3. "NON UNA NORMALE VITTIMA"
11 OTTOBRE 2053
Roxy: "*Lentamente apre gli occhi* Co...cosa...? Cosa è successo...?"
Roxanne si svegliò. Era la mattina del giorno seguente al mio diciottesimo tenutosi al Palazzo Reale; quella sera accadde quello che non mi sarei mai aspettata in vita mia: non riuscii a uccidere la persona che volevo uccidere. E non perchè era troppo forte o cose del genere, assolutamente no, neanche sapeva la volessi ammazzare...ma perchè mi fermai a parlare ed empatizzare con lei senza rendermene conto! Fu la primissima volta che mi accadde una cosa del genere e sicuramente non mi immaginavo sarebbe accaduto con un'animatronic come lei, una normalissima ragazza reduce da un litigio col fidanzato. A dire il vero, come già detto, mi immaginavo non sarebbe MAI accaduto, ma a quanto pare la vita davvero ci riserva delle sorprese al quanto inaspettate.
Ad ogni modo, a causa di quel che successe, mi infuriai, e non avevo intenzione di lasciarla andare così, come se niente fosse, e dunque la pedinai fino a raggiungerla e a farle perdere i sensi, per poi portarla ancora svenuta in un posto nascosto della Città, un piccolo magazzino abbandonato nei pressi del porto. Una volta giunta a destinazione la legai, annodandole a entrambi i polsi delle corde che si tenevano alle pareti opposte del magazzino, una alla sua sinistra e l'altra alla sua destra, così da farla rimanere alzata, pendente dalle sue stesse braccia, e con la testa chinata in avanti mentre era ancora svenuta.
Una volta fatto ciò, tornai alla festa scusandomi per la mia assenza improvvisa e continuando la serata fino a tarda notte; poi, una volta conclusa, tornai dalla mia vittima e riposai un po', per poi svegliarmi un paio d'ore dopo e aspettare il suo di risveglio.
Era mattina presto e lei, lentamente, stava riprendendo coscienza, realizzando pian piano dove si trovasse guardandosi intorno e chiedendosi cosa fosse successo.
Roxy: "Dove...? Dove sono? Hey!! C'è qualcuno?!"
Era abbastanza impaurita a vista, piena di domande che le passavano in testa, con occhi che non smettevano di muoversi e il respiro che le divenne leggermente affannato a causa dell'ansia di non sapere nulla di cosa stesse accadendo.
Io rimasi nascosta ancora un po', cercando di aumentare i suoi dubbi per vedere la sua reazione. Il posto che scelsi era poco illuminato, e quindi riuscivo a velarmi nelle ombre di quell'edificio, mentre ero poco più avanti rispetto a Roxy e alla sua sinistra. Dopo qualche minuto decisi di uscire allo scoperto, e così, a passo lento e deciso, uscii fuori dall'ombra, mettendomi davanti alla mia vittima e rimanendo in completo silenzio. Sulla mia faccia era scolpita un'espressione al quanto mistica, tra l'infuriata e il curiosa; i miei occhi erano spalancati e le mie pupille rimpicciolite che scrutavano Roxy fin dentro l'anima mentre mi ponevo dinnanzi a lei. Lei, invece, rimase molto incredula appena mi vide e mi mise a fuoco, sapendo finalmente chi fosse il suo rapitore, anzi, la sua rapitrice.
Roxy: "...cosa...Signorina Baby che-...che succede...?"
Io continuai a fare scena muta, immobilizzandomi di fronte a lei, ancora con gli occhi spalancati e fissandola imperterrita.
Roxy: "...Rispondimi!! Cosa cazzo sta succedendo!! Dammi spiegazioni per dio!!"
Baby: "Zitta."
Roxy: "..."
Baby: "Cosa succede? Che sei viva, ecco cosa!"
Roxy: "...cosa vuoi dire..."
Baby: "Tu, ieri sera, in quella merda di bagno...saresti dovuta morire."
Roxy: "...chi sei tu realmente?"
Baby: "La stessa persona che ieri è venuta premurosamente a consolarti e con la quale ti sei sfogata...o almeno credo, visto che non so ancora spiegarmi CHE CAZZO MI SIA PRESO E PERCHÈ NON TI ABBIA AMMAZZATO A SANGUE FREDDO COME TUTTI GLI ALTRI!!!"
