6)Bastard
Innanzitutto... CIAO! E poi... GRAZIE MILLE PER IL VOSTRO SOSTEGNO.
Leggere i commenti mi riempie di gioia.
Ora vi lascio alla storia.
Buona lettura.
Scrivo freneticamente gli appunti sul quaderno man mano che la professoressa di studi sociali spiega.
Ho imparato con il tempo che questa strega chiede più ciò che spiega che quello che c'è scritto sul libro, ma pur volendo non riesco a concentrarmi al 100%.
Colpa di Drake e di quel bacio.
Sento la faccia accaldarsi solo a ripensarci.
Eppure non è stato il mio primo bacio,non sono nemmeno più vergine porco due, ma allora perché.
Lo odio!
"E ricordate di studiare il paragrafo tre, siamo all'inizio ma pretendo impegno."
Arpia negriera.
Chiudo tutto e stiracchio la schiena sentendo le ossa fare un brutto rumore.
Sto diventando vecchia.
Raccolgo le mie cose e preparo i libri per la prossima lezione, ma una ragazza della classe si alza e prende posto alla cattedra.
"Allora ragazzi sono Andrea Young e faccio parte del comitato organizzativo degli eventi scolastici. Ho bisogno di due rappresentanti in questa classe... Qualcuno vuole candidarsi?"
I grilli, sembra quasi di sentirli e di vedere una balla di fieno attraversare l'aula.
Bene! E come dice il prete in chiesa, andate in pace.
"Nessuno? Dai ragazzi non fate i timidi."
"Io e Johns."
Inizio a tossire, mi sono strozzata con la saliva, ma che cazzo!?
"Ecco, Drake non so se voi due andate bene."
"Mi candido anch'io."
Guardo una delle oche, Charlotte o Charlize,come si chiama lei e intervengo subito per pararmi il culo.
"Dato che ci sono loro io sono fuori."
"No."
Guardo Drake, a che gioco sta giocando? Io sono già abbastanza impegnata con il lavoro, lo studio e i miei problemi, se inizio a preoccuparmi anche di quelli della scuola finirò in un centro psichiatrico.
"O sei dentro o non se ne fa niente."
"Se siete in tre ancora meglio."
Voglio strozzare Andrea, lei è quel suo sorriso.
"Perfetto, mi toccherà sopportare il fantasma..."
E l'oca, si, strozzeró anche lei, se vuole Drake tutto per sé... SE LO PRENDA?!
"È deciso!"
Uccidetemi.
***
Quando arriva la pausa pranzo il mio umore è nero... Morte.
Le verdure sono il mio sfogo, uccise dalla forchetta, peccato che non c'è O'Connor sotto.
"Ehi!"
Guardo male Philip che subito perde il sorriso e si mette a mangiare il suo pranzo terrorizzato.
Sospiro, lui non c'entra niente, sono gli altri esseri umani presenti in questa sala che meritano di morire.
"Scusa, giornataccia."
"Ti posso capire... Ehm grazie per prima, ho riavuto i vestiti e beh... Sei un'amica."
Resto sbigottita, erano anni che qualcuno non mi chiama così.
Faccio un mezzo sorriso, almeno le mie cattive azioni aiutano questo pivello.
"Cos'è successo di preciso!?"
"Mi hanno incastrata ad essere una rappresentante della classe, questo significa fare i pomeriggi."
"Ma dai, anch'io lo sono della mia classe."
"È sorridi?"
"Cosa c'è di male?"
"Beh sai, tutto? Compilare carte, organizzare eventi, sentire i problemi degli altri. Io ho già i miei e sono messa in questo stato pensa se devo subirne altri... Devi ancora crescere pivello, in questo mondo i buoni fanno sempre una brutta fine."
"Parli come ad una veterana di guerra."
"Se vuoi metterla così."
Mi manca la medaglia al valore e un fucile, che mi farebbe molto comodo in questo momento.
***
Arriva il pomeriggio è la scuola è desolata se non per una decina di studenti.
Guardo il foglio che ha lasciato Andrea con quello che c'è da fare.
