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24. Peace.


-Harold Edward Styles, cosa accidenti sta succedendo qui?- sbraitò Anne, scomponendosi per la prima volta nella sua vita.
La prima cosa che mi venne in mente fu quella di levarmi Harry di dosso, per poi coprirmi fino al naso.
Harry, dopo un primo momento di agitazione, si sedette con calma per poi fissare freddo la madre.
-Vuoi un disegnino?- le chiese poi, inarcando un sopracciglio.
In quel momento volevo sprofondare, mi strinsi ancora di più nelle coperte, la mia unica sorta di scudo.
Vidi la donna gonfiare le guancia, per poi sospirare pesantemente.
Chiuse gli occhi, prese un respiro, li aprì, tirò fuori l'aria.
Ritornò in un attimo l'elegante donna che non si lasciava smuovere, portandosi distrattamente una mano fra i capelli perfettamente raccolti.
-Volevo semplicemente dirti che io e tuo padre staremo fuori per il weekend- e, detto questo, si chiuse la porta alle spalle.
Aggrottai la fronte, confusa.
Harry borbottò un 'fanculo' e poi si ristese indifferente.
Io, ripresa da quello stato di totale imbarazzo, mi voltai verso di lui, puntellandomi su un gomito per guardarlo meglio.
-Tu non vai con loro?- chiesi, sperando di non risultare invadente.
-Assolutamente no- la sua risposta, apparentemente tranquilla, mi lasciò perplessa. -E' già un miracolo se mi hanno avvertito-
Annuii, capendo perfettamente la situazione.
Sfiorai con le dita il suo petto, pensierosa.
La situazione familiare di Harry non mi era mai stata abbastanza chiara, ma gli avvenimenti di poco fa mi avevano dato qualche risposta in più.
-Si ricordano di avere un figlio solo quando devono partecipare a quelle stupide cene per ricconi-
Sospirai, puntando le mie iridi verdi in quelle tremendamente perfette del ragazzo che mi stava accanto.
Mi stupii quando vidi che nel suo sguardo non c'era altro che malinconia.
Harry non mi aveva mai parlato della sua famiglia, non aveva mai esternato quanto in realtà quella situazione gli facesse male.
A mie spese, avevo imparato che non faceva bene tenersi tutto dentro.
A volte bisogna sfogarsi, lasciarsi aiutare.
Pensai però che, per uno come lui, chiedere aiuto voleva dire solo debolezza.
Ma, no, non era così.
-Sei loro figlio Harry, ti vogliono bene- dissi sincera, baciandogli il naso.
-No, nessun genitore potrebbe tenere ad un figlio come me-
E, inaspettatamente, il suo tono di voce non era rancoroso o dispiaciuto, ma semplicemente neutrale.
Forse si era già rassegnato da tempo.
-Allora non sanno cosa si perdono-
Due dolci fossette spuntarono sul suo viso, rimasi quasi incantata nel constatare quanto ogni giorno il suo sorriso diventasse sempre più mozzafiato.
Harry capovolse improvvisamente la situazione, schiacciandomi contro il materasso.
-Ti amo- disse, con una naturalezza impressionante.
Nonostante non fosse la prima volta, nel mio stomaco avevo un esercito di elefanti al posto delle farfalle.
Sorrisi, unendo le nostre labbra in un dolce bacio.
-Anch'io- sussurrai, infilando una mano fra i suoi ricci e scompigliandoli giocosamente.
-E c'è qualcuno lì fuori che ci tiene a te almeno quanto me, te lo assicuro-
Non c'era bisogno di dire altro, Harry aveva già capito.

_______________________________________________________Alexandra entrò nel primo Bar che gli si parò davanti, prendendo poi posto su un tavolino abbastanza appartato.
Mi dispiace Jas, proprio non posso. Il mio cuore appartiene a qualcun altro, non posso farci nulla. Sei un ragazzo fantastico, davvero, troverai sicuramente una ragazza migliore di me.
Nella sua testa si ripetevano regolarmente le parole del misero messaggio che quella mattina aveva inviato al ragazzo.
Non aveva nemmeno avuto la decenza di lasciarlo di persona.
-Che stronza- borbottò infatti a se stessa, ad alta voce.
Alzando lo sguardo, notò che la fonte di tutti i suoi problemi si trovava a pochi passi da lei, stranamente senza la sua fidanzatina.

