Parte 2- The Joker and the Queen
"La musica aiuta a non sentire dentro il silenzio che c'è fuori."
Johann Sebastian Bach
-Ti giuro che l'ho visto sul serio!- Ripete per l'ennesima volta Izuku emettendo un verso scocciato.
Sono passati vari giorni da quell'incontro imprevisto e ha raccontato più volte ai suoi amici come aveva conosciuto nel parco il misterioso ragazzo dagli occhi rossi.
Ci ha pensato spesso a quello che era successo ed era arrivato alla conclusione che non poteva che essere lui il talentuoso violinista di cui tutti nel conservatorio, chiacchieravano.
Solo che adesso sembra svanito nel nulla e lui sta fecendo la figura del cretino con Shoto che lo guarda ogni volta che ne parla, come se fosse diventato improvvisamente pazzo.
-E aveva veramente gli occhi ... rossi? –
Izuku sbuffa senza alzare la testa da quello che sta facendo. Dopotutto è inutile parlare con chi non vuole veramente sentire.
Non se lo è certamente sognato. E neppure inventato.
Ha trascinato al parco i suoi amici nei giorni successivi covando la speranza di vederlo nuovamente, senza avere però la fortuna dalla sua parte.
Appena termina la lezione di danza, scruta dall'enorme vetrata dell'aula il parco adiacente.
No, oggi non ci andrà!
Si ripete mentalmente scuotendo la testa rassegnato.
Si sente un emerito stupido a cercare tutti i benedetti giorni un ragazzo che ha visto soltanto una volta per caso, e che non è riuscito neppure a sentirlo suonare.
Magari alla fine non è poi così bravo come gli altri dicono. Anche se sulla sua incredibile bellezza avevano proprio ragione.
-Vestitevi subito! – Urla un'infervorata Ochaco entrando come una furia nell'aula e lanciando addosso ai ragazzi alcuni indumenti a caso che ha raccattato sul pavimento. La ragazza esce velocemente strillando qualcosa rivolta ad altre persone.
Il tutto dura veramente pochissimi secondi, si sente solo uno spostamento d'aria e una massa di capelli castani che si libra in aria impazzita.
-Ma che ...- Borbotta Shoto stranito guardando schifato un calzino colorato che gli è atterrato sulla spalla.
Hitoshi entra nella stanza appoggiandosi con una spalla allo stipite. Sul volto la stessa espressione pacata di sempre.
-Il ragazzo che rende tutte le donne isteriche è tornato. C'è già mezzo conservatorio al parco ad attendere che questo adone inizi a suonare- Aggiunge alzando un angolino della bocca con fare ironico.
Izuku si veste veloce e corre fuori verso il parco senza guadare in volto nessuno.
Shoto finisce di infilarsi con calma le scarpe, i calzini e la felpa. Poi alza il volto guardandosi attorno confuso.
-E gli altri?-
-Andati - Risponde in tono misterioso Shinso prima di alzare le spalle e avviarsi con fare pigro verso il parco, seguito dal bicolore.
Katsuki ha passato gli ultimi giorni chiuso solitario in camera, rintanato sotto le coperte a tremare come un bambino spaventato dall'uomo nero che potrebbe essersi nascosto sotto al letto.
Non è voluto più uscire e ha fatto anche fatica a mangiare e a dormire.
Il messaggio che ha ricevuto lo ha distrutto mentalmente come capita, purtroppo, ogni santa volta che succede.
E' che ci credeva seriamente stavolta: si era crogiolato sicuro nell'idea che l'altro avesse definitivamente abbandonato l'intenzione di perseguitarlo e rendergli l'esistenza un vero inferno.
I giorni dopo quella breve notifica, si sono susseguiti tutti identici. Per fortuna i suoi due coinquilini, ed unici amici, hanno vegliato su di lui come angeli custodi. Katsuki si sente in colpa e si odia anche per questo.
Non dovrebbe obbligarli ad accudirlo.
Non e' un cazzo di bambino piccolo e sa difendersi benissimo da solo.
E' solo quello stronzo del suo ex che lo rende in questo modo.
Appena lo vede o lo sente il suo corpo si trasforma e la mente si annulla decidendo di non collaborare come dovrebbe, facendolo sentire in un attimo... inerme, spezzato ed inutile.
Se solo non fosse stato presente Kirishima, il suo migliore amico, l'ultima volta che il suo ex lo ha trovato, chissà cosa sarebbe potuto succedere.
Eijiro insieme all'altro suo coinquilino, Denki Kaminari, farebbero qualsiasi cosa per lui.
Katsuki si sposta dolcemente una ciocca da davanti agli occhi.
