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Mettete stellina perché ho aggiornato!!! 🌟
Alexander ha pigiato l'acceleratore come un forsennato nell'ultima mezz'ora di viaggio.
Abbiamo litigato fino ad urlarci contro.
Voleva lasciarmi a casa, io gli ho detto che non sarei scesa dall'auto finché non mi avesse portata da John. Che mi sentivo in colpa e che mai e poi mai l'avrei lasciato da solo in questa situazione.
Lui ovviamente mi ha dato della testarda, mi ha detto che sono una bambina immatura e inaffidabile...ma poi ha acconsentito a farmi andare con lui.
- Sicuro sia qui?- domando guardandomi in giro.
È tutto buono fuori, non si vede un accidente.
Quando prendiamo la stradina sterrata che costeggia la ferrovia comincio ad avvertire i brividi. Un vecchio lampione illumina ad intermittenza un vialetto abbandonato in mezzo al nulla. Non lo ricordavo così brutto, quel posto.
- Cristo, che nebbia. Non ci vedo un cazzo.- sputa arrabbiato Alexander.
Giungiamo alla vecchia rimessa delle auto, dove notiamo subito la macchina di John.
Deglutisco a fatica.
E poi vedo la macchina di Jacob.
Sono entrambi qui.
- Stai qui e non ti muovere.- mi ordina Alexander con durezza non appena parcheggia.
- No io...-
- Ho detto che rimani qui. Hai capito bene?-
- Sì...-
Mi mordo il labbro nervosamente.
Alexander apre la portiera ed esce dall'auto. Ma la sua uscita dura un attimo perché torna dentro cogliendomi di sorpresa quando accoglie le mie guance tra le mani e fa colluttare le nostre bocche. Comincia a baciarmi con irruenza, facendo rallentare la corsa della sua lingua frenetica man mano che si scontra con la mia.
Il bacio diventa sempre più lento e le sue mani rassicuranti e pazienti.
Il mio cuore sta esplodendo però.
- Alex ma cosa...-
Infine esce dalla macchina senza darmi alcuna spiegazione.
Lo guardo allontanarsi nel buio, la sua camminata decisa è illuminata da un lampione tremolante.
Tento di regolarizzare il respiro, ma quando Alexander sparisce nella nebbia, non resisto più.
Apro la portiera ed esco anch'io dall'auto.
Seguo una traiettoria immaginaria, quella che poco fa ho visto compiere ad Alexander.
Il piazzale è avvolto nel silenzio, ma quando la nebbia fitta comincia a diradarsi, riesco a vedere quel grosso capannone abbandonato.
Riconosco il cappotto scuro e la sagoma longilinea di Alexander che sta di fianco al portone d'ingresso.
Dapprima ho come l'impressione che stia immobile senza un motivo preciso, poi mi rendo conto che è intento a guardare qualcosa all'interno.
Improvvisamente si allontana dall'ingresso ed appoggia la schiena contro il muro.
Mi vede.
Credevo si arrabbiasse, invece mi fa cenno di stare in silenzio quando mi accosto a lui.
Sembra sconvolto.
- Ma cosa....-
- Shh!-
Alexander interrompe il mio bisbigliare posando una mano intorno alla mia bocca.
- Zitta.- dice con il labiale portandomi a sé.
Sento il suo cuore battere forte contro la mia schiena.
E solo quando sto zitta, che finalmente inizio a sentire delle voci.
La vecchia porta d'ingresso è aperta e seppur flebile, il suono che arriva lo riconosco.
È la voce di John.
-Withman se vuoi soldi...-
-Certo! Tu compri tutto con il denaro, vero?-
La voce di Jacob.
Ho un brivido involontario.
Alexander se ne accorge e fa scivolare la mano dalla mia bocca alle mie braccia, stringendomi forte a lui.
-Cosa vuoi da me? Perché mi hai portato qui?-
-Voglio quello che mi hai tolto tu.-
La voce di Jacob è così cinica che appare irriconoscibile. Sembra furioso eppure estremamente calmo.
-È stato un errore. Un errore imperdonabile, lo so. E sappi che io non me lo perdonerò mai.-
È John a parlare questa volta.
Alexander è immobile, ma lo sento che sta cominciando a fremere per guardare dentro di nuovo.
- Cosa me ne faccio delle tue parole, Ackerman?-
C'è del silenzio, forse John dice qualcosa. Forse si sta scusando, ma quello che sento dopo è il tono furioso di Jacob.
