Confusion
-Ha il respiro debole.-disse Patricia passando una mano sulla guancia di Eddie incosciente.
-Se è per questo, il polso di Nina è così debole che quasi non si sente.-mormorò Fabian mentre stringeva la mano alla ragazza. Erano due giorni che i due ragazzi erano in quelle condizioni, Patricia aveva perennemente gli occhi rossi mentre Fabian aveva costantemente le occhiaie più viola del maglione che stava indossando la rossa.
-Ragazzi, dovreste davvero riposarvi. Domani il weekend finisce, dobbiamo tornare a scuola.-disse Joy. Anche lei aveva l'aria distrutta: in quei due giorni nemmeno Trudy era riuscita a chiudere occhio, casa Anubis era diventato un cupo rifugio per zombie-per la gioia di Alfie-dove nemmeno gli spilli di Victor facevano rumore. Dal giorno del loro svenimento, Patricia e Fabian avevano seguito Nina e Eddie in ospedale e non erano mai andati via, nemmeno trascinati. Fabian aveva ignorato tutto quello che era successo prima dell'arrivo di Nina e stava lì, seduto accanto al suo letto, senza mai lasciarle la mano; Patricia, pur avendo ritrovato da poco Eddie, non aveva esitato un secondo di più a buttarsi nell'ambulanza e a trascinarsi dietro Fabian: si era resa conto che lui le mancava troppo e che non poteva farcela senza il suo Weasel.
-Io non ce la faccio a lasciarlo, Joy. E se non dovesse svegliarsi? Non posso andare a scuola e fare finta di niente!-disse Patricia con le lacrime che avevano ricominciato a scendere; Joy corse ad abbracciarla e la consolò come meglio poteva.
-E tu? Che non hai detto una parola da quando sono caduti a terra?-disse Joy a Fabian, una volta staccatasi dall'amica. Fabian se ne stava tutto il giorno con la mano stretta a quella di Nina: non diceva una parola, non si muoveva e il suo sguardo era sempre indecifrabile. Rivolse a Joy un'occhiata spenta mentre Patricia si sedeva sul letto di Eddie.
-Adesso basta!-urlò Joy: quel Fabian in versione vegetale l'aveva stancata-Voi due venite al bar con me e non voglio sentire discussioni!- detto ciò, prese Patricia per un braccio, Fabian per un orecchio e li trascinò fuori dalla stanza a forza. Fabian non volle staccarsi dalla mano di Nina, ma Joy insistette e lo portò con sé. Dopo nemmeno un minuto, gli occhi di Eddie si spalancarono di scatto e si illuminarono di rosso. Anche il risveglio di Nina fu analogo a quello del ragazzo, ma entrambi non si erano accorti di aver avuto per pochi secondi gli occhi di quel colore che non trasmettevano, di certo, nulla di buono.
-Ho un mal di testa terribile.-disse Eddie tirandosi a sedere mentre si massaggiava la testa-Tu stai bene?-
-Ho l'impressione che un treno mi abbia investita.-disse lei imitando il biondo-Ma cosa ci è successo? Chi mi ha preso a padellate in testa?- Eddie rise divertito.
-È ovvio: è stata Yacker con la complicità di Fabian.-disse Eddie con finto fare circospetto facendo scoppiare a ridere Nina.
-Non devi farmi ridere!-disse lei tra una risata e l'altra-Ho i muscoli tutti indolenziti!-disse toccandosi la pancia per le risate.
-Cosa...cosa sono tutte queste risate?-si sentì la voce di Patricia che entrava in camera.
-Tricia! Che bello vederti!-esclamò il biondo sorridendo con gli occhi che brillavano.
-Nina sei sveglia!-esclamò invece Fabian alla vista della ragazza, spiccicando, dopo due giorni, le prime parole-Noi sai quant'eravamo preoccupati per voi! Tutta la casa lo era.- la ragazza gli sorrise dolcemente e lui ricambiò felice.
-Cosa succede qui? Eddie, Nina! Vi siete svegliati?-disse Joy entrando in camera. Li abbracciò felice e corse a chiamare i dottori affinché li visitassero per dimetterli.
A parte qualche battuta sarcastica piuttosto pungente da parte dei due convalescenti, la visita andò come sperato e Nina ed Eddie furono dimessi il pomeriggio stesso dall'ospedale per fare ritorno a casa Anubis e, stavolta, con un benvenuto piuttosto caloroso.
