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Sleep with me here in the silence Come kiss me, silver and gold

🔴

(Il ritorno dei pallini rossi 😇
Uno solo in questo caso 😂)

Alexander ha detto a John che ci saremmo presi tre giorni per andare a Manchester.
- E quindi lui ha accettato e basta?- domando curiosa mentre siamo in auto da circa mezz'ora.
- Sì. Gli ho spiegato che voglio renderti partecipe di tutto. Non ha avuto da obiettare.-
-È raro che tuo padre sia così accondiscendente!- sottolineo scrutando il profilo perfetto di Alexander.
- Giusta osservazione. Ma sai...credo che l'imminente nascita del bambino stia addolcendo anche lui.-
- Sarà.... però mi fa strano non si comporti come il solito maniaco del controllo.-
-Non preoccuparti, Juliet. Quello non ti mancherà in questi giorni.-
Alexander mi rivolge un ghigno sarcastico. Io scuoto il capo, poi gli restituisco il sorriso.
-Sono due ore di macchina. Mettiti comoda.-asserisce guardandomi con la coda dell'occhio.
Mi tolgo gli stivali e stendo le gambe avvolte dai collant sul cruscotto.
-Non troppo comoda, però.- mi ammonisce serio.
Quindi mi avvinghio al suo braccio e resto con la testa premuta contro suo petto.
- Così va meglio, piccola Juliet.- lo sento sussurrare posando le labbra sulla mia testa.

♥️

Arriviamo a destinzione nel tardo pomeriggio.
È inutile stare a descrivere l'intrecciato filo di sensazioni che mi riempie lo stomaco. Alexander è quello che ho sempre voluto e ora mi sembra così raggiungibile che quasi stento a crederci.
-Ho prenotato una camera per tre notti.- lo sento dire mentre parcheggia in un piazzale, dinnanzi ad un hotel di lusso.
Ha pure cominciato a piovere.
- Oh.-
- Che c'è preferisci dormire in camere separate?- domanda inarcando un sopracciglio.
-No ehm... Wow, è tutto bellissimo.- mormoro una volta entrati nella lobby dell'hotel.
L'ambiente intorno a me è dal sapore così antico ed elegante che mi sembra di essere in una dimensione parallela.
-Costa molto?-
Lasciamo le valigie ai fattorini, mentre ci dirigiamo verso l'ascensore che ci porterà in camera.
-Che domanda è?- chiede Alexander mentre io sono intenta ad ammirare gli alti soffitti decorati con rivestimenti pregiati e quadri costosi.
-Ho sentito che hai pagato 500 sterline. A notte.-
-E quindi? Perché metti il naso in affari che non ti riguardano?-
Sbuffo infastidita, ma rinsavisco appena entriamo in camera. Non ho mai visto nulla di così grande e sfarzoso.
- Volevi fare colpo su di me?-
Lo prendo in giro, mentre lo osservo toccare i mobili.
Classico di Alexander: è intento a valutare il grado di pulizia delle superfici.
Poi sbuffa in un sorriso beffardo.
- Volevo solo dormire bene.-
Mi lancio sul letto lasciandomi andare ad un verso di approvazione.
-Oddioooo!!! Mai provato un materasso così comodo!-
- Non ci siamo, Juliet. Fila in doccia.- mi fulmina con le mani sui fianchi.
- Ma sono stanca!- piagnucolo aggrappandomi aI cuscini profumati.
- Avanti.-
Sbuffo ancora, infine mi trascino nella doccia controvoglia.

