57) Pain
In tutta la mia vita, se pur breve, le uniche volte in cui ho provato paura sono state poche tanto da poterle contare sulle dita.
Paura di affogare a tre anni, quando i miei genitori mi portano per la prima volta a mare, un'onda mi travolse e venni tirata per i capelli, da allora evito di stare a contatto con l'acqua.
Paura di perdere ciò che amo, dopo la morte di mia madre uscì con un ragazzo che dopo avermi illusa mi aveva scaricato.
Paura di provare di nuovo amore verso qualcuno, questa sono riuscita a superarla grazie a Drake, ma dopo ieri sento di essere tornata insicura.
E adesso, ho paura di entrare in questo bar, dove qualche ora fa Tunder mi ha inviato un messaggio dicendomi che Jonny mi aspettava al suo interno per le quattro, ma sono passati quindici minuti da quando sono arrivata sola in perfetto orario.
Ero convinta che parlargli per mandarlo a quel paese sarebbe stato facile, e invece ho paura, le gambe mi tremano e i passanti vedendomi con lo sguardo perso nel vuoto potrebbero pensare che io sia pazza, e forse non hanno tutti i torti.
Al concerto sono stata trasportata dalla rabbia, ma ora è tutto diverso e sento che dentro di me spero che abbia cambiato idea non vedendomi arrivare e che se ne sia andato, ma quando, dopo lunghi attimi di esitazione, decido di entrare i miei occhi viaggiano tra i posti occupati, fino ad incontrare i suoi che evidentemente si sono alzati quando ho aperto la porta.
Stringo di più la presa sulla borsetta e ad ogni passo che avanzo sento il cuore battermi in gola.
Ho espressamente chiesto a Drake di non accompagnarmi, ma ora una mano da stritolare oltre che alla borsa mi sarebbe si conforto.
Lo guardo nel modo più freddo possibile, e una volta che mi siedo sento che nei suoi occhi si sia accesa una scintilla di speranza e questo mi destabilizza ancora di più.
"Ciao Tessie"
"Nessuno mi chiama più così, Jonny"
Mi sistemo sulla sedia e un cameriere viene a prendere le nostre ordinazioni, smorzando la tensione.
"Cosa vi posso portare?"
"Caffè amaro e..."
Lascia la frase in sospeso aspettando che prenda parola, in effetti ora che ci penso i suoi gusti in questi anni non sono cambiati.
"Ginseng"
Sparisce e ritorna il silenzio con una mia stramaledetta voglia di fumare, ma eheheh non si può!
"Grazie per essere venuta Tess"
"Parla prima che me ne penta."
Si sistema meglio sulla sedia e si schiarisce la gola, agitato? Dovrebbe essere terrorizzato per tutta la violenza che sto trattenendo.
"Tess, in questi anni non sono stato presente."
"Ma davvero?"
Okay, devo fare la brava, prima finisce di parlare e prima posso scappare. Gli faccio cenno di continuare.
"Dicevo, sono scappato come ad un vigliacco, ma amavo sia te che tua madre. In quel periodo non riuscivo a trovare un lavoro che mi permettesse di campare una famiglia e alla fine ho deciso di provare altrove."
Arriva il cameriere con le nostre ordinazioni e sorseggio il ginseng riuscendo ad allentare il fascio di nervi mentre continua a parlare.
" Appena potevo mandavo dei soldi a tua madre tramite la sua vicina, te la ricordo Rachel? "
Annuisco, è stata lei che mi ha aiutato a portare mia madre all'ospedale la prima volta.
"Tentavo di esserci per voi, e di tornare, ma poi si è presentata un'occasione di diventare il chitarrista ufficiale dei Predators, ho fatto il provino e sono stato scelto, ma così mi sono sempre allontanato di più."
Assottiglio lo sguardo, non riesco più a starmene zitta, anche se la mamma mi aveva nascosto che prendeva soldi da Jonny, probabilmente li ha usati per pagare i miei studi.
