5. Hurt.
Hope continuava a salire e scendere l'ultimo gradino dell'entrata della scuola.
Il giorno precedente era riuscita a scappare, non facendosi trovare.
Adesso invece aveva una strana sensazione.
Aveva la vaga impressione che questa volta non sarebbe stata fortunata e, soprattutto, capì che non l'avrebbe passata liscia.
Mentre si decise ad entrare, si mise a pensare a qualche escamotage per evitarlo.
Avrebbe potuto fingere di stare male o, ancora più treatrale, di svenire.
Oppure avrebbe potuto congedarsi con la classica scusa del dover ripetere per qualche verifica.
Erano tante le idee che le passavano per la testa, e tante altre se ne aggiunsero mentre raggiungeva il suo armadietto.
Recuperati i libri che le servivano, si diresse verso l'aula di inglese.
Camminava a testa a bassa, ancora non si era abituata a tutti quegli occhi su di lei.
Dopo aver urtato contro almeno una decina di persone, però, decise di alzare lo sguardo.
Si pentì terribilmente del gesto appena compiuto.
Due occhi verdi la fissavano da lontano, come se non stessero aspettando altro che il suo arrivo.
Cercò di confondersi tra gli studenti, ma con poche falcate il ragazzo l'aveva già raggiunta.
Hope non riusciva a ragionare, non sapeva come agire.
Tutte le scuse a cui aveva pensato, anche le più stupide, sembravano essere svanite.
Si guardò intorno, in cerca di una qualunque via di fuga.
-Dove pensi di andare?- grugnì Harry, afferrandole entrambi i polsi.
Un lamento uscì dalla sua bocca, le faceva male.
La trascinò nei bagni, intrappolando il suo corpo tra il suo e i lavandini.
La presa sui polsi si fece sempre più forte, sarebbero sicuramente rimasti i segni.
Hope cercò di divincolarsi per scappare di nuovo, tanto ormai il danno era fatto.
Harry, che indubbiamente possedeva più forza di lei, la mantenne ferma avvicinandosi quanto più possibile.
-Non azzardarti mai più a scappare in quel modo- digrignò a denti stretti, mentre la ragazza mormorava qualcosa per il dolore. -Mi hai capito, ragazzina?-
Lei non potette fare altro che annuire, terrorizzata dalla massiccia figura del ragazzo e dal modo in cui aveva alzato la voce.
E non riusciva a capire cosa voleva da lei.
Harry la fissava duro, i loro visi a pochi centimetri di distanza.
Gli occhi iniziarono a pizzicarle, il dolore aumentava.
Hope pregò mentalmente per l'irruzione di qualcuno in quei bagni. Nessuno avrebbe mosso comunque un dito, ma almeno avrebbe potuto provare a scappare.
Il ragazzo non ci vedeva più, era accecato dalla rabbia.
Non sapeva nemmeno lui per quale motivo si stava contenendo.
Puntò le sue iridi verdi in quelle terrorizzate, quasi dello stesso colore, della ragazza.
Lesse nei suoi occhi la paura, si accorse che stava trattenendo le lacrime.
Sorrise soddisfatto. Era questo ciò che voleva.
Sentì la ragazza lamentarsi, di nuovo.
-M-mi fai male..- sussurrò, la voce tremante e il capo chino. Non riusciva a reggere il suo sguardo.
-Ed è proprio quello voglio- fece Harry, che però allento comunque la presa.
Altra cosa che non riusciva a spiegarsi.
Non gli era certo sfuggita la sua bellezza, e non aveva perso tempo a farci qualche pensierino. Forse il motivo era quello: attrazione fisica.
E allora perché non soddisfarla?
Senza pensarci due volte, si avventò sulle sue labbra.
Hope spalancò gli occhi, non muovendosi di un millimetro.
Harry, non vedendo alcuna reazione da parte della ragazza, le mordicchiò il labbro inferiore per spingerla a ricambiare.
Cosa che non tardò a fare, spaventata dalle sue reazioni violente.
