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LETTERA ALGOL (2)

Mia dolce Sher,

Ho riflettuto molto prima di scriverti. Non sapevo da dove iniziare. Beh, inizierò da un mio ricordo.

Quando ero piccolo mio padre mi diceva che a ogni bugia una stella muore. Io ovviamente non ci credevo. Non era una novità, io non credevo mai in nulla. Fin da piccolo sono stato la pietra dello scandalo, colui che diceva sempre la cosa sbagliata, che non credeva in nulla, che non obbediva. Insomma il figlio che nessun genitore vorrebbe avere.

La scorsa settimana sono tornato a Wuther... il vecchio pozzo, te lo ricordi? Tutti andavano a buttarci dentro l'oggetto più prezioso, nella speranza di ricevere l'affetto dell'amato. Ci sono andato anch'io. Ho buttato il mio orologio, quello bello, lo ricordi? Non era l'oggetto a cui tenevo di più, ma era uno dei più costosi e mi sono detto: il pozzo che ne sa in fondo? Confonderà l'affetto con il valore. Invece lo ha compreso e non mi ha dato la cosa che più voglio. Te. Ho sbagliato. Non è una novità, sbaglio sempre.

Mi darai del bugiardo, non importa. Sono abituato a non essere creduto, me lo merito, ho mentito così tante volte nella mia vita. Ho mentito a mio padre, sostenendo di amare ciò che faccio, ho mentito a quella stupida della tua sorellastra, giurandole amore eterno quando per lei provo solo disprezzo, ho mentito perfino a me stesso, illudendomi di poter stare senza di te. Sono un bugiardo, okay, lo sanno tutti. Nessuno crede alle mie parole, non ci credo neppure più io.

L'amore uccide. Ce lo insegnano i romanzi, i film, le canzoni. Ho sempre creduto che fosse meglio non amare, più semplice, meno complicato. La vita non necessita dell'amore per essere vissuta a pieno. Così credevo. Se non avessi conosciuto te avrei potuto credere in questa folle illusione.

Mi chiedo dove sei. Cosa fare. Se mi pensi. Me lo chiedo spesso. Sono venuto alla tua università diverse volte. Ti ho vista quella volta che eri seduta su una panchina, un libro aperto tra le mani, lo sguardo concentrato, il vestito azzurro che aderiva perfettamente al tuo corpo. Avrei dovuto venire da te? Ci ho pensato, appoggiato alla grande quercia, quella vicina all'ingresso -ora forse la guarderai in maniera diversa, sapendo che io ti ho osservata da lì- ma una ragazza mi ha preceduto. Una tua compagna di corso, presumo. Ho sentito le vostre risate. Non mi hai ingannato, tu non eri felice, ma fingevi bene. Sei una bugiarda, proprio come me. Ti ho vista altre volte, una volta, me lo ricordo, era una di quelle giornate autunnali, quando le foglie volteggiano nel cielo plumbeo prima di schiantarsi al suolo, tu eri a lezione. Ti ho fissata dalla finestra, attento a ogni tuo gesto. Tenevi una mano tra i capelli, svogliatamente. A un certo punto hai alzato lo sguardo, come se sentissi di essere osservata, io sono stato veloce a spostarmi. Non volevo che mi vedessi. Non so esattamente il perché, ma era sbagliato.

Ripenso spesso ai momenti passati insieme. Tu, all'inizio tremendamente diffidente nei miei confronti, io che cercavo di lusingarti in tutti i modi. Sono un pessimo soggetto, lo sanno tutti. Ho le mie buone ragioni per esserlo, ma non ci sono giustificazioni. Però stiamo bene insieme. Se io guardo te e tu guardi me, non possiamo fare a meno di sorridere, te ne sei mai accorta?

L'unico motivo per cui ti scrivo questa lettera è perché sono certo che non mi crederai, che la farai a pezzi o la brucerai o la torturerai. T'immagino mentre lo fai, quel tuo sguardo ambrato che sembra ardere. Non ho mai visto occhi che bruciano come i tuoi. Non ho mai visto ragazza più bella di te, perfino senza un filo di trucco... anche se a te il trucco piace, lo so. Passavi ore a truccarti da ragazzina, quel trucco rubato alla tua sorellastra. Aveva un aspetto migliore proprio per il fatto che lo avessi preso senza permesso, l'inebriante sapore delle cose proibite. Anne non l'ha mai scoperto, vero? Meglio così, lei ti odia... solo perché sei meglio di lei. Suppongo che il fatto che tu fossi impossibile da raggiungere mi abbia spinto a inseguirti, come se tu fossi una preda e io il cacciatore. Non sapevo che presto i ruoli si sarebbero ribaltati, che seducendo te, beh, tu avresti sedotto me in questo modo.

Voglio solo dirti che sceglierei te. Ti sceglierei sempre, perfino tra mille altre ragazze. Non sono il tuo principe, questo no. I principi sono coraggiosi, di buon cuore, perbene. Io non sono questo, ma ti amerò comunque, forse perfino di più, perché i principi si fermano davanti ai limiti, io non mi fermerei davanti a nulla pur di averti. Io ti amerò per sempre.

La nostra storia è folle, incredibile, epica, eroica. Distrugge ogni cosa che trova. Distrugge perfino noi. Folle, vero? Io ti amo alla follia... non conosco altro modo di amarti.

Siamo due innamorati, nati sotto stelle avverse. Anzi, siamo noi stessi stelle avverse. Non siamo destinati a stare insieme, ma gli esseri umani combattono da sempre il destino. Ce lo hanno insegnato fin da piccoli, il destino si deve combattere, possibilmente con prudenza -non come Romeo e Giulietto, giovani impulsivi.

Se non fosse la nostra storia -permettimi di usare questo termine- la troverei esagerata, finta, teatrale. Mi lamenterei se qualcuno ne parlasse, direi che è noioso. Mentirei per l'ennesima volta, invidioso come non mai. Che vuoi che faccia? Sono fatto così, però con te ora sono sincero.

Il mondo stesso esiste solo per te, senza la tua presenza non avrebbe proprio senso, sarebbe un'accozzaglia di attimi privi d'importanza.

Mi sono sempre sentivo vuoto, come se dentro di me non esistesse nulla. Forse è per questo che distruggevo tutto ciò in cui m'imbattevo. Sai, è quello che facciamo noi persone vuote, portiamo il vuoto ovunque. Non riusciamo a farne a meno, distruggiamo la felicità altrui perché noi non riusciamo a sentirla. Mio padre è proprio come me, distrugge tutto, non capisce cosa sia la bellezza. Io non ho mai capito cosa le persone trovassero nei miei quadri.

Distruggo ciò che amo... un giorno distruggerò anche te, ne sono consapevole, ma non riesco a starti lontano.

A presto, mia carissima Sherry, sai che non ti libererai tanto facilmente di me.

P.S. Seneca diceva che si può percorrere il mondo interno, ma, se si è infelici, non è il cambiare luogo che può aiutare. Aveva ragione. Senza di te io sono a pezzi. Potrei andare ovunque, ma non cambierebbe nulla. Io sto bene solo con te.


NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao! 

Che ne pensate di questa lettera?

A presto

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