Urlai tanto, e lei iniziò anche a tremare a causa di ciò. Ora sì che mi riconoscevo.
Baby: "Ed è per questo che ora sei qui, per cercare di ricavare informazioni."
Roxy: "I-Io non so niente di nulla! Ti prego, lasciami andare, ti giuro non so cosa vuoi, io-"
Baby: "STA' ZITTA LURIDA TROIA!!! Hai per caso ritardi mentali? Hai capito almeno una parola di quel che ho detto?"
Roxy: "..."
Baby: "...Bene."
Mi avvicinai a passo svelto verso di lei, e una volta raggiunta, le afferrai i capelli e li tirai indietro, costringendola ad alzare la testa e a guardarmi negli occhi.
Baby: "Ora ascolta bene: tu non te ne andrai di qui fino a quando io non avrò le mie risposte, è chiaro?!"
Lei annuii col terrore inciso sul suo volto, dopodichè lasciai la presa, riallontanandomi lentamente da lei dopo averle voltato le spalle; ma il suo silenzio mi fece fermare, dunque mi rigirai a guardarla per poi ricominciare a parlare.
Baby: "Immagino che anche tu vorrai le tue di risposte, n'è vero?"
Roxy: "*Annuisce lentamente*"
Baby: "Ovvio. Beh, sappi che...sì, io sono la stessa e identica persona di cui ieri era il compleanno a cui tu hai partecipato. Sono solo io: Circus Baby, Primo Assistente della Regina di noi animatronics e, di conseguenza, tuo Primo Ministro."
Roxy: "..."
Baby: "E perchè ti ho rapito? Perchè, come ti ho appena detto, ieri avevo intenzione di ucciderti e, a dire il vero, ce l'ho ancora, anzi...ora la mia voglia è aumentata, e se ieri volevo solo soffocarti fino alla morte, stavolta non ho pianificato per te una fine altrettanto veloce e indolore, sappilo."
Roxy: "Ma perchè?! Non-Non ti ho fatto niente! Io non ti ho fatto niente!! Cosa vuoi da me?!"
Baby: "No, a parte ieri sera, non hai fatto assolutamente nulla, neanche ti conoscevo."
Roxy: "E allora perchè?! Perchè vuoi uccidermi?!"
Roxy iniziò anche a versare qualche lacrima mentre parlava, timorosa per la sua vita.
Baby: "...È un po' lunga la mia motivazione, ma cercherò di riassumertela in poche parole perchè non ho intenzione di stare ancora qui a parlarti per altro tempo."
Roxy: "..."
Baby: "Vedi: io non sono la santina che tutti voi conoscete, quella che lavora duramente per portare avanti questo Paese assieme alla Regina, rendendolo un posto migliore. Non sono quella che sorride sempre e che, per esempio, ieri alla mia festa parlava ed era amica di tutti. Questo è solo un personaggio che interpreto ormai da tempo e che serve a portare avanti il mio piano e la mia vita in modo del tutto velato."
Roxy: "...Co-Cosa fai tu nella tua vita...?"
Baby: "...Credevo fosse ovvio ormai: uccido!"
Roxy: "...Ma perchè?!"
Baby: "A questo invece non c'è alcuna motivazione. È per passatempo!"
Roxy: "..."
Baby: "E la risposta definitva a tutto è questa: io non sono nient'altro che un'animatronic malfunzionante, un errore di Alessander Nettirn che non doveva esistere e che porta solo morte e atrocità in giro per il mondo. Quello che faccio all'ombra di tutti e tutto è uccidere, torturare e stuprare, tutto per puro passatempo e senza alcun motivo, neanche per divertimento. Questa sono io. Questa è la vera Circus Baby. Solo un'animatronic guasta dalla nascita e irreparabile. Un'animatronic folle."
Roxy: "..."
Baby: "Fatica a crederci?"
Roxy: "...Tu...Tu sei pazza..."
Baby: "È quello che ho detto."
Roxy: "Perchè?! PERCHÈ?! PERCHÈ LO FAI SE NON HAI NESSUNO SCOPO?! COSA VUOI DIMOSTRARE?! SEI UN MOSTRO!! QUANTA GENTE HAI UCCISO FINORA?! A QUANTI POVERI INNOCENTI HAI FATTO QUELLO CHE HAI INTENZIONE DI FARE A ME?! EH?!"
