Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

11) Hate

Scusate il ritardino, ma devo prendere anche la patente e felicità 🤣🤣
Torniamo ai nostri due belli ma dannati che si trovano in una situazione di stallo.
Buona lettura.

La domenica passa troppo in fretta per i miei gusti, come sempre non ho dormito bene, ma almeno mi sono sistemata l' appartamento e ho fatto un po' di pulizie.
Per non parlare dell'ora di coccole che mi sono presa dalla parrucchiera.
Ho reso più acceso il blu alle punte e sistemato il ciuffo, e ora si torna al mondo reale, ovvero festival culturale.

Oggi la giornata è più calda del solito e oso con una maglietta corta che lascia l'addome scoperto e un pantalone strappato a vita alta.
Metto una camicia di jeans aperta e prendo le solite cose per poi andare alla fermata del bus.

Quando salgo però non è come le altre mattine, sento di essere osservate e non appena mi giro leggermente con la coda dell'occhio noto che non era solo una mia impressione.
Mezzo bus sta bisbigliando mentre mi osserva, e odio questo tipo di situazione.

"Dicono che sia lei..."

"Ho sentito che si frequenta con O'Connor."

"Già, ieri li hanno visti insieme in un parcheggio."

Resto zitta, ma appena arriviamo a destinazione sono la prima a scendere, sto per sentirmi male.

Corro fino al retro della scuola e mi appoggio al muro facendo lenti respiri e guardando il cielo sento il mio cuore rallentare i battiti.

Chiudo gli occhi e velocemente passano nella mia mente le immagini del funerale della mamma.

"E quella?"

"È sua figlia, l'ha fatta con quel musicista fallito."

"Spero che non l'affidino a me"

"Oh di certo io non la voglio."

Quelle persone, che dovevano essere i miei parenti, sparlavano di me davanti alla tomba di mia madre, perché per loro sarei significato solamente un peso.
Il problema era che io non riuscivo a sopportare quei finti sorrisi, quando la sera li sentivo sparlare di me, qualsiasi cosa io facessi non era abbastanza per essere accettata e allora scappai.

Li riapro e con la schiena ancora al muro scivolo per terra nascondendo la testa tra le ginocchia.

Per un periodo mi hanno persino costretta a parlare con uno strizzacervelli. Volevano farmi passare per pazza che soffriva di attacchi di panico e rinchiudermi in qualche manicomio...peccato per loro che io non abbia mai parlato.

"Miao."

Sollevo leggermente lo sguardo e vedo il gattino nero dell' altra volta fissarmi...ci mancava.

"Sei ancora qui?"

Si avvicina lentamente e mi annusa la mano.

"Non ho niente da darti stavolta."

Muovo un dito, e stranamente non si allontana, anzi, strofina il musino contro la mano e inizia a fare l'efusa.

"Hai cambiato idea su di me?"

Lo prendo e lo metto sulla mia pancia per accarezzarlo, è una palla di pelo morbidosa.

"Come posso chiamarti..."

Mi guarda con quei grandi occhioni giallo oro, fa quasi impressione.

"Tutto nero, che ne dici di Ares?"

Il gatto della guerra, suona bene.
Continuo ad accarezzarlo fino a quando non sento la campanella suonare.
Lo sposto e mi alzo, ma appena ci sarà la pausa pranzo gli porterò qualcosa da mangiare.

I corridoi sono vuoti, ma quando entro in classe, ritorna quella sensazione.

"Johns, è in ritardo."

"Scusi."

Afferro il mio braccio e lo stringo andandomi a sedere senza guardare nessuno, ma i miei occhi una volta preso posto, non possono fare a meno di guardare nella sua direzione.

Solo uno sguardo di sfuggita e lo trovo a fissarmi con quei diamanti di ghiaccio che brillano di pazzia.

Merda, sento le guance accaldarsi solo ricordando l' altra notte, ma se sono in questa situazione principalmente è colpa sua.

Devo odiarlo.

Inizia la lezione è tutto quel che reputo importante lo annoto sul quaderno, ma quando la prof dice che mercoledì avremo il primo test la vorrei strozzare con il filo dei suoi occhiali.

Spero solo che sia l'unica o che data la mia situazione di prigioniera del consiglio studentesco io possa astenermi o posticipare qualche verifica in casi estremi.

"Tess?"

Alzo lo sguardo ed incrocio gli occhi di Andrea, da quanto tempo mi stava guardando?

"Ehi"

"Ti eri persa nei tuoi pensieri?"

"Più o meno."

"Sicura di stare bene? Sei un pallida."

"Si, novità per il festival?"

"Abbiamo tutto, bisogna solo montare."

Suona la campanella e prima di uscire per andare a mangiare con Andrea, tre tipe se ne stanno davanti alla porta e quando mi vedono capisco che cercano me.

"Sei tu Theresa Johns?"

"Dipende da chi mi cerca."

"Vieni con noi, dobbiamo parlare."

Andrea mi tira un lembo della camicia.

"Sicura che vada tutto bene?"

"Non preoccuparti, ci vediamo in mensa."

Le seguo e mi portano all' esterno sul retro della scuola.

"Stai lontana da Drake."

Alzo un sopracciglio, a quanto pare ha un gruppo di fan.

"Potete tenervelo."

"Si certo, e allora perché gli stai sempre appiccicata?"

"Colpa sua, non mia."

"Non dire stronzate! Se non vuoi capirlo con le buone passeremo alle cattive."

Due di loro mi bloccano al muro mentre la terza caccia un coltellino svizzero. Cerco di liberarmi ma sono sempre due e sono troppo lontane per una testata o ginocchiata.

"Vedremo se Drake ti guarderà ancora dopo che la tua faccia sarà sfregiata."

Avvicina il coltello al mio volto e sono pronta ad urlare come ad una pazza nella speranza che qualcuno mi senti, quando le mie preghiere vengono ascoltate da Satana.

La rossa davanti a me resta a bocca aperta mentre Drake le tiene il polso in una morsa ferrea.

"D-Drake?"

"Dammi una ragione valida per cui non dovrei usare questo coltello contro te."

Le trema il labbro inferiore, mentre le altre due mollano la presa e scappano via.

"No io..."

La tira verso di me e le sussurra qualcosa nell' orecchio che le fa spalancare gli occhi.
Lascia il coltello che cade per terra e corre via, mentre io ho assistito alla scena immobile contro al muro.

"Tutto bene?"

Quando sento la sua voce ritorno al mondo reale e le mie ginocchia cedono facendomi cadere scivolando contro il muro.

Ho le lacrime agli occhi e mi copro il viso con i capelli mentre mi stringo le braccia.

Mi sta salendo di nuovo un attacco di panico seguita da una crisi isterica, quando sento due grandi braccia stringermi contro ad un petto caldo e forte.

Non dice niente e mi lascia sfogare, cosa mi sta succedendo?
Lo devo odiare, è colpa sua se mi trova in questa situazione, eppure, il mio cuore batte talmente forte, e non è per la paura, o almeno non in parte.

Perché deve mostrare questo lato di sé? Il mio cervello dice una cosa, ma sembra che il cuore voglia agire per conto suo.

Questo capitolo, vorrei dedicarlo a quelle persone che hanno sofferto e soffrono di bullismo.
Ovviamente questa è una storia, ma purtroppo certe cose possono accadere in certe scuole,ma ricordate, il silenzio non aiuta.
Commentate e votate.
Baci baci
Manu

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro