Parte 7- Nocturne No.20
"Il violinista arriva realmente alla suprema grandezza quando non è più lui che suona il violino ma quando l'arco strappa dall'anima sua, e non dalle corde, le note più imploranti e desolate."
Giovanni Papini,
Il sacco dell'orco, 1933
A volte la scelta del brano che si decide di suonare per gli altri, affiora nel nostro cervello come se fosse un microscopico barlume di consapevolezza, un appiglio silenzioso che l'artista offre al mondo di sua spontanea libertà, con l'intento di provare a far meglio comprendere se stessi.
A volte nell'artista nasce un'improvvisa voglia di esteriorizzare alcuni sentimenti che altrimenti faticherebbero non solo ad essere condivisi, ma soprattutto ad essere... compresi.
Alcuni atteggiamenti, alcune reazioni che risultano a noi fin troppo chiare, possono apparire invece di difficile interpretazione per gli altri.
Un singolo gesto avventato, magari dettato soltanto dal desiderio di far capire quanto quella persona stia diventando importante per noi, quanto noi la possiamo vedere perfetta, può trascinarci dentro ad un vortice e lanciarci con violenza dalla parte opposta della giusta barricata.
E si costruiscono dei muri, si innalzano dei ponti, si creano dei baratri dove le insicurezze e le inutili domande si stabiliscono, minando la nostra piccola e sicura parte di mondo in cui viviamo.
Izuku e' appoggiato all'identico albero che lo sorregge sempre alla stessa ora da svariati giorni.
Le spalle cercano un appoggio comodo, le braccia si incrociano tra di loro di fronte al petto e le iridi verdi rimangono incollate alla figura del ragazzo posto di fronte a lui che si sta sistemando delicatamente il violino sotto al mento, nel modo attento e determinato che proprio lui non riesce a non ammirare.
Vaga con lo sguardo sopra a quel corpo tonico, si insinua nei piccoli dettagli imprimendoseli a mente fino a soffermarsi sul viso, dove risplende quella pelle candida meravigliosa.
Izuku si acciglia cercando con disperata ossessione di entrare in contatto con quelle iridi cremisi che lui tanto adora avere in sua completa balia.
Ma il biondo guarda consapevolmente ovunque, tranne che nella sua direzione.
Quando chiude gli occhi serrando le ciglia ben strette tra di loro, Izuku stringe le labbra stizzito prima di scuotere la testa palesamente nervoso.
Per quanto lo stia facendo arrabbiare, appena prende a muovere l'archetto e le prima note si innalzano nell'aria, il brano lo ammalia come sempre e gli fa nascere sul viso un tenue sorriso.
Un notturno.
Che scelta incredibile ha fatto nuovamente.
La sonata rappresenta un brano anche noto come "Lento con gran espressione" e per gli estimatori di musica classica come lui, è un punto fermo che non può mancare nella collezione di brani usati soventemente nella danza.
Ne sono stati composti abbastanza nel tempo ma nello specifico, il notturno che ha scelto di suonare Katsuki, rappresenta la metafora, il racconto e la dimensione di quanto Chopin percepisce nelle tenebre, a cominciare dal bene più agognato e prezioso che sarebbe quello incarnato dalla sfera del silenzio.
Izuku aggrotta le sopracciglia improvvisamente a disagio: che il violinista gli stia, in qualche modo, facendo capire che non vuole piu' stare a perdere tempo con lui?
L'archetto si muove lento, il braccio lo segue morbidamente nelle movenze e la note sono strascicate, tirate in una melodia talmente espressiva da far accapponare la pelle.
Quando Katsuki termina, riapre lentamente gli occhi posizionandoli ben saldi sopra al visino gioioso della bambina che lo applaude sonoramente. Un sorriso delizioso gli si forma sul viso.
- Questo brano era molto bello. Ma anche molto triste.- Dice Tsumugi arricciando il naso contrita.
Katsuki ridacchia divertito di fronte alla strana espressione che ha fatto la bambina. Avvicina il pollice ed indice e le pizzica un fianco facendola scoppiare a ridere di botto.
-Adoro i brani infelici-
-Non dovresti invece. Sei sempre troppo solitario...
Vorrei che il prossimo che suonassi fosse più allegro. Lo potresti fare per me? -
- Per la mia principessa farei qualsiasi cosa.- Dichiara Katsuki serio facendosi una croce sul cuore.
Appena la folla si disperde, il biondo prende tempo recuperando le sue cose da terra, prima di emettere un lungo sospiro sofferente e alzare gli occhi verso la figura che attende paziente proprio la sua attenzione.
-Ciao- Gli dice serio Izuku.
Katsuki gli fa un cenno di saluto con la testa senza aprire bocca.
-Hai suonato molto bene oggi. Come del resto fai sempre-
-Non sei obbligato a venire apposta per sentirmi farlo tutti i giorni.- Gli vomita addosso il biondo con tono secco.
- Non succede nulla se ogni tanto manchi e ti dedichi ad altro-
-Lo faccio perché mi fa piacere.- Ribatte Izuku cercando di capire cosa stia passando per la testa del ragazzo.