Baby: "Quanto è facile passare dal parlare con qualcuno dandogli del "lei" per poi dargli del "tu"! È simpatica come cosa: fino a qualche minuto fa mi chiamavi ancora "Signorina Baby", e poi, tutto d'un tratto, puff! Inizi a parlarmi come se fossi tua sorella."
Roxy: "OVVIO! PERCHÈ PARLO CORDIALMENTE SOLO CON CHI NUTRO RISPETTO, E TU, FINO A IERI, AVEVI TUTTO IL MIO RISPETTO! Oltre ad essere uno dei migliori politici della storia mi hai anche consolata dopo quello che mi è successo ieri...MA DOPO QUESTO...VOGLIO SOLO VEDERTI DIETRO DELLE SBARRE PER IL RESTO DELLA TUA VITA!"
Baby: "*Ridacchia* Dietro delle sbarre? Sei seria? Nessun desiderio di vedermi morta e seppellita o agonizzante in una pozza d'olio?"
Roxy: "NO, PERCHÈ IO NON SONO UN'ASSASSINA! NON SONO COME TE!!"
Baby: "Oh no che non lo sei...Nessuno lo è..."
Dopo questa mia affermazione rimanemmo entrambe in silenzio per qualche secondo, ognuna immersa nei propri pensieri, fino a quando...
Roxy: "E sentiamo: perchè ieri non mi hai uccisa?"
Io rialzai la testa di scatto, ricominciando a fissarla con fare minaccioso. Il tono col quale disse quella frase era assai provocatorio, ed io mi infuriai nuovamente, cadendo nel suo tranello. Ed ecco un'altra cosa che si aggiunge alla "lista delle prime cose che mi sono successe nella vita": farmi provocare.
Baby: "Non mi piace per niente il tuo tono!!"
Roxy: "Rispondi!"
Baby: "Cosa fai?! Mi dai ordini?!!"
Mi riavvicinai velocemente a lei, e stavolta la afferrai per il collo.
Baby: "Tu ancora non hai capito in che situazione ti trovi!"
Roxy: "E invece l'ho capito eccome: sono stata rapita da una pazza che non è riuscita a farmi fuori e ora si vuole vendicare per questo. Lo sai che stai facendo tutto tu, vero?"
Un'altra provocazione, e io ci ricascai. Iniziai a stringere più forte la presa, e a causa di questo lei non riusciva più a parlare. Ma non era questo che volevo. Io dovevo tenerla in vita fino a quando non avrei capito il perchè quella sera non riuscii ad ucciderla, anche se ora le domande stavano iniziando ad aumentare: perchè lei era l'unica persona al mondo capace di provocarmi? Com'era possibile? Ne avevo avute di provocazioni in vita mia, anche belle pesanti, ma non mi ero mai fatta fare fessa neanche per mezzo secondo da nessuno; questo perchè sono IO, e sono capace di tutto, anche di resistere alle provocazioni. Allora perchè diavolo a quella ragazza era bastata una semplicissima frase per farmi incazzare così tanto?!
Dopo aver realizzato questo, cercai di darmi una calmata; allentai la presa sul suo collo fino a mollarla del tutto, e a quel punto, non avendo altra scelta, cominciai a stare al suo gioco.
Baby: "Vuoi sapere perchè ieri non ti ho uccisa? Ebbene: non ne ho la minima idea!!"
Roxy: "...Ah."
Baby: "Quando ieri ci siamo messe a parlare, quasi come se fossimo amiche, non so cosa mi sia preso! Non mi sono mai comportata così ed è stato del tutto involontario. È come se fossi caduta in uno stato di trance dal quale solo dopo che tu te ne sei andata mi sono risvegliata. E questa cosa è successa solo e unicamente con te! Fidati: ne ho uccisa di gente prima di te, ormai ho perso il conto...ma zero sono stati coloro coi quali ho empatizzato fino a lasciarli andare...e invece tu..."
Roxy: "..."
