Sundown
-Forza, fuori di qui.- scacciò tutti fuori il custode di casa Anubis. I due americani si diressero insieme alla loro dimora, Eddie con un braccio sulle spalle di Nina, soddisfatti per la tranquilla nottata passata a spiare le conversazioni dei ragazzi della casa. Decisero insieme di prendersi una giornata di relax, testando i loro nuovi poteri, per ampliare il loro registro di magie oscure. Eddie aveva da poco imparato un incantesimo potente e pericoloso in grado di uccidere chiunque, se lanciato nel modo giusto.
-Lo userò se sarà necessario.- aveva detto alla ragazza, giocherellando con la sfera di energia sul suo palmo.
-L'altro te torna mai ad infastidirti?- gli chiese Nina, pensierosa, stesa comodamente sul divano in pelle, mentre il ragazzo aveva lanciato la sua maglietta accanto a lei e giocava a far comparire tatuaggi di ogni forma e colore sul suo corpo, in piedi davanti allo specchio.
-No.- rispose secco, mentre un fulmine compariva sul suo collo- E non dovrebbe infastidire nemmeno te, dille di arrendersi e che il suo Fabian non tornerà a salvarla.- concluse ridacchiando, mentre le sue braccia diventavano completamente colorate. La ragazza sbuffò scocciata e respirò profondamente, chiudendo gli occhi. Appena li riaprì si ritrovò con il biondo, ancora a torso nudo, spalmato su di lei.
-Annoiata, cara Martin?- le chiese con un sorriso malizioso che gli dipingeva il viso. Lei sorrise a sua volta.
Qualcuno, in quel momento, bussò alla porta. Nina ribaltò Eddie, facendolo cadere per terra e si diresse alla porta.
-Vestiti, sei impresentabile.- gli disse, mordendosi il labbro mentre lo guardava con la coda dell'occhio. Aprì la porta, senza prima controllare chi fosse, e si trovò di fronte di nuovo Jerome.
-Se ti do informazioni sulle idee dei giovani paladini della giustizia, mi libererai?- chiese lui, quasi fulminandola con lo sguardo.
-Forse.- rispose lei ambigua, sfoggiando il suo sorrisetto furbo.
-Vogliono trovare il rubino di Osiride. Sanno che può farvi tornare normali.- Nina sbiancò improvvisamente e trascinò il ragazzo dentro casa senza dargli possibilità di replica.
-Eddie!- gridò, trovandosi poi incollata al corpo del ragazzo che l'aveva sorpresa, a pochi centimetri dal suo viso.
-Dimmi tutto.- le disse sorridendo mellifluo. Lei lo guardò male e lo allontanò, trascinando per il colletto Jerome.
-Abbiamo un problema.- disse frettolosamente, intimando al ragazzo di raccontare tutto.
Eddie si passò le mani sulla faccia, nervosamente.
-Non possiamo spostarlo. Sicuramente ci pedineranno e sarebbe come farsi cogliere con le mani nel sacco. A questo punto, li terremo sott'occhio. Più tardi entriamo a scuola.- proferì l'Osiriano, chiudendo la riunione d'emergenza.
-Adesso puoi anche smammare, Clarke.- disse poi, sbrigativo, con un cenno della mano. Jerome fece per replicare, ma Nina lo precedette.
-Non così in fretta.- disse la ragazza, afferrando per le guance il biondo dagli occhi di ghiaccio- Smettila di pensare alla tua liberazione e goditi la tua nuova vita.- accese gli occhi rossi e così si trasformarono quelli di Jerome. Lo afferrò per il colletto e prese la direzione della camera da letto.
-Non puoi divertirti solo tu, Martin!- protestò infastidito Eddie. In risposta udì solo la sua risata, seguita dalla porta che si chiudeva.
-Non verranno.- commentò amaramente Fabian, seduto alle poltrone della sala comune della scuola.
-Sei solo un pessimista.- gli rispose Patricia sbuffando. Sapeva che sarebbero venuti, sapeva che avevano ascoltato la conversazione sul rubino e che li avrebbero tenuti d'occhio. Era un rischio calcolato quello di pedinarli fino alla casa e scovare il nascondiglio del cuore dei loro Oscuri, ma ne valeva la pena se la sua distruzione li avesse salvati.
-Avete visto Jerome?- domandò Joy guardandosi intorno nel tentativo di scovare il ragazzo che negli ultimi tempi la stava facendo impazzire. Quando rientrarono in aula, di Eddie e Nina nemmeno l'ombra, ma quando stavano per perdere le speranze, la porta si aprì di scatto e ne entrarono due individui che non somigliavano assolutamente ai loro amici per come li conoscevano.
Eddie, nell'inverno più totale, era con una canotta che lasciava scoperte le braccia che, con stupore di tutti, erano ricoperte di tatuaggi colorati. Portava dei jeans scuri con le catenelle legate sul fianco e il classico giubbotto di pelle poggiato sulla spalla sinistra. Nina aveva una minigonna, che chiamarlo indumento era un complimento, le gambe fasciate da un paio di calze a rete, due anfibi pieni di borchie e una maglietta piuttosto scollata. Inutile dire che a tutti cadde irrimediabilmente la mascella a terra.
