19. C'è L'hanno Tutti Con Me
La mattina seguente decisi che avrei parlato a Jack.
Anche se odiavo dubitare delle persone, quel ragazzo non me la raccontava giusta.
Da quando Chris mi aveva minacciato prima di "suicidarsi" nel labirinto, portavo sempre con me Grace, ovunque. Sarò stata iperprotettiva, ma il raduraio pazzo mi aveva veramente inquetato, tanto che la notte o stavo sveglia o avevo incubi orrendi.
Avevo smesso di fare sogni/ricordi negli ultimi giorni, forse ero troppo impegnata ad occuparmi della mia vita attuale per pensare a quella passata.
Cambiai il pannolino a Grace e mi diressi alle coltivazioni: i ragazzi stavano lavorando tranquillamente e nessuno di loro mi aveva notato. Newt mi salutò con un cenno, ma io mi diressi verso Jack che stava cavando le erbacce dal campo di patate.
Era chino verso il terreno, e mi notò solo quando si ritrovò due scarpe proprio sotto il naso. Allora alzò la testa distrattamente e la sua espressione si incupì quando mi riconobbe.
"Oh sei tu." disse con tono preoccupato.
"Ti vorrei parlare Jack"
"Io non ho niente da dirti" sbotto secco.
"Jack... Cos'è che ti spaventa?"
Cercai di avere più tatto possibile con quel ragazzo, magari si sarebbe confidato.
"A - a me non spaventa assolutamente niente" balbettava di paura, ma cercava in tutti i modi di nasconderlo.
"Ti prego... Io ho paura quanto te. Se mi aiuti io potrei aiutare te."
Ero leggermente disperata, dovevo sapere ciò che lui non voleva dirmi.
"Ah. Eh.. Io non posso"
Era nervoso e aveva cominciato a sudare.
"Rose te ne devi andare. Qui non sei al sicuro, e neanche la tua bambina. Lui tornerà e non sarà sol-"
Come se qualcosa lo avesse colpito in testa, iniziò a massaggiarsi le tempie morbosamente. Aveva l'espressione sofferente e aveva chiuso gli occhi.
"Oh hey Jack cos'hai?!"
Il ragazzo si inginocchiò a terra e cacciò un urlo prima di perdere i sensi.
Attirò l'attenzione di altri radurai a cui ordinai di portarlo nella stanza dei medicali. Tra questi radurai c'era Alby. Mi guardò furioso e venne verso di me sbraitando
" Ti avevo avvertita di non creare caos, ma da quando sei qui tutto va a rotoli! . Non c'è più ordine e tutti i radurai fanno quel caspio che gli pare. Prima ti privilegiano, poi un raduraio si suicida e adesso questo. Io mi sono stufato! "
Ma perché se la prendeva con me. Io non gli avevo fatto niente. Io non avevo fatto niente a nessuno!
Pensai che da un momento all'altro mi avrebbe tirato uno schiaffo, fortuna che lui era il primo a rispettare le regole. Con la stessa rabbia che aveva all'inizio se ne andò verso il casolare a passi lunghi.
Grace cominciò a piangere. Probabilmente la confusione generale l'aveva spaventata. Cercai di cullarla e provai a canticchiarle una ninna nanna per calmarla.
Che fastidio che mi dava quel ragazzo. Se la prendeva con tutti, però a lui non si poteva mai dire niente.
Glielo avrei dato io lo schiaffo se avessi avuto le mani libere.
Raggiunsi i miei compagni medicali nella "infermeria", e cercai di visitare Jack. Era apparentemente svenuto, però aveva dei continui spasmi facciali, come se stesse soffrendo. Provai a tastargli la fronte per vede se aveva la febbre, ma la ritirai subito. Una forte scossa mi prese la mano e mi invase tutto il braccio. Cercai spiegazioni da Jeff o da Clint.
"È successa la stessa cosa anche a me"
Clint fece spallucce
"Forse è stato colpito da una sorta di radiazione elettromagnetica che lo ha reso... Elettrico..?"
Cercò di sdrammatizzare Jeff. Eravamo tutti e tre perplessi, così decidemmo che non c'era altra soluzione che tenerlo sotto occhio per la notte seguente almeno, e controllare che non avesse complicazioni. I due medicali mi impedirono di fare il, turno di guardia, avevo già Grace a cui badare. Mi rassegnai e mi diressi alle cucine perché ormai era ora di pranzo.
Mentre mangiavo lasciai Grace nel mio casolare, sperando che non le accadesse nulla, e pensai alle parole di Jack.
