Are You Afraid?
-Non so più cosa fare, Mara, sto perdendo le speranze con lui.- sbuffò sconsolata Joy, seduta sul suo letto, con la sua amica accanto.
-Sappiamo che l'hanno stregato, ma non sappiamo cosa gli hanno fatto di preciso.- rifletté la ragazza -proviamo a riesaminare con attenzione gli indizi.- Per Mara era stato uno shock sapere dei segreti che il piccolo gruppetto, che si faceva chiamare "Sibuna", continuava a nascondere al resto degli abitanti. Si era indignata parecchio sapendo che molte volte avevano rischiato la vita (o la fine del mondo) e nessuno di loro si era mai premurato di avvisarli, era stato scorretto. Ma venire a sapere di ciò che era successo a Eddie e Nina, l'aveva sconvolta. Aveva visto con i suoi stessi occhi la rabbia di Nina quel giorno in sala comune, quell'aura nera che aveva sprigionato, e le aveva messo i brividi. A volte si chiedeva come Fabian e Patricia potessero sopportare tanto dolore in una volta e apprezzava davvero il loro cadere e rialzarsi. Poi pensava a Jerome, a come lui non c'entrasse nulla con tutta la storia eppure ne era rimasto colpito. O meglio, stregato.
-Joy, cosa provi per Jerome?- le chiese, ad un tratto, Mara. Forse aveva capito tutto.
Dal fondo delle scale si udì un urlo.
-SIBUNA A RAPPORTO!- Fabian, dalla sua stanza, fece una faccia confusa.
-Amber?- domandò, uscendo in corridoio, trovando la biondina ad attenderli nell'atrio.-Amber!- ripeté ancora, felice e sorpreso.
-Fabian!- esclamò lei, sorridente, correndogli incontro per abbracciarlo mentre anche gli altri raggiungevano il piano terra.
-Come mai sei qui? - le chiese il ragazzo, accompagnandola in salotto.
-Che domande, Fabian! Sono passati tre mesi, lo stage è terminato!- esclamò lei, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Fabian non prese molto bene la notizia, tanto che dovette sedersi sulla poltrona prima di formulare qualsiasi parola o discorso.
Un ciclone si precipitò in salotto e travolse la ragazza, facendola quasi cadere.
-Alfie!- esclamò lei, sorpresa ed arrabbiata per il placcaggio.
-Mi sei mancata.- sussurrò lui, stringendola forte. Quei mesi erano stati pesanti per tutti ed erano volati via così velocemente, tra tutte le difficoltà che gli oscuri avevano gentilmente causato, che non si era realmente accorto di quanto gli fosse mancata Amber.
Dopo aver fatto i saluti generali, il gruppo si apprestò a vestirsi in tenuta da caccia, così l'aveva definita Alfie.
-Un momento, dove andate? Dov'è Eddie?- domandò Amber, scendendo le scale, dopo aver sistemato i suoi bagagli in stanza -E perché ci sono le cose di Nina in stanza? Non era andata in America per sempre o cose simili?- continuò, con aria minacciosa ed il presentimento che la risposta non le sarebbe piaciuta per niente.
-Ecco, Amber, ci sono state...complicazioni.- le rispose Fabian, grattandosi la testa imbarazzato. Lei fece un gesto per dirgli di continuare, così le raccontarono tutto, per filo e per segno.
-CHE COSA?
-Amber, non agitarti così...- cercò di calmarla Alfie, senza successo, mentre lei andava in iperventilazione.
-Calmarmi? La mia migliore amica ed il suo ragazzo-disse indicando Patricia-sono diventati dei malefici vandali violenti e tu mi dici di calmarmi?!- respirò velocemente, facendosi aria con la mano.
-Tranquilla abbiamo un piano, stiamo uscendo a cercare il rubino nella cripta. Magari l'hanno nascosto lì e ci hanno ingannato per evitare di farci cercare più a fondo.- le disse Fabian. Quel piano faceva acqua da tutte le parti, e lui lo sapeva, ma era l'unica pista che avevano oltre alla casa totalmente off limits.
