Capitolo 2
"Hey" rispondo con un sorriso. Sono confusa ora come ora. Da una parte sono contenta che sia qui, proprio davanti a me, ma dall'altra ho un groppo in gola. Non so davvero comportarmi dopo giorni che non ci vediamo.
"Come stai?" Azzardo a chiedere. Lui accenna un sorriso ma china la testa. E 'arrampicato su un albero e io sto lottando per non chiedergli direttamente di entrare.
"Non lo so" dice mordendosi il labbro e alzando lo sguardo su di me. "Tu come stai?" Prendo un momento per pensare bene a come mi sento. Sono elettrizzata, felice, sollevata ma mi manca qualcosa. Lo guardo negli occhi e penso a come mi sentirei se lui avesse accolto come speravo la mia partenza. Non mi sento affatto bene con questa specie suspense fra noi due. Nessuno ha detto nulla e il che è ancora peggio che dire qualcosa che potrebbe non piacerci. Non so cosa avrei fatto il giorno dopo quando sarei dovuta partire, ma lui mi ha evitata per una settimana intera e io sono molto confusa da non sapere gestire le emozioni. Vorrei davvero che lui mi facesse sentire bene ma non c'è stata nessuna reazione, nessuna parola, niente di niente.
"Non lo so" alzo le spalle.
"Che stiamo facendo?" chiede appoggiando il mento sulle sue mani incrociate, osservandomi attentamente.
"Io- io non lo so. Mi fai confondere." Ammetto –"Non ti sei più fatto sentire per un'intera settimana e hai ignorato tutte le mie chiamate" Deglutisco.
"Lo sai perché." Afferma facendomi chiudere gli occhi in due fessure.
"No, non lo so perché. Spiegamelo adesso"
Sospira. "Si che lo sai. Tu stai per partire e io- cosa ne sarà di me, di noi?" sta alzando un po' troppo la voce e ho paura che qualcuno possa entrare di scatto.
"Perché non ti sei posto la questione prima, eh?" sono leggermente irritata dal fatto che ci abbia pensato solo la notte prima.
"Tu l'hai fatto?" chiede in tono retorico.
"Abbassa la voce"- mi guardo dietro per assicurarmi che non ci sia nessuno. "Io volevo parlarne, ma tu mi sempre liquidata cambiando discorso." Dico e lui si pizzica il labbro inferiore con le dita.
"Beh, sono venuto a dirti che anch'io lascerò il paese. Andrò ma Miami da mio zio e potrò finalmente stare con le persone a cui voglio veramente bene" dice facendomi crollare il mondo addosso.
Ha aspettato adesso per potermelo dire: il giorno prima della mia partenza. Miami, ancora più lontani.
"Più di 5000 chilometri a dividerci e tu me lo dici adesso, così su due piedi? Sono arrabbiata. Troppo arrabbiata. Perché ha aspettato adesso a dirmelo?
"Che differenza fa, tanto saremo lontani lo stesso." Inizia a gridare.
"Non ci posso credere." Mi passo le dita fra i capelli scuotendo la testa indignata. "Perché vuoi andare a Miami?" Chiedo esasperata.
"Perché si. Perché voglio stare lontano da mio padre, e da tutta questa merda di gente che dovuto conoscere in questo posto del cazzo." Risponde piccato aumentando il mio livello di irritabilità.
"Quindi io sarei tra queste persone. Grazie" grido in tono melodrammatico.
"Sai che non mi stavo riferendo a te, quindi smettila di comportarti così. Sono in equilibrio sopra un fottuto albero perché non volevo che le cose fossero in sospeso tra di noi, ma stai soltanto complicando le cose. La vogliamo trovare una soluzione adesso, oppure vuoi continuare ad urlarmi per il resto della serata perché io non ho intenzione di stare qui tutta la notte a litigare per cazzate." Batte il muro con la mano facendomi sobbalzare.
Mi mordo il labbro "Io non voglio che stiamo lontani." Il mio cuore inizia a battere più della frequenza normale.
"Beh, succederà."
"Non ho mai avuto una relazione a distanza." Abbasso la testa.
"Non avremo una relazione a distanza." Annuncia facendomi alzare la testa.
"Che vuoi dire?" mi trema la voce.
"Hai sentito bene. Non l'ho mai fatto e mai lo farò, voglio che tu lo sappia." Dice freddamente.
"Quindi cosa suggerisci di fare?" Gli occhi si riempiono istintivamente di lacrime.
"Se tu te ne andrai, non possiamo stare insieme." Dice guardando di lato.
"Sei serio?" chiedo non potendo credere alle mie orecchie.