🍎

Mi accoccolo tra quelle soffici coperte pregiate, inebriandomi del profumo di bucato pulito e dell'aroma del bagnoschiuma vanigliato. Mentre mi stringo nell'accappatoio, noto che Alexander ha appena finito di farsi la doccia, vedo il suo profilo svestito attraverso la porta del bagno.
L'ho sempre desiderato, che lui fosse meno attraente.
Ed ora mi sembra quasi uno spreco, la sua bellezza.
Non faccio in tempo a togliergli gli occhi di dosso, che lui esce dal bagno con un accappatoio immacolato, poi comincia a parlare.
-C'è della frutta per noi. E dello champagne. Ma quello non lo toccheremo.-
E sta ovviamente dettando ordini.
- Stai già mettendo a repentaglio il divertimento, vero?- lo provoco fingendomi stizzita.
Alexander mi lancia un'occhiataccia.
-Domani abbiamo da fare. Non voglio distrazioni.- asserisce serio.
-Hai fame, Juliet?-
-Mhm. Non tanta...-
Faccio spallucce.
Afferra il vassoio d'argento con sopra della frutta fresca e lo posiziona al centro del letto.
Resto incantata a guardarlo.
Lui si siede accanto a me, poi mi rivolge uno sguardo serio.
- Ho chiamato la polizia di Manchester. Mi hanno detto che non sono aperti al pubblico fino a domani mattina.-bisbiglia addentando un acino d'uva. Seguo ogni suo movimento, finendo sempre per essere inghiottita dalla visione sublime delle sue labbra ricurve che stringono con forza qualsiasi cosa toccano.
- Va bene... quindi domani...-
- Apri la bocca.-
Il tono perentorio di Alexander ormai non mi indispettisce più.
Schiudo le labbra quando lui vi posa un acino d'uva bianca.
Sembra la cosa più dolce che io abbia mai mangiato in vita mia.
Il suo sguardo scende subdolo sull'accappatoio lievemente socchiuso, proprio intorno al mio petto.
Ci fissiamo labbra, come due tossici davanti ad un'ultima dose. C'è un attimo di tensione e sento che è del tutto inutile provare a resistere, c'è una carica magnetica troppo forte nell'aria.
Finiremo per saltarci addosso, lo so.
Mi lecco le labbra.
Lui fa lo stesso.
- Alexander...-
- Mhmmm.-
- Ahm...-
Apro nuovamente le labbra quando lui si avvicina con un altro acino d'uva.
Stavolta sento le sue dita entrare più a fondo, nella mia bocca. Poi le ritrae solo dopo averle sentite bagnarsi della mia lingua.
Non so cosa voglia fare Alexander ora, ma di sicuro non sembra smanioso di far cessare questa tensione crescente tra di noi.
Anzi, sembra voglia prolungare la mia attesa all'infinito.
Poi si accomoda sui cuscini con un braccio dietro alla testa e comincia a mangiare l'uva con gli occhi rivolti alla tv.
Non so che fare.
Sarò anche cresciuta sì, ma lui mi mette ancora in soggezione.
- Che c'è, vuoi ordinare qualcosa?- domanda incuriosito.
- Non ho fame.-
- È allora perché mi guardi così?- ghigna subdolo.
Così gli restituisco il colpo, lasciando che il mio accappatoio si sollevi appena quando piego le gambe contro il petto, lasciando intravedere le mie cosce completamente nude.
Ma Alexander sembra aver ritrovato un interesse tutto nuovo per i documentari sulle ere geologiche.
- Che noia.- sbuffo rumorosamente.
- Pensavi saremmo venuti qui per divertirci?-
Maledizione, adesso penserà che non prendo le cose con la giusta serietà. Lo so che siamo qui per scoprire qualcosa sul suo passato, eppure... quando siamo così vicini non posso fare a meno di desiderare qualcosa di più.
Così non colgo la sua provocazione, ma ne creo una nuova. Mi sporgo per prendere una mela dal vassoio e per farlo mi chino lievemente in avanti, poggiando mani e ginocchia sul materasso. Proprio davanti a lui.
- Cristo, Juliet.-

- Che c'è?- domando con le guance arrossate e lo sguardo innocente.
- Stai morendo dalla voglia di essere punita, vero?-
-Io? No!- esclamo addentando la mela.
Alexander finalmente trova il coraggio di muoversi per finire dritto sopra di me, intrappolandomi tra quelle lenzuola profumate.
Resto con la mela sotto ai denti quando sento il suo dito freddo percorrere il mio seno, segna la mia pelle mentre mi apre l'accappatoio con un gesto leggero, quasi inavvertibile.
Non smette di guardarmi quando con la mano scende sulla mia pancia, vi sfrega appena con i polpastrelli per poi sciogliere il nodo del mio accappatoio.
Lascia scorrere lo sguardo febbricitante lungo il percorso di pelle rimasto scoperto, poi mi ruba la mela, ne dà un morso e la posa sul vassoio.
Un respiro ansante abbandona quelle labbra quando, dopo un'ultima occhiata al mio corpo tremante, si sdraia a fianco a me.
- Ho fatto la mia mossa, Juliet.-