-Cosa cazzo me ne faccio delle tue patetiche scuse!? Tu mi hai tolto tutto! Tu mi hai portato via l'amore della mia vita. Ma tuo figlio... tuo figlio mi ha tolto la libertà.-
-Cosa c'entra mio figlio?-
La voce di John è troppo sussurrata, faccio fatica a sentirla.
Alexander si sporge nuovamente a guardare, mentre io resto immobile con le spalle al muro scrostato.
Non ho idea di cosa abbia visto, ma la sua faccia è più cadaverica del solito.
- Cosa succede?- domando sottovoce.
-Mio padre è ferito. Sulla tempia. Deve averlo tramortito prima. E ora....-
Resto a bocca aperta.
-Ora...cosa, Alex?-
-Ora è imprigionato, è legato contro una sedia. Devo fare qualcosa.-
-No!- blocco Alexander dal braccio. So che se riuscirò a fermarlo, sarà ancora per poco.
- Dimmi una cifra. Posso darti quanto vuoi.-
È ancora la voce di John.
- Certo, come hai fatto con i poliziotti di Manchester vero, Ackerman? È così che le risolvi le cose?-
- Volevo solo proteggere mio figlio.-
- Tuo figlio meritava di essere protetto? Davvero?-
- Withman dimmi cosa vuoi.-
-Hai ucciso mia moglie.-
Cala un silenzio tombale.
- Ti ho già detto che è stato un errore, che mi disp....-
- Basta con queste cazzate! Non sei nella posizione per parlare adesso.-
La voce di Jacob rimbomba nel campannone.
E io sto dannatamente tremando.
-Sai cosa non ho potuto fare, caro John? Non mi hanno fatto condurre le indagini per quella povera ragazza. Ma sono comunque riuscito a chiedere la perizia psichiatrica per tuo figlio. Lo sapevo che era un sociopatico.-
-Sei stato tu ad indurli a sospettare di lui?-
- Certo, ho richiesto anche la macchina della verità.-
-Sei un mostro! Non c'erano prove che portassero ad Alexander! Aveva assistito all'omicidio di sua madre solo qualche mese prima, perché l'hai voluto torturare in quel modo, perché non te la sei presa con me? Sei un vigliacco Withman!-
Non ho mai sentito John così infervorato. Tutto il suo carattere esce fuori quando si parla di Alexander.
- E io che credevo davvero che Alex avesse potuto...-
È sussurrato, eppure forte il rimorso di John.
- Senti che padre modello! Però hai chiuso un occhio sulle indagini penose che erano state fatte per tua moglie, vero?! È così che l'amavi? Non ti è importato darle giustizia pur di difendere quel pazzo di tuo figlio!-
- Alexander è tutto per me.-
Sentiamo la voce di John rompersi appena nel pronunciare quella frase, ma poi torna più deciso che mai.
- La ragazza si è uccisa. Io non ho cercato di insabbiare le indagini come hai fatto tu, Withman!-
-Già ma hai fatto quanto bastava per tenere a bada i giornali e l'opinione pubblica! Le voci sono rimaste solo a Manchester... sai che caso mediatico sarebbe scoppiato?!-
Jacob scoppia a ridere.
Vengo scossa un brivido nell'udire quella risata così crudele.
Provo a prendergli la mano, ma Alexander è rigido come non mai.
Lo vedo mordersi l'interno della guancia con fare nervoso.
- Pensa se tutti avessero saputo come quel sadico di tuo figlio torturava e picchiava le ragazze nella sua clinica!-
John dice qualcosa ma riesco a sentire solo qualche frase frammentata.
-L'avrebbe segnato a vita. Niente università. Nessun futuro.-
-Quello che si merita.-
- Perché ce l'hai con lui?-
Già. Perché ce l'ha con lui!?
- Una cosa alla volta dottorino. Perché non parliamo della tua bella famigliola?-
- Non provarci neanche...-
- Tua moglie è incinta vero?-
- Non parlare di lei...-
Il tono di voce di John si fa furioso. Vedo Alexander stringere i pugni.
- Hai portato quel criminale di tuo figlio in casa sua... Dovevi proprio amarla... Non hai pensato alla piccola Juliet?-
Sento Alexander diventare di marmo, mentre stringo il suo braccio più forte a me.
- Lascia fuori la mia famiglia.-
- Anche se ormai proprio tanto piccola, Juliet non è...-
Jacob scoppia a ridere.
-Alex no!- bisbiglio trattenendogli il braccio a fatica. Mi guarda con la mascella contratta mentre Jacob continua a parlare di me.
