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Decay

Lunedì. Il terrore.
Amber era già pronta da mezz'ora, seduta sul letto, ma fissava il vuoto della parete della stanza, alla ricerca di qualcosa che la spronasse, che la convincesse che poteva ancora fare qualcosa. I ragazzi le avevano detto che solitamente i due si presentavano a lezione, ma tendevano a fare i loro comodi, perciò niente era dato per scontato. Aveva paura, troppa paura. Era spaventata all'idea di provare ancora affetto nei confronti di quel mostro che aveva preso il posto della sua migliore amica. Sapeva che non sarebbe riuscita a sopportare il peso di vederla e non poterle parlare, se non per ricevere qualche minaccia o magari violenza gratuita. Amare qualcuno è così difficile, quando l'altro ti rende la vita impossibile, ed Amber lo sapeva. Sapeva che aveva visto in Nina, la sua migliore amica, una sorella che non aveva mai avuto e l'aveva amata come tale. Ma arrivati a quel punto, la sua mente era talmente in confusione che avrebbe potuto tirare uno schiaffo al primo che le si fosse parato davanti.
-Amber, ehi, è il momen..- Alfie non fece in tempo a parlare che la ragazza l’aveva già assalito, spaventata, gridando.
-Alfie!- urlò, come se lo avesse voluto rimproverare di essere comparso proprio in quel momento.
-Amber!- replicò lui a tono, sbigottito dall’irruenza dell’amica-Si può sapere che ti è preso?- chiese guardandola, disteso sul pavimento, mentre lei si ergeva a cavalcioni sul suo petto.
-Scusa, stavo pensando…e tu mi hai spaventata!- rispose lei, poi tirandogli uno schiaffetto sul braccio. Alfie stava per lamentarsi, quando lei si chinò a baciarlo, come se non fosse successo nulla, lasciandolo ancora più attonito.
-Tutto a posto qui? Ho sentito un- Fabian entrò in camera, ma si bloccò, imbarazzato-rumore…- Amber lasciò la sua postazione su Alfie e se ne andò, come se nulla fosse.
-Quella ragazza…mi farà impazzire qualche volta.- borbottò lui, alzandosi dal pavimento.
-Solo qualche volta?- gli domandò retoricamente Fabian, aiutandolo a sollevarsi.

La colazione passò silenziosa ed inquietante, come lo era diventata da un po' di tempo; il pendolo in sala da pranzo scandiva i secondi con precisione impeccabile ed il rumore delle posate che tintinnavano contro le ceramiche dei piatti creavano un'atmosfera cupa e triste.
-È ora che voi andiate.- disse il custode, risvegliando il gruppo dalla meditazione mattutina. Quasi in simultanea, si alzarono tutti dalla tavola, recuperando le borse, diretti verso quella che sarebbe stata una giornata d'inferno.
Ogni passo che muoveva verso la scuola, il battito del suo cuore aumentava con una cadenza costante, lo sentiva rimbombare nel petto, alimentato dalla paura. Amber quasi non si accorse che erano arrivati davanti all'edificio scolastico e prese a tremare dall'agitazione. Alfie posò una mano sulla sua spalla e le rivolse uno sguardo rassicurante.
-Non ti dirò di non preoccuparti, perché è stato uno shock per tutti, dico solo che ci farai un'amara abitudine.- le disse in tono dolce, per cercare di alleggerirla da quel peso tanto angosciante.
-Non sei molto d'aiuto così.- cerco di rispondere lei con tono deciso, ma le uscì solo un flebile sussurro. Sembrava come se le stesse salendo un attacco di panico, era sconvolta ancora prima di vedere con i suoi occhi cosa era diventata la sua migliore amica. Quando, infatti, varcarono la porte della scuola, lei era talmente agitata che scappò e si andò a rintanare in bagno.