Baby: "Ed è per questo che ora ti ritrovi qui!! Ti ho rapita per cercare di avere spiegazioni su quello che è successo!! Perchè?! PERCHÈ NON TI HO UCCISA!?!"
Roxy: "...E lo vuoi sapere da me? Che vuoi che ti dica?! Sei pazza!"
Baby: "Questo già lo sapevo, grazie mille! E comunque di certo non sei tu quella che me lo deve dire, devo capirlo da sola, ma nel mentre ti terrò qui buona buonina."
Roxy: "Cosa vuoi capire?! Per la prima volta hai empatizzato con la tua vittima, punto! È semplice! Non c'è niente di mistico o strano in quel che è successo! Solo questo!"
Dopo che lei disse ciò, io, ormai non sapendo cos'altro fare, tirai fuori un coltello che avevo con me, e glielo puntai alla gola.
Baby: "Ah sì? Visto che per te è questa la risposta, allora abbiamo finito! Ti posso anche uccidere finalmente, eh?!"
Roxy: "...Sì! Fa' pure, tanto ormai...la mia vita è già finita dopo quello che è successo ieri con William, quindi non ci sarebbe differenza, anzi! Mi faresti un favore."
Era impassibile. Fino a un attimo prima tremava come una foglia, piagnucolando pure...ma in quel momento, non aveva un briciolo di paura in corpo. Cambiò tutto molto velocemente e senza preavviso. Inoltre, dalla sua espressione vuota, si capiva che davvero non aveva alcuna paura di morire in quel momento. Era impressionante. Ma io non demordevo: non era di certo la prima volta che una mia vittima diceva che potevo pure ucciderla, e che non gli importava più di nulla. E io li accontentavo, o almeno alcuni di loro. Infatti stava tutto a come mi andava: a volte li uccidevo sul colpo, altre volte facevo sopraggiungere una morte lenta e dolorosa, mentre altre ancora non li ammazzavo proprio, ma li lasciavo vivere, poichè, con quelli che lo facevo, veramente preferivano la morte alla loro vita per quanto male stesse andando, e difatti, molto spesso, il giorno dopo appariva sui giornali la notizia del loro suicidio. Dunque, ogni singola volta che una mia vittima pronunciava queste parole, le stesse che pronunciò Roxanne quel giorno, mettevo in atto una di queste 3 cose. E con lei cosa feci? Beh...
Roxy: "...Quindi?! Fallo! Poni fine alla mia vita! Su!!"
Avevo ancora il coltello che puntava alla sua gola, e avevo una voglia matta di premerlo fino in fondo, anche perchè stava continuando a provocarmi. Mi stava mandando sui nervi come nessuno aveva mai fatto in vita mia! In quel momento volevo solo ucciderla! La volevo uccidere a ogni costo! Fremevo dalla voglia di farlo, e lo stavo per fare davvero. Avevo il coltello puntato da ormai troppo tempo, e lei continuava ad incitarmi...ma...
...non ci riuscii.
NON SO.
COSA CAZZO.
MI STAVA.
SUCCEDENDO!
La sera prima, perlomeno, era come se non fossi stata me stessa, quasi non mi ricordavo quello che accadde. Ma quella mattinata in quel magazzino del porto...ero completamente lucida! E avevo tutta l'intenzione di ammazzarla facendole un taglio lungo tutta la gola, ma non so cosa mi fermò. Non ne aveva idea! Volevo farlo ma qualcosa mi bloccava! Non so neanche come spiegarlo.
Stavo letteralmente tremando, poichè stavo fremendo dall'ucciderla, e sulla mia faccia era incisa un'espressione non poco nervosa, tutte cose che lei notò.
Roxy: "Che c'è? Non hai il coraggio? Eppure mi hai appena detto che ne hai uccise di persone in vita tua!"
A quel punto impazzii. Non cosa cosa mi prese. Dapprima lanciai un forte urlo di rabbia, subito dopo mi allontanai da Roxy lanciando a terra il coltello per poi mettermi le mani in testa e continuare ad urlare, dandomi pure delle manate come se mi stessi dando la colpa da sola, e dopodichè cominciai a sfasciare tutto quello che mi capitava davanti, lanciando scatole in aria e scagliando attrezzi contro le pareti. Tutto questo mentre Roxy mi osservava, stranita per di più. E aveva pienamente ragione. Quella mattina raggiunsi un picco di rabbia e vergogna che non avevo mai provato. Una furia distruttiva che mi spinse a rompere tutto quello che c'era, a picchiarmi da sola...ma non a uccidere o nemmeno a ferire quella cazzo di animatronic che avevo di fronte.
