specchio. Finché sono vestita riesco a guardarmi, se invece dovessi essere in costume o anche nuda le cose cambierebbero. Da quella maledetta notte detesto vedere allo specchio il mio corpo scoperto.
Apro la scatolina e svito il mascara: con il pennellino di precisione do una passata sugli occhi, che vengono subito evidenziati. Essendo un mio punto di forza è bello metterli in risalto, non tutti li hanno di una sfumatura come la mia.
Chiudo il mascara e ammiro la mia immagine, mentre Carola batte le mani come una bimba.
Uscite dalla camera incrociamo sua madre: Rosaria è una donna sulla quarantina d'anni dai lunghi capelli color mogano, gli occhi neri e vispi e un viso ovale.
Ci accompagna lei al locale: così afferro il diario e lo infilo dentro la borsa, prendiamo delle giacche leggere, visto che alla sera comincia ad esserci freschino, e usciamo di casa.
*
Il Millenium è il classico locale frequentato dai giovani, sito nel quartiere della Garbatella. Al sabato è talmente affollato che sei obbligato a prenotare un tavolo. Hanno giocato con le nuance bianco e nero: infatti il pavimento è fatto di piastrelle che alternano i due colori; i tavoli sono in legno di colore nero e le sedie, in plastica, sono di colore bianco.
Ci addentriamo nel locale seguendo una cameriera che ci scorta fino al tavolo: anche i dipendenti sono giovani e molto cordiali.
Visto che siamo le prime, la cameriera ci lascia i menu appoggiati sul tavolo vicino all'ingresso e si congeda.
Mentre mi sistemo sulla sedia e sfilo la giacchetta noto che sono stati disposti cinque menu. Strano.
Giro il viso verso Carola, seduta alla mia destra e le chiedo<< aspettiamo altre persone oltre ad Albe?>>
Scrolla le spalle<< in verità Albe ha invitato anche i fratelli Caputo>>.
Sgrano gli occhi a questa risposta, mentre in contemporanea la porta si apre e per poco non mi viene un colpo: il primo ad entrare è Albe, vestito di tutto punto. Al suo seguito fanno il loro ingresso Luca e Nunzio. Ora, nulla togliere al mio amico che è davvero bello, ma i fratelli Caputo sono un'altra cosa: sembrano scesi direttamente dal Monte Olimpo.
Luca lancia sorrisi a un gruppo di ragazze sedute poco lontane, il classico ragazzo bello e sicuro di sé, ha indosso una giacca di pelle marrone scuro e porta i capelli tirati indietro con il gel.
Nunzio invece fissa un punto indistinto davanti a sé e procede con le mani infilate nelle tasche della giacca anche essa in pelle, ma di colore nero. Un ciuffo di capelli gli ricade sbarazzino sugli occhi, donandogli un certo fascino misterioso. Porca miseria!
Carola lo indica<< quindi è lui il tuo maestro di Latino?>>.
Faccio un cenno con la testa, non riuscendo a formulare una frase.
I ragazzi prendono posto al tavolo: Nunzio si presenta alla mia amica, dopodiché incrocia il mio sguardo e le nostre iridi si incatenano le une alle altre. Sembra quasi che mi stia studiando, mentre prego di non arrossire di botto.
<< Ciao Serenina>> pronuncia quel nomignolo lentamente, quasi accarezzando ogni lettera con la lingua e all'improvviso sento caldo.
<< Ciao Nunzio. E ciao anche a te, Luca>> cerco di tenere un tono di voce il più calmo possibile, mentre i ragazzi sfilano a loro volta le giacche.
Fortunatamente Albe prende posto di fronte a me, con i due fratelli ai lati. Imito gli altri afferrando il menu e scorrendo nella sezione dedicata agli analcolici, anche se ho la testa in tumulto e lo devo rileggere due volte.
Quando si palesa la cameriera ordino un cocktail analcolico fruttato, Carola opta per un Angelo Azzurro, Albe si fa portare una birra alla spina, Luca un calice di prosecco. Nunzio, che mi sorprende, si prende una Coca-Cola.
La ragazza segna gli ordini e porta via i menu, sparendo tra la folla.
<< Grazie di essere qui stasera. Come sapete ho chiuso da poco una relazione importante e ho bisogno di tutto il vostro supporto>> dichiara Albe.
Provo tenerezza nei suoi confronti: è un bravo ragazzo e mi dispiace che stia soffrendo così.
<< Devi spiegarmi meglio la storia delle altre priorità>> borbotta Carola.
Albe si stringe nelle spalle<< diciamo che lui preferisce divertirsi con gli amici e io non andavo a genio a loro>>.
<< Non mi è mai piaciuto Evandro, lo tolleravo solo perché era il tuo ragazzo>> sentenzia Carola in tono duro.
<< Sono tutte stronzate>> sbotta Nunzio, facendoci girare tutti nella sua direzione.
Lui continua<< Scusa Albe, ci siamo conosciuti solo oggi, ma quello che ti ha detto il tuo ragazzo è di una cazzata pazzesca. Cioè questo ti lascia e se ne viene fuori dicendo che non piaci ai suoi amici? Ma dove vive? Su Marte? È proprio vero che più pensi di conoscere le persone e più loro ti fregano togliendosi la maschera. La verità è che non gliene fregava un tubo di te, o almeno non così tanto come potevi credere>>. Sentenzia in tono tagliente appoggiando le braccia sul bordo del tavolo.
Ci siamo di colpo tutti ammutoliti, almeno finché non ci portano da bere. Stiamo digerendo le parole di Nunzio. Io in primis sono rimasta colpita dall'ardore che ha usato e non so perché la vocina dentro la mia testa si chiede cosa gli sia successo.