"E non ti sto dicendo di non andarci, sarebbe egoista da parte mia farti scegliere. E' il tuo sogno." Aggiunge continuando ad evitare il mio sguardo.
"Mi stai palesemente lasciando. Cosa dovrei dirti io?" ormai le lacrime solcano il mio viso. Non posso crederci.
Lui mi ignora battendo le dita sul muro mentre io aspetto una sua risposta.
"Bene." Inspiro profondamente quando non vedo una sua risposta arrivare "Buona fortuna." Dico e chiudo la finestra cercando di non dargli un'ultima occhiata. Tiro le tende e corro a buttarmi sul letto. Ci siamo lasciati, lui mi ha lasciata. Anch'io non credo alle relazioni a distanza ma sarei stata disposta a provarci. Lui, invece, non l'ha neanche preso in considerazione. Mi ha liquidata così facilmente partendo dal presupposto che deve essere così e basta. Mi si gonfia il cuore nel realizzare ciò che è appena successo, non mi ha detto niente di Miami e cosa ci vuole fare laggiù, si è limitato soltanto a comunicarmelo il giorno avanti e a dirmi che non avremo una relazione se saremo in stati diversi.
Non ricordo nemmeno quando è stato il momento in cui ho dormito. Le lacrime sono ancora secche sulle mie guance e la voce di mia madre non è così fastidiosa come tutte le mattine.
"Alicia" la sua voce risuona dolcemente nelle mie orecchie.
Apro un occhio e mi rigiro dall'altra parte. "Perché stamattina non hai urlato?" chiedo con voce assonata.
Lei ridacchia "Non voglio lasciarti questo brutto ricordo alla tua partenza" dice e mi alzo. Mi stropiccio gli occhi per abituarmi alla luce del giorno e abbraccio forte mia madre . Mi mancherà tantissimo, così come le sue urla al mattino e i suoi consigli. Mi mancherà mia sorella, mio padre, questa casa. Mi mancherà il mio letto e tutti i ricordi che ci ho passato fin da quando ero piccola. Non sono tanto pronta ora come ora a lasciare tutto questo.
"Mi mancherai." Dico e lei mi stringe forte a sé.
"Dai che tornerai qui tutti i fine settimana" dice e io mi rattristo. Zack non sarà qui, non potrò rivederlo nemmeno i weekend. Non lo rivedrò mai più.
Annuisco e faccio un lungo respiro costringendomi ad uscire dal letto. Mia madre esce e mi annuncia di andare a preparare la colazione. Prendo i vestiti che avevo preparato la sera prima e li indosso velocemente. Ho un'ansia addosso che non riesco a gestire, quando scendo giù mi rifiuto di fare la colazione per paura di vomitare da un momento all'altro. Mio padre mi prende la valigia e insieme usciamo e troviamo davanti alla porta Matt e Jocelyn.
"Hey! Volevi andartene senza salutarci?" Chiede retoricamente Matt con un confortevole sorriso.
Forzo un sorriso e mi butto sulle braccia di entrambi. "Mi mancherete." Scoppio in un pianto ormai troppo trattenuto.
Matt mi accarezza la schiena. "Non scordarti di noi" dice Jo.
Mi stacco asciugandomi le lacrime "Mai". Fra qualche giorno dovranno partire entrambi per la NY University per frequentare legge. Beati loro che hanno tanto in comune e non si separeranno per colpa del college. Più ripenso a ieri sera e più ci sto male.
Mi danno un ultimo abbraccio promettendo di scriverci e salgo nel sedile posteriore mettendo immediatamente le cuffie. E' davvero strano cercare una canzone adatta al proprio umorismo, e Lana del Rey sembra perfetta in questo momento. Guardo nostalgicamente le strade di L.A passarmi davanti agli occhi e non posso evitare di pensare a quanto mi mancherà tutto questo.
Siamo davanti all'aeroporto e mia madre è già in lacrime.
"Mamma, ti prego" dico abbracciandola.
"Chiamami tutti i giorni, dimmi come ti trovi nella stanza del campus, le persone e raccontami tutto. Mi raccomando" Dice per l'ennesima volta.
Annuisco e mi stacco per abbracciare papà. "Fa buon viaggio e stai attenta" dice semplicemente.
Mi allontano con la mia valigia e mi guardo indietro per fare un cenno di saluto. Il mio petto si gonfia man mano che passo per i vari controlli e stupidamente spero in un miracolo a far apparire davanti a me Zack. Un po' come accade nei film dove il ragazzo si rende conto che non può vivere senza la sua ragazza e fa la sua corsa in aeroporto e le promette che farà di tutto per rivederla quante più volte possibili. Invece non succede. Io mi sto già imbarcando e la hostess all'entrata mi da il benvenuto augurandomi buon viaggio.
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