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The Change

-Hey, Nina!-la salutò la rossa-Come mai stamattina all'alba non eri in camera?-


-Oh, beh...-disse Nina cercando di essere naturale-mi piace guardare l'alba. È un momento bellissimo. Tu piuttosto, come mai così mattiniera?-chiese poi alla rossa con sguardo divertito.

-Ecco...Eddie odia l lunedì. Così ogni mattina passo in camera sua e lo incoraggio a non odiarlo e ad alzarsi.-rispose Patricia con fare vago e disinteressato.

-E si può sapere-iniziò Nina ma Patricia la fermò.

-No. Non si può sapere.-disse secca facendo poi scoppiare a ridere la bionda. Poco dopo arrivò Eddie che, a differenza di come Nina l'aveva lasciato, aveva un'aria cupa e sembrava essere di umore nero. Aiutò Trudy a mettere le ultime cose in tavola mentre anche gli altri entravano in soggiorno; Jerome lo osservò per qualche istante con sguardo divertito e poiché il biondo non accennava a voler sciogliere quella fronte corrugata dall'aria rabbiosa, decise di stuzzicarlo un po' inconsapevole del terreno che stava calpestando.

-Eddie! Svegliato con il piede sbagliato stamattina?-chiese il castano con tono baldanzoso. Eddie gli rivolse un'occhiata rabbiosa e si sistemò a tavola, esattamente di fronte a Nina. I due si guardavano intensamente e più Nina lo fissava negli occhi più sentiva la rabbia di Eddie montare anche in lei.

-Avete finito di fissarvi?-disse ancora Jerome ridacchiando; Fabian e Patricia non erano molto d'accordo con lui, dato che non capivano cosa stava succedendo tra quei due.

-Adesso basta Jerome!-gridò Nina alzandosi dalla sedia rumorosamente per poi piantare i suoi occhi in quelli azzurri del ragazzo. Sentiva che tutta la rabbia, apparentemente senza motivo, che le aveva trasmesso Eddie stesse cominciando ad assumerlo: il comportamento di Jerome, sebbene fosse il suo solito, le stava dando così fastidio da farla impazzire.

-Calma miss concentrato di rabbia, non ti scaldare. Ok che sei quasi entrata in coma, ma non c'è mica bisogno di agitarsi così.-disse lui e Joy lo guardò malissimo sussurrandogli un "Jerome!" di rimprovero. Eddie respirò a fondo. Si sentiva ribollire, non riusciva a controllarsi: quelle sensazioni che crescevano come il fuoco dentro di lui erano inspiegabilmente forti e devastanti, incontrollabili e terribilmente potenti. Non riusciva più a trattenersi dallo scoppiare, soprattutto perché con Nina stava stringendo un legame forte e non avrebbe permesso ad un galletto di insultarla, anche perché non riusciva più a trattenersi.

-Come ti permetti...di rivolgerti a lei così!-gli urlò alzandosi dalla sedia e, stavolta, facendola ribaltare-Se non sai cosa dire, riempiti quella bocca di cereali e togliti il volume per un millennio!-urlò ancora rabbioso.

-Eddie!-disse stupita Patricia.

-Non permetterti tu di parlargli così, Eddie!-strillò Mara in difesa di Jerome.

-Non intrometterti moretta!-le urlò Nina.

-Basta smettetela!-gridò Fabian sempre più sconvolto da quella discussione.

-Non voglio stare un secondo di più in questa casa!-gridò Eddie per poi fissare Nina che annuì e lo seguì. Eddie recuperò il suo giubbino nero di pelle e Nina una giacca sempre nera ed uscirono sbattendo violentemente la porta; camminarono senza meta finché non arrivarono ad una casa che all'apparenza era disabitata. Curiosi, si avvicinarono all'ingresso notando con dispiacere che la porta aveva un codice.

-Ci provo io.-disse Eddie avvicinandosi al tastierino-Dovrei riuscire ad avere una visione.-disse poi posizionandovi la mano sopra, ma quello che accadde fu ben diverso: alterò così tanto il processore del tastierino e resettò completamente il codice. Ne inserì uno nuovo di comune accordo con Nina ed entrarono in casa.