Niall entrò velocemente in quel Bar in cui era stato un paio di volte, portandosi una mano nei capelli.
Cher, non sai quanto mi senta in colpa nello scriverti questo stupido messaggio, ma non ho neanche le palle di lasciarti a voce. Si, lasciarti. Si dice che al cuore non si comanda, no? Bene, perdona allora il mio che ha deciso di seguire qualcun altro. Mi dispiace, davvero, ma sono innamorato di un'altra.
Rilesse il messaggio che giusto quella mattina aveva mandato a Cher, maledicendosi per il modo in cui aveva chiuso con lei.
-Codardo- criticò se stesso a voce alta.
Poi, coincidenza oppure no, incrociò la sguardo di quella che da troppo tempo era la causa dei suoi problemi.

Alex si mosse in imbarazzo sul posto, vedendo l'irlandese avvicinarsi al suo tavolo.
Si guardò intorno, fingendo indifferenza.
Quando il biondo si sedette proprio di fronte a lei, però, non potette fare altro che puntare le sue iridi color ghiaccio nelle sue, tremendamente azzurre, fingendosi infastidita.
-Ehm, hey- farfugliò Niall, prendendosi a pugni mentalmente per i suoi modi maldestri.
-Hey- gli fece eco Alex, non riuscendo a nascondere il suo imbarazzo.
I due si guardarono per qualche secondo, minuto o ora, chi lo sa.
L'uno si era perso negli occhi dell'altro.
-Volevo parlarti- dissero, insieme.
Sbarrarono gli occhi, fissandosi, per poi scoppiare a ridere.
Erano stati degli stupidi, sin dall'inizio.
Avevano lasciato che la paura di un rifiuto prendesse il sopravvento, mettendosi nei casini.
Ma era bastato quel silenzio, era bastato guardarsi negli occhi, per dirsi tutto._______________________________________________________Il vibrare del cellulare distrasse Zayn dal bacio fin troppo passionale intrapreso con Jennifer.
Borbottò una serie di insulti contro quell'aggeggio elettronico, recuperandolo poi dalla tasca.
Prima di leggere il messaggio appena arrivato, fissò la ragazza davanti a se.
-Non mi hai ancora detto nulla- le disse, non riuscendo a nascondere un sorrisetto malizioso.
Le aveva detto che l'amava, di getto, perché non riusciva più a tenerselo dentro.
Poi si era fiondato su di lei, senza nemmeno darle il tempo di realizzare ciò che le era appena stato detto.
-Ti amo anch'io- sussurrò lei.
Zayn si dimenticò per un attimo del cellulare, prendendo il suo viso tra le mani, accarezzando con i pollici le sue guancie leggermente arrossate.
Si perse nelle sue iridi color nocciola.
La amava, da morire.
Lui, il puttaniere, si era innamorato.
Le lasciò un ultimo bacio a fior di labbra, per poi dedicarsi finalmente al cellulare.
Scoprì che i messaggi erano ben quattro.
"Domani ci facciamo quattro tiri, sii puntuale" da parte di Louis.
"Zay, domani al campo. Vedi di non farci aspettare!" di Liam.
A quel punto, sorrise.
Il ragazzo era famoso per i suoi continui ritardi.
"Harry mi ha appena inviato un messaggio, oh. Ha per caso contattato anche te?"
Nel leggere il messaggio di Niall, aggrottò le sopracciglia.
Harry.
Avevano perso i contatti da mesi.
Non sapeva nemmeno lui la motivazione precisa.
Niall si era allontanato da lui per ciò che aveva visto con Hope.
Zayn, preso inoltre da Jenny, aveva seguito il biondo, con cui aveva stretto più di tutti.
E il tempo era passato, e di Harry non si sapeva nulla.
Gli mancava, infondo.
Lo conosceva sin dal primo anno, quando lo aveva salvato da un gruppo di bulletti.
Avevano stretto amicizia sin da subito.
Amicizia che, negli anni, si era rafforzata sempre di più.
Harry gli aveva fatto conoscere poi Louis, il suo migliore amico sin da quando erano bambini.
E Zayn gli aveva fatto conoscere Niall, un biondo che qualche giorno prima aveva incrociato nella mensa.
Dopo il primo anno, si era infine aggiunto anche Liam.
Il moro scosse la testa, riprendendosi da quei ricordi per leggere l'ultimo messaggio.
Trattenne un sorriso felice quando ne lesse il contenuto.
"E se domani mi unissi a voi? Hazza. xx"

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