Passai 5 buoni minuti a distruggere tutto ciò che era all'interno di quella stanza, e alla fine, decisi di fare l'unica cosa che potessi fare in quell'occasione. Dopo essermi calmata, riprendendo pian piano anche il respiro, ripresi il coltello da terra, mi riavvicinai a Roxy...e tagliai le corde che la tenevano legata. Lei, non aspettandoselo, barcollò un attimo rischiando di cadere, e poi mi guardò stranita tenendosi i polsi che fino a un attimo prima erano legati.
Non era la prima volta che lasciavo andare una mia vittima, ma tutte le altre volte lo facevo dopo averle torturate, e col sorriso piantato in volto. Invece, quella volta, ero amareggiata. Per la prima volta in vita mia...sentivo di aver fallito.
Baby: "Beh? Che aspetti? Vattene."
Roxy non rispose, continuò solo a guardarmi. Io invece avevo la testa chinata e le voltavo le spalle, come se avessi vergogna a guardare negli occhi colei che non ero riuscita ad uccidere o a farle niente di niente. Ed infatti era così. Provavo vergogna.
Aspettavo solo che se ne andasse il prima possibile, ma lei rimase lì, e a un certo punto cercò persino di avvicinarsi, facendo un passo timido verso di me, ma io, presa dalla furia, le urlai contro.
Baby: "TI HO DETTO DI ANDARTENE!! FUORI!!!"
Stavolta fece un passo indietro di scatto, non aspettandosi evidentemente questa reazione istantanea. Dopo questo mio urlo, finalmente decise di uscire. Si avviò verso la porta del magazzino, ancora in completo silenzio. Io la seguii, e una volta che lei giunse fuori, scoprendo di trovarsi di fronte al vecchio porto della Città privo di anima viva, le chiusi violentemente la porta dietro le spalle.
Io, a quel punto, ormai conscia di quel che successe quella mattina, rimasi dentro il magazzino con ancora la testa leggermente chinata, con miliardi di domande che mi tartassavano la mente, mentre vagavo a vuoto all'interno dell'edificio...
...fino a quando non sentii bussare alla porta. Era sempre lei, che rimase fuori qualche minuto, e non avevo idea del perchè. Io non mi avvicinai neanche, poichè non volevo più rivederla, ma lei insisteva: rimaneva lì fuori continuando a battere le nocche sulla porta, prima a pause alterne, successivamente iniziò a farlo senza sosta. A un certo punto parlò anche.
Roxy: "*Da fuori* Hey! Mi vuoi far entrare?! So che sei ancora lì dentro! Dai, apri! Qui mi sto congelando!"
Non capivo. Perchè?! Cosa voleva?! Continuare a provocarmi? Sbeffeggiarmi? Sapere più su di me? Magari voleva davvero morire e farsi quindi ammazzare da me, e per farlo stava cercando di farmi infuriare ulteriormente. Non ne avevo la minima idea. Nessuno aveva mai reagito così con me. Sta di fatto che ottenne quello che voleva...più o meno. Dopo diversi minuti cedetti e aprii, ma quello che lei si trovò davanti non se lo aspettava: appena aperta la porta mi presentai con un tubo di piombo in mano, col quale, senza indugiare, la colpii alla testa, facendole nuovamente perdere i sensi, anche se stavolta in modo ben più violento e istantaneo.
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Roxy pian piano riaprì gli occhi, ancora stordita dalla botta ricevuta, infatti emetteva piccoli versi di dolore tenendosi con la mano il punto colpito. Stavolta si risvegliò da sdraiata, precisamente su di un letto color lilla, mentre io, che stavo aspettando questo momento da seduta poco più lontana, mi rialzai, ponendomi di fronte al letto e osservandola. Lei, una volta ripresi completamente i sensi, si guardò attorno per poi voltarsi verso di me e iniziare a parlare.
Roxy: "Ma che...? Ancora? Davvero?"
Baby: "Tu mi stai seriamente scocciando, sai?"
