Something's Missing
-Va bene, va bene avete vinto. Vi do tutto quello che volete, ma io devo stare accanto a Eddie. Potrei…potrei morire altrimenti.- pregava Nina mentre veniva trascinata con la forza verso Anubis dopo che aveva tentato di fuggire. Eddie aveva avuto la peggio: si era beccato un pugno sull'occhio niente di meno che da Fabian e adesso, aiutato da Alfie lo stavano trascinando in casa. Eddie venne sbattuto nella sua vecchia camera e chiuso lì dentro. Urlò e con tutta la forza che aveva prese a pugni la porta.
-Inutile che tu ci provi, weasel.- disse una voce dietro di lui.
-Patricia.- mormorò, sorpreso ma sorridente: avevano preso un granchio con lui. Tuttavia non poteva dire lo stesso di Nina, che sapeva avrebbero rinchiuso con Fabian e quello era molto pericoloso per lei.
-Portatela da me e giuro che cercherò di essere il meno violento possibile.- disse senza nemmeno girarsi a guardarla. Inutile spreco di tempo, pensò lui.
-Sappiamo entrambi che menti, mio dolce Osiriano Oscuro. Esci dalla sua mente ora e prometto che non ti scaccerò con i peggiori trucchi che conosco.- rispose Patricia, accomodandosi lentamente sul bordo del letto.
-Stupida ragazza. Pensi davvero che tutto questo derivi da un futile controllo mentale? Siete fuori strada, in alto, altissimo, mare.- replicò lui, degnandola finalmente di uno sguardo. Si accasciò a terra, contro la porta e sentì che la sua energia stava fluendo in Nina.
-Sento l'energia scivolare via, il tuo amichetto del cuore non è più al sicuro con lei.- disse poi, improvvisamente svuotato della sua forza-Non avete ancora capito che non potete fare niente.- mormorò con il fiatone. Lo scambio intenso di contatto tra lui e Nina aveva permesso una circolazione maggiore di energia che solo insieme avrebbero potuto gestire: separati le cose si complicavano non poco. Patricia ebbe un momento di esitazione, ma tornò subito lucida.
-Se servirà a farti soffrire quanto tu stai facendo soffrire me, allora ben venga, Fabian sa cavarsela. Non mi farò ingannare da un fasullo Eddie, Oscuro.- sputò velenosa quelle parole che lo fecero sorridere.
Nina sentiva quel potere scorrere in lei, era tanto e meravigliosamente potente, ma era anche troppo e senza Eddie non sarebbe mai riuscita a controllarlo.
-Eddie!- gridò con tutto il fiato che aveva nei polmoni e la sua voce risuonò per tutta la casa, agghiacciante. I suoi occhi si accesero permanentemente di rosso e le sue braccia iniziarono a formicolare. Le gambe cedettero e lei cadde distesa a terra. Due braccia la afferrarono e la sollevarono mentre i brividi di freddo percorrevano la sua schiena. Una volta adagiata sul letto, iniziò a respirare velocemente ed a tremare più forte. Quell'energia, se non passava in Eddie poteva uccidere lei per eccesso e lui per mancanza.
-Stai tranquilla, io sono qui.- pronunciò una voce maschile lì accanto.
-Jerome?- domandò confusa lei, ma dopo alle sue spalle scorse con la coda dell'occhio Fabian.
-Respira, sei capace di trasferirla a Eddie anche a distanza, pensa a quel giorno quando ti hanno aggredito a scuola.- disse lui stringendo la presa sulla sua mano.
-Come fai a saperlo?- gli chiese ancora, stupita.
-Ti avevo detto che so molte cose.- rispose sorridendo. Nina si concentrò e riuscì a passare una minima parte di energia ad Eddie, quanto bastava per rimettersi in piedi. Jerome si congedò, lasciandola sola con il suo innesco.