Forse voleva svelarmi qualcosa, ma non c'è riuscito... Perché?
Qualcosa o qualcuno glielo aveva impedito... Ma chi?
Non aprii bocca per tutto il pranzo, se non per mangiare il mio polpettone di carne che Frypan aveva preparato quel giorno.
Notai che Newt, che aveva ripreso a sedersi accanto a me, mi fissava in modo strano... Credo che non sapesse come approcciarsi con me. Alla fine parlò "Hai - hai bisogno di parlare con qualcuno? Perché mi sembri pensierosa ultimamente.."
Apprezzai la sua preoccupazione nei miei confronti, però decisi che sarebbe stato meglio tenere per me i miei segreti. "Non ti preoccupare" gli dissi semplicemente. Dopo mangiato aiutai come al solito Fry a lavare i piatti, e tornai da Jack. Almeno di giorno volevo sorvegliarlo.
Mi era sfuggito qualcosa forse.
Rose te ne devi andare. Qui non sei al sicuro, e neanche la tua bambina. Lui tornerà e non sarà sol- non aveva terminato la frase, ma sapevo ciò che intendeva. Nessuno era mai sopravvissuto nel labirinto, ma se Jack mi aveva detto così, c'era un motivo.
Forse la questione c'entrava qualcosa con la lettera dei creatori..?
Ero seduta su una sedia di fronte al lettino dei malati, e tenevo entrambe le mani sulla testa e i gomiti sui ginocchi.
Il ragazzo d'improvviso si svegliò e si alzò lentamente come fanno gli zombie quando risorgono dalla morte. Girò la testa lentamente fissandomi per qualche istante, poi scattò in piedi e mi venne addosso prendendomi con entrambe le mani per il collo. Non ero pronta al suo attacco, così caddi all'indietro sbattendo forte la testa sul pavimento, il che mi provocò una fitta fortissima. Il ragazzo era incredibilmente forte, più di quanto potessi immaginare, e mi teneva ben salda al terreno stando sopra al mio corpo e bloccandomi entrambe le gambe. Non stava stringendo la presa al collo, ma comunque non riuscivo ad emettere nessun suono. Nel momento in cui mi toccò una scossa il doppio più forte di quella di prima si addentrò nel mio cervello e mi stordì leggermente.
"Te lo avevo detto che dovevi andartene, il tuo tempo è finito qui. Abbiamo una missione. Non volevo arrivare a tanto. Io... Devo farlo, lui me l'ha detto.. "
Mentre sussurrava con voce strozzata quelle parole, qualche lacrima gli scese dal volto. Con forza mi spinse su e facemmo cambio di posto, ora ero io che lo tenevo bloccato, ma in realtà lui aveva ancora le mani sul mio collo. Prese dalla sua tasca un coltellino da lavoro e afferrado la mia mano la trascinare insieme al coltello sul suo volto, procurandosi un profondo taglio sulla guancia sinistra.
L'unica cosa che riuscii a dire fu
"Perché lo fai?" con un fil di voce.
Il ragazzo si mise a chiamare aiuto e subito due radurai accorsero nella stanza dei medicali. Trovarono me che impugnavo il coltello ferendo la faccia di Jack, e indovinate qual'era uno di questi radurai?
Alby
Una delle persone che non mi sopportava assolutamente e che mi accusava sempre di tutto, si trovava lì di fronte a noi scandalizzato. Jack non mi teneva più il collo, e si fingeva vittima degli atti compiuti da lui stesso. Lasciai andare il coltello e mi levai dal corpo di Jack appena mi sentii libera del tutto.
"Rose! Che caspio fai! Gattabuia, ADESSO!" il primo in comando era più furioso che mai e teneva i pugni serrati. Il ragazzo che si trovava accanto a lui, probabilmente intimorito quanto me da quell'Alby così arrabbiato, mi scortò in fretta e furia alle prigioni nella Gattabuia. Ci andai senza fare resistenza, tanto non avrei potuto difendermi in alcun modo, le prove erano schiaccianti.
Jack, io lo credevo mio amico... Perché mi aveva fatto questo?
Circa una mezz'ora dopo la testina riccioluta di Lucas si presentò davanti alle sbarre, tutta preoccupata.
"Rose, ma perché hai fatto questo?" mi domandò con tono deluso.
Avrei voluto rispondergli, ma mi sentii il mondo crollare addosso e un fiume di lacrime mi scese sulle guancie.
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