Si sente un maledetto egoista.
Se non lo fosse lascerebbe i suoi amici liberi di vivere senza problemi e soprattutto senza di lui.
Deglutisce la saliva mentre che si prepara a sistemare le ultime cose sull'erba.
Alcune persone si sono già fermate di fronte a lui. Rimangono in silenzio, in attesa.
Katsuki non alza neppure lo sguardo, oggi non vuole vederle. Sfila lo strumento dalla custodia e allarga impercettibilmente le gambe mettendole salde sul terreno. Le mani tremano ancora un pochino ma tra pochi giorni scade il termine ultimo di pagamento dell'affitto e hanno bisogno di questi soldi.
Certo, potrebbe prelevarli dal fondo che ha da parte ma non riesce proprio a farlo.
Il pensiero della vita che conduceva prima lo nausea e se anche questo non lo bloccasse, quello stronzo stalker del suo ex scoprirebbe dove si è nascosto in un battibaleno.
Chiude gli occhi emettendo fuori dalla bocca un lungo sospiro liberatorio. Appoggia delicatamente lo strumento di legno alla clavicola del violinista e l'archetto sopra ai crini.
Dopo alcuni secondi di raccoglimento le prime note della melodia iniziano a danzare in aria.
Oggi Katsuki si sente triste, svuotato. Mentre che il braccio si muove cullato dalle movenze che tirano lentamente più lunghe le dolci note, i pensieri divagano altrove, ad un altro tempo e un'altra dimensione.
Il suo corpo non è più li, presente nel piccolo prato dove è adesso. E' in una stanza calda, riscaldata dal calore della sua amata musica, dagli occhi pieni d'amore di sua madre e dal sorriso fiero di suo padre.
Il suo corpo non è più un guscio vuoto terrorizzato da qualsiasi persona che gli si possa avvicinare ma è al sicuro, nella sua casa di famiglia, e la persona che gli ha fatto talmente male da ucciderlo dentro non è mai esistita.
Il tempo lo ha perdonato riportandolo indietro. Tutti gli errori che lui ha commesso non sono mai stati fatti. E per una volta il suo animo non è perduto e lui non si sente soltanto un dannato destinato a vivere un'esistenza di rimorsi per tutta l'eternità.
Una lacrima solitaria scende fino alle labbra.
Il tumulto interiore che sente pervaderlo lo sta lentamente annientando.
Neppure si accorge di aver terminato se non quando sente attorno a se versi di stupore e borbotti di ammirazione.
Riapre gli oggi trovandosi davanti a lui molti ragazzi e ragazze che hanno all'incirca la sua età.
Alcuni battono le mani, altri lo guardano stupiti.
Katsuki abbozza un sorriso smarrito cercando la scatola al suo fianco e mettendola davanti a lui. Gira le spalle alla folla mentre che sistema lo strumento rifoderandolo attentamente.
Quando si volta di nuovo, convinto dall'assenza di suono di trovarsi finalmente da solo, si trova vicinissima a lui una ragazza con corti capelli castani.
Sorride con le guance rosse.
Katsuki la osserva serio per qualche istante, scandagliandola in volto.
No, non gli dice proprio nulla.
-Ci conosciamo? -Prova a domandare visto che sembra non avere nessuna intenzione di spostarsi dal suo campo visivo.
-Mmm, mmm - Mugugna lei scuotendo il capo a destra e a sinistra, ancora con le gote più marcate aumentando il sorriso.
-Ah .. ok. - Risponde alzando un sopracciglio a disagio.
-Sei molto bravo. Volevo solo dirti questo. - Mormora stringendosi le mani imbarazzata prima di scappare via.
Katsuki rimane per qualche istante immobile, in pieno stato confusionale.
Cosa sia appena successo non l'ha capito molto bene.
Si appoggia la borsa sulle spalle, recupera i soldi guadagnati oggi mettendoli all'interno della borsa con il violino, e si prepara per andare via. Muove dei passi verso la fine del parco, dove vede la ragazza di prima in compagnia di altri suoi coetanei.
Fa vagare distratto lo sguardo su di loro, osservandoli appena fino a che sgrana impercettibile gli occhi riconoscendo accanto a lei, il ragazzo dai capelli verdi contro cui ha sbattuto l'ultima volta che è stato in questo parco.
Lo sta fissando intensamente, sul viso sfoggia apertamente un'espressione talmente interessata da rimescolargli lo stomaco.
-Ciao- Gli dice timidamente Katsuki passandogli a fianco e tenendo la testa bassa fintanto che non è sicuro di essere sulla strada fuori dal parco.
Lontano da tutti.
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