Roxy: "Sei tu quella che mi ha rapita due volte di fila!"
Baby: "Ma sei tu quella che ha bussato insistentemente pretendendo di rientrare dopo che ti avevo liberata. *Si avvicina* E ora mi spieghi il perchè!"
Roxy: "...Cos'è questo posto?"
Baby: "Ti trovi nuovamente all'interno del Palazzo Reale, precisamente...nella mia personale camera da letto!"
Era così: dopo essermi scocciata di rimanere in quello sporco magazzino al porto, e anche perchè non potevo assentarmi per così tanto tempo lontano dal Castello, la portai direttamente nella mia stanza, così avevo tutto il tempo e la sicurezza del mondo per poterla "interrogare". Quando si svegliò era ormai pomeriggio, intorno alle 15, e questo vuol dire che rimase priva di sensi per tutta la mattinata e anche oltre l'orario di pranzo. Come ho fatto a portare una persona svenuta all'interno del Palazzo senza farmi vedere da nessuno? Semplice: poichè sono conosciuta anche come una grande musicista e cantante (Qui torna il discorso del "sono la numero 1 al mondo in qualunque cosa") posseggo molti strumenti musicali, e dunque presi la custodia di quello più grande che avevo al momento, ovvero un violoncello fatto su misura per me, riuscendo a infilarci dentro il corpo di Roxanne, portandola così nella mia stanza senza alcun problema, poichè sono il Primo Assistente della Regina, quindi, dopo di lei, la persona più importante all'interno del Castello, e di conseguenza non necessito di tutti i controlli del caso se non in certe occasioni. Se avessi optato per il metodo più banale, ovvero quello di metterla dentro una valigia, in quel caso sì che avrebbero controllato anche se sono io.
E dunque ora ci trovavamo nella mia camera, molto spaziosa e predominata da colori violacei, con un letto a tre piazze sul quale poggiava Roxy in quel momento, di fronte a questo una scrivania lunga tutta la parete sulla quale vi era il mio personal computer, affiancata poi da una porta che conduceva al mio bagno personale, e subito dopo un grande armadio con dentro tutto il mio vestiario. Infine, a sinistra del letto, vi era una grande vetrata che dava una strepitosa vista sulla Città Animatronica, in quanto la mia stanza si trova a un piano molto elevato.
Baby: "E ora rispondi alla mia domanda! Perchè cazzo sei voluta tornare?"
Roxy: "Ah boh, così...tanto, come ti avevo detto, non mi importa più nulla ormai. William era l'unica persona che avevo a fianco e per la quale vivevo. Non ho nessun altro, e non ho neanche intenzione di tornare a casa, poichè è piena di ricordi di me e lui, e ora come ora non voglio avere più niente a che fare con quella bestia..."
Baby: "E quindi preferisci la morte a quello che stai passando."
Roxy: "*Annuisce*"
Baby: "Quanto cazzo sei debole, mamma mia. Per una bisticciata col fidanzatino."
Roxy: "...E tu invece perchè mi hai portata qui?"
Baby: "Per fare quello che volevo fare anche stamattina: capire cosa diavolo mi prende e perchè non riesco a farti fuori. E qui non ci entra mai nessuno eccetto me. A quelli delle pulizie, sin dal primo giorno in cui mi trasferii qui, dissi che me la sarei vista io per la mia stanza, e così mi sono assicurata privacy totale per fare tutto quello che volevo, tra cui rapire la gente, proprio come con te."
Roxy: "Questo vuol dire che mi terrai qui fino a quando non avrai risposto alla tua stupida domanda?"
Baby: "Esattamente. Perchè non accetto un banale "È successo e basta". Io non sono così e non mi faccio toccare emotivamente da niente e nessuno, specie da una ragazzina a caso come te."
Dopo aver detto ciò, notai che la sua espressione cambiò. Sembrava quasi...divertita, e lì capii che aveva qualcosa in mente e, sapendo che era la stessa persona che mi fece ben due volte questo strano effetto di manipolazione involontaria, non mi piaceva affatto!
Baby: "Che hai ora?"