-Ah... quella Juliet... peggio di suo padre. Tanto bella, quanto stupida... È stato un gioco da ragazzi infilarmi nella tua vita, John. A dirla tutta, stavo anche per infilarmi nelle mutande della tua bella figlioletta!-
Stavolta però, il suo braccio mi sfugge dalle mani.
In quel preciso istante Alexander entra dentro al capannone.
-Che cosa le hai fatto?!?-
E la sua voce di rimbomba fragorosamente per tutta lo spazio circostante.
Se mio cuore aveva cominciato ad accelerare forte già qualche istante fa, ora sta martellando ad una velocità incontrollabile.
Mi sento male. Mi appoggio al muro con entrambe le mani. Potrei svenire da un momento all'altro.
- Oooh, guarda chi c'è. Il cocco di papà.-
Mi faccio forza e con una lentezza disarmante mi sporgo a guardare attraverso il vecchio portone.
Jacob è in piedi, lo vedo di spalle, mentre John sta seduto di fronte a lui con la tempia ferita e macchiata di sangue.
Vengo scossa da un brivido.
È legato alla sedia, ma quando vede Alexander prova a divincolarsi invano da quelle corde.
-Che cosa le ho fatto? Niente che la piccola Juliet non volesse.-
Torno con la schiena contro il muro. Ho bisogno di un appiglio.
- Smettila di nominarla.-
Il tono di voce di Alexander dapprima furioso diventa sempre più debole.
- L'hai fatto anche con lei, vero? L'hai obbligata a subire le tue torture da pazzo sadico?-
Sento solo un flebile - Alex, no.- da parte di John.
Mi aspettavo una risposta, ma Alexander non parla più.
Perché non parla?
-Il nostro piccolo eroe è venuto in soccorso del papà questa volta...-
Mi sporgo nuovamente e vedo Alexander sedersi a fianco a John senza aprire bocca.
-Non ti è bastato vedere morire tua madre?-
Nessuno risponde.
C'è qualcosa che non va.
Mi sporgo di più questa volta.
E ora lo vedo. Ho tutto chiaro.
Mi porto una mano alla bocca per costringermi a non urlare.
Jacob ha una pistola in mano.
La tiene puntata contro John, che ad un certo punto trova il coraggio di parlare.
-Perché mi volevi qui?-
-Vedi John...tu sembri tutto fuorché un uomo ferito. Hai una bella mogliettina, un figlio "modello"...- mima le virgolette facendo roteare il ferro tra le dita tatuare.
Un altro brivido di terrore, quando Jacob scoppia a ridere come un pazzo.
Mi ritraggo immediatamente dalla porta, ma continuo ad ascoltare.
- E ora stai per avere pure un altro figlio!-
- No. Siamo uguali. Stiamo soffrendo entrambi. Anche io ho perso mia moglie.-
John prova ad andargli incontro, ad empatizzare con lui, ma i giochetti psicologici con uno come Jacob non funzionano.
-Non sei un uomo distrutto come lo sono io!-
-Non è vero, Withman. Siamo tutti e due molto feriti e mi dispiace...te l'ho detto, se solo potessi tornare indietro...-
-Ma non puoi. E neanche io posso ahimè. Perché sennò quella sera non avrei premuto il grilletto.-
Ho un sussulto. Mi sporgo giusto in tempo per vedere Alexander e John sbiancare in viso.
-Colpo di scena eh?-
Alexander accenna uno scatto per alzarsi in piedi, ma Jacob blocca i suoi movimenti puntandogli la pistola contro.
Il cuore mi si ferma in gola.
-Alex...-
Sento la voce distrutta di John. Sembra un lamento.
-Non dovevo farlo. Non era nei piani ucciderla. Dovevamo solo picchiarla a sangue e spaventare a morte quel bastardo del dottorino, per fargliela pagare...-
C'è una pausa.
-Ma quell'idiota di tuo figlio ha dovuto intervenire e fare l'eroe! Capisci perché sono stato costretto a sparare!?-
Mi porto una mano contro la bocca spalancata in una smorfia di terrore.
Casco a terra, mi rannicchio sulle ginocchia.
Ecco perché Jacob ce l'ha così tanto con Alexander! Lui però non mi ha mai detto che hanno picchiato a morte sua madre davanti ai suoi occhi.
Se solo l'avessi saputo dall'inizio...
Gattono fino alla porta. Jacob è ancora in piedi quando Alexander inizia a parlare.