-Quando soffri sembri fragile come una persona normale. Forse dovrei farti soffrire ancora.- disse Fabian con disprezzo, avvicinandosi a lei, che nel frattempo aveva ripreso tutte le facoltà motorie.
-Non ci riusciresti, non ne sei capace.- rispose lei, con il suo sorriso malizioso. Fabian cambiò espressione.
-Perché tu sei capace, tu ci riesci benissimo!- gridò, mentre il sorriso di Nina si allargava-Mi avevi detto di continuare ad amarti prima che tutto questo iniziasse ed io l'ho fatto.- lo sguardo di Nina tornò normale e la sua espressione cambiò velocemente. Fabian si illuminò, vittorioso.
-Sono riuscito a spegnerti!- gridò avvicinandosi a lei, prendendola per le spalle e guardando nei suoi occhi.
-Parlami! So che sei tu!- le gridò disperato, mentre una piccola fiammella di speranza si accendeva in lui.
-Fabian…- mormorò lei, spaventata, e per la prima volta l'Oscuro non era più in lei.
Eddie avvertì lo spegnimento di Nina e si alzò di scatto, riempito di energia oscura.
-Nina, no!- gridò ancora, battendo nuovamente sulla porta. Non poteva abbandonarlo così, non voleva essere abbandonato così.
-Eddie, lei starà bene.- gli disse Patricia infastidita. Lui si avvicinò avvicinò a lei a grandi falcate e la prese per il collo.
-Lei non starà bene. L'Oscuro è il suo bene. E se avete anche pensato che io mi potessi impietosire chiuso con te in una stanza, avete sbagliato di grosso.- i suoi occhi si illuminarono di rosso-Ora, se non vuoi che io ti uccida lentamente e dolorosamente, apri quella porta.- le disse minaccioso, aumentando la stretta sul suo collo.
-Fabian…- mormorò Nina, poi tornando all'espressione di sempre- Pensavi davvero che dicendomi che mi ami saresti riuscito a "salvarmi"? Ma certo che mi ami, lo so benissimo!- esclamò lei, ridendo. Il cuore di Fabian andò in mille pezzi, le sue mani lasciarono le spalle di Nina e due lacrime scesero piene di dolore, rigando le guance.
Il flusso di energia si trasmise violentemente di nuovo su di lei, bloccandola per l'eccesso di potere che sentiva. Fabian le voltò le spalle dopo che si accasciò a terra, ma in quel momento Mara aprì la porta.
-Che diavolo succede qui?!- gridò sconvolta, ma non fece in tempo a spostarsi dalla porta che Nina la investì correndo verso il piano di sotto. Sfondò la porta della camera di Eddie dove si trovavano lui e Patricia e cadde a terra tossendo. Lui lasciò immediatamente perdere la ragazza rossa e corse a darle una mano, baciandola sulla fronte.
-Va meglio, Martin?- le chiese accompagnandola fuori dalla stanza, sollevato di averla salvata.
-Fermi voi due!- gridò Joy dall'alto della scala, ma Jerome la trattenne.
-Non impicciarti degli affari che non sono tuoi, Mercer. Lasciateli andare.- disse, sprezzante con un'espressione apatica in volto.
-Jerome! Io non ti capisco…- mormorò lei memore della confessione fatta a Nina.
-Tipico. Non hai mai capito niente.- e la piantò in asso mentre i due ragazzi lasciavano l'abitazione. Lei rimase interdetta e lo inseguì.
-Ti ho sentito! So che hai detto a Nina di essere innamorato di me, perché ti comporti in questo modo?- gli disse, trattenendolo a sua volta per il braccio.
-Cosa ti fa pensare che io abbia detto la verità?- replicò invece lui, per niente sorpreso. A Joy sembrò come se avesse perso tutte le sue emozioni, come se fosse diventato identico a Nina. Lui si scrollò la sua presa di dosso e se ne andò.
-Jerome!- lo richiamò ancora lei, lui si girò a guardarla-Possiamo parlarne?- gli domandò, mordendosi il labbro insicura.
