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2) On a September day

Eccomi qui con il secondo capitolo, così potete iniziare a farvi un'idea della storia.
Descriverò i personaggi all' inizio per comodità.

Theresa Johns: Karole Katerina
19 anni, Toro, 9-05-99, liceale, capelli neri/blu, occhi celesti, esile e bassa, corpo tatuato e piercing naso, orecchie e labbro inferiore.
Solitaria, scontrosa e lunatica.
Ama e odia la musica, canta per sé mai per gli altri.
Punk e pop, ama gli animali non le persone... 😅😂

***

Sento una melodia, chitarra, classica credo.
Sembra il ritornello di "let it go".

Apro una porta e vedo una figura maschile di spalle suonarla, mentre una bambina con il ciuccio ride sorniona.

La voce di quell' uomo quasi mi provoca la pelle d'oca, ma è questione di un attimo e la melodia viene sostituita da un suono ripetitivo che diventa sempre più forte...

*

Apro gli occhi e ora il rumore fastidioso della sveglia riempie la mia testa.

"Dovrebbero uccidere chi l'ha creata."

La spengo e con riluttanza rotolo con il sedere giù dal letto e osservo il soffitto.

Quando finirà questa vita di merda?

Faccio un gran sospiro prima di darmi lo slancio e alzarmi.

Una bella doccia fredda mi sveglierà di sicuro.

Sciolgo i lunghi capelli neri, e allo specchio mi accorgo che forse dovrei andare ad accorciare il ciuffo ed evidenziare le sfumature blu, ma quando avrò tempo forse lo farò.

Faccio partire la musica dei Maroon 5 e con l' acqua e le note di Girl like you riacquisto un pó di energie.
Tornare a scuola sarà una batosta, e spero che fili tutti tranquillo come l'anno scorso.

Avvolgo i capelli con un asciugamano e metto i piercing al labbro inferiore, gli unici che levo per sicurezza...

La musica cambia e parte Goo Goo Dolls degli Iris.
Indosso un paio di jeans strappati neri con gli scarponi slacciati e una rigorosa felpa maschile comprata a poco prezzo in una svendita di vestiti.
Vivendo da sola devo riuscire a fare rientrare tutte le spese per poter pagare l'affitto.

Trucco gli occhi leggermente a mandorla e asciugo i capelli, in modo tale da coprire quanto più possibile il mio viso.
Odio quando la gente mi fissa, giudicano senza nemmeno prima conoscere una persona solo per il suo aspetto e allora ho deciso che se non li vedo è meglio per me.

Prendo lo zaino, il telefono e le cuffiette.
Indosso il cappello ed esco dalla mia tana, una mansarda con un letto un cucinotto e un bagno, ciò che serve per sopravvivere.
La proprietaria è stata molto affabile a cederla a me e non ad un' altra studentessa che poteva offrirle anche qualcosa in più di pagamento, non la ringrazierò mai abbastanza per questo.

"Buongiorno signora Denver"

"Buongiorno Tess, quante volte ti dovrò ripetere di chiamarmi Mary?"

"Scusi... Anzi scusa, ma è più forte di me."

"Non preoccuparti, ricominci con gli studi?"

"Si, e so già che sarà dura far rientrare lavoro e studio negli orari."

"Tu sei in gamba, c'è la farai stai tranquilla."

"Lo spero, un anno e poi potrò dire ciao ciao a quell' istituto."

Sorride, la saluto e mi dirigo verso la fermata del bus
Mi attrezzo di cuffiette e metto la musica a palla, perché già conosco il clima del bus...adolescenti in preda agli ormoni con visione esaltata della loro vita liceale.

Il bus arriva, saluto l' autista e non guarda nemmeno che tipo di carne fresca abbiamo quest'anno.
Prima finisco questo anno e prima potrò bruciare tutti quei libri di testo.

***

Quando il bus si ferma aspetto che il gregge di pecore scenda, prima di vedere ancora una volta la Seattle center high school.

Faccio un altro sospiro e mi avvio, non potendo evitare di osservare gli animali di quest'anno.

Pompati, oche, nerd, finti emo, i neutrali e...

"Cos'hai da guardare nano?"

"Niente io."

Un novellino viene spintonato e cade per terra insieme a tutti i suoi libri.

"Ora sparisci prima che perda la pazienza."

Ed ecco i bulli.