Roxy: "Sai? Non so ancora se credere al fatto che hai ucciso molta gente prima di me! Come hai appena detto, sono solo una ragazzina a caso, nemmeno ci conosciamo, quindi è un po' strano che con me ti comporti in questo modo, non trovi? Qualcosa palesemente non quadra, e quindi dubito sulla tua cattiveria. Secondo me sei solo una svitata che rapsice la gente e poi la lascia andare, magari perchè ti senti sola, che ne so!"
Come predissi, ricominciò con le sue provocazioni, ed io, nonostante sapevo che l'avrebbe fatto e mi stavo preparando mentalmente, mi feci nuovamente cogliere dalla rabbia e mi fiondai su di lei, afferrandola al collo con entrambe le mani e iniziando a stringere per soffocarla, proprio come volevo fare la sera prima all'interno di quel maledetto bagno.
Roxy: "Brava! Così! Dimostrami che ne sei capace!"
Lei continuò a parlare con la voce soffocata dallo strangolamento, proseguendo con le provocazioni. Io continuavo a stringere...ma anche stavolta fallii. Dopo pochi secondi mollai la presa e feci qualche passo indietro, ancora incapace di darmi spiegazioni sul perchè lei aveva questo effetto su di me che mi impediva di ucciderla o anche solo farle del male. Il massimo che riuscii ad ottenere fu quel colpo che le diedi la mattina stessa col tubo di piombo per farla svenire, niente di più.
Roxy: "*Massaggiandosi il collo e sorridendo* Come pensavo..."
Baby: "PERCHÈ?! PERCHÈ CAZZO?! CHI DIAVOLO SEI TU!?!"
Roxy: "...Roxanne Wolf."
Baby "...AAAAAAHHH!!!"
Esattamente come quella mattina, ricominciai ad urlare (tanto la mia camera, così come tutte le altre del Castello, è insonorizzata al massimo), ma stavolta non distrussi tutto ciò che mi capitava poichè mi trovavo nella mia stanza e non potevo permettermi di sfasciare tutto. Il massimo che feci fu prendere cose inutili che riuscivo a trovare e lanciarle contro la parete. Inoltre, per paura di non controllarmi, non diedi nemmeno pugni al muro, poichè avrei potuto romperlo. Ci rendiamo conto?! Ero arrivata a un punto in cui avevo paura di non riuscirmi a controllare!! Quella non ero io! Non potevo essere io! La vera Baby non è questo, non si fa sopraffare dalle emozioni come la rabbia come chiunque altro su questo maledetto pianeta! Eppure, quel giorno, stava accadendo esattamente quello...
Cercai di darmi una calmata, e quindi mi fermai, anche se ancora col fiatone.
Roxy: "Tutto a posto? Non ti vedo in gran forma-"
Baby: "STA' ZITTA!! *Le punta il dito* Sappi una cosa: tu resterai qui fino a quando io non avrò trovato una spiegazione, dopodichè ti farò fuori una volta per tutte! HAI CAPITO?!"
Roxy: "Signorsì! *Fa il saluto militare*"
Baby: "E SMETTILA DI FARE LA CRETINA!!"
Roxy: "..."
Baby: "..."
Roxy: "...*Scoppia a ridere* HAHAHA! Perdonami ma non ce la faccio! Davvero non ce la faccio! Hahahaha!"
Baby: "..."
Roxy: "Ripeto: secondo me non saresti capace di fare del male ad una mosca!"
Baby: "TI HO FOTTUTAMENTE RAPITA!!!"
Roxy: "Embè? Mai sentito parlare della Sindrome di Stoccolma?"
Baby: "...Quando tutto questo sarà finito ti ucciderò nel modo più lento e doloroso possibile, eccome se lo farò."
Roxy: "Mh, capito. Senti ma...tu non mi avevi detto che vai anche in giro a stuprare la gente?"
Baby: "Sí, perchè?"
Roxy: "Ah no così, per sapere...E non hanno mai trovato tracce tue sul corpo dei malcapitati?"
Baby: "Tutti quelli che stupro o li uccido, o coloro che lascio in vita non hanno il coraggio di andare a denunciare."
Roxy: "Poveretti."
Baby: "Vuoi sapere altro?"
Roxy: "Sì! Tu hai detto che sei un'animatronic malfunzionante, ma...a parte quello che mi hai detto c'è altro?"
