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2. Revenge.

Se c'era una cosa che Hope odiava davvero tanto, questa era la sveglia.
Quel fastidioso suono che ti distoglie dal sonno, o magari anche da qualche bel sogno.
Odiava dover essere svegliata da quel fracasso.
Odiava dover fare colazione in fretta, per non arrivare in ritardo a scuola.
Che poi, a quell'orario, nemmeno ne aveva di fame.
Odiava dover farsi la strada a piedi, non era una tipa molto atletica.
Però il pensiero della sua mamma che la accoglieva sorridente, per la colazione che tanto odiava, la faceva sorridere.
La facevano sorridere anche le buffe signore anziane che, mentre si dirigeva a scuola, la salutavano con un sorriso.
Hope era quel tipo di ragazza che, essendo chiusa in se stessa e nel suo mondo, faceva caso ad ogni dettaglio.
Faceva caso a come la sua vicina ogni volta annaffiava le sue, sicuramente costose, piante, seguendo un preciso ordine.
Faceva caso alla fioraia che, ogni mattina, cambiava la disposizione delle piante disposte all'entrata del suo negozio.
Faceva caso al fornaio che, ogni qual volta lei passava, le faceva un cenno con la sua manona piena di farina.
Faceva caso all'anziano signore che stava sempre sulla stessa panchina del parco, guardandosi attorno pensieroso.
Faceva anche caso ai continui sguardi a scuola che, nonostante fosse passata una settimana, erano persistenti.
Ci fece caso anche quella mattina, mentre già intravedeva la testa di una sua nuova conoscenza: Alexandra.
Una simpaticissima ragazza dai capelli rossicci e dalle dolcissime lentiggini sotto gli occhi.
Anche lei, come Hope, frequentava l'ultimo anno.
-Ma buongiorno!- esclamò quest'ultima euforica, abbracciandola affettuosamente.
-'Giorno-
La bionda si guardò intorno, accorgendosi quanto ancora molti stessero guardando nella sua direzione.
-Te l'ho detto, quelli di Holmes Chapel non vedono un volto nuovo da secoli- fece Alexandra, notando il suo disagio.
-Capisco- Hope fece spalluce. –Però è fastidioso..ed imbarazzante-
Alexandra le pizzicò affettuosamente la guancia.
Non riusciva a credere che una ragazza così bella e attraente fosse in realtà così timida.
-Secondo te che penseranno di me, di 'quella nuova'?- chiese, mimando con le virgolette le ultime due parole.
Alexandra le fece cenno di seguirla, così si incamminarono nei corridoi per raggiungere la loro aula.
Fortunatamente, pensò Hope, avevano la prima ora insieme.
-Le troiette saranno invidiose di te- iniziò. –I maschietti faranno apprezzamenti-
Hope arrossì a quell'affermazione, dando scherzosamente uno schiaffetto dietro la nuca di Alexandra.
Lei ridacchiò.
Entrambe fecero il loro ingresso in classe, trovando posto agli ultimi banchi.
-A quanto pare anche Styles- Alexandra continuò la frase precendente.
-Chi?- chiese la bionda, ingenuamente.
Potette giurare di aver visto la sguardo dell'amica incupirsi, nello stesso momento in cui pronunciò quel nome.
-Ti ho spiegato tutto della scuola e di Holmes Chapel, ma ho omesso una cosa-
Nemmeno il tempo di continuare, che il professore fece il suo ingresso in classe.
-Continuiamo a mensa- sussurrò Alexandra, sapendo che le successive ore non le avevano in comune e, di conseguenza, si sarebbero riviste solo a mensa.
Hope, che come sempre non si faceva scappare niente, notò un paio di occhi verdi fissati insistentemente su di lei.
Notò poi il resto della classe che, se volgeva lo sguardo verso la persona possedente quegli occhi, cambiava completamente atteggiamento.
Sembrava lo temessero.
Così, presa dalla curiosità puntò lo sguardo verso il diretto interessato, scoprendo una massa di capelli ricci e, come già notato, due bellissimi occhi verdi.
I loro sguardi si incrociarono e la ragazza si sentì venir meno.
-Smettila di guardarlo- la ammonì Alexandra.