" Avresti potuto telefonare. "
"Claire non voleva, diceva che avresti sofferto sentendomi."
Sospiro e abbasso lo sguardo, assimilando queste informazioni.
"Forse aveva ragione, perché quando avevo bisogno di mio padre, lui non c'era.
Quando iniziai a suonare, quando venni invitata al primo ballo da un ragazzo, tu non c'eri Jonny."
Reprimo le lacrime che minacciano di uscire, non devo mostrarmi vulnerabile, altrimenti la corazza che mi sono costruita per oggi andrà in mille pezzi.
" E me ne sono pentito ogni giorno"
"Ma per favore, se fosse stato davvero così avresti ignorato la mamma e mi sarebbe bastato riceve anche un piccione viaggiatore!"
Stavolta è lui ad abbassare lo sguardo per finire il suo caffè.
"La mamma come sta? E da diverso tempo che non ricevo sue notizie"
"Davvero non lo sai?"
"Cosa?"
Mi mordo il labbro inferiore e guardo fuori dalla finestra prima di prendere una decisione.
"Va bene, ti porto da lei."
È confuso, ma dopo aver pagato il conto camminiamo in un religioso silenzio, e mi fermo da un fioraio prima di arrivare di fronte al cimitero.
Con la coda dell'occhio lo vedo sbiancare di colpo, ma evito di parlare fino a quando non arriviamo alla sua lapide.
La pulisco dalle foglie secche e dalla neve, sistemando poi i fiori.
"Lei... Aveva il cancro Jonny, stadio terminale, se n'è andata quando avevo sedici anni."
Non sentendo alcuna risposta continuo a parlare.
"Ha lottato come poteva, ma non c'è l'ha fatta e sono rimasta sola, passando da una casa famiglia ad un'altra fino a quando non ho incontrato Tom, mi ha cresciuta come ad una figlia. - prendo fiato perdendo il controllo di una lacrima. - Ma mi ero ripromessa di non cantare più e di abbandonare la musica, e ci sono riuscita per diversi anni, ma quando ho ripreso ho capito che la mamma non avrebbe voluto e poi ti incontro e sai cosa ho provato?
Rabbia, tantissima appena ti ho riconosciuto, poi dolore, per ciò che ho passato e adesso tristezza perché dopo tutto lo schifo che ho vissuto tu stai tentando di costruire qualcosa con me, quando finalmente mi ero imposta di chiudere la porta del passato. "
Mi volto a guardarlo e me lo ritrovo che piange inginocchiato su se stesso mentre i suoi occhi sono fissi sull'incisione della lapide.
Claire Johns 05/08/68 - 23/11/13
Guerriera contro il male
di questi mondo, madre amorevole
Gli passo di fianco e poggio una mano sulla sua spalla.
Farglielo vedere è stato più facile che spiegarlo a parole, ma è stato anche più doloroso.
"Io ora devo andare Jonny, ma credo che voi due abbiate tanto di cui parlare... Per ora non cercarmi e se mai un giorno sarò disposta a vederti come, come ad un padre allora sarò io che mi farò viva alla tua porta.
Adesso mi sono scelta il percorso da prendere per raggiungere il mio sogno, ricordando la mamma quando mi sorrideva mentre cantavo per lei. "
Me ne vado, ma le lacrime iniziano a scendere copiose tanto che una volta fuori dal cimitero devo appoggiarmi al muro di un palazzo per racchiudermi in me stessa e dare sfogo a tutte le emozioni che mi sono piombate addosso come ad un maremoto, eppure, sento ancora che la porta del passato non si sia chiuso completamente, ma che abbia lasciato uno spiraglio aperto con il ritorno di Jonny.
Eccomi qui! 😂😂😂 Vi confesso che l'ispirazione mi è venuta di notte sulla spiaggia perché con questo caldo il bagno di notte è l'unica soluzione!
Baci baci
Manu
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