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20. Memories.



Alexandra

La situazione in cui ero finita mi sembrava alquanto bizzarra.
Se qualcuno, qualche mese fa, mi avesse detto "Hey, sai che diventerai un'ottima amica di Louis Tomlinson e alla fine finirai per provar pena per Styles, finendo con l'essere anche amica sua?" sicuramente sarei scoppiata a ridere con tanto di mano sullo stomaco per trattenermi.
Eppure era successo.
Dopo cinque mesi, Louis ed Harry avevano fatto pace.
Dopo una decina di giorni, Tomlinson mi aveva raccontato per filo e per segno la situazione del suo ritrovato migliore amico.
In un primo momento gli avevo delicatamente risposto che non me ne fregava niente.
Nei successivi giorni, però, mi ero dovuta ricredere.
Inutile continuare a raccontare il susseguirsi dei fatti, andiamo al nocciolo della questione.
Un altro mese era passato e, quando Hope si isolava con Drake, passavo il mio tempo con Louis ed Harry.
-Ma io dico, cosa ci trova in quella la?- borbottai, guardando infastidita una chioma bionda ridacchiare allegramente insieme ad un ragazza.
Un'altra ragazza, una ragazza che non ero io.
Probabilmente era questo il punto più critico.
Ogni giorno che passava finivo con il pensare sempre di più a Niall Horan.
Non sapeva della mia esistenza, non ci avevo mai parlato.
La mia cosiddetta cotta si basava solo su occhiate fugaci nei corridoi.
Ero pazza, decisamente.
-Gelosa, Flinn?- mi scimmiottò Louis.
Si, troppo.
-Io? Assolutamente no-
Anche Harry volse lo sguardo nella stessa direzione in cui era puntato il mio.
-Gli piaci, tranquilla- affermò sicuro, dopo un'attenta osservazione.
-Cosa?- feci, non potendo comunque nascondere quanto i battiti del cuore stessere accelerando.
-Lo vedo, quando ti fissa nei corridoi- rispose, scrollando le spalle. -Ti guarda nello stesso modo in cui io guardo, beh, Hope-
Sorrisi intenerita.
Con il tempo ero cambiate davvero così tante cose.
Io, Alexandra Flinn, sorridere per una frase detta da Harry Styles?
Ma soprattutto, Harry Styles innamorato?
-Allora deve essere proprio matto di te!- s'intromise Louis, facendo abbassare al riccio il capo, imbarazzato.
-Alex, finalmente ti ho trovato!-
Jason Bennet raggiunse il nostro terzetto, accasciandosi con entrambe le mani sulle ginocchia per la sua evidente corsa.
Avevo conosciuto quel ragazzo durante una delle lezioni di Matematica, durante le quali avevamo poi stretto amicizia.
Questo lascia intendere quando io presti attenzione alle lezioni.
Era un tipo simpatico, e le sue battute erano talmente squallide da farti ridere fino al mal di pancia. Non perché erano divertenti, ma perché erano stupide oltre il normale.
-Qual buon vento ti porta qui, Bennet?- dissi, con un velo di ironia nella voce.
-Io, uhm.. Okay, mi siedo- farfugliò qualcosa di insensato, poi si sedette di fronte a me sull'erbetta del cortile.
Louis ed Harry si scambiarono un occhiata complice.
Probabilmente avevano capito le intenzioni del ragazzo.
Intenzioni che a me erano ancora ignote invece.
-Ti va di venire, insomma, al ballo con me?-
Il ballo di fine anno, quasi me l'ero dimenticato.
Mancavano poche settimane alla conclusione della scuola. Conclusione definitiva per noi del quinto anno.
Quel ballo, per quanto lo considerassi stupido, era, come dire, importante.
Sarebbe stato probabilmente l'ultimo ballo scolastico della mia vita.
Troppo spesso avevo pensato e desiderato essere invitata da un certo irlandese e da un paio di occhi tremendamente blu.
E il mio sguardo, prima di rispondere ad un teso Jason, si posò proprio sulla figura di Niall.
Quella secchioncella le stava avvinghiata, esplorano senza un minimo di pudore la sua bocca.
Trattenni un sospiro di frustrazione, non avevo alcuna possibilità.
Dovevo dimenticarmi di quel ragazzo, avrebbe solo procurato sofferenza.
-Certo Jas, non c'è problema-
Il ragazzo sorrise contento, salutandomi allegramente prima di andarsene.
-Oh-oh, qualcuno qui ha il cuoricino spezzato- mi canzonò Louis.
-Mi sento preso in causa- borbottò Harry.
Decisi di sviare sapientemente l'argomento.
-Tu inviterai qualcuno al ballo, Styles?-
Lo sguardo di Harry parve incupirsi, ma Louis si affrettò a rispondermi al suo posto.
-Lui verrà con me, visto che la tua amica continua a illudere se stessa con Drake-
Misurai le parole da dire, ma la verità era che non ne avevo.
Perché era palese quanto Hope non provasse niente di forte per quel ragazzo, ma lo usasse solo per non pensare ad Harry.
Magari gli voleva davvero bene, magari credeva davvero di provare qualcosa per lui.
Ma non lo amava, assolutamente no.
-Questo mi fa dedurre che nemmeno tu hai un'accompagnatrice, Tomlinson-
Il ragazzo ridacchiò.
-Già, non ne voglio sapere del sesso opposto- disse risoluto. -Non voglio ridurmi come te e Harry-