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Hope finì quello che doveva essere un purè di patate, ma che in realtà aveva tutt'altro gusto.
Dopo quella settimana aveva potuto appurare che il cibo di quella scuola faceva davvero pena. Non era nemmeno definibile 'cibo' quella roba.
-In sostanza, stai lontana da Harry Styles-
La bionda aveva ascoltato ogni singola parola del concitato discorso di Alexandra.
A quanto pare, il ragazzo con due smeraldi al posto degli occhi era tutt'altro che un tipo affidabile.
"Un pericolo" l'aveva definito la sua amica.
-Tranquilla- disse semplicemente.
Per quanto quel ragazzo l'aveva intrigata dal primo momento in cui i loro sguardi si erano incrociati, non aveva certo intenzione di avvicinarsi a lui.
Indipendentemente dalle parole di Alexandra.
Hope era così.
Era raro che qualcuno stringesse un qualunque tipo di rapporto, che sia d'amore o d'amicizia, con lei.
Alexandra era una delle poche eccezioni.
L'argomento 'Harry Styles' finì lì.
Per il resto del tempo parlarono del più e del meno, come fanno due normali amiche.
Hope scoprì, con grande stupore, che Alexandra aveva una grande passione per i cavalli.
Una cosa un po' insolita per una ragazza.
A lei invece piaceva leggere.
Leggere, leggere, leggere.
Leggeva durante l'intervallo, quando non aveva nessuno con cui stare. Adesso però, aveva Alexandra.
Leggeva a casa, quando finiva di svolgere i compiti.
Leggeva i Sabati sera, quando invece i suoi coetanei si divertivano in discoteca.
Leggeva anche quando si sentiva giù, perché i libri la portavano in un altro mondo.
Hope avrebbe tanto voluto scriverne uno.
Perché, in un suo libro, le cose sarebbero andate come voleva lei.
Ci avrebbe messo dentro tutti quelli che sono i suoi sogni e, rileggendolo, avrebbe finalmente immaginato la sua vita perfetta.
Una vita dove ti apprezzano per ciò che sei, non per la marca dei vestiti.
Una vita dove non vieni considerata una sfigata solo perchè hai la sufficienza a scuola e non apri le gambe al primo che passa.
Una vita dove non conta passare il tempo a sballarsi, giusto per seguire la moda, ma conta trascorrerlo facendo ciò che ti fa stare davvero bene.
A volte Hope si sentiva fuoriposto, quasi come se lei fosse un errore.
Si sentiva come se fosse l'unica a pensarla in quella maniera, in quel mondo di superficialità e, soprattutto, cattiveria.
Tanta, ma tanta, cattiveria.
Cattiveria, magari come quella che manifestavano nei suoi confronti le ragazze –a parte Alexandra- della scuola. Li sentiva lei i commenti poco gentili che facevano al suo passaggio.
Per cosa poi? Perché era diversa da loro?
Hope proprio non riusciva a spiegarselo.
-Se non la smette di fissarti giuro che gli stacco le palle-
Quella frase per niente fine di Alexandra la fece riprendere dai suoi pensieri.
-Chi intendi?-
-Intendo che Harry Styles non la smette di fissarti. Ma dico, ha una paralisi facciale e non riesce a distogliere lo sguardo da te?-
A quel punto si sentì avvampare, sapendo che lo sguardo di quel ragazzo era puntato su di lei.
Si mosse a disagio sulla sedia, non sapendo come agire.
-Però devo ammettere che il biondino vicino a lui non è niente male- continuò ironica la rossa, dimenticandosi per un attimo della voglia di prendere a schiaffi quel riccio.
-Alex..- Hope voleva davvero sapere una cosa, ma non sapeva come porre la domanda senza sembrare indiscreta.
-Si?- Alexandra riportò lo sguardo sulla ragazza seduta di fronte a lei, facendo un cenno con la testa intendendo di continuare.
-Quell'Harry Styles..insomma..tu..- Hope si grattò il collo imbarazzata. –Capisci che intendo?-
La ragazza ridacchiò. –No, non mi ha mai fatto niente. Non mi sono mai avvicinata a lui, non ho mai detto o fatto nulla che possa spingerlo a farmi del male-
Adesso la bionda era molto più tranquilla.
-E.. Quando si 'accanisce' contro qualcuno c'è un motivo preciso?-
Prima di rispondere, Alexandra si lasciò andare all'ennesima risatina.
Trovava buffo il linguaggio che usava la sua amica.
-Intendi se stupra qualche ragazza o picchia qualcuno per un valido motivo?-
Hope annuì a disagio, stupendosi di come Alexandra trattasse quegli argomenti delicati con così tanta leggerezza.
-Si, se l'è sempre presa con quelle che, come ti ho raccontato, lo prendevano in giro, oppure con quelli che con lui erano dei bulletti-
-Una sorta di vendetta- aggiunse Hope, mentre lo sgomento si faceva sempre più spazio in lei.
-Già, vendetta.- concluse. –Basta che gli stai lontana e non ti succederà nulla- si affrettò a dire, notando la paura nello sguardo della bionda.
-Oh, ma che consolazione- borbottò afflitta.
Si era trasferita ad Holmes Chapel per il lavoro del padre, ma anche perché aveva bisogno di cambiare area.
Non era molto confortante sapere che una sorta di stupratore, o come lo si vuole definire, si aggira nella tua stessa scuola e, per di più, è il tuo vicino di casa.
-Ah, Alex.. Ti ho già detto che gli Styles abitano giusto di fronte a me?-

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-Cos'hai intenzione di fare con lei?- chiese Louis, alludendo alla bionda che Harry aveva preso di mira.
Il ragazzo, come risposta, scrollò le spalle con indifferenza.
-Riformulo meglio la domanda- continuò Louis. –Hai intenzione di farle del male?-
Il riccio si voltò verso l'amico, notando quanto fosse preoccupato.
-Per ora non ha fatto nulla che possa scaturire la mia rabbia-

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