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44° capitolo

Se fino a qualche momento prima una parte della mente della ragazza era rimasta al pensiero di Draco che abbandonava la sala grande per dirigersi chissà dove, adesso essa fissava l'amico di fronte a se con le labbra socchiuse e la fronte aggrottata, mentre lui, più serio che mai, fissava i palmi delle proprie mani e le dita che intrecciava ansioso fra di loro.

-Cosa?- bisbigliò spaesata Hermione dopo qualche momento, sicura del fatto che Harry stessa scherzando, doveva essere così.
Ma il ragazzo non sollevò ancora lo sguardo, continuando a nascondere sotto le palpebre le iridi smeraldine.

-Sì ragazzi, è stata una mia scelta. Se Voldemort potesse essere sconfitto, se questo potesse avvicinarci di un altro passo alle sue morte, se così foste tutti più al sicuro...-

-Eccetto te- lo interruppe Ron. Il ragazzo aveva perso la scintilla di spensieratezza che illuminava spesso le chiare iridi azzurre.
Hermione alzò lo sguardo sul rosso e, per la prima volata da quando si era seduto nel tavolo della sala grande, anche Harry fece lo stesso. Le due paia di iridi chiare dei ragazzi si fissarono, quasi in contraddizione tra di loro. Ron sembrava più serio che mai, la fronte aggrottata e le labbra tese, al contrario Harry reggeva lo sguardo con dipinto un qualcosa di simile al senso di colpa, stava infatti riferendo al propri amici che di lì a poco sarebbe partito alla ricerca di un pezzo dell'anima del mago più oscuro del mondo, circondato da chissà quale potente protezione che, in casi estremi, gli avrebbe potuto far perdere la vita.
Ron e Hermione sembravano essere arrivati alla stessa conclusione.

-Sarò con Silente- bisbigliò Harry sperando che questo avrebbe rassicurato, almeno in parte, i due amici. Lui doveva andare.

Ron sbuffò sonoramente, immergendo nel frattempo una mano fra i ciuffi di capelli rossi sompigliandoli più di quando già non lo fossero.

-Sai Harry, sembra inutile tentare di toglierti dalla testa le tue originali idee suicide- cominciò il ragazzo -E se anche arrivasse qui Godric Grifondoro a importi di stare col sedere dentro queste quattro mura sono certo che lo manderesti beatamente a quel paese e sgattaioleresti via prima che esso possa dire "balbettante bambocciona banda di babbuini", quindi...- Ron riprese fiato e le sue labbra si distesero in un sorriso, in parte forzato dal timore che sicuramente provava in quel momento, in parte di sincero affetto nei confronti dell'altro- non sono felice che tu vada, ma sta attento amico.-

Anche il viso di Harry si era rilassato, abbandonando quell'aspetto teso di pochi secondi prima.

-Grazie Ron- rispose semplicemente il ragazzo, sorridendogli come se il rosso gli avesse tolto un pesante masso dalle spalle. Quando Harry guardò Hermione questa semplicemente annuì, facendogli intuire che lo avrebbe assecondato anche in quest'ennesima, folle impresa.

E dopo poco, il pensiero dell'Horcrux tornò lontano; Ron teneva una grossa coscia di pollo in una mano mentre, con l'altra, gesticolava teatralmente in direzione di Seamus, al quale stava raccontando come, insieme a Fred e George, l'estate scorsa avessero scacciato dal loro giardino parecchi stupidi gnomi e come, uno di essi, gli avesse morso il pollice. Harry e Ginny bisbigliavano fra di loro, la rossa aveva ormai un sorriso tatuato sulle labbra e le guance perennemente arrossate. Prima che Ginny arrivasse al tavolo Grifondoro Harry aveva chiesto ai due amici di non dire nulla alla ragazza sull'argomento affrontato precedentemente. Gliene avrebbe parlato, ovvio, ma voleva che parte di quella sera passasse senza alcuna preoccupazione, finché sarebbe stato possibile.

Mentre Hermione non poteva evitare di notare l'assenza prolungata di qualcuno che sarebbe dovuto trovarsi due tavoli più in là, fra una marea di divise nere dallo stemma verde/argento.

Ripensava a come il ragazzo si fosse guardato intorno prima di allontanarsi dalla sala, di come la fronte era imperlata di sudore, quasi fosse preoccupato per qualcosa. Anche quando la sala cominciò a svuotarsi mentre gli studenti si allontanavano verso il corridoi, il ragazzo non si fece vivo neppure per un boccone.

In fine, quella sera, Hermione volle semplicemente staccare la spina per un paio d'ore. Si diresse in biblioteca, il familiare odore di libri la circondò subito facendola istintivamente sospirare.
Sprofondò in una poltrona infondo alla grande stanza, fra le mani il libro della famosa scrittrice J.K.Rowling, che trattava della storia di tre babbani che ogni giorno affrontavano la vita scolastica e sociale circondati da mille difficoltà ma legati per sempre dalla loro amicizia.