-D'accordo, Amber. Sei la ragazza più carina della scuola. Sei un genio, anche se gli altri non lo comprendono. Sei scaltra e non temi il rischio. Puoi benissimo affrontare la tua migliore amica diventata cattiva.- si disse la ragazza, parlando davanti allo specchio. Fece una smorfia e si girò, appoggiandosi al lavandino.
Una risata le gelò il sangue nelle vene.
-Guarda un po' chi si rivede.
-Eddie...-mormorò lei, ricevendo il primo schiaffo psicologico della giornata: lui era completamente diverso, il suo sguardo era cupo e maligno, l'angolo della bocca sollevato in un sorriso beffardo, e braccia ricoperte di tatuaggi di tante forme e colori diversi. Quell'aspetto infondeva in lei un misto di terrore e curiosità.
-Non ti aspettavamo, Millington, ma immagino che per lei sarà un piacere averti qui.- le disse, sorridendo ancora. Un brivido si trascinò sulla schiena di Amber. Eddie mosse un passo verso di lei che, intrappolata, strinse più forte il bordo del lavandino. Il respiro si appesantì, ricordando la domanda fatta al gruppo, che non aveva ricevuto risposta. Sono in grado di uccidere? Ed Amber sperò che non fosse decisamente così. Il ragazzo smise di avanzare e scoppiò in una risata fragorosa che la fece sobbalzare.
-Hai più paura di tutti i paladini messi insieme.-ridacchiò ancora-Tuttavia nella tua paura c'è coraggio, oltre che inquietudine. Lascia che ti dica una cosa, cara Amber: stai fuori dal nostro sentiero e non ci costringerai a farti del male.- detto questo se ne andò con passo svelto lasciandola respirare. Amber si accorse solo in quel momento che aveva trattenuto il fiato.
Tornò in classe, indecisa nella scelta del suo stato d'animo. Era oltremodo confusa, date le circostanze in cui era stata costretta a vedere il dolce e simpatico Eddie trasformato nel perfido e perverso Oscuro. Passò l'ora di lezione a rimuginare su ciò che potesse risvegliare l'anima pura dell'osiriano, scartando l'opzione di tentarlo con dei pancakes. Della sua amica nemmeno l'ombra ed Amber si accorse in quel momento che anche Eddie sembrava scomparso.

Nina poltriva pigramente, avvolta dalle coperte del letto matrimoniale, dopo aver deciso di ignorare la scuola. Aveva sentito rientrare il suo amico biondo, ascoltando i rumori sparsi per la casa che lui emetteva mentre tornava in pigiama per farle compagnia.
-Ho una notizia per te.- esordì Eddie, dopo il suo lancio e atterraggio olimpionico sulla piazza destra del letto. Per tutta risposta, la ragazza borbottò qualcosa sommessamente e si tirò le lenzuola sulla testa. Lui la punzecchiò sul fianco, per attirare la sua attenzione, divertendosi a vederla tentare di scalciare il vuoto da sotto le  coperte.
-Avanti, dimmi questa grande notizia.- disse, infine, lei dopo aver sbuffato sonoramente.
-Millington è di nuovo fra noi.- gli occhi di Nina si spalancarono all'improvviso.
-Cosa dovrei fare?- gli chiese, mascherando il suo spavento. Non era stata a contatto con la sua migliore amica per molto tempo e l'Oscuro non aveva avuto modo di attuare misure difensive contro di lei mentre si trasformava, quindi non aveva speranze di riuscire a non lasciare spazio al suo doppio Puro.
-So a cosa pensi.- le disse Eddie tranquillamente, ma prima che potesse continuare a parlare lei lo precedette.
-Cosa sai esattamente? Non ho difese contro Amber e lo sai! Non puoi aspettarti che io faccia qualsiasi cosa in sua presenza, verrei fermata!- gridò, piuttosto preoccupata. Eddie sorrise.
-Un modo c'è.- le disse, dopo aver aspettato che Nina si fosse calmata-Dovrai ucciderla.
Flash improvvisi bombardarono la mente della prescelta e per la prima volta sentì la ragazza intrappolata nel suo stesso corpo gridare e disperarsi per il terrore di perdere la sua migliore amica. Nina si teneva la testa fra le mani ed i suoi occhi si erano accesi, simbolo di un conflitto interiore lacerante. Poi, ad un tratto, gli occhi smisero di brillare di rosso acceso e lasciarono il posto ad uno spaventato verde foresta. L'Oscuro ne era rimasto così sconvolto che non aveva retto la forza del sentimento e si era spento. Colei che in quel momento era la vera ed unica Nina, guardò negli occhi, terrificata, l'Oscuro di Eddie che la fissava serio e arrabbiato, e fuggì. Corse giù per le scale e si lanciò per i prati del campus, pigiama e tutto. Voleva cercare qualcuno, aveva bisogno di un abbraccio, di conforto. Si fermò in mezzo all'erba, a metà strada tra i dormitori e la scuola, rendendosi conto di quanto fosse rimasta sola. Se fosse tornata a casa Anubis, nessuno le avrebbe creduto e sicuramente, per tutto il male che aveva causato, l'avrebbero respinta. Pesanti lacrime si riversarono sul suo volto: perché sprecarsi a cercare l'aiuto dei suoi amici quando quello che aveva portato era solo distruzione? Caduta in ginocchio, con le mani che coprivano il viso, singhiozzava triste, senza accorgersi che qualcuno l'aveva notata.
-Nina, alzati.- la riconobbe subito, quella voce: Fabian. Pianse ancora più dolorosamente ripensando a tutti i mali causati al ragazzo che amava. Lui si abbassò e delicatamente e sfilò le mani dal viso. Ovviamente, aveva paura di quante trappole e sotterfugi potevano esserci dietro, ma era pur sempre la sua Nina e non riusciva a starle lontano. Appena i loro sguardi si incontrarono, lui capì subito che quella era la sua ragazza e l'abbracciò. Lei rimase così pietrificata da quel gesto che, smaltito lo stupore, delicatamente lo allontanò.
-Fabian, non merito la tua compassione, sono stata orribile.- gli disse con un mormorio.
-Lo so che non eri tu, lo so che non volevi, lo so nel profondo non c'è solo l'Oscuro, ma che tu ti nascondi, intrappolata. Sistemeremo questa cosa Nina, non preoccuparti.- le rispose, con gli occhi lucidi, per la felicità di averla finalmente ritrovata.