Si festeggiò il gradito ritorno dei due e poi alle dieci, come d'abitudine, ognuno nelle proprie stanze a dormire. In realtà, non tutti dormivano: Nina, irrequieta e nervosa, salì in soffitta in punta di piedi, per vedere il cielo notturno dal nuovo finestrone e lì, con sua grande sorpresa, ci trovò Eddie con una coperta.
-Hey.-disse lei richiamando la sua attenzione.
-Oh, sei tu Nina.-disse il ragazzo sorridendole. La invitò a sedersi accanto a lui sul davanzale e le offrì un lembo di coperta per ripararsi dal freddo della stanza.
-Anche tu non riesci a dormire?-chiese lui con lo sguardo perso nella notte tetra.
-Neanche a chiudere gli occhi. Sento che c'è qualcosa che non va, ma non capisco cosa.-rispose lei mentre osservava affascinata la notte più buia della settimana.
-Non ti da la sensazione di calma totale?-chiese lui rilassato senza mai distogliere lo sguardo dal cielo.
-Cosa?-chiese Nina spostando lo sguardo su di lui.
-La notte, l'oscurità. La trovo affascinante.-disse lui per poi girarsi verso di lei: i loro visi non erano molto lontani ed entrambi si guardavano intensamente negli occhi. Poi, quasi in sincronia, tornarono a guardare la distesa blu scura che si stagliava infinitamente.
-Hai ragione, mi sento bene se guardo questo cielo. E mi sento stranamente a mio agio anche accanto a te.-disse lei poggiando la sua testa sulla spalla di Eddie.
-Ehi, cosa vorresti dire? Non sei a tuo agio di solito con questo pezzo di ragazzo?-disse lui girando di nuovo la testa nella sua direzione: i nasi si sfioravano.
-Scemo!-disse lei dandogli una spallata. E rimasero a guardare la notte per un tempo che parve infinito, ma piacevolmente infinito. Si addormentarono insieme, attaccati al davanzale, osservando quella notte fredda, che portava così tanta calma nei loro cuori, da farli stare bene. Vicini, si sentivano completi, perché da mesi, nelle loro vite era entrato qualcosa che li aveva sconvolti e cambiati nel profondo dei loro sentimenti e ancora non riuscivano a capire bene cos'era, ma una cosa era certa: se si sostenevano, se ne parlavano insieme, se si confidavano, non sentivano più quel vuoto dentro di loro che non riuscivano a colmare in nessun'altro modo.
La mattina seguente, l'alba li svegliò teneramente con i primi raggi del sole che filtravano da quel finestrone che la sera prima aveva offerto loro il sonno e gli fece aprire dolcemente gli occhi. Il primo a svegliarsi fu Eddie che si beò delle prime luci del mattino e aspettò che anche Nina aprisse gli occhi di sua spontanea volontà, per poi darle il buongiorno. Osservò le striature arancioni e gialle che prendevano posto su quei residui notturni di cielo azzurro mentre anche Nina apriva debolmente gli occhi, arrendendosi al sole che ormai le stava già solleticando le palpebre.
-Buongiorno.-disse lei stropicciandosi con una mano gli occhi mentre l'altra ce l'aveva, già dalla notte prima, attorcigliata al braccio di Eddie per non cadere dal davanzale.
-'Giorno dormigliona.-disse Eddie ridendo.
-Dormigliona a chi?-disse lei fintamente indignata. Lui rise facendo ridere anche lei. Decisero che era meglio tornare in camera e restare lì fino all'ora di colazione, per poi scendere insieme agli altri, così si salutarono davanti alla porta della soffitta e si diressero ognuno nella rispettiva camera.
All'ora della sveglia, Nina era già sveglia e scese subito giù in salotto, notando con piacere che anche Patricia era già lì.
-Hey, Nina!-la salutò la rossa-Come mai stamattina all'alba non eri in camera?-
ANGOLO AUTRICE
Buona sera bella gente, mi sono accorta di essere indietro con i capitoli, perciò mi sbrigo subito a postare questo e venerdì avrete il prossimo, promesso(a meno che la divina commedia e l'italiano non mi rubino più tempo del previsto D:)!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che lascerete un commentino che è assolutamente gradito e verrà ricompensato con un anticipo ;)
A venerdì allora!
Lince
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