21. Forgiveness.
Alexandra
Luci soffuse, corpi vicinissimi, musica bassa.
Tutte le coppiette impegnate nel lento.
Tutte, comprese Hope e Drake, io e Jason, Niall e quella tipa.
Dall'altra parte della palestra, al buffet, Louis provava a far ridere Harry.
Quest'ultimo aveva lo sguardo costantemente puntato verso un paio di persone in particolare.
Lo sguardo vuoto, triste.
Un po' come il mio, quando i miei occhi si posavano su una cresta bionda.
Jason richiamò la mia attenzione.
-Ti vedo distratta, Al-
Ebbi come l'impressione che il suo corpo fosse ancora più vicino.
Le mani posate gentilmente sui miei fianchi, i nostri visi a pochi centimetri di distanza.
-Oh, è solo una tua impressione- balbettai, stranamente imbarazzata.
Per tutto l'arco della serata la mia testa era sempre stata altrove, quando invece mi ero ripromessa che mi sarei goduta la serata.
La mia testa finì sul petto di Jason, mi lasciai cullare dalle sue braccia.
Non dovevo pensarci, mi ripetevo.
E quando quelle labbra che troppo tempo avevo agoniato si poggiarono su un altro paio che non erano le mie, potei giurare che il rumore del mio cuore che si spezzava avesse sovrastato per un attimo la musica.
Basta soffrire, ero stanca di quella situazione.
Basta pensare a qualcuno che se ne frega di te e che si mangia la faccia con un'altra.
Avevo un ragazzo d'oro di fronte a me, Niall non meritava nulla se non la mia indifferenza.
L'unica cosa che, infatti, mi aveva da sempre riservato.
-Alex.. Io, insomma..-
Il ragazzo di fronte a me continuava a farfugliare cose senza senso.
-Jas, è tutto okay- lo spronai a continuare, quando infondo già sapevo dove volesse andare a parare.
-Oh, Fanculo. Mi ero preparato un discorso da Oscar e adesso non riesco a mettere insieme due parole-
Sorrisi, vedendolo in difficoltà.
-Jason..- dissi, cercando di fermare il flusso di parole che uscivano incontrollate dalla sua bocca.
-Jason, fammi parlare-
Ma lui continuava imperterrito ed io, francamente, non riuscivo a capirci nulla.
-Mi piaci, Jason- affermai, nonostante mi sentii quasi sporca dopo aver pronunciato quelle parole che non ero del tutto sicura di pensare.
-Cosa?- chiese, sbarrando gli occhi, come se non gli sembrasse vero quello che aveva appena udito.
-Mi piaci- ripetei, incrociando entrambe le braccia attorno al suo collo.
A qualche metro di distanza, due occhi tremendamente azzurri ci fissavano furiosi.
Anzi, sicuramente era soltanto una delle mie tante illusioni.
-Anche tu, Alexandra. E, davvero, non avrei voluto dirlo così banalmente come se fosse la cosa più scontata del mondo, ma tu mi mandi completamente in tilt e--
Le mie labbra, ora poggiate sulle sue, fermarono il suo concitato -ma bellissimo- discorso.
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Hope
-Amore, mi stai ascoltando?-
Drake interruppe il flusso dei miei pensieri.
Pensieri che mi portavano sempre su dei ricci e un paio di occhi verdi che per tutta la sera non smettevano di guardare nella nostra direzione.
-Oh, si- farfugliai distratta.
-Quindi che ne pensi?- chiese euforico, quando invece io non sapevo minimamente a cosa stava alludendo.
Sono sicura che farai la scelta giusta, tesoro.
Invece mi ritrovavo a ballare con Drake.
Sia chiaro, non reputavo un errore quello che c'era stato tra di noi.
Era, appunto.
Ero sempre più convinta del fatto che quella fiamma, se sempre si era accesa, adesso si era affievolita fino a spegnersi del tutto.
Il discorso con mia madre, poi, mi aveva aperto gli occhi ancora di più.
-Drake io.. Okay, ero distratta-
Il ragazzo mi osservò.
-In quest'ultimo periodo capita un po' troppo spesso- constatò, con una punta di rabbia nella voce.
-Pensi ancora a Styles, vero?- mi accusò, stringendo maggiormente la presa sui miei fianchi.
Non ottenne nessuna risposta, se non il mio capo abbassato.
-Come non detto- fece deluso. -Cos'ha lui più di me, eh? Ti piacciono gli stronzi? Andiamo, ti ho dato tutto. E lui? Scommetto che ha solo saputo metterti le mani addosso. E magari ti è anche piaciuto. Oh, sicuramente. Mi hai preso in giro per tutto questo tempo, ammettiamolo. Ed io, come uno stupido, ti ho anche dato corda. Sai, Smith? Se non fosse stato per il tuo corpicino niente male non mi sarei minimamente avvicinato a te. Sei una stupida ragazzina che va dietro ad uno scarto della società. Non capisci che vuole solo finirti tra le mutandine? Beh, almeno una cosa in comune l'abbiamo. Va da lui, va a farti scopare per poi essere gettata nell'immondizia. Va, è solo quello il posto che merit--
Cinque dita si scontrarono violentemente sulla sua guancia, non potendo sentire altro.
Gli occhi pizzicavano, le lacrime non avrebbero tardato a fare il loro corso.
Mi ero davvero illusa di provare qualcosa per un tale stronzo?
Ero disgustata, delusa, amareggiata.
Avevo buttato mesi con un ragazzo che non aveva fatto altro che prendermi in giro.
Eppure mi sembrava così sincero quando mi sorrideva, quando mi faceva arrossire con i suoi complimenti, quando mi baciava con trasporto.