Il biondo scrolla le spalle noncurante, iniziando a sistemare attentamente i borsoni sulle spalle.
-Quando inizieremo a provare insieme? Ti ricordo che tra qualche settimana scade il limite massimo entro il quale dobbiamo inviare il provino .- Ritenta a domandare Izuku. Ci sta provando a farlo ogni giorno da quando Katsuki ha accettato di gareggiare con lui.
Ma la risposta è sempre la stessa.
Katsuki blocca i movimenti, indurendo la mascella. Non gira neppure la testa verso la sua direzione, rispondendo a tono basso.
-Non lo so. Sto modificando il brano, prima voglio renderlo perfetto. Per quello che riguarda i miei canoni intendo-
Izuku sbuffa amaramente prima di prendere un lungo respiro agitato.
Proprio non resiste più nel non domandarglielo.
-E' seriamente questo il motivo o la verità è che non vuoi più rimanere da solo con me?-
Katsuki abbassa la testa con le guance diventate improvvisamente rosse.
-Guarda che non devi sentirti imbarazzato. E' stato soltanto un bacio-
-Ma io non te l'ho chiesto!- Urla lui.
-Quindi il problema è veramente quello?
Sono spiacente di informarti che non morirò se non ti piaccio. La mia autostima scenderà a livelli vertiginosi fin sotto ai piedi e mangerò cioccolata per i prossimi mesi per non cadere nell' autocommiserazione, ma amen...
Ero sicuro di essermi accalappiato il più bravo e bel violinista che avessi mai conosciuto ma me ne farò certamente una ragione. Fidati -
-Non ho detto che non mi piaci. - Calca Katsuki guardandolo finalmente in viso apertamente.
-Non voglio solo che prendi altre iniziative del genere.-
-Ma è stato solo un bacio e dato a labbra chiuse! Mi stai facendo sentire come se fossimo tornati nell'ottocento e io stessi cercando di attentare alle tue virtù! - Ridacchia Izuku prima di tornare serio di fronte all'espressione di ghiaccio del biondo.
-Va bene. Facciamo così, ti prometto su quello che vuoi che non lo farò mai più. La prossima volta che ci baceremo succederà perchè sarai tu a chiedermelo. Siamo a posto adesso? -
Katsuki ci pensa un attimo prima di annuire convinto. La sua espressione sempre dolorosamente delicata, fintemente arrogante ha stregato Izuku fin da subito. Il ragazzo allunga una mano verso il suo viso, spostandogli leggermente una ciocca ribelle che gli era caduta durante l' alterco sugli occhi. Si sofferma qualche istante di più con i polpastrelli sulla sua pelle, rapito da quelle iridi rosse incastrate nelle sue come se fossero la tessera mancante del proprio puzzle.
Una gomitata e un corpo che gli arriva addosso pesantemente, lo travolge facendolo finire tra le braccia del biondo.
-Ehy, stai più attento - Gli urla dietro Katsuki prendendo Izuku dalla braccia e rimettendolo ben saldo in piedi.
Il ballerino sbatte gli occhi qualche istante prima di tastarsi le tasche e aprire la bocca sorpreso.
-Merda! Mi ha rubato il portafoglio! -Impreca girandosi e lanciandosi verso il punto in cui lo sconosciuto si è allontanato.
Katsuki digrigna i denti stizzito prima di lanciare le borse per terra e seguire velocemente il ragazzo.
Non devono neppure correre molto, a poca distanza da dove si trovavano, avvistano l'accessorio per terra privato delle banconote interne.
Il ladro ha preso quello che gli interessava abbandonando il resto.
Izuku lo raccoglie aprendolo e facendo un piccolo sorrisino di scherno.
-Per fortuna non ho mai molti soldi con me.
Grazie comunque per avermi aiutato- Mormora donandogli uno sguardo pieno di gratitudine.
Katsuki borbotta qualcosa rosso in viso distogliendo lo sguardo a disagio.
Si gira velocemente per dirigersi verso il solito posto a recuperare le sue cose.
Izuku lo segue lesto.
Le spalle dei due ragazzi si sfiorano appena, il rumore dei loro passi si unisce insieme mentre che camminano molto vicini.
-Iniziamo prossima settimana a provare. Sempre se per te va bene- Dichiara Katsuki con tono imbarazzato.
Izuku nasconde un leggero sorriso compiaciuto dirigendo lo sguardo altrove.
Sta già correndo con il pensiero a quanto sarà intrigante ritrovarsi da solo con il ragazzo, immersi completamente nella musica, inebriati dalla complicità e coinvolti nell'arraggiamento del brano. Un brivido di eccitazione gli percorre la schiena.
-Maledizione! - Urla Katsuki facendolo trasalire.
Il violinista gira la testa spaesato prima a destra e poi a sinistra, prima di catapultarsi verso l'angolino verde dove aveva abbandonato precedentemente i borsoni. Cerca con le iridi rosse sgranate la custodia del violino senza trovarla. Si lancia con le ginocchia per terra, senza sentire il dolore di alcuni sassolini che gli si incastrano nelle pieghe delle ginocchia. Sposta tutto quello che trova attorno, graffiandosi con il pietrisco le dita delle mani.