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Hope

-Tesoro, hai un vestito per il ballo?-
Mia madre fece il suo ingresso in camera, trovandomi stesa sul letto a fissare il soffitto.
La invitai con un cenno della mano a unirsi a me, già pronta per sfogarmi.
Avevamo finalmente riallacciato i rapporti, riprendendo i nostri Venerdì e parlando apertamente di tutto e tutti.
Le avevo parlato anche di Harry, ma a grandi i linee.
Avevo omesso che tipo di ragazzo fosse e ciò che mi aveva fatto.
Le avevo semplicemente detto che pensavo di provare qualcosa per lui ma poi mi aveva profondamente deluso.
Che poi, il succo della situazione in verità era proprio quello.
E le avevo parlato anche della situazione con Drake. Di come all'inizio stavo davvero bene con lui, ma già con la consapevolezza di non provare nulla di profondo.
Ora ero arrivata al punto di starci semplicemente per abitudine, perché ormai la nostra relazione era scontata.
Passavamo il tempo insieme, perché infondo come amico sarebbe stato perfetto, ma dalla mia parte non c'era ormai alcun tipo di sentimento.
Era solo stata un illusione. Era stata la voglia di dimenticare a spingermi verso di lui.
-Ancora no- risposi, quando mi madre si stese accanto a me.
-E..- mi spronò a continuare.
-E.. Andrò con Drake- sospirai.
-Ma..- continuò lei, scatenando in me una leggera risatina.
-Ma non è con lui che voglio andarci-
La fantastica donna che avevo vicino puntò i suoi occhi castani su di me.
-Fammi indovinare: Harry-
Mi morsi il labbro inferiore, aveva centrato il punto.
Era passato un altro mese, giorno più giorno meno, dall'ultima volta che ci avevo parlato. Ossia la sera in cui avevo dovuto partecipare a quella cena.
Si dice che il tempo guarisca tutto, e in parte era così.
Non riuscivo più ad avercela con lui, nonostante tutto il male che mi aveva fatto e il dolore che mi aveva fatto provare.
E mi rimbombavano ancora nella testa le sue parole.
Non sono più quella persona, tu mi hai cambiato.
Giorno dopo giorno ci pensavo sempre, convincendomi lentamente della loro veridicità.
Perché, infondo, anche io ero cambiata.
Non ero più quella persona timorosa e timida, anche se con lui lo sarei sempre stata.
Inoltre, mi ero ridotta a prendere in giro un ragazzo che di certo non lo meritava.
Se io, l'innocente e dai sani principi Hope Smith, ero arrivata a questo, perché non credere davvero al fatto che anche lui sia cambiato?
-Sai Hope, tuo padre ai nostri tempi era un po' il galletto della scuola-
Stavolta fui io a fissare mia madre.
-Un puttaniere?- bofonchiai, abbozzando un sorriso.
-Per l'amor del cielo, no- rispose lei. -Ai nostri tempi era già tanto scambiarci un innocuo bacio senza avere un anello di fidanzamento al dito-
Soffocai una risata, pensando a quanto con il passare degli anni i principi delle persone siano completamente diversi.
-Diciamo che faceva il simpaticone con tutte le ragazze- continuò.
Ascoltai la sua storia, completamente nuova per me.
La loro era la classica storia del Don Giovanni, voluto da tutti, e della secchiona per niente calcolata.
Mia madre lo odiava, mio padre non sapeva nemmeno della sua esistenza.
Si conobbero solo perché lei dovette dargli delle ripetizioni di letteratura.
La mamma era molto restia nei suoi confronti, soprattutto quando aveva iniziato a riservare della attenzioni anche a lei.
E, per quanto lo respingesse, ci rimaneva sempre male nel vederlo impegnato a provarci con le altre il giorno dopo.
-All'ultimo anno arrivò il fatidico ballo- i suoi occhi brillavano nel raccontare quegli eventi. -Speravo davvero in un suo invito. Invito che non arrivò. Per quella sera però trovai comunque un accompagnatore, mi ripiegai su un suo compagno di classe. Si dette inizio alle danze, tuo padre che si avvinghiava sempre di più a quella ragazza. Ad un certo punto non ce la feci più, scappai sul retro della palestra. I sentimenti che provavo per lui erano così forti, ormai. Non riuscivo a vederlo con un'altra, mentre lui se ne fregava di me. Improvvisamente mi raggiunse anche lui, ma quando cercò di parlarmi lo scansai con tutta la forza che avevo in corpo. E lui mi guardò mortificato, accennando delle scuse. Ricordo come se fosse ieri le parole che mi disse- si fermò per un attimo, gli occhi lucidi ed un sorriso bellissimo al ricordo della sua vita con papà. -"Abigail, mi dispiace così tanto. La verità è che sono uno stupido. E non inizierò il mio discorso dicendoti che ho avuto tutte quelle ragazze per non pensare a te, perché non è cosi. Ho frequentato praticamente metà della scuola perché aspettavo solo che tu sbottassi contro di me rivelandomi i tuoi sentimenti, perché io non lo avrei fatto mai, perché io sono un codardo. E ad un certo punto mi sono rassegnato, perché tu non saresti mai stata mia. E volevo che tu mi vedessi con quelle ragazze, perché così mi avresti dimenticato ed io mi sarei finalmente potuto rassegnare e dimenticarti a mia volta. Dio Abigail, non immagini nemmeno quanto tu significhi per me"-
Citò a memoria il suo discorso, anche i miei occhi iniziavano a pizzicare.
Non c'era bisogno di andare oltre per sapere il resto.
-E' una storia bellissima la vostra, davvero-
Mi accoccolai tra le braccia di mia madre, sentendo il suo cuore battere all'impazzata.
-Hope, ti ho detto questo per farti capire che a volte bisogna perdonare, per quanto le azioni possano essere gravi. Non so se capisci cosa intendo- mi lasciò un bacio sulla testa, io annuii impercettibilmente. -Sono sicura che farai la scelta giusta, tesoro-

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