Le ragazze del gruppo ridono come delle arpie mentre circondano qualcuno, ma non vedo chi a parte delle lunghe gambe il viso è coperto da finti capelli e tette alzate con il push-up.

"Dove sono i miei occhiali?"

Il pivellino inizia a tastare il terreno, ma i suoi occhiali sono finiti da tutt'altra parte.

Le risate continuano e riesco a sentirle perfino con tutta la musica sparata nelle orecchie.

Mi avvicino e glieli prendo per poi porgerglieli.

"Grazie."

Li indossa e quando mette a fuoco la mia faccia, resta leggermente sorpreso.

"Figurati."

Sento gli sguardi di quei bulli addosso, ma poco importa, dato che in questo liceo sono definita il fantasma, e come tale sparisco dalla circolazione andando al mio armadietto per posare le mie cose, quando continuo a sentirmi osservata.

Mi giro e ritrovo il piccoletto di poco fa.
Occhiali capelli tagliati male, camicia e polo con un pantalone color cachi, un nerd insomma.

"Ecco io..."

Resto in silenzio a guardarlo, mentre le sue guance diventano sempre più rosse.

Di sicuro non sarò Margot Robbie, ma non sono nemmeno da buttar via, insomma, ci tengo a curarmi.

"Nuovo."

"Si."

"Sei venuto a vedere la scuola nei giorni di orientamento?"

"Ecco in realtà..."

"Solo perché ti ho raccolto gli occhiali non significa che ora siamo amici."

Abbassa lo sguardo e tutta quella vivacità che prima era nei suoi occhi scompare.
Si gira a capo chino, forse sono stata troppo dura dopo che un gorilla gli ha fatto fare il volo dell' angelo.

" Aspetta pivellino, se vuoi ti porto in segreteria. "

Gli occhi riprendono a brillare, come se fosse un bambino in un luna Park.

"Grazie."

"Le grazie le fanno i santi."

Gli scappa un sorriso, anche se la mia non doveva sembrare una battuta.

***

"Io ti lascio qui, di solito però per i nuovi arrivati c'è il discorso della preside in cortile o nella sala congressi, prova a chiedere."

"Gr... Volevo dire..."

"È più forte di te non è vero?"

Diventa un peperone, è davvero timido.

Alzo una mano e lo saluto prima di andare nella direzione opposta al cortile.

Il primo anno mi è bastato, alla fine sono sempre gli stessi discorsi che avrei potuto evitare quest'anno se non fossi stata bocciata.

Salgo le scale e una volta arrivata sul terrazzo, mi siedo per terra e armata di cuffiette riprendo da dove avevo interrotto.

Per essere un giorno di settembre c'è troppo sole, e sinceramente io amo la pioggia e i temporali.

Mi accendo una sigaretta e riesco a fumarmela in santa pace, prima che una voce in sottofondo non mi fa alzare.
Guarda di sotto ed ecco la preside fare il suo bel discorsetto di benvenuto.

Certo che da qui sembrano tutti delle formiche.
Parla, parla e parla, fino a quando il mio sguardo non si sposta sulla finestra di fronte in corrispondenza della preside.

Sono i bulli di prima, riconosco il gorilla e le gatte morte, prendono un secchio e il seguito è da immaginarselo.

Una bomba d'acqua e farina colpisce la preside, mentre i bambinoni scappano per non farsi beccare.

"Si divertono con poco."

La reazione della preside è scontata, urla peggio di tarzan dritto nel microfono, rendendo sordi tutti i presenti del cortile.

A quanto pare si prospetta un altro anno scolastico tranquillo mi dicono...

Spengo la sigaretta e scendo le scale, quando a metà rampa vedo un altro paio di scarponi salirle.

Continuo a camminare ignorando il ragazzo mantenendo lo sguardo basso concentrandomi sulla musica, però, quando per sbaglio sfiora la mia spalla sento come se una scossa mi attraversasse il braccio.

Alzo leggermente lo sguardo e con la coda dell' occhio riesco a vedere metà testa tatuata e le sue spalle larghe.

Continuo a scendere.
Sarà meglio evitare tipi come lui, ispira tutto tranne che sicurezza e di solito sono rare le volte in cui sbaglio a giudicare una persona.

Non partiamo subito in quarta perché vorrei riuscire a soffermarmi di più sui personaggi questa volta, se sembra noioso ditemelo e rimedieró subito.
Baci baci
Manuela

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