E pagina per pagina, capitolo per capitolo, le ore passarono. Hermione lesse alla luce di una abasciur, finché gli occhi non cominciarono a pizzicarle e un senso di stanchezza prese a gravare sulle palpebre e sulla mente.

Chiuse il libro, ricordando il numero dell'ultima pagina letta, per poi riporlo sullo scaffale della libreria e dirigersi nella penombra del castello verso la sala comune.

Davanti al ritratto della signora Grassa, la donna fu piuttosto scocciata di essere distrurbata dal suo sonno per lasciare entrare la ragazza ma, con qualche segno di disapprovazione, finì per compiere il suo lavoro e lasciare ad Hermione lo spazio per accedere alla sala comune.

In quel preciso istante, però, la ragazza fu spinta all'indietro da una figura che, invece, si stava dirigendo fuori. Le bastò poco per mettere a fuoco i capelli corvini e gli occhi chiari circondati dalle lenti rotonde.
Harry si fermò davanti la ragazza, scusandosi per averla urtata.

-Non è nulla- lo tranquillizzò -tu... stai già andando?- chiese Hermione, abbastanza certa della risposta che avrebbe ricevuto. Harry le sorrise, un sorriso talmente spontaneo che in quel momento sembrava quasi inopportuno.

-Andrà tutto bene- le sussurrò. Hermione annuì un paio di volte, poi strinse forte a se il ragazzo, gettandogli le braccia al collo.

-Harry, sta attento- gli sussurrò.
Come un flashback le tornò alla mente la figura di una bambina undicenne, inginocchiata insieme al bimbo sopravvissuto vicino al corpo del loro amico, ai piedi di un enorme scacchiera.

-Harry, sta attento- ripetè la voce della bambina. E il piccolo Harry le mostrò un sorriso rassicurante, lo stesso che le stava mostrando ora il sedicenne di fronte a se. Non era cambiato nulla dopo tutto questo tempo e Harry ce l'avrebbe fatta un'ennesima volta, sarebbe tornato dai suoi amici.

Hermione sciolse l'abbraccio, certa ormai del sottile strato di lacrime che le offuscavano la vista.

-Torno presto- le assicurò Harry, la fissò per qualche momento per poi posarle un leggero bacio sulla guancia e allontanarsi, fino a sparire oltre uno spesso muro di pietra.

La ragazza si aggrappò a quelle due parole, sicura della promessa che contenevano. Finalmente sorpassò il ritratto della signora Grassa e se lo richiuse alle spalle.

Bastò una rapida occhiata per rendersi conto che la sala comune era deserta e che le uniche persone, sedute sul morbido divano di fronte al camino scoppiettante, erano Ron e Ginny. Non c'era alcun dubbio del fatto che Harry gli aveva ormai rivelato tutto, la ragazza teneva il viso sepolto sulla spalla del fratello che le teneva protettivo un braccio attorno alla vita mentre, ogni tanto, la ragazza non riusciva a trettenere alcuni singhiozzi che tentava in vano di strozzare.

-Ginny andrà tutto bene, l'ha detto anche Harry. Tranquilla, andrà tutto bene.- ripeteva Ron all'orecchio della sorellina minore, tentando di consolarla.

-Ginny- disse Hermione una volta che si fu avvicinata ai due e si fu inginocchiata ai piedi del divano, prendendo fra le sue mani quelle dell'amica -Ron ha ragione, non temere-
In risposta la rossa annuì appena.

-Se Harry muore lo ammazzo- bisbigliò Ron rivolto ad Hermione. La ragazza non poté fare a meno di sorridere e questo sembrò allentare un po' anche la tensione dell'altra.

Data l'ora tarda, i tre ragazzi decisero presto di abbandonare la sala grande e dirigersi nei propri dormitori. Stavano per salire i primi gradini quando, d'improvviso, il pavimento tremò debolmente. I tre ragazzi si scambiarono uno sguardo confuso fra di loro.

-Il terremoto?- chiese Ron stranito da quella situazione, dopo poco sembrò tornare tutto sereno.
I ragazzi erano appena salitidi qualche gradino più su che furono costretti a fermarsi una seconda volta, un urlo acuto e agghiacciante aveva squarciato l'aria.

Eccomi qui!!
Finalmente sono riuscita a pubblicare entro una settimana... nonostante siano le due di notte hhahaha.
Ormai mancano circa dieci capitoli per la tanto attesa Bad Ending, siete ansiose??
Vi avverto solo che, dal prossimo capitolo, tutto comincerà ad avviarsi verso la fine dato che, durante questi ultimi capitoli, i giorni della storia narrati saranno solamente due.
Come vi è sembrato il capitolo? Spero davvero che vi sia piaciuto!♡
Avete capito il parallelismo con la Rowling? Se lei, nel mondo babbano, racconta la storia di tre maghi in perenne pericolo che grazie alla magia e alla loro amicizia supereranno tutte le difficoltà, nel mondo magico scriverebbe lo stesso di tre babbani, no? Hahahhahah ( e c'è ancora gente che mi crede normale XD)

Data l'ora vi saluto e vi auguro una buonanotte, sperando che capitolo e gif vi siano piaciuti!♡

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