Luca rompe il silenzio<< siamo qui per passare una bella serata, fatti coraggio Albe>> gli dà una pacca sulla spalla e prende in mano il calice di prosecco, che si porta alle labbra.
Giocherello nervosamente con la cannuccia facendola rotare insieme al ghiaccio dentro il bicchiere. Con la coda dell'occhio sbircio Nunzio, che ora sembra assorto nei suoi pensieri. Neanche quando il fratello accenna alla vita che aveva prima a Frosinone interviene, perso totalmente nel suo mondo.
Lo fisso qualche secondo più del dovuto, infatti se ne accorge e i nostri occhi si incrociano nuovamente: sotto le luci soffuse del locale sembrano due pozze scure. Mentre si passa una mano tra i capelli mi chiedo come faccia un gesto tanto semplice sembrare sexy.
Abbasso lo sguardo e porto la cannuccia alla bocca, facendo l'indifferente. Il cocktail è davvero buono: è stato realizzato con succo d'arancia rossa e bitter.
Prendo parte alla conversazione che hanno intavolato Carola e Albe, quest'ultimo si lamenta del professor Carnesecchi, insegnante di Tedesco, che ritiene troppo rigido verso gli alunni e non ti coinvolge appieno come invece fanno gli altri professori.
Finisco di bere e sposto una ciocca di capelli che mi era finita davanti al viso, dietro l'orecchio, presa sempre dal discorso. Quando ad un certo punto Carola prorompe.
<< Mi è venuto un leggero languorino. Avrei voglia di spiluccare un po' di noccioline o di patatine>>.
Notando che i camerieri sono sempre di corsa, la mia amica chiede a me di andare al bancone. La guardo con un sopracciglio alzato: detesto muovermi in mezzo alla calca da sola.
Luca però si offre di accompagnarmi, così si alza dalla sedia e fa il giro del tavolo.
Vengo colta dal disagio, la mia amica se ne accorge e mima un "va tutto bene, rilassati". Prima di spronarmi a raggiugere il ragazzo.
Mi affianco a Luca e ci facciamo strada in mezzo alla folla, fino ad arrivare al bancone.
<< Va tutto bene?>> Chiede con garbo e solo ora mi accorgo di avergli afferrato il braccio e di tenerlo saldo.
Lo lascio andare e annuisco. Fa un cenno al barista di preparare due ciotole: una con le patatine e la seconda con le noccioline.
Per smorzare l'attesa mi schiarisco la voce e poi parlo<< sai che non pensavo che tu fossi il fratello di Nunzio, non sembra che vi assomigliate tanto>>.
Vedo il suo sguardo adombrarsi, ma dura poco, tanto da chiedermi se non me lo sia immaginato.
<< Non sei l'unica che lo nota>> dichiara in tono asciutto, stringendosi nelle spalle.
Mordo l'interno della guancia, chiedendomi se non abbia fatto un'osservazione stupida. Dio Serena! Ma che discorsi fai a volte? Sposto il peso da un piede all'altro, a disagio.
Il barista ci serve le ciotoline, togliendomi dall'imbarazzo. Prima di tornare indietro Luca mi sorprende afferrandomi la mano: è più piccola rispetto a quella di Nunzio e ha qualche callo.
Sgrano gli occhi e la mia mente vortica disperata preparandosi chissà a quali scenari, tuttavia lui si rende conto di ciò.
<< Rilassati, ho notato quanto sei tesa a passare in mezzo alle persone, visto che prima hai afferrato il mio braccio. Così ho prevenuto>> usa un tono dolce.
"Serena non tutti i ragazzi vogliono farti del male" dice la mia vocina interiore.
Prendo un respiro profondo e ci incamminiamo verso la folla, per tornare al tavolo. Nessuno sembra notare questa cosa, tranne Nunzio che prima guarda le nostre mani congiunte e poi il suo sguardo corre verso il mio. Mi sento in imbarazzo, così lascio la mano di Luca mentre arrossisco di botto e un calore si propaga nel mio corpo.
Torno al mio posto con gli occhi bassi, sentendomi ancora osservata da lui. Ma che diavolo mi prende?
<<È da tanto che conosci i tuoi amici?>> Mi chiede di getto, dopo che se né stato in silenzio per una buona parte di tempo.
Mi stringo nelle spalle << li ho conosciuti a scuola>>.
Albe mi viene in soccorso aggiungendo<< non ero molto in vena di fare amicizia in quel periodo, volevo starmene per i fatti miei, ma loro due non mi lasciarono tregua, soprattutto Carola. Ora eccoci qui>> sorride nella nostra direzione.
<< Tu non hai amici a Frosinone?>> Chiedo a bruciapelo.
Lo vedo rabbuiarsi, penso che non voglia rispondere, invece mi sorprende dicendo.
<< Sto bene per i fatti miei>> liquida l'argomento senza darti modo di controbattere.
Spostiamo la conversazione sulla danza, riuscendo a suscitare il suo interesse: lui e Luca parteciperanno a un evento il mese prossimo e stanno già iniziando a lavorare alla coreografia.
Quando parla di danza Nunzio si accende e mi ricorda molto me, entrambi proviamo lo stesso amore per questa arte. Finora ho fatto due lezioni con lui, nelle quali ho imparato i passi base della Rumba.
Si è fatta mezzanotte, usciamo dal locale dopo aver pagato il conto. La macchina della mamma di Carola è già nel parcheggio ad attenderci, salutiamo i ragazzi e saliamo su.
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https://youtu.be/6ATjxh-pwlQ
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