Preparare evento per Open Day.
Stand da discutere in classe.
"Io me ne vado."
Ora lo uccido.
"Non osare. Mi hai trascinata tu qui e ora ci rimani."
"Ho cose ben più importanti da fare."
Si alza prende le sue cose e se ne va, lasciandomi con l'oca che dopo due minuti guarda il telefono.
"Anch'io vado, se non c'è Drake non ha senso per me restare con... Te."
Disprezzo... È reciproco.
Vengo lasciata da sola e sono molto tentata di spaccare la sedia e piangere dalla rabbia, ma così la darei vinta a quel cavernicolo.
Stringo i pugni. Se vuoi una cosa fatta bene bisogna farsela da sola.
Inizio a scrivere diverse ipotesi, quelle che mi vengono in mente grazie a tutti quei manga che ho letto.
Calcolo il costo budget e quello dei costumi, quando gli occhi iniziano a chiudersi.
Guardo l'orologio, sono le cinque e mezza, forse posso schiacciare un pisolino prima di andare a lavoro.
In fondo il lavoro qui l'ho terminato.
Poggio la testa sul banco e dopo poco crollo.
***
Sento un rumore di chitarra, di nuovo. Devo star sognando perché mi ritrovo ad essere una nana.
Apro la porta di fronte a me e c'è un uomo di spalle che scrive freneticamente su un foglio prima di suonare. Sta scrivendo una canzone.
Allungo una mano e in quel momento l'immagine si sfuma e torna ad essere tutto buio.
Quando apro gli occhi mi ritrovo due gemme di ghiaccio fissarmi.
Sbatto le palpebre più volte... Forse sto ancora sognando, ma apro le riapro è ancora lì.
"Sei uno stalker per caso?"
Stiracchio la schiena e sciolgo la coda di cavallo, raccogliendo le carte e posandole sotto al mio banco.
"Sei rimasta fino ad adesso da sola?"
"No ero io e... Io, fatti due calcoli."
"E quell'altra?"
"Credevo fosse con te, sai a fare una cavalcata in qualche bagno."
Prendo la borsa ed esco seguita da lui... Devo chiamare la polizia o cosa?
Esco dall'edificio e sto per andarmene, quando mi sento chiamare.
"Casper ti porto io."
"Hai sbattuto la testa?"
"Muoviti."
Si avvicina verso ad una moto da biker, una Harley Davidson, nera con un teschio in fiamme sulla fiancata.
"Scordatelo, perché dovrei fidarmi di te?"
"È tardi e tra poco non dovresti attaccare con il lavoro?"
"Si ma..."
"Allora muovi il culo."
Assotiglio lo sguardo ma alla fine salgo.
"Prima passa da casa mia, devo prendere la divisa."
Si gira verso di me ed alza un sopracciglio.
"Tu ovviamente aspetti di sotto."
Sghignazza, nessuno è mai entrata nella mia tana, il mio rifugio dal mondo di merda, e di sicuro non ci farò entrare Satana.
Parte veloce, facendomi prendere un infarto. Lo sento ridere.
Pezzo di culo.
Gli indico la strada e in cinque minuti siamo arrivati.
Scendo e salgo velocemente le scale, mi cambio e riscendo salutando al volo la signora Denver sulle scale.
Drake si sta fumando una sigaretta, ma appena mi vede la getta e accende la moto.
"Ti conviene stringerti, stavolta sto per correre."
"Cercherò di non cadere."
Troppa confidenza, d'ora in avanti avrò la guardia sempre alta.
Rischio di cadere ad un paio di curve, ma mantengo le mani ben salde ai lati della moto.
Quando arriviamo scendo e prima di andare lo guardo.
"Beh, grazie."
"Mi hai appena detto grazie?"
"A casa mia si chiama educazione."
Detto questo entro dentro e poggio la schiena contro la porta.
Non so a cosa pensare... Ah già, al lavoro. Meglio immergermi tra alcol e musica che pensare a Satana.
Eheheheh abbiamo delle doppie personalità 🤣
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Manu
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