-E io ti avrei costretto ad ucciderla? Brutto...-
Le sue parole si interrompono perché John gli tira un calcio leggero contro il polpaccio, provocando il suo silenzio.
-Sì ed è solo colpa tua se ora sono costretto a vivere questa vita di merda... Ho perso il lavoro, mi sono ritrovato costretto a falsificare le prove. Ho perso la mia integrità e la mia libertà!-
Le parole di Jacob mi terrorizzano ma nello stesso tempo mi fanno infuriare. Ha distrutto la famiglia si Alexander. Gli ha rovinato la vita.
Mi tiro su in un impeto di rabbia e forza.
-Quindi come faccio...cosa...cosa... vuoi...-
John è in tilt, non riesce neanche più ad emettere una frase di senso compiuto.
-Abbiamo ucciso entrambi, John Ackerman. E indovina un po'? Non so te, ma io non ce la faccio più a vivere con questi sensi di colpa. È ora di finirla. Quindi, tu verrai a fondo con me.-
Mi sto agitando, sento che sto per vomitare. Non posso farmi prendere dal panico ora.
Guardo Alexander. È a pezzi.
L'assassino di sua madre sta per fare fuori suo padre.
Per poco non prendo una storta quando mi muovo maldestramente e i tacchi sfregano sul ciottolato.
Abbasso lo sguardo.
Ci sono pietre, ciottoli e sassolini. Ed eccola: una pietra dalle dimensioni notevoli.
È poco più grande di una mano e quando mi chino per raccoglierla scopro che è più pesante di quanto credessi.
- No, cosa stai...-
Alexander si paralizza quando Jacob si avvicina a John puntandogli la pistola alla tempia.
Così non sto a pensarci neanche per un secondo: mi sfilo le scarpe ed entro nel capannone in punta di piedi.
Jacob è di spalle, sta ancora parlando ma io non lo ascolto più. Ho un ronzio incessante nelle orecchie.
John non mi vede, ma suo figlio sì.
Il suo sguardo sconvolto si deforma ulteriormente.
-No!-
Lo sento dire, ma Jacob non lo sta più ascoltando. Tutte le sue attenzioni sono addosso a John ora.
Mi sto muovendo con me un felino silenzioso, quando sento la pistola caricarsi.
-Dì addio a paparino, caro Alexander.-
Poi un suono assordante che rimbomba per tutto il capannone.
Corro con il cuore in gola finché non raggiungo Jacob alle spalle. Scaglio la pietra contro la sua nuca con tutta la forza che ho in corpo, finché un rivolo di sangue comincia a scorrere. Lo faccio di nuovo, con più foga stavolta. Lui si accascia a terra con occhi sbarrati.
Raggiungo immediatamente John ma... con mia sorpresa sta seduto sulla sedia, è ancora legato e con il volto sconvolto.
Poi però il mio petto viene colpito da un dolore lancinante, quando il mio sguardo scende ai suoi piedi.
Alexander è sdraiato a terra in una pozza di sangue.
Sembra un incubo.
Uno di quei incubi in cui provi a fuggire, ma non puoi muoverti. Sono paralizzata.
-Slegami, Juliet!!-
Ma io resto immobile.
-Juliet!! Slegami devo fermare il sangue! Juliet!!!-
John mi sta urlando contro, ma io sono in catalessi.
Non so come, ma maneggio quella corda con foga fino a rompermi le unghie. Riesco a liberare John che continua a darmi ordini.
-Chiama il 999.-
E poi è tutto offuscato.
La telefonata, l'arrivo dei soccorsi.
-Come ti chiami?-
Quando ho chiamato l'ambulanza non ricordavo neanche più il mio nome.
Lascio l'indirizzo e nel descrivere cos'è successo la nausea prende il sopravvento.
Il cellulare mi casca dalle mani, mi appoggio contro un muro e comincio a vomitare.
Tremo come una foglia.
Poi il mio sguardo riluttante torna di nuovo lì.
Mi avvicino a John che preme sul petto di Alexander.
-Juliet sentigli il polso.-
-Cosa?-
John mi indica il corpo inerme di Jacob steso a terra.
Faccio segno di no con la testa, così lui mi prende dal braccio e mi porta verso Alexander.
- Lo faccio io. Tu pigia qui.-
Provo a coprire la ferita sul fianco di Alexander con entrambe le mani, ma mi sembra di non esserne in grado. E sto piangendo.
Sono lacrime di rabbia.
Perché ha dovuto farlo?
Perché per salvare suo padre, non ha pensato a me?
La mia vita sarà un inferno senza di lui.
