15. Davanti agli occhi
QUESTO CAPITOLO É STATO UN INCUBO
NON POTETE CAPIRE AHAH
Buona [spero] lettura kidz
«Quindi state insieme?»
Eccola, la domanda del secolo, del Superenalotto, di tutta la vita.
«Mh»
Non lo sapevo e non lo capivo, i miei continui mugugni e risposte monosillabiche ne erano una conferma lampante.
E questo era il mio sabato pomeriggio, insieme alla mora e alla bionda, le due veline, ricche di consigli saggi e strampalati, come quello di andare a chiedere direttamente all'interessato delucidazione.
Mai nella vita, non avrei aggiunto un'altra figura a quelle già esistenti e infinite.
«Secondo me si, ti ha baciato due volte Becchy» altro soprannome, altra sclerata.
«Esattamente» confermò la bionda, con enfasi.
Aiuto, allora ero davvero fidanzata con Edoardo?
«Comunque adesso basta con questi dilemmi paranoici» sentivo il sapore di un discorso serio ma il tutto fu interrotto da una suoneria assordante, quasi inorecchiabile, una lama infuocata per le orecchie.
Chi cavolo poteva mettere un suono del genere?
Ovviamente Ilaria, che con le sue meches rosa sfumato nuove di zecca non poteva di certo smentirsi.
Ai nostri sguardi infastiditi lei rispose con un sorrisino tirato, uno «scusate» sussurrato e infine, con un sorriso a trentadue denti, quasi da pazza, o forse lo era completamente.
«Illy?» la richiamai, sperando che tornasse sulla terra e scendesse dalla nuvoletta rosa in cui era finita.
«Scusate» ripetè, sempre con la felicità stampata in viso e gli occhi luccicanti.
O K E Y, la questione stava diventando seriamente confusa.
Uno scambio d'intesa con Sara e dopo cinque secondi eravamo entrambe al suo fianco, lei mezza immobilizzata e noi con il telefono tra le mani.
Rebby e Sara alla riscossa.
«Ehi, così non vale, avete giocato sporco»
«L'abbiamo fatto per la tua sanità mentale Illy, sembravi posseduta» affermai serissima, cercando di non scoppiare a ridere.
«Chi è Riccardo?» Sara l'investigatrice.
«RICCARDO?!» esclamai a squarcia gola, presa da un improvviso flash.
Oddio, Riccardo il nostro compagno di classe, Riccardo il suo compagno di banco, Riccardo coi capelli castani..
«Non è lui Rebby» altro urlo altro infarto.
«È il tuo vicino di banco!»
«Non è lui» ripetè lei, cercando di convincermi.
Inclinai la testa dubbiosa osservando invece Sara che quasi si stava soffocando per non ridere.
B E C C A T A.
«Ti ha chiesto gli esercizi di matematica?» sbuffò lei «che gentiluomo»
«È sempre distratto»
«Non è una giustificazione, perché li chiede a te?» Sara l'investigatrice parte due.
«Perché sa che sono attenta in classe, il più delle volte»
«Sappi che gli uomini non fanno mai nulla per caso»
«Che ansia che sei Saretta»
«É la verità» lei mosse le spalle e sorrise in modo strano, come se sapesse molto di più di quello che immaginavamo «nulla è lasciato al caso, c'è sempre un motivo per cui fanno quello che fanno»
«E noi non capiremo mai il perché» commentai, storcendo il naso e la bocca, e se avessi potuto avrei storto il cervello a qualcuno.
«Elementare Watson»
Fu così che diventammo tre investigatrici in incognito per tutto il pomeriggio: spiare profili dei ragazzi che ci erano piaciuti, che ci piacevano ora e che ci sarebbero piaciuti tra dieci anni, oltre alle rispettive ragazze, ex fidanzate, amiche del cuore, gossip di attori, calciatori, modelli e serie tv, per poi finire ovviamente a guardare un film thriller.
******
Il lunedì era illegale: svegliarsi come se fosse l'alba, iniziare la scuola alle 8 precise e finirla quasi alle 14, sei ore di lezioni con una pausa di neanche 15 minuti .
P U R A E R E S I A.
Ma cosa poteva esserci di più illegale?
Un'interrogazione a sorpresa, non di latino e neanche di greco ma di storia, unica materia che avevo saltato nel weekend.
