capitolo 4
Quel coglione di Todoroki mi stava baciando. Non ci stavo credendo. Quel fottuto pezzo di merda mi aveva rubato il mio primo bacio. Quello che io avrei dovuto dare ad una ragazza e non ricevere da uno stronzo a caso come lui.
Il ragazzo non demordeva dalla sua presa, e anzi la stava man mano intensificando. La mano che prima era impegnata nell'accarezzarmi i capelli si era spostata dietro la mia schiena e la stava lentamente accarezzando. Con forza mi fece dischiudere le labbra immettendo la lingua nella mia bocca. Si stava facendo una bella gita là dentro. La sentivo morbida che mi accarezzava il palato, intrecciandola poco alla volta con la mia. Provavo due sentimenti contrastanti, volevo che si staccasse, ma volevo anche che continuasse e approfondisse quel bacio. La sua mano ferma sulla mia schiena stava pian piano scendendo, fino ad arrivare al mio fondo schiena. Diventai paonazzo dalla rabbia quando sentii le sue mani ruvide contro la pelle del mio sedere. Non riuscivo a resistere, stavo sbroccando. Mille sensazioni mi pervadevano. Adesso però, di una cosa sola ero certo volevo che si staccasse.
'Quanto cazzo sei coerente figlio mio...'
'Taci stronzo!'
Allora mi venne in mente un'idea. Lentamente e cercando di non farmi notare, caricai la gamba per tirargli un poderoso calcio ai gioielli di famiglia. Per mia grande fortuna il calcio andò a segno. Il bi-colore si accasciò a terra dolorante.
-NON AZZARDARTI PIÙ A TOCCARMI O TE LE FACCIO SALTARE IN ARIA LE PALLE!- gridai fuori di me dalla rabbia. Perché? Perché mi aveva baciato!? Perché quello stronzo si era preso il mio primo bacio!? Perché ero una fottuta femmina!? Non ebbi il tempo di dare una risposta a tutte quelle domande. Dovevo pensare a vincere. A vincere anche senza quella testa di cazzo di Todoroki.
Uscii dal corridoio, scombussolato, e mi feci di corsa quasi tutti i corridoi. Finché non sentii delle voci provenire da una delle stanze. Mi accovacciai a terra e guardai i due ragazzi che stavano confabulando. Quanto tempo avevo? Poco a giudicare dai loro volti compiaciuti.
Staccai una delle mie granate dalla cintura e la lanciai nella stanza. Il fumo si espanse per tutta l'area coprendo la visuale dei miei compagni, ormai diventati le mie prede. Entrai di soppiatto nella stanza e schivai i colpi che quel deficente di Kirishima tirava a vanvera. Sarebbe andato tutto liscio se il rosso non mi avesse preso con il gomito proprio su un seno. Porca puttana se faceva male, ora capivo le ragazze che se ne lamentavano sempre. Il ragazzo se ne accorse, ma non mosse un dito. Io mi alterai talmente tanto da tirargli un destro più o meno alla bocca dello stomaco. Iida sentì il rantolo del compagno e si avvicinò. Grazie al cielo c'era ancora abbastanza fumo per coprire la mia, ormai, esile figura. Agilmente mi allontanai dai ragazzi e toccai con una mano la bomba di... cartapesta. Pensavo sarebbe stata, che ne so, di metallo almeno. Però mi accontentai di quella piccola vittoria. Appena saremmo tornati in classe ne avrei dette quattro a quella pokeball da quattro soldi.
Tornai nei sotterranei dell'edificio dove si trovavano i miei compagni e AllMight. Che subito mi chiese dove fosse finito Todoroki. Io non risposi a quella domanda se non con una sonora schioccata di lingua. Tutti mi guardarono incuriositi.
Denki si avvicinò a me e affiancandomi disse: -cosa è successo? Dai puoi raccontarmi tutto- mi sorrise.
-tranquillo... Non è successo nulla, semplicemente ci siamo un po' inceppati... n-non è successo nulla...-
Kaminari mi guardò per qualche secondo, sorprendendomi dandomi un forte abbraccio. -tranquilla, ci sono io per te- disse accarezzandomi la schiena.
Non ero abituato a questi contatti fisici. Erano piacevoli però mi sentivo come in imbarazzo. Gli diedi qualche pacca sulla spalla. Era il massimo gesto di affetto che avessi mai fatto. Era... una bella sensazione. Sorrisi, un sorriso sincero, che si spense pochi secondi dopo quando vidi il bi-colore entrare nella stanza, impassibile, come se nulla fosse accaduto. Quella cosa mi fece salire il sangue al cervello. Mi avvicinai a lui e lo presi per un braccio portandolo lontano dagli altri.
-Non so che ti sei fumato stamattina ma tu non mi tocchi più o giuro su Dio che ti ritrovi castrato- dissi incrociando le braccia sotto i seni. Era una strana sensazione.
-in realtà...- alzò gli occhi, più gelidi del solito su di me, mi vennero i brividi per l'intensità delle sue pupille. -io farò quelle cose, ancora e ancora e tu acconsentirai non come hai fatto oggi. E ti sottoporrai ad ogni mio desiderio. Intesi?- finì di parlare e senza darmi neanche il tempo di controbattere se ne andò.
Mi sembrava di parlare con un altro me. Era strano. Mi sentivo strano. Era successo più di una volta in quella giornata. Ma questa volta era diverso. Mi sembrava di avere... paura. Mi aveva così tanto intimorito? Ma che! Pft io intimorito da un coso come quello!? Si in un altro mondo. Lasciai stare ciò che provavo e mi misi ad ascoltare la spiegazione di AllMight sugli errori commessi e su come migliorarsi.
La giornata scolastica volse al termine ed io tornai a casa come mio solito a piedi.
A casa mi stava aspettando mia madre che mi chiese come fosse andata la giornata. Le raccontai tutto, o quasi. La lasciai all'oscuro della storia di Todoroki, e salii in camera mia per iniziare a fare i compiti.
"Che barba... dobbiamo proprio!?"
"Sì altrimenti quel drogato di Aizawa ci squarta vivi"
Dopo minimo un ora di studio ininterrotto, nuovo record per me, andai in bagno e per poco non svenni scoprendo che le mie mutande erano fradice. Sembrava che mi fossi pisciato sotto. Le cambiai immediatamente buttandole agli sporchi, che fosse questo quello che intendeva mia madre? Non lo sapevo. Non mi interessava. Cenai come al solito sul divano guardando serie tv con mia madre e andai a dormire.
Grazie al cielo mi addormentati quasi subito. Negli ultimi tempi mi era particolarmente difficile prendere sonno.
-skiptime- la mattina seguente
Mi svegliai come il giorno prima ad un orario indicibilmente esagerato. Mi vestii ed uscii di casa. Arrivai a scuola con un largo anticipo. Entrai nella scuola e poco prima di arrivare davanti alla mia classe, mi ritrovai in un'aula buia, sotto il corpo di qualcuno. Qualcuno che mi stava spingendo al muro. Ero a conoscenza dell'identità di chi possedeva quel corpo perfetto, come scolpito nel marmo, ma non volevo accettarlo.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
SPAZIO ME
SCUSATE SCUSATE SCUSATE PER LA MIA ASSENZA... sto avendo degli enormi problemi con lo studio e con i miei genitori purtroppo aggiungerei. Ma tornando al dunque spero di allietarvi la serata con questo capitolo.
Tra l'altro piccolo sondaggio:
Vi sta piacendo la piega che sta prendendo la storia?
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