Capitolo 1
Il tempo.
Avete mai desiderato che si fermasse? Avete mai pensato di vivere sperando che quell'attimo diventasse infinito? Io non ho mai corso così tanto per nascondermi da qualcuno per poi scontrarmi con qualcun altro. Si crede che la vita sia sempre predisposta a farci soffrire tanto e a farci amare tanto. E' la vita: gira sempre come una ruota e tutto passa come se il dolore, la gioia, le risate, le ferite e tutto ciò che ci accade nella vita, non siano mai esistiti. Sono solo un vago ricordo che riaffiora quando abbiamo bisogno di tornare indietro nel tempo. Come quando quella sera, al ballo di fine anno, sono corsa piangendo perché sapevo che mi sentivo fuori posto. Non ero felice, non mi stavo per niente divertendo. Stava piovendo e io non mi sono mai sentita più libera; quando una mano che ne conoscevo bene il tocco, mi ha fatto girare e mi ha scontrato sul suo corpo fermandomi sul posto. Quella notte i suoi occhi brillavano più di ogni altro giorno. Mi guardava con rammarico, con tristezza, pentimento e amore. Si può amare con la sola forza degli occhi? Non c'erano bisogno di parole. Lui mi ha abbracciata forte e mi ha chiesto di correre, di scappare via e non pensare niente al momento. Io ho accettato, molto più rapidamente di quanto mi aspettassi. Ha scoperto tutto e non c'era bisogno che lo dicesse e che ne parlasse. Siamo scappati via, letteralmente; mi ha portato a Firenze, in Italia. Ero felicissima, non sono mai uscita dagli Stati Uniti e viaggiare in Europa per scappare dai problemi suonava troppo bene perché io rifiutassi. Firenze è una delle città più belle che abbia mai visto in vita mia: l'architettura, l'arte rinascimentale, l'aria di stare finalmente a casa; tutte sensazioni che ho sempre voluto vivere da vicino. Per un momento mi sono dimenticata di tutto il mondo fuori e ho immaginato me stessa in una nuova città col ragazzo che amo senza nessuno che provi ad intralciare ciò che abbiamo costruito. Poi mi ha portata a Parigi, la stereotipata città dell'amore. E' tutto un altro mondo, tutt'altra gente, tutt'altro movimento. E' ancora più bella di come raccontano. Zack mi ha costretta a mangiare il fois gras e les escargot. Entrambi mi hanno fatto talmente schifo che sono andata in bagno a vomitare, ma in compenso ho riso così tanto che non ricordavo che suono avessero le nostre risate mischiate insieme. La situazione ha iniziato perturbarmi quando le ore per tornare a Los Angeles si facevano più vicine e io iniziato a preoccuparmi di cosa mi aspettava non appena avessi messo piede sulla mia città natale. Il padre di Zack, Leila, Federico e la persona che ho considerato la mia migliore amica dai tempi dell'asilo. Più ci pensavo e più non lo credevo possibile. Mi ha tradita e io continuavo a ripetermi che non era vero, lei non mi avrebbe mai fatto una cosa simile. Invece, è successo esattamente come con Federico. Zack mi ha detto pure che è stata lei a riferirgli tutto. A quel punto non ci capivo più niente. Perché complottare qualcosa contro di me, per poi raccontare la verità? Ho pensato a tantissime cose, tra cui il pentimento. Ma mi sono sentita presa in giro molteplici volte da non volere credere a niente. Quando sono arrivata a casa, mia mamma mi ha abbracciato fortissimo e mi ha sconvolta con la notizia del college. Mi hanno contattata da Seattle per frequentare l'università di Washington. Non potevo essere più contenta nonostante avessi sempre voluto andare a Princeton. Per una volta, mi sono sentita realizzata e soddisfatta di essere stata chiamata da una scuola, comunque importante, per i miei sforzi e per i miei voti e non per essere stata raccomandata da una viscida persona. Zack non ha più rivolto parola a suo padre, da quanto so. E' diventato freddo e distaccato negli ultimi tempi e quando l'ho chiamato al telefono, entusiasta di condividere questa bella notizia, lui ha fatto un risolino nervoso e mi ha detto che doveva scappare. Non so, ho iniziato sentirmi male. Sapevo che le cose non sarebbero state più le stesse non appena la vacanza fosse finita, ma lui me l'aveva promesso. "Andrà tutto bene, Barbie. Tu pensi troppo" disse, quando eravamo a mangiare un'autentica pizza camminando lungo il ponte Vecchio. Le cose cambiano quando sei in una realtà diversa, ed entrambi stavamo troppo bene per ammettere che saremmo tornati ai nostri problemi. Il suo strano comportamento non era men che meno per organizzarmi una festa di compleanno per il mio diciottesimo. Ha invitato tutte le persone che mi stavano a cuore, compresa Emily. Ho avuto modo di parlare con lei il giorno del mio compleanno. Non sapevo cosa aspettarmi ma io non riuscivo a trovare nessuna giustificazione valida che mi portasse a tradire la mia migliore amica. Nessuna. "Avevo bisogno di soldi" disse facendomi pietrificare sul posto. Si è facilmente fatta corrompere per avere dei soldi. La conoscevo bene e sapevo che avesse dei problemi economici, ma mai e dico mai mi aspettavo una cosa simile a questa. Se n'è pentita e lo ha ammesso, ma ho preferito tenermi alla larga. Sono passati giorni, messaggi da parte sua che io ho ignorato volontariamente. La consideravo la mia metà, avrei ucciso chiunque provasse a farla soffrire ma evidentemente non mi considerava importante da mettermi in primo piano. Io l'avrei fatto, senza nemmeno battere ciglio. Perché questa è l'amicizia, no? Esserci sempre e soprattutto esserci quando sei nei guai. Non ho più avuto notizie né di Leila né di Federico e sinceramente va più che bene cosi. Manca solo un giorno e la mia vita è in un'altra città, in un nuovo stato. Non sono mai stata a Seattle ma dalle foto sembra molto bella. Mi mancherà sicuramente l'aria calda della California, le grida di mamma al mattino, papà e mia sorella. Si è messa a piangere quando ha scoperto della mia partenza. "Portami con te, ti prometto che mi comporterò bene" ho riso e pianto alla sua risposta. L'ho salutata con l'intenzione di non farlo il giorno dopo. Non voglio che pianga di nuovo in mia presenza e ho già l'ansia perché Zack non si è fatto vedere. Non è venuto a salutarmi. L'unica cosa che ho sentito dire prima di una settimana fa è stata: "Sono felice per te, ma non me ne parlare più per favore" in tono piccato. Ho sentito un magone nel petto improvvisamente, perché io ero solo concentrata a raccontare con entusiasmo il programma del primo anno alla Washington University e lui sorrideva nervoso facendo finta di ascoltarmi. Soltanto dopo mi sono accorta che ci saremmo dovuti separare fisicamente e nessuno dei due ha affrontato la questione.
Sento bussare alla finestra di camera mia facendomi smettere di scrivere e sobbalzare sul posto. Mi giro, pronta al peggio, ma vedo il suo ciuffo fare capolino dal vetro. Un senso di sollievo e emozione balena nel mio corpo, così faccio stridere la sedia all'indietro e corro immediatamente ad aprire la finestra.
Il suo sorriso imbarazzato è qualcosa di unico dopo una settimana di assenza. Mi è mancato davvero tanto, e averlo qui la sera tardi mi mette allegria e malinconia al tempo stesso.
"Hey" saluta, mentre l'aria fresca scompiglia i suoi capelli.
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