Eddie si dirigeva in silenzio fuori dalla casa, lo sguardo serio ed i muscoli tesi. La sua destinazione era chiara: il padiglione estivo.

Fabian aveva trascinato una Nina spaventata e riluttante in casa Anubis, che fu accolta con diffidenza e sospetto dagli altri abitanti. Patricia le si piazzò davanti, con  sguardo duro ed ispezionò i suoi occhi, leggendo la sua anima. Sospirò.
-È lei.- dopodiché un abbraccio di gruppo si strinse sulla ragazza che non capiva come potessero ancora concederle affetto e fiducia dopo tutto quello che aveva fatto e ciò che avrebbe potuto ancora fare. Jerome, che era rimasto in disparte, le rivolse uno sguardo eloquente e lei annuì in segno d'assenso: sapeva che non sarebbe durata a lungo.

Eddie raggiunse il padiglione estivo, camminando con lentezza per lasciare ad Anubis il tempo di godersi quei brevi momenti in cui la prescelta pura era tornata a galla. Raggiunse il corridoio, dopo aver già avvistato il piedistallo che conteneva il rubino.

Si accomodarono in salotto, sparsi tra il divano e le poltrone.
-Non ho molto tempo, sento che l'Oscuro sta combattendo per tornare e so che sarà ancora più difficile da sradicare.- dichiarò Nina seriamente- Perciò ascoltatemi bene. Proteggete Amber. Lei è il mio innesco più potente, l'Oscuro non ha alcuna difesa contro di lei, almeno per ora.

Eddie arrivò al piedistallo e fece scattare il meccanismo, prendendosi qualche momento per osservare ed ammirare il rubino brillante che giaceva con l'aria apparentemente innocua.

-Nina, io non voglio perderti ancora, prova a restare, prova a respingerlo!- la incitò Fabian, preoccupato, vedendo che la ragazza dava già i primi segni di cedimento.

Eddie afferrò il rubino e ne assorbì tutto il potere possibile. L'energia fluì libera dentro il suo corpo, oscura e senza freni. Chiuse gli occhi, per riaprirli accendendo il rosso ed iniziò a trasferire il flusso su Nina per risvegliare l'Oscuro sopito.

Gli occhi di Nina si accesero di rosso per un breve tratto, facendo sussultare i presenti nella sala, lei strinse la mano di Fabian più forte e cercò di rimandarlo via, ma ogni volta che li spegneva quelli tornavano.
-Fabian, non dimenticare mai che ti amo e continuerò a farlo. E Voialtri, non perdete mai la speranza. Salvateci.- proferì lei facendo uno sforzo incredibile.
-No. Nina, no!- gridò Fabian, ma era troppo tardi: il corpo di Nina aveva ceduto e l'Oscuro era tornato in lei. Dopo essere svenuta, riaprì gli occhi e quella volta il rosso restò permanente.
-Ingenui. Credevate davvero che mi avreste sconfitta così facilmente? C'è troppa speranza nei vostri inutili cuori.- il ghigno sulla sua bocca era comparso di nuovo; fece un gesto leggero con la mano ed un'aura viola scuro si avvolse attorno al collo di Fabian, sollevandolo da terra come se fosse una piuma. Quell'aura danza a e si dissolve a come se fosse fumo, costringendo il ragazzo a trattenere il respiro nel tentativo disperato di toccare per terra. La risata di Nina risuonò in tutto il soggiorno, mentre usciva dalla casa, liberando l'incantesimo che lasciò Fabian ad annaspare alla disperata ricerca d'aria. Raggiunse la scuola alla ricerca del suo gemello, ma ai scontrò con qualcuno prima di raggiungere i portoni. Era pronta ad insultare (e menomare) chiunque l'avesse urtata, ma con sua grande sorpresa il caso l'aveva messa di nuovo di fronte ai suoi ostacoli.
-Bene, bene, bene. Millington.

SORRY
Scusate il ritardo, mancanza di ispirazione. Spero che vi sia piaciuto, ne vedremo ancora delle belle 😈
Buon fine settimana a tutti :)
Elena

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