- Dovevi per forza farlo, vero?-
La mia voce è così disperata che non la riconosco, mi sembra di udire parlare qualcun altro.
Sono sotto shock, sento le gambe molli e la vista annebbiata. Potrei svenire davvero da un momento all'altro.
-Hei piccoletta, non piangere.-
Alexander è perfetto anche adesso, con il viso deformato per il dolore e gli occhi socchiusi.
-Alex...-
-Juliet lo sai che ti amo, vero?-
I suoi gemiti di dolore si mescolano ai miei singhiozzi.
Continuo a piangere come una bambina, mentre John si mostra freddo e preparato.
Il destino è beffardo a modo suo. John aveva interrotto me ed Alexander tante volte durante i nostri baci rubati in cucina, quando ci sfioravamo al buio mentre a stavamo guardare un film sul divano, durante le serate in famiglia.
E ci interrompe bruscamente persino ora.
-Non c'è polso. È morto.- dice dopo aver tastato Jacob.
-Cosa?-
-Juliet dovrai dire loro che tu ed Alexander eravate qui seduti. Withman l'ho colpito io. Va bene?-
-Ma...-
-Farai così Juliet. L'ho ucciso io. Intesi?-
Sono ancora in confusione quando sento Alexander mormorare con un filo di voce -La...pietra, papá.-
Alexander indica l'arma del delitto a fatica, prima di emettere un lamento. -Le...impronte.-
Vedo John strofinare le mani piene di sangue contro il suo completo costoso, per poi poggiarle sulla pietra.
-Ci saranno entrambe le nostre impronte, più il sangue di Alexander. Io l'ho tramortito, tu l'hai toccata solo per spostarla. Hai capito Juliet?-
Il suono dell'ambulanza interrompe il nostro dialogo.
Alexander è semi incosciente quando lo portano via.
- Posso venire anch'io?-domando quando lo stanno ormai caricando sull'ambulanza.
- No. Tu resti qui.- risponde al posto mio uno degli agenti di polizia che arrivano sul luogo.
-Ha preso i ragazzi in ostaggio.
Sono arrivato e l'ho colpito alle spalle quando ho visto che puntava loro una pistola contro. Sono i miei figli.- si giustifica John.
-È andata così?- domanda l'agente guardandomi sospettoso.
- Ehm...Sì.-
- Quindi legittima difesa. E lei come mai ha una ferita in testa? Come se l'è procurata?- domanda l'agente guardando John di storto.
Oh, mio Dio. Qualcosa mi dice che i guai sono appena cominciati.
-Lei viene con me in centrale.- conclude poi il poliziotto, riferendosi a John.
Io resto paralizzata a guardare il cadavere di Jacob coperto da un lenzuolo bianco.
Alexander è ferito gravemente. John l'hanno appena portato via.
Tutto gira vorticosamente intorno a me.
Ma una cosa non posso cancellarla.
Ho appena ucciso un uomo.
😇😇😇😇😇😇😇😇😇😇😇
Aaaaalloooora....
Cosa ne pensate?
Jacob si è inserito nella vita di Juliet con l'unico scopo di avvicinarsi a John e fargliela pagare.
Se nell'altro libro John non si fidava di Alexander è perché Jacob ha fatto di tutto per far ricadere la colpa della morte di Mya su Alex. Ovviamente non ci è riuscito perché c'erano le prove che lei si fosse suicidata, però John si è ritrovato con la polizia che gli diceva che suo figlio aveva torturato sta ragazza inducendola ad uccidersi. Jacob ha falsificato le denunce da parte della ragazza contro Alex e ha richiesto una perizia psichiatrica, che ovviamente Alexander non ha passato. Visto che sappiamo tutti che è un tantino psicopatico 😅.
Jacob si accanisce contro Alex perché quella sera in cui è avvenuto l'omicidio di sua madre, non era sua intenzione ucciderla, ma fingere una rapina solo per spaventare John e fargliela pagare. Alex però nel vedere sua madre picchiata da questi uomini ha provato a difenderla causando il casino che sappiamo tutti.
La polizia corrotta è servita a Jacob perché gli ha permesso di mettere il naso e manipolare indagini che non poteva seguire. Ed è servita a John per far mettere a tacere tutte le accuse nei confronti di Alexander di violenza su Mya.
Poi vabbè, la storia non è perfetta.
Però vi posso garantire che il seguito sarà molto più simile al primo badlands sotto certi aspetti.
Spero mi seguiate in questa avventura ✌️
♥️
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