Tocca a me adesso?
Senza pensarci due volte mi siedo sopra di lui, causandogli un'espressione di sofferenza.
-Ahi.- lo sento ringhiare.
Lascio scorrere entrambi i palmi delle mani sulla sua pelle chiara. Modello il suo torace nudo con le dita, senza però avere il coraggio di slegargli l'accappatoio.
Lui mi guarda con occhi stretti, mentre io mi curvo su di lui per sussurrare nel suo orecchio.
-Cosa puoi fare ora,Alexander?-
C'è un attimo di silenzio.
Attimo in cui mi prendo la libertà di strusciare le labbra smaniose contro il suo collo sensibile.
-Oh, Juliet...-
-Alexander...-
Gemo ancora il suo nome, stavolta con un filo di voce.
Lui mi racchiude il viso tra le mani, fermando il battito del mio cuore con una frase.
-Posso fare l'amore con te.- soffia sulle mie labbra ormai pulsanti di desiderio per lui.

-E poi?...- domando con le guance arrossate.
-E poi basta.-
-Solo a questo pensi?- insisto provocando una sua espressione languida.
Sento il suo bacino avere un sussulto, sotto di me.
-Solo?- domanda con tono di rimprovero.
-Voglio dire... non desideri altro?-
- Non desidero altro.-
La sua voce è piatta, quasi recitata. Perciò mi faccio coraggio.
-Bugiardo.-
-Vuoi arrossire e vergognarti per cosa sto per dire?-
Annuisco mordendomi il labbro inferiore.
-Sei una Piccola...-
Si abbandona ad un mugolio trattenuto, non appena comincio a segnare il suo petto di baci umidi e scostanti.
-Dovresti fermarti.-
-Dovresti? È un consiglio, Alex?-
Ridacchio pigiando le labbra contro la sua pelle morbida e perfetta.
-Devi, Juliet.- si corregge immediatamente, soffrendo i miei baci sempre più urgenti.
-Sennò?-
-Senno potrei... bendarti e legarti al letto.-
-E...?-
Alexander riprende il controllo quando avverte il mio respiro caldo sfiorare il suo ombelico.
Inverte le posizioni, in un attimo è sopra di me.
-E... potrei giocare con la mia lingua, qui.-
Avverto le sue nocche farsi strada tra le mie gambe.
- Oppure potrei giocarci con tutto me stesso, proprio qui dentro.-
Per poco non urlo quando sento il suo pollice pigiare con forza dentro alla mia carne tremante. Spinge a fondo, come a forzare la mia apertura, poi lo ritrae di scatto.
- Continua.- lo supplico con lo sguardo.
Alexander si avventa sul mio orecchio, ci soffia caldo e spietato.
-Senza soddisfarti, Juliet. Lo farei solo per poi slegarti e farti implorare come non hai mai fatto.-
Il suo profumo mi dà alla testa, le sue parole mi portano in un'altra dimensione.
-Voglio vederti tremante e disperata per avermi. I tuoi capelli non saranno così perfetti come ora, il tuo trucco sarà un disastro, sarai tutta accaldata e...-
Sento il suo corpo indurirsi così tanto contro di me da farmi male.
-Scusa.-
Alexander si passa una mano tra capelli, poi con delicatezza mi riallaccia l'accappatoio.
-No, tranquillo. Te l'ho chiesto io...-
Le sue dita arrivano a sfiorarmi lo zigomo, pigiando appena.
-E sarai comunque tremendamente bella, Juliet.-