Dopo aver salito le scale, si trovarono in un discreto soggiorno, un po' polveroso ma molto luminoso, poi girarono ancora e trovarono uno studio, una camera da letto matrimoniale e una stanza segreta in cima alla torre. Salirono in cima e, come sospettavano, la stanza era vuota. Si sedettero per terra contro un muro e rimasero in silenzio per un po' di tempo.

-Cosa ci sta succedendo, Eddie?-chiese Nina debolmente con le ginocchia tirate al petto.

-Sono la persona meno indicata per risponderti, Nina.-disse lui sconsolato-Ho appena fatto una sfuriata a Jerome davanti a tutti e ho messo entrambi in difficoltà.- Nina si girò a guardarlo e anche lui fece lo stesso: in quegli occhi nocciola lesse lo smarrimento, la paura, la confusione e si riconobbe in quelle sensazioni, in quei sentimenti. Da mesi non riusciva a darsi pace eppure Eddie era entrambi gli aspetti di lei in quel periodo: Eddie era la benzina che alimentava il suo fuoco e allo stesso tempo l'acqua per spegnerlo.

-Dovremmo andare a scuola, chiedere scusa, fare qualcosa che non mi faccia pensare al peggio che sto pensando.-disse Nina ributtando la sua testa nello spazio creato tra le ginocchia e il collo. Sentì una mano posarsi sulla sua mano: era Eddie che si era alzato e stava spingendo lei fare lo stesso.

-Liberiamo la mente e mettiamo a nuovo questo posto. Sarà il nostro segreto e potremo venire a rintanarci qui tutte le volte che vorremo.-le disse sorridendo e allora riuscì a convincerla. Scesero insieme di sotto e richiusero il passaggio segreto.

Dopo tre ore passate a spazzare polvere, ridere e divertirsi, la casa era tornata a splendere ed era pronta per essere utilizzata come covo segreto.

-La chiameremo...casa Miller!-disse Eddie compiaciuto.

-Ehi, ma quello è il tuo cognome!-protestò Nina incrociando le braccia.

-Ti sbagli, la "M" sta per "Martin".-le disse Eddie facendole l'occhiolino, lei lo spintonò scherzosamente ridendo, ma tornò subito seria.

-Perché mi hai difesa oggi? Intendo: perché hai risposto così male a Jerome?- lui si incupì e nei suoi occhi lampeggiò qualcosa.

-Mi ha dato fastidio il modo in cui ti ha trattata.-disse serio mentre qualcosa lampeggiava ancora nei suoi occhi-Mi sentivo pieno di rabbia che in qualche modo dovevo sfogare su qualcuno e lui è capitato nel momento sbagliato. Ma tu?-

-Io...mi sono sentita come se tu mi avessi trasmesso la rabbia e sono esplosa.-disse lei mentre prendeva in mano il cellulare che trillava: era Fabian. Anche quello di Eddie trillava e suo padre lo stava cercando.

-Non voglio parlare con nessuno!-gridò lanciando il telefono sul divano, arrabbiato. Lui sentì il respiro di Nina farsi pesante e anche lei imitò il gesto dell'amico. Si guardarono negli occhi, ma appena incrociarono i loro sguardi, si allontanarono a vicenda.

-Nina...i tuoi occhi...-disse Eddie indicando la ragazza spaventato.

-Anche i tuoi Eddie...-rispose lei mentre entrambi si riavvicinarono per guardarsi insieme allo specchio a metà strada fra di loro.

-Mio dio...-disse Eddie: guardandosi allo specchio, entrambi scoprirono di avere gli occhi rossi, anche se dopo un po' scomparvero.

-Cosa succede?-domandò Eddie spaventato. I due si abbracciarono stretti.

-È cambiato tutto.-


ANGOLO AUTRICE

Hey! Aggiornamento notturnoooo!
So che avrei già dovuto postare, ma non potete capire quanto sia stata difficile per me la
 ripresa della scuola D: confesso che ho finito poco fa di studiare latino e sono morta DX Una settimana di scuola e stress e ansia sono già le mie compagne di viaggio...che tristezza...
Anyway, basta essere tristi. Diamo spazio alla cattiveria e diffondiamo i diavoli viola di "Whatsapp"
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che commenterete :)
A presto!
Lince


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