Ennesima delusione, ennesima batosta per te, Hope.
In tutta sincerità, in un remoto angolo della mia mente avevo sempre pensato a quanto Drake fosse sbagliato.
Forse mi serviva solo la prova concreta del fatto che non era con lui che dovevo stare.
Forse dovevo semplicemente arrivare al culmine per capire cosa volevo veramente.
Scappai il più lontano possibile da lui, alla disperata ricerca di due pozze verdi.
Harry però sembrava essere svanito.
La grande palestra sembrava all'improvviso troppo stretta per me.
Uscii sul retro, alzando gli occhi al cielo per trattenere le lacrime.
Ma era da ormai troppo tempo che lo facevo.
Così, mi accasciai sul muro, le mani tra i capelli.
Una lacrime, due, mille.
Sperai davvero che la musica dall'interno sovrastasse i miei singhiozzi.
Tutto ciò che avevo trattenuto in quei mesi mi era sprofondato addosso all'improvviso.
Avevo tenuto le lacrime per così tanto tempo, mi sembrava quasi come se quel pianto fosse di liberazione.
E un po' lo era, ineffetti.
Con le gambe strette al petto, le braccia avvolte intorno ad esse ed il capo chino sulle ginocchia, non riuscii a percepire la presenza accanto a me.
Pertanto, quando due mani si posarono sulle mia braccia non potetti fare altro che sobbalzare.
I miei occhi, ancora appannati dalle lacrime, scorsero una figura inginocchiata davanti a me.
Quando la vista fu finalmente nitida, sentii il fiato venirmi meno.
-Hey..- sussurrò Harry, poggiando titubante una mano sulla mia guancia per provare ad asciugare le lacrime.
-Lasciami stare- farfugliai tra i singhiozzi. -Sono ridicola-
Lui continuava a scrutarmi, probabilmente cercando le parole giuste per confortarmi.
Scacciai all'improvviso la sua mano, alzandomi con l'intenzione di andarmene.
Odiavo essere vista in lacrime, dimostrava solo quanto fossi debole.
Gli diedi velocemente le spalle, il rumore dei miei passi si confondeva con la musica proveniente dalla palestra.
Sperai davvero che Harry non mi stesse seguendo, non avrei avuto la forza di affrontarlo.
-Hope..-
Accelerai il passo quando lo risentii richiamarmi, poco distante da me.
Nemmeno il tempo di pensare a come seminarlo, che una mano mi afferrò saldamente il polso, facendomi voltare.
-Non piangere, ti prego- e la sua sembrava quasi una supplica.
Incontrai dopo tanto, troppo tempo, i suoi smeraldi verdi.
Come una bambina, asciugai le ultime lacrime con il dorso della mano, stropicciando gli occhi.
Abbassai il capo imbarazzata, dovevo essere in condizioni pessime.
Sentivo già il trucco colarmi lungo le guancie.
Due dita, però, mi afferrarono delicatamente il mento.
-Dio, non guardarmi- dissi, la voce ancora tremante.
La mano di Harry mi accarezzò la guancia, l'altra finì sul mio fianco, facendomi avvicinare.
-Sei bellissima- sussurrò, nonostante ci fossimo solo noi due là fuori.
Scossi la testa, doveva sembrare un mostro in quel momento.
-Guarda il lato positivo- fece, alludendo al trucco colato. -Adesso anche i panda ci proverebbero con te-
Il suo buffo tentativo di tirarmi su mi strappò un sorriso.
Amaro, malinconico, ma pur sempre un sorriso.
-E' ancora valida la tua supplica di perdono?- chiesi, abbassando notevolmente il tono della voce.
Sembrava quasi non volessi farmi sentire, perché infondo stavo ammettendo il fatto che fossi disposta a concedergli un'altra occasione.
Harry sembrò capire, e sul suo viso si dipinse un sorriso a dir poco mozzafiato.
Il sorriso più che abbia mai visto.
-Avevo in mente una marea di cose da dirti, ma ovviamente non ne ricordo nemmeno una- iniziò. -Che posso dirti, "ti ho amata dal primo momento in cui ti ho incontrata"? Sappiamo entrambi che non è così- continuò.
Si fermò per un attimo, osservandomi in attesa di una reazione.
Io, dal canto mio, ero incapace di reagire.
-Non c'è niente che possa giustificare ciò che ho fatto. Ma ti giuro Hope, se potessi tornare indietro cancellerei ogni mia azione e farei di tutto pur di renderti felice, pur di trattarti come meriti. Se preferisci Drake ti capisco, ma--
-No, non dirlo- lo interruppi bruscamente.
Drake era ormai un capitolo chiuso, se sempre era iniziato.
-Vorrei poter ricominciare tutto d'accapo- accorciò ancora di più le distanze, le nostre fronti si scontrarono. -Vorrei baciarti senza sentirti tremare. Vorrei poterti toccare senza vederti spalancare gli occhi per la paura-
E gli occhi ricominciarono a pizzicare, sicuramente non per la tristezza o per il dolore.
-I-io ti amo, Hope-
Il cuore fece le capriole, le gambe divennero molli come dei budini, il respiro si fece mozzato.
Harry continuava a fissarmi con un intensità completamente nuova, io torturavo il mio labbro inferiore per non mettermi ad urlare come una tredicenne alla sua prima cotta.
-Harry..- dissi, titubante.
Due parole bloccate in gola, due parole che non avevo mai pronunciato.
-Ti prego, di qualcosa- implorò. -Urla, mandami a quel paese, prendimi a schiaffi, perché è questo quello che merito. Qualsiasi cosa Hope, ma ti pr--
Come attratte da una calamita, le mie labbra si fiondarono sulle sue.
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