Arrossisco di nuovo mentre ci sediamo uno di fianco all'altro.
Alexander fa scorrere la mano sotto al mio mento per indurmi a sollevare lo sguardo.
-E poi? E poi come finisce?-
-E poi finisce che ti darei tutto quello che vuoi, perché lo voglio anch'io.-
-Niente cintura,frustino e quant'altro?- domando curiosa.
-Oh, Juliet... Non c'è una regola. Faccio quello che mi sento di fare in quel momento e tu non devi saperlo. Sennò che gusto c'è?-
Già. L'attesa.
-Alex...-
-Te l'ho detto che non volevi sentirlo.- mormora lui sdraiandosi sul letto, per poi trascinarmi con sé.
Deglutisco quando noto la sua erezione imponente sotto all'accappatoio.
Lo vedo eccitato, forse vulnerabile. 
-E poi? Dimmi. Che altro c'è?-
Alexander non ci deve neanche pensare, ha già la risposta.
-Ci sono io sul divano che leggo un libro, o magari guardo un film.-
- E io?-
-E tu sei per terra. Il tuo collo stretto dentro alla mia cintura, la tua testa si muove su e giù su di me.-
Sbatto le ciglia più volte, poi mi ritiro su a sedere.
-Ah.-
-E io non dovrò dirti nulla, perché tu sei mia e sai perfettamente cosa fare.-
-È possibile essere così complementari così in sintonia come nelle tue fantasie?-
-Lo siamo sempre stati, Juliet.-
Fa una pausa.
- Tranne quando io ho perso il controllo.-
- Ti prego continua.- sussurro poggiando la fronte sulla sua.
-Juliet...-
-Continua, per favore Alex.-
-Sei una piccola impertinente. Lo fai apposta?-
Ridacchio contro le sue labbra invitanti.
-E poi troverò un modo per punirti.-
-Perché?-
-Perché ti piace e perché io muoio letteralmente dalla voglia di sentirti urlare il mio nome.-
E lo dice come fosse la cosa più naturale del mondo.
-Uh- mi sfugge un sussulto.
-Ti piego a terra.-
Alexander mi accarezza il viso con una delicatezza disarmante.
-Ti colpisco. Solo un paio di volte.-
Lo sento infilare dolcemente i miei capelli ribelli dietro all'orecchio.
-Tu urli. Così sono costretto ad imbavagliati e colpirti più forte.-
Le sue dita sulla mia bocca, i suoi occhi sono così intensi nel guardarmi.
- E tu,Juliet...ti mordi il labbro quasi fino a sanguinare, per attutire gli ultimi colpi che ti do, con il solo intento di vederti trasgredire le regole.-
-E poi?-
-E poi ti prendo in braccio e ti faccio sedere su di me.-
- Ah...-
- E sì, sei dolorante.-
-Okay.-
-Così ti bacio.-
Le sue labbra si posano sulle mie in quell'istante. Sento il mio respiro farsi suo, le sue fantasie diventare mie.
-Ed e la cosa più intima che potremmo mai fare.-
-Oh... wow...-
- Ma non è finita però.-
-No?-
- No. Sei su di me e siamo talmente complici che ci liberiamo di tutto il superfluo. Ti abbandoni completamente a me, non appena mi senti dentro. E io mi sento a casa.-

Stavolta però le sue parole cariche di desiderio ci portano ad un bacio più irruento. Le nostre labbra si assaporano con foga, come se non avessimo nient'altro al mondo.
- È una sofferenza resisterti.- ringhia Alexander, tra baci che si fanno sempre più bagnati.
- Juliet!-
Prova a fermarmi, ma non c'è nulla che lui possa fare adesso per frenare la nostra chimica inevitabile.
Ed è tutto naturale.
Mi stringe contro il suo petto, ormai i nostri accappatoi non servono più, perché i nostri corpi sono in sincronia.
Alexander è sopra di me ed il mio corpo si rilassa sotto al suo, teso ed eccitato.
Non smettiamo di baciarci, neanche quando allargo le gambe e lo sento scivolare dentro di me senza sforzo.
- Alex...-
Gemo nella sua bocca afferrando con le unghie la pelle della sua schiena, come per attutire il pizzicore momentaneo che mi provoca sentire tutta la sua grandezza. Mi lacera come fosse la prima volta.
- Aspetta, Juliet.-
Alexander abbandona le mie labbra per un attimo che sembra eterno.
Va a prendere un preservativo dallo zaino poi torna più pronto che mai.
Deglutisco. Mi fa sempre lo stesso effetto.
- Hai paura, piccoletta?-
- No.-
Trattengo un gemito poco elegante quando affonda nuovamente dentro di me con un colpo deciso.
I suoi movimenti sono lenti, ma la mia smorfia di dolore non gli è sfuggita.
- Stai bene? Ti faccio male?-
-No è che ...-
-Vieni qui.-
Ci abbracciamo rotolando sul materasso, poi mi fa posizionare sopra di lui, agganciandomi i fianchi con le mani.
Prendo a muovermi come in preda ad una danza leggera, ma lui manovra ogni mio passo. Sento le sue dita affondare nella mia carne per decidere il ritmo dei miei movimenti.
La temperatura sta salendo vertiginosamente e non fa che aumentare quando Alexander mi rivolge i suoi occhi stretti ed eccitati.
-Guardami.-
Sembra che il mio corpo non abbia problemi ad andare a fuoco sotto ai suoi ordini, eppure fatico ancora a tenere gli occhi fissi nei suoi, mi imbarazza troppo.
- Juliet.-
Obbedisco a stento, facendo scontrare i nostri sguardi per qualche secondo.
- Ora...va...meglio?-
domanda in brevi scatti, mentre i miei movimenti si fanno più rapidi.
Alexander resta composto anche nel momento in cui sta per abbandonare il controllo.
Non rispondo, ma lui ha già capito.
-Juliet... Con me.-
Lo sento fremere e io non riesco più a resistere, il suo calore mi pervade e vengo scossa da brividi voluttuosi quando ci abbandoniamo insieme al piacere.
Restiamo uniti ancora per qualche istante, come fosse troppo doloroso lasciare quell'abbraccio.
Quando mi sollevo, noto la pelle del suo petto leggermente arrossata.
-Scusa, ho le unghie lunghe-
Mormoro guardando la manicure appena fatta.
-Sei un po' troppo delicato.-
Alexander non parla.
Solleva un sopracciglio.
"Oddio ora si arrabbia!"
Ma lui mi riprende e mi stringe a sé in un lungo abbraccio.
-Cosa...cosa vuoi fare ora?- domando incerta.
Potrebbe farmi qualsiasi cosa.
Amo il suo corpo così perfetto e la sua mente così imperfetta. Eppure irresistibile.
È questo l'amore?