-Non abbiamo niente da dirci, non vedo perché.- rispose secco, lasciandola definitivamente sola.
Passarono poche ore dall'accaduto e mentre Eddie e Nina erano tranquillamente stesi nel loro letto, protetti dal tetto del rifugio, Victor aveva indetto un'altra riunione con i ragazzi per tirare le somme del pomeriggio.
-Forse abbiamo sbagliato a metterli in una situazione di pericolo.- mormorò il custode, pensieroso.
-No, invece! Abbiamo visto il legame tra di loro e siamo riusciti a spegnere l'Oscuro di Nina, dobbiamo solo sistemare i metodi di azione.- rispose Patricia, speranzosa e convinta, ma Fabian scosse la testa.
-No, lei ha solo finto. È stata crudele e spietata, sai cosa ha detto? Che sa benissimo che la amo ancora e sfrutta questo per farmi soffrire. Non accetterò questa situazione oltre, io mi chiamo fuori.- disse freddamente, prima di andarsene. Nessuno lo fermò, erano consapevoli che l'episodio con la ragazza era stato un brutto colpo per lui.
-Ma Eddie l'ha percepito, l'ho visto.- insistette lei. Un lampo di genio attraversò gli occhi del custode, ma preferì congedare la riunione per continuare i suoi studi in ufficio.
-Eric, raggiungimi a casa Anubis, potrei aver trovato una soluzione.- affermò freddo, prima di riagganciare il telefono. Si lasciò andare sulla sedia e incrociò le mani davanti al viso, pensieroso.
-È una fortuna vivere nella casa del più grande egittologo mai esistito, Corbierre, adesso so cosa fare per annientare l'Oscuro.
Dall'altra parte del campus, alla gatehouse, una sedia volò per aria.
-Senti un po' signorino! Non puoi venire a farmi la predica per aver lasciato fluire il potere puro, è colpa del mio io interiore! Sono settimane che cerca di liberarsi!- gridò Nina furiosa con l'amico- Al contrario di qualcun altro, io non sono riuscita a liberarmi dei miei legami, quindi sta zitto!- urlò ancora, scaraventandogli addosso la prima cosa che si trovò per le mani, ovvero un antico piatto di ceramica.
-Calmati adesso, d'accordo! Ho capito il concetto.- si difese lui, dopo aver schivato il piatto poi finito in frantumi sulla parete-Possiamo tornare a riposare per cortesia?-domandò, alzando le mani in segno di resa. Lei sbuffò: liberarsi di Fabian era sempre più difficile, la parte della sua anima ancora libera si faceva sentire ogni giorno e si era attaccata al ragazzo molto più di quanto potesse immaginare. Non fecero in tempo ad accomodarsi sul divano, che qualcuno bussò alla porta. Sweet.
-Ciao, papà.- disse Eddie, ghignando malefico. Il preside cercò di contenersi alla vista di quel ragazzo che stava prendendo il posto del suo amato figlio, quel figlio di cui stava perdendo frammenti troppo velocemente per accettarlo.
-Edison, avete ancora una punizione da scontare. Tutta la notte, ricordi?- disse, cercando di sembrare più freddo e distaccato possibile. Il figlio, o almeno quello che restava di lui, sorrise ancora e fece un cenno alla ragazza, dopodiché si diressero tutti e tre a casa Anubis.
-Non separateli. Non serve.- esordì il preside, facendo accomodare i due nella vecchia stanza di Eddie, dove al momento Fabian alloggiava da solo. Appena ne varcarono la soglia, furono chiusi a chiave. Sentivano vociferare il gruppo degli abitanti che erano radunati in salotto, a quanto pare anche Trudy aveva preso parte alla questione e la cosa sorprese molto i due, che si erano stesi su uno dei letti senza curarsi troppo di togliere le scarpe. Nina aveva incastrato la sua testa, raggomitolatasi tra le braccia dell’amico, fra il collo e la spalla, Eddie la teneva stretta in un abbraccio. Potevano sembrare una normale coppia, se non fosse stato per quell’aura di oscurità che li circondava e che li rendeva fragili ma, allo stesso tempo, incredibilmente potenti.