-Qualcuno vuole ripetere la lezione del giorno?- chiese la professoressa volgendo poi lo sguardo sui ragazzi appena entrati- Su voi due non ci spero più.- commentò vedendoli accomodarsi nei posti vuoti, separati, della classe. Nina si andò a sedere accanto alla sedia che sarebbe dovuta essere di Jerome, sorridendo compiaciuta mentre il ragazzo faceva il suo ingresso, in modo decisamente poco decoroso: aveva i capelli piuttosto scombinati e la divisa completamente in disordine, come se fosse stata indossata alla rinfusa. Era piuttosto facile immaginare quale fosse stata la dinamica che era la causa del suo aspetto. Eddie prese posto accanto a Patricia, notando subito come la ragazza si sentisse a disagio con lui accanto. Le sorrise, perfido, e finse di ascoltare chiunque stesse ripetendo l'argomento del giorno. Gli occhi di tutti erano puntati sui due ragazzi ribelli che sembravano essere totalmente tranquilli e a loro agio, ovviamente nei limiti del possibile, poiché non smettevano mai di lanciare palline di carta in punti imprecisati della classe o utilizzavano il cellulare come se non ci fosse nessuno a rimproverarli.
-Cosa pensi di fare?- chiese Patricia, tentando di non sembrare spaventata, a quello che non sapeva più se definire il suo ragazzo.
-Osservarti impazzire mentre cerchi di salvarmi. Ah, e ovviamente seguire la lezione. È così interessante, non credi? - rispose lui, riducendo gli occhi a fessure, per poi far brillare il loro rosso. Quel gesto fece sobbalzare Patricia sulla sedia e, anche se cercò di nasconderlo, Eddie se ne accorse e sorrise ancora di più. La sua mano accarezzò dolcemente la coscia di Patricia, risalendo lentamente lungo il profilo, per poi arrivare alla schiena fino a dietro il collo. Sentì i brividi attraversare la pelle della ragazza e si avvicinò al suo orecchio, senza mai fermare la mano che accarezzava la nuca.
-Ci stai mettendo troppo a tornare da me, bambolina.- le sussurrò dolcemente, sorridendo nel sentire il respiro di Patricia farsi più pesante e la pelle d'oca invadere il suo corpo. Nonostante questo, lei aveva lo sguardo fisso davanti a sé e restava immobile, confusa e frastornata dall'atteggiamento di Eddie.
La campanella suonò in quel momento, risvegliandola da quello strano stato di trance che l'aveva colpita. Raccolse velocemente le sue cose e fuggì, per mettersi in salvo dalla presenza tentatrice del ragazzo. Dal canto suo, Eddie raggiunse Nina e circondò le sue spalle con un braccio, accostandosi a lei per sussurrare.
-Ci vediamo tra mezz'ora davanti all'ingresso esterno della cripta con il rubino.- fece bene attenzione che i ragazzi davanti a loro lo sentissero e la lasciò, incamminandosi velocemente verso l'uscita.
-È fatta ragazzi.- disse Fabian al gruppo, una volta in sala comune - Pediniamo Nina e troveremo la cripta.- si passò una mano sul viso stravolto, ancora incredulo per quella situazione che sfiorava il paradossale.
-Non lo so, ragazzi, mi sembra troppo facile.- replicò Joy perplessa da quell'improvviso colpo di fortuna.
-Un errore dovevano pur commetterlo.- rispose sbrigativa Patricia, raccogliendo le sue cose per avviarsi al pedinamento della Prescelta.
La ragazza in questione camminava con passo furtivo verso il bosco della scuola, cosa che convinse sempre di più che si stesse recando da Eddie per nascondere il rubino. Quando arrivò davanti ad una piccola porta di legno, nascosta tra l'edera, trovò l'Osiriano ad aspettarla. Le mostrò un cumulo di stracci e ammiccò. Appena entrati nella cripta, Fabian sigillò la porta dall'esterno e sorrise soddisfatto per la trappola tesa, senza immaginarsi che, dentro la stanza, i due ragazzi stavano fuggendo dalla porta che conduceva ai sotterranei.
Poco tempo dopo, quando entrarono nella cripta, non trovarono traccia dei due ragazzi, ma il cumulo di stracci era aperto e vuoto, poggiato sul sarcofago al centro della grotta.
-Ci hanno fregati di brutto.- mormorò Alfie, appoggiandosi sconsolato al muro.
-Come abbiamo potuto essere così ingenui?- si torturò Fabian, sconsolato per la sconfitta.
-Si calmi signor Rutter, le emozioni giocano brutti scherzi in questi momenti.
-Cosa possiamo fare ora che questa possibilità è sfumata?- domandò Patricia, senza darsi per vinta, al custode.
-Dovrete colpire chi è più debole. Colpite la gelosia di miss Martin.
ET VOILÁ
Non ci ho messo un mese! Applausi per me👏🏻👏🏻👏🏻
Spero che vi piaccia e che questo aggiornamento vi rallegri la giornata e vi diverta come diverte a me scriverlo 😏
Specifico solo che, essendo questa storia una what if, ha eventi che vanno in modo differente, quindi non tutta anubis sapeva dell'esistenza della cripta e del passaggio nei tunnel.
That's it.
Alla prossima gente!
Elena
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