Si rialza veloce osservando disperato l'ambiente tutt'attorno.
Izuku lo osserva sconvolto senza riuscire a capire cosa stia succedendo.
-Katsuki cosa...?-
-Il violino. Mi hanno rubato il violino. - Mormora mentre che gli occhi gli si riempiono di lacrime.
Le iriri rosse rimangono spalancate e nel viso nasce un'espressione sorpresa. Izuku fa un passo verso di lui ma di rimando lui ne fa uno indietro osservandolo terrorizzato.
Dal petto gli si alza un rantolo agonizzante.
Si piega per terra, mettendosi a sedere e stringendosi le gambe, fino a rannicchiarsi totalmente su se stesso. Grossi respiri rumorosi gli sconquassano il petto.
-Katsuki parlami per favore. Dimmi cosa devo fare per aiutarti.- Prova Izuku cercando nuovamente di avvicinarsi.
-Non toccarmi.- Dichiara lui brusco.
-Prendi il tuo telefono e chiama Eijiro-
Mormora prima di seppellire il viso dentro le gambe, aggrappandosi ai pantaloni con sforzo, fino a far sbiancare le nocche.
Izuku sente come la fame d'aria gli stia tormentando i polmoni, come il respiro si mozzi, come le parole siano mangiate da un enorme terrore.
E' chiaramente in mezzo ad un attacco di panico.
Apre e chiude la mani agitato, colpito dalla mancanza di autocontrollo che sente pervaderlo.
Afferra il telefono dalle tasche del giubotto e chiama velocemente Kirishima senza smettere di controllare come stia il biondo.
Katsuki si muove su se stesso dondolandosi piano, come cullandosi, aiutando il proprio corpo a calmarsi in un chiaro accenno di atteggiamento tipicamente infantile che gli serra in una profonda morsa il cuore.
I respiri che sta continuando a prendere a bocca aperta dimostrano che l'attacco di panico ha raggiunto il suo picco massimo.
Izuku sente montargli le lacrime negli occhi per quanto si senta impotente. Si stropiccia i capelli verdi nervoso, non sapendo veramente cosa fare.
Dei passi pesanti lo fanno sobbalzare. Appena volta il capo una chioma rossa entra nel suo campo visivo.
-'Suki! - Grida nella loro direzione a voce alta. Katsuki non alza neppure la testa ma rimane a ciondolare sul posto, lontano con la mente da tutti.
Appena li raggiunge Eijiro guarda confuso Izuku.
-Ma cosa cazzo è successo? -
-Mi hanno derubato. Abbiamo rincorso il tizio e quando siamo tornati qui, il violino di Katsuki era sparito. - Dice tutto d'un fiato Izuku.
Kirishima fa un passo indietro come se avesse ricevuto all'improvviso un sonoro schiaffone.
La consapevolezza di quello che è successo lo raggiunge in un istante.
Deglutisce addolcendo il tono della voce.
-Amico, lo ritroveremo.
Katsuki fidati di me. Ti aiuto io trovarlo. Sono qui apposta, ti aiuto io.- Mormora piano avvicinandosi a piccoli passi verso di lui.
Katsuki finalmente si decide ad alzare lo sguardo.
-E' l'unico ricordo che mia rimasto di lei. E' morta, avevo solo il suo violino- Risponde ad occhi sgranati ancora incredulo.
-Lo so. Ma ti ho detto che ti aiuto io. Adesso però vieni qui-
Dice aprendo le braccia in un chiaro invito.
Katsuki lo guarda per alcuni istanti stranito, poi si rilassa un pochino e finalmente le nocche smettono di stringere la stoffa del pantalone, mentre che le braccia lasciano le gambe per permettergli di muoversi meglio.
Quando Kirishima intuisce il movimento si butta su di lui abbracciandolo forte.
Dal petto del biondo si innalzano dei lamenti che convergono in breve tempo in un pianto disperato.
Le lacrime diventano urla di puro dolore.
Eijiro lo stringe a se, ancorandolo dalla giacca.
Izuku osserva la scena tormentato.
Sta male. Non riesce a vedere il ragazzo in questo stato.
Vorrebbe essere al posto del suo migliore amico e abbracciarlo, baciarlgli via le lacrime una a una e tenerlo stretto al suo corpo.
Vorebbe allontanargli il dolore, aiutarlo a stare meglio ed entrare in quell'universo segreto che tiene così separato da tutti gli altri e soprattutto da lui.
E ancora vorrebbe invece poterne fare parte, vorrebbe che lui provasse a fidarsi in modo che finalmente potrebbe concedergli l'amore di cui sembra avere così perdutamente bisogno.
Vorrebbe fare tantissime cose per Katsuki ma alla fin fine quello che può solamente fare e' un cenno di saluto da lontano guardando la schiena dei due ragazzi che se ne vanno abbracciati, mentre alcune lacrime che bruciano di impotente rabbia gli iniziano a bagnare le ciglia scure.
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