Mentre camminavano, Amber rimuginava su ciò che le era stato detto e sapeva benissimo che prima o poi avrebbe dovuto incontrare quella ragazza che somigliava a Nina, ma che non era lei, ed il solo pensiero le faceva contorcere lo stomaco.
Raggiunsero finalmente la radura poco lontana dall'edificio scolastico, lì dove si trovava la porta in legno della cripta.
-Non credo che funzionerà.- affermò Joy, dubbiosa, mentre entravano nell'ambiente polveroso e antico.
-Cerchiamo di trovare un po' di ottimismo, quel poco che ci è rimasto.- le rispose Fabian-E già che ci siete anche un passaggio segreto.- Amber iniziò a guardarsi intorno alla ricerca di qualcosa, facendo bene attenzione a non toccare niente. Troppa polvere. Il tempo passava e lei si immaginava il suo incontro con Nina in tanti modi diversi.
-Pensate che siano capaci di uccidere?- domandò, all'improvviso. Tutti si voltarono a guardarla, Fabian abbassò lo sguardo. Quando capì la risposta, inventò la scusa del viaggio e del jet lag per dileguarsi e tornare a casa.
Una volta tornata, vi trovò Jerome comodamente seduto sul divano a leggere un libro.
-Millington, qual buon vento ti porta qui?- le domandò sorridendo. Lei, ben sapendo dello stato di Jerome, fece un passo indietro, spaventata. Era tornata a casa, ma quella non sembrava per niente la sua casa. Erano tutti cambiati. La spensieratezza che li legava, sebbene i misteri di Anubis li avevano messi spesso in ginocchio, sembrava essere sparita: avevano passato momenti in cui avevano perso terreno, ma erano sempre riusciti a rialzarsi e per questo Amber si chiedeva se dopo questo duro colpo si sarebbero mai ripresi, se la distruzione psicologica che stavano causando gli oscuri si sarebbe mai potuta rimarginare.
Jerome la fissò curioso, sorridendo.
-Così...ti hanno detto quello che mi è successo.- disse, alzandosi dal divano, vedendola sussultare quando camminò per raggiungerla -Non preoccuparti, non sono pericoloso. O almeno non per te.- soffiò a pochi centimetri dal suo viso.
-Cosa...-Amber respirò freneticamente, il cuore le batteva all'impazzata per lo spavento-Cosa ti è successo?- domandò, vedendolo sorridere ancora.
-Fidati, piccola ingenua, non è di me che devi avere paura. E sai benissimo di chi sto parlando, non è vero?- rispose lui, allontanandosi finalmente dalla ragazza per tornare al suo divano.
-Purtroppo lo so bene.- sussurrò Amber, sospirando. La sonora risata di Jerome raggiunse le sue orecchie, mentre lei saliva le scale verso la sua camera. Cosa ci è capitato? Si domandava la ragazza, rintanandosi nella sua stanza, sconfortata dagli eventi che stavano schiacciando casa Anubis.
-Martin, abbiamo un problema.- esordì Eddie, entrando in camera da letto, dove Nina stava bivaccando tranquillamente.
-Miller, tu hai sempre problemi.- replicò lei, alzando gli occhi al cielo.
-Simpatica.- Eddie fece una smorfia -Sono serio. Se Joyless riuscisse a salvare quello sventurato di Clarke, sei sicura che non rivelerebbe i nostri piani?- le chiese, buttandosi con molta poca grazia sul letto.
-Hai fatto bene a specificare il "se". Lei è così presa da sé stessa che non riuscirebbe a vedere Jerome nemmeno se lui le stesse facendo una proposta di matrimonio. Fidati, quella casa ha le ore contate.- rispose lei, sorridendo compiaciuta. Avrebbe messo in ginocchio ogni singolo abitante, doveva solo mettere le mani su di lui, o lei, e sarebbero crollati tutti come birilli. La sensazione era così piacevole che Nina non riusciva ad immaginare come potesse essere il lasciarlo andare. E pensava che tutti gli abitanti di Anubis fossero immensamente stupidi perché non riuscivano a comprendere come si sentisse lei davvero: perfetta, potente, completa e libera. E loro volevano toglierle tutto? No. Lo avrebbe impedito con ogni mezzo e forza possibile, avrebbe fatto qualsiasi cosa. Lei voleva restare Oscura.