E chi aveva chiamato il prof?
Me, ovviamente, la regina della sfiga.
Ilaria era saltata sulla sedia, gli altri avevano tirato un sospiro di sollievo e Lore si era sistemato sulla sedia, forse alleggerito anche lui del peso di un bel quattro sul registro.
Amen.
«Allora Maggi» voce dura e occhi vispi, aiuto «l'ultima volta ho introdotto la guerre Persiane» neanche due mesi di scuola e aveva già fatto fuori mezzo programma.
Annuii, fingendo di essere preparata e di sapere cosa dire, tutta una copertura.
«Mi dica» altra pausa, altra ansia, stavo già sudando freddo e il silenzio tombale in classe non mi aiutava per nulla.
«Tra quali due parti c'è questo conflitto?»
Relativamente facile «l'impero persiano e le poleis greche»
«Mi sa indicare un lasso temporale?»
No.
«Mh» temporeggiare, la prima e ultima regola per salvare l'insalvabile.
O K E Y perché Lore stava pasticciando sul banco?
«dal 499 a.C al 479 a.C.»
Aveva scritto le date, mi aveva appena suggerito, volevo piangere di goia.
«Quali sono le fonti che abbiamo?»
«Erodoto e Tucidite» viva i nomi strani e la memoria.
«Mh, passiamo ai Greci, con quale schema combattono?» domande a caso per fregare la sottoscritta, glielo leggevo negli occhi e lo vedevo nel suo ghigno antipatico.
«Con la falange e la fanteria leggera» viva il libro aperto.
«Prima mi ha parlato delle poleis greche, sa dirmi che cosa sono?»
Respiro profondo e via «le poleis sono delle città-stato, che diventarono dei veri e propri centri politici, economici e militari, guidati da governi autonomi e indipendenti» viva il libro aperto parte due.
Altre domande secche, altre risposte lette, scritte sul banco, sussurrate, tossite e addio mondo crudele, ma ero comunque ancora abbastanza sconvolta.
Lore mi aveva suggerito e io mi ero beccata un sei meno meno, sempre meglio di un quattro alla prima interrogazione.
Potevo morire felice oppure chiedermi il perché e il per come del suo cambio di comportamento.
Ma al momento non ne avevo voglia, volevo solo immergermi nei suoi occhi verdi e godermi il suo sorriso che avrebbe stecchito chiunque.
In confronto io ero un insulso bradipo.
«Sei in debito con me ora Reb» la sua risata si fece più accesa mentre sul mio viso compariva una smorfia, ovviamente nessuno faceva qualcosa per nulla.
«Ceerto» risposi recuperando il sorriso e guardando con occhi a cuoricino il mio voto sul libretto, che bella sensazione.
E ovviamente la vita mi brillò appena suonò la campanella dell'intervallo, apriti cielo, volevo un'enorme torta da mangiare, tutta per me e forse una fetta per il mio salvatore, ma una soltanto.
Lore non smetteva di sorridere e io iniziavo a sentirmi a disagio, che novità.
«Torno subito» disse in un fiato e in un lampo sparì dalla mia visuale, che però fu subito occupata da qualcun'altro.
«Ebbrava Rebbyy» un tipico urlo da Ilaria e il batti cinque per la vittoria meritata, o quasi insomma.
«Lore mi ha suggerito» sussurrai, e lei fece un'espressione risaputa e mi mandò l'occhiolino annuendo «lo so, finalmente si sta comportando da uomo» e scandì le ultime parole con enfasi e varie smorfie che non riuscii subito a decifrare perché i miei occhi inquadrarono qualcosa, cioè qualcuno, insomma due cose veramente belle.
«Lo so che volevi qualcosa di più schifoso ma alle macchinette c'erano solo questi»
Lore voleva uccidermi, da dove usciva la sua tenerezza?
Ilaria si era ammutolita e mi lanciava sguardi ambigui e a me sarebbe venuto un infarto.
«Oreo o Ringo?» mi chiese lui portando davanti ai miei occhi quel cibo buonissimo, pieno di calorie ma buonissimo.
«O entrambi?» aggiunse con un ghigno, oddio mi conosceva così bene?
«Oreo» non potevo fare il solito maiale davanti a tutti, un giorno avrei iniziato una dieta.