Lui mi scompiglia i capelli, poi prende a parlare.
-Ti preparo un bagno caldo così...-
Faccio segno di no con la testa.
-Ordiniamo qualcosa? Magari ti è venuta fame ora.-
-No.-
Alexander si rimette l'accappatoio poi mi osserva con gli occhi curiosi di un gatto.
-Che intenzioni hai, piccoletta?-chiede quando le nostre labbra tornano a sfiorarsi.
Lo guardo con occhi colpevoli. E forse basta quello.
-Juliet.-
Il suo tono, lo riconosco.
E non se lo fa ripetere due volte. Si alza in piedi e va frugare nel cassetto in cui ho riposto la mia biancheria intima.
-Indossa questo.-
Il mio completino nuovo.
- Alex come facevi a sapere...-
- L'ho visto mentre stavi disfando la valigia. Quando l'hai comprato, Mhm?-
-Ehm...ieri.-
I suoi passi sembrano più pesanti del solito, mentre si avvicina a me con occhi serrati.
Non parla ma il suo sguardo dice tutto.
Sì, mi vergogno per aver fatto pensieri impuri su Alexander ancor prima di venire qui.
E lui lo ha appena scoperto.
-Sei una bambina molto cattiva.- sputa serio, prima di sparire in bagno.
Guardo il completino nero in pizzo che ha lasciato sul letto, mentre sento lo scroscio dell'acqua provenire dalla doccia.
Lo indosso in tutta fretta e quando mi guardo allo specchio, la prima cosa che noto sono le mie guance rosse come il fuoco.
L'ho comprato e mi sta anche molto bene...però indossarlo mi imbarazza e non poco.
Troppo sexy e sfrontato.
Non è una cosa da me, non so che mi era preso quando l'ho acquistato.
Alexander esce dal bagno con un paio di boxer bianchi e puliti, mi lancia un'occhiata così rapida e apatica che per un attimo credo non mi abbia neanche vista.
Spegne luce, lasciando che la tv sia l'unica fonte di illuminazione.
Mi abbandono ad un sospiro di sollievo.
"Almeno siamo quasi al buio!" mi rassicuro, tentando di nascondere la vergogna.
Ma il sollievo dura poco.
Giusto il tempo di udire le sue parole secche e spietate.
-Quindi è così che mi aspetti?-
-Co... cosa?-
Alexander si infila una t-shirt sopra ai boxer e io ho già capito tutto.
Si sta vestendo.
Vuol dire solo una cosa.
Sta marcando i ruoli.
Sta segnando il confine tra me, quella vulnerabile e in balia delle proprie emozioni e lui, quello al sicuro.
Colui che tiene le redini del gioco.
-Le buone maniere, Juliet.-
Lo guardo portare le braccia al petto per poi incrociarle.
Alza il mento con un gesto repentino.
-Subito.-
Deglutire non è mai stato così difficile. Sento un nodo in gola indescrivibile, ma quando le mie ginocchia battono sul pavimento, il mio cuore inizia a pulsare come non ha mai fatto prima.
E adesso?

🤷🏻‍♀️
È pur sempre badlands... Non posso parlare di unicorni e batuffoli di zucchero filato😅

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