La presa sui polsi continuò ad allentarsi fino a sparire del tutto.
La bionda si sentì sollevare e finì seduta sul lavandino, due braccia l'avvolsero completamente.
Sentiva le labbra di Harry muoversi prepotenti sulle sue, le loro lingue che avevano intrapreso una danza tutt'altro che calma.
Le mani del ragazzo vagavano indisturbate sulla sua schiena, la sua bocca finì sul suo collo lasciando una scia di languidi baci.
Hope portò le mani sul suo petto nel vano tentativo di allontanarlo.
L'unica cosa che ottenne fu che la presa si fece ancora più ferrea.
-Harry..- si lamentò, quasi implorandolo di smetterla.
Anche stavolta i risultati furono inesistenti.
Il riccio si staccò per riprendere aria, tornando a fissare la ragazza.
Le labbra leggermente arrossate per il precedente bacio, i capelli non proprio a posto per i suoi movimenti avventati.
La trovava dannatamente sexy.
Avvicinò il suo viso fino a far scontrare le loro fronti, facendo sfiorare le loro labbra. Il corpo della ragazza, così minuto rispetto al suo, ancora stretto tra le sue braccia.
Sembrava stesse tremando, ed Harry sapeva che non era per il freddo.
Continuò ad accarezzarle la schiena, senza interrompere il contatto visivo che si era creato.
Hope che ancora stava letteralmente morendo dalla paura.
Harry che continuava a fissarla, accarezzarla, a volte facendo incontrare in modo casto le loro labbra.
Non riusciva a capacitarsi del fatto che si fosse fermato.
-Non farlo mai più- ripetè freddo, prima di andarsene da quei luridi bagni.
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Louis lanciò l'ennesimo sassolino nel laghetto, non riuscendo a capire il meccanismo per riuscire a farlo rimbalzare nell'acqua.
Prima di tutto bisognava rilassare il braccio e il polso, ma lui non ci riusciva proprio.
Ed era una cosa che odiava. Odiava non riuscire a controllare le proprie emozioni.
Eppure le parole di Harry, steso lì sull'erba accanto a lui, non riuscivano proprio a calmarlo.
Le aveva raccontato di aver trovato Hope, e già lì il fiato stava iniziando a mancare.
Poi aveva concluso con lo specificare che non le aveva fatto nulla di chè, e così si era un po' tranquillizzato.
Ma non riusciva, e non poteva, essere del tutto calmo.
Harry avrebbe potuto benissimo fare ciò che voleva in un secondo momento.
Ma non ne parlava, non gli rivelava nulla.
Ormai troppe volte Louis gli aveva chiesto cosa aveva intenzione di fare, rischiando seriamente di farlo imbestialire.
Adesso non sapeva davvero come porgli la domanda.
Così ci girò un po' intorno.
-E lei come ha reagito?-
Lanciò un altro sassolino, fingendosi indifferente.
-Aveva paura- disse Harry in tono neutrale.
Louis pensò a quanto il suo amico godeva semplicemente vedendo soffrire chi a sua volta aveva inflitto dolore a lui, o semplicemente aveva fatto qualcosa che non gli andava bene. E ormai erano ben chiare le cose che ad Harry non stavano bene.
O ci si sottometteva a lui, o si pagavano le conseguenze.
Così, Louis fece la seconda domanda.
-E..ti è piaciuto?- cercò di essere discreto, riferendosi alla vista della ragazza sicuramente terrorizzata da Harry.
-Più o meno-
Al sentire quella risposta, si voltò verso l'amico, incitandolo a continuare.
-Mi è piaciuto di più baciarla, accarezzare quel corpicino-
E di certo non gli sfuggì il sorrisino malizioso dipinto sul volto del riccio.
-Penso che proseguirò su questa strada- fece tranquillo. -Non abuserò di lei, credo- concluse, come se stesse dicendo la cosa più normale del mondo.
Louis tirò un sospiro di sollievo, attento a non essere visto.
Provò con l'ultimo sassolino.
Tre rimbalzi.
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