Risi mentalmente, una Rebecca a dieta non poteva esistere nè in cielo nè in terra.
«Grazie» dissi appena addentai il primo biscotto al cioccolato, sempre con gli occhi sgranati di Ilaria addosso, che praticamente potevano essere uguali ai miei.
«Per così poco»
«Intendevo per tutto» precisai, voltando verso di lui il mio sguardo cercando di trasmettergli i miei pensieri.
«Non c'è di che, però la prossima volta sarai tu a venirmi incontro»
«Con una pizza?» il cibo mi faceva uno strano effetto, rispondevo con cose stupide.
«Nah» rise ovviamente alle mie parole «mi accontento anche di meno, di cose gratis, senza spendere soldi, magari rubate» aggrottò la fronte perso nel suo flusso di pensieri e io sgranai gli occhi, o forse lo erano stati per tutto il tempo.
Un colpo di tosse per avvertirmi e le due dolci metà ci raggiunsero: in quel momento avrei preferito non esistessero.
Vanessa in braccio a Lore e Edoardo al mio fianco.
La situazione era a dir poco imbarazzante, non era mai successo che Edo venisse in aula, perché proprio oggi?
«Allora?» chiese lui sorridendo e sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Rabbrividii e prima che potessi accorgermene mi alzai, volendo uscire immediatamente da quel quartetto inconsueto e scomodo.
«Comunque scherzavo prima, non hai nessun debito con me»
S B E M, e anche l'ultima briciola di speranza per uscire da questo momento era svanita nel nulla, tra le parole di Lore.
Gli altri due avevano facce perplesse ma l'unico a non farsi prendere dal mutismo era stato il mio presunto fidanzato «in che senso?» non sembrava divertito, affatto.
«Mi ha suggerito nell'interrogazione di storia» spiegai con riluttanza, quando suonava la campanella?
«Per non parlare della faccia delusa del prof» Ilaria, la mia salvatrice.
«Diciamo che Rebby l'ha stecchito con le sue risposte»
«Le tue, vorrai dire» replicai, sorridendo a Lore e dimenticandomi della sua ragazza al suo fianco, ops.
«Lore è sempre stato bravo a suggerire, mi ha salvato un sacco di volte l'anno scorso» dichiarò infatti lei, stropicciandogli i capelli, senza ombra di dubbio si sentiva esclusa dal dialogo, lei come Edo.
«Ma non è stato in grado di salvare se stesso, no?» in quel momento avrei voluto uccidere quell'ammasso di ricci al mio fianco.
«Mi hanno bocciato perché ho fatto troppe assenze» un altro sguardo di sfida tra i due e sarebbe scoppiata una guerra, si salvi chi può.
«Io ho ancora fame» non potevo trovare una frase peggiore, lo sapevo, ma era colpa del cibo se ero diventata così stupida.
«Tieni» Lore scosse la testa e ghignando mi porse l'unico Ringo rimasto, che lui stava per mangiare e che invece mise in bocca a me.
Sì, proprio in quel modo e davanti a tutti.
Il suono della campanella spezzò quella tensione tagliente e quegli sguardi omicidi, e portò con sè anche un bacio di Edo a me e uno di Vanessa a Lore.
Niente brividi, niente di niente.
«Beh, almeno è geloso»
«Che?»
«Il tuo ragazzo dico, é geloso»
«Non è il mio ragazzo» puntualizzai, e mi pentii subito dopo, tra tutte le risposte che potevo dare proprio la me precisina doveva uscire.
«Ti prego Rebby, ci abbiamo passato tutto sabato pomeriggio» Ilaria era resuscitata e ovviamente doveva puntualizzare pure lei.
«Lo sai che è più forte di me questa cosa del non sapere cosa siamo» mi giustificai e lei annuì, poi gettò una sguardo a Lore, che stava origliando con evidente curiosità.
«È geloso ma non ti ha chiesto di stare insieme» fece una pausa e poi scosse la testa.
Si avvicinò al mio viso e mi sussurrò all'orecchio «è un idiota»
E ora si che sentivo i brividi.
H A L O A
+non vedo l'ora di concludere questa storia per dedicarmi ad altro ahahah tipo nuove storie, riscritture, cose a caso e, ehimè, alla tesi XD
xoxo
PS: non aspettatevi un aggiornamento tanto presto, ho un sacco di esami da dare😭😭
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