-Sai che potremmo sparire da qui in uno schiocco di dita?- sussurrò Nina, prossima all’addormentarsi.
-Voglio dar loro la soddisfazione di averci in pugno. Ho già previsto tutto.- rispose Eddie, vedendo però la porta aprirsi e lasciarne entrare un biondo dagli occhi azzurro ghiaccio- Eccetto questo.- indicò il ragazzo che richiudeva la porta dietro di sé e si alzò per fronteggiarlo e squadrarlo. Jerome, però, fissava insistentemente Nina.
-Liberami.-disse, semplicemente, con tono apatico. Eddie scoppiò a ridere e tornò a sedersi sul letto. Nina gli sorrise e si posizionò in modo tale da essere faccia a faccia con lui.
-Perché dovrei farlo?- domandò, altrettanto semplicemente, in maniera serena.
-Sono stanco di odiare la ragazza che amo.- rispose Jerome, provocando il riso anche nella ragazza.
-Questa è una frase davvero interessante ma, vedi, - rispose lei, accendendo subito i suoi occhi scarlatti- lascia che ti spieghi perché ciò non potrà accadere. Sei più utile così. E poi, voglio che lei veda la tua vera natura. Se sarai così bravo da farti amare tanto quanto sei capace di odiare, allora sarai libero.- lui ringhiò, infastidito dalla risposta, che non era decisamente quella che sperava.
-Bene.- disse secco, prima di andarsene.
-Non ci posso credere. Nina ha stregato Jerome per impedirgli di amare Joy. Qual è il nesso di tutto ciò?- si domandò Fabian, dopo aver ascoltato casualmente la conversazione. Ammise a sé stesso che stava tornando da lei, che non riusciva a starle lontano e che continuava a mantenere la promessa che le aveva fatto prima che tutto peggiorasse. La amava ancora. Nonostante l'Oscuro facesse ancora parte di lei e traesse vantaggio da quel sentimento, lui non poteva farne a meno. Era indeciso se dire a Joy della situazione di Jerome, perché da un lato avrebbe aiutato la ragazza a capire il perché di tale comportamento, dall'altro avrebbe potuto compromettere tutto quanto, qualora lei non avesse compreso la situazione. Quando venne richiamato in salotto, raggiunse il gruppo ormai formato da tutti gli abitanti di casa Anubis.
-Signori miei, abbiamo la soluzione all'enigma.- esordì Victor, compiaciuto, scambiando uno sguardo d'intesa con il preside.
-Allora si muova, Victor, sono in pensiero per quei poveri ragazzi che si trovano in una situazione talmente disastrosa.- lo esortò la governante, con un'aria preoccupata.
-In Egitto, Frobisher ha rinvenuto un antico manufatto chiamato Bastone di Osiride. Era molto potente e pericoloso, per questo fu separato in quattro parti e sparso nella proprietà di casa Anubis.- disse il custode, in cuor suo preoccupato per i pericoli a cui si stavano esponendo tutti.
-Quindi dobbiamo trovare le quattro parti...- ragionò Fabian ad alta voce.
-Poi li riuniremo...- continuò Mara, seguendo il filo del discorso.
-È salveremo il mondo. Grazie a tutti, arrivederci.-concluse Patricia sbrigativa, ma Victor scosse la testa.
-I pezzi non si dovranno mai riunire. È il rubino il vostro obiettivo, trovate quello e salverete i due ragazzi.-
...
Che dire, sono in ritardo. Di nuovo. Ma voi mi perdonerete, vero? Ho fatto il capitolo più lungo così da compensare la mancanza in questi mesi, purtroppo ho perso i dati del capitolo e ho dovuto riscriverlo quasi tutto. Spero vi piaccia :)
A presto,
Elena
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