-Tu sai che è andato lì, sai che è andato al padiglione. La fonte ti richiama sempre. E non importa che non ricorderà niente, l'ha comunque visto, sarà nella sua memoria come ricordo sopito, Martin, è pericoloso.- continuò Eddie, preoccupato per il loro piano. Tutto aveva sempre fatto parte del piano, ogni singola azione e comportamento, ma Jerome era stata un'aggiunta dell'ultimo momento. Era stato utile, certo, aveva riportato loro informazioni importanti, ma era troppo rischioso. Eddie si sentiva così bene, sentiva che l'Oscuro riempiva i suoi vuoti colmate dalle mancanze che la vita gli aveva procurato e non aveva esitato a lasciarlo entrare nel suo cuore. Proprio così, avevano avuto scelta. L'Oscuro era stato silenzioso, ma erano riusciti entrambi a trovarlo, insediato nei loro cuori, così avevano deciso di prendere inconsciamente quella decisione. Diventare l'Oscuro.
-E allora? Che vorresti fare, ucciderlo? Non dobbiamo attirare l'attenzione.- replicò lei, leggermente infastidita dalla paranoia dell'amico.
-Quindi lo faresti, lo uccideresti.- affermò lui, dopo che lei aveva catturato totalmente la sua attenzione.
-Se fosse necessario, sì. Prima troviamo il Bastone di Osiride, poi pensiamo agli altri impicci. È l'unico modo per restare per sempre Oscuri.
-Un buco nell'acqua, come sospettavo.- si lamentò Fabian, sofferente. Più il tempo passava, più Nina si allontanava da lui. Sospettava che ci fosse di più sotto, sospettava che ci fosse un disegno più grande sotto tutta quella cattiveria. Ripensò a tutto quello che aveva detto loro Victor e gli tornò in mente il discorso sul Bastone di Osiride. Una lampadina si accese nella sua testa e corse in salotto, dove erano tutti.
-Preparatevi.- disse loro, in modo alquanto enigmatico.
-Per cosa?- chiese Mara, confusa, che stava ancora parlando con Joy. Non capiva come dopo una missione fallita, ne fosse già pronta un'altra.
-Si torna a vecchi tempi, entriamo nello studio di Victor.
Cinque minuti dopo, stavano frugando fra le sue carte, alla ricerca dell'ignoto.
-Cosa cerchiamo di preciso?- domandò Patricia, già infastidita da quella caccia al vuoto.
-Informazioni sul...-iniziò Fabian, fermandosi per sollevare il fascicolo-Bastone di Osiride. Bingo.- concluse, vittorioso. Gli altri esultarono, ma lui, dopo una letta veloce, s'incupì.
-Che succede?- gli chiese Alfie, preoccupato.
-Dobbiamo trovarlo prima di loro.- disse solamente, Fabian, riponendo il fascicolo al suo posto.
-Perché?- domandò Joy, alquanto preoccupata: quel tono e quello sguardo non promettevano niente di buono.
-Perché se verrà assemblato ed il rubino verrà esposto ai raggi del sole dell'eclissi, resteranno oscuri per sempre. E sarà irreversibile.- rispose Victor, sulla soglia dello studio, gettando il panico tra gli studenti.
-Abbiamo un mese.- disse Fabian, guidando i ragazzi fuori dalla stanza. Un'altra corsa contro il tempo, pensò, fantastico.
BUONDÍ
Siete sorpresi? 😏
Per ulteriori spiegazioni: Amber non era presente fino ad ora perché l'arrivo di Nina era supposto per un mese dopo l'inizio del semestre, quindi Amber era già partita per lo stage a New York.
Ci vediamo alla prossima, cattivelli :)
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