Baby: "La mia disfunzione mi porta ad eccellere in qualunque cosa esistente al mondo sin dalla nascita."
Roxy: "Eh, da quel che ho visto dubito. Se al posto tuo ci fosse stato John Gacy sarei morta all'istante senza esitazioni."
Baby: "..."
Roxy: "Poi?"
Baby: "...Sono capace di qualsiasi cosa, anche delle più strane o disgustose che tu possa pensare."
Roxy: "Tipo?"
Baby: "Che livello di trauma vuoi? 1, 2 o 3?"
Roxy: "Ehmm...2!"
Baby: "Una volta mi sono intrufolata in casa di una coppia di giovani umani, ho ucciso il ragazzo e dopo ciò gli ho tagliato via il pene, iniettandogli del viagra, e, poichè il corpo umano rimane soggetto agli effetti di sostanze estranee fino a 5 ore dopo la morte, me lo legai alla vita usandolo come strap-on e con esso stuprai la ragazza. Infine uccisi anche lei, sempre col pene del fidanzato, infilandoglielo a forza nella gola fino a soffocarla."
Roxy: "..."
Baby: "*Sorride*"
Roxy: "...Wow. Alla faccia della creatività."
Baby: "Grazie."
Tutto d'un tratto, mi venne in mente un'idea. E stavolta ero sicura che se l'avessi messa in atto, quella stupida animatronic avrebbe presto rimpianto di essere tornata indietro finendo intrappolata nella mia camera da letto!
Comunque lei, dalla mia espressione, capì che stavo pianificando qualcosa.
Roxy: "E ora cos'hai in mente?"
Baby: "*Sorridendo* Niente. Poi vedrai. Ora devo scappare poichè ho un lavoro di Primo Ministro da portare avanti, ma stasera...rimpiangerai di essere qui, fidati."
Detto questo mi avvicinai alla porta d'ingresso con la chiave magnetica per chiuderla da fuori e lasciare così Roxy chiusa dentro, cosicchè non sarebbe potuta fuggire, anche se credo non l'avrebbe fatto a prescindere.
Roxy: "E quindi mi lasci così? Da sola nella tua stanza libera di fare tutto quello che voglio?"
Baby: "Certo! Se vuoi ti ho pure conservato il tuo telefono. Sta lì."
Indicai col dito il telefono cellulare di Roxy che, una volta rapita, portai con me e lo riposi sul comodino di fianco al letto. Lei, appena lo vide, lo prese in mano e lo accese iniziando a controllare che fosse tutto a posto, come lo aveva lasciato, e, con una faccia ben sorpresa, si accorse che effettivamente era così.
Roxy: "Eee...mi lasci col telefono in mano?"
Baby: "*Annuisce*"
Roxy: "Quindi...posso tranquillamente chiamare la polizia o chiunque altro dicendo che mi hai rapita?"
Baby: "Ovvio! Ma tanto so che non lo farai."
Roxy: "E chi te lo dice?"
Baby: "Io! E, nonostante quello che è successo con te oggi, so per certo che di me stessa posso ancora fidarmi al 100%! Però c'è una cosa che non ti lascio e che porto con me."
Roxy: "Cosa?"
Baby: "*Tira fuori un reggiseno* Questo! *Sorride*"
Esatto, tirai fuori un reggiseno, precisamente quello che indossava Roxy al momento e che io, con le mie abilità furtive, le slacciai e rubai di nascosto. Lei, rendendosi conto che effettivamente fosse il suo, si tenne entrambe le tette con le mani, come se volesse coprirle, fece un'espressione stupita e arrossì anche di colpo. Non si aspettava di certo questo colpo di scena.
Baby: "Una bella forma, complimenti. E qui vedo che è ancora un po' umido!"
Dopo aver detto questa frase, diedi persino una leccata alla parte interna dell'indumento, nel mentre sempre fissando Roxy, la quale arrossì ancora di più e sgranò gli occhi, non sapendo cosa dire in quella situazione di imbarazzo.
Baby: "Magari dopo, durante la pausa, ci faccio un pensierino! A stasera!"
Roxy: "..."
E così, chiusi la porta, lasciando Roxy seduta sul letto con un'espressione al quanto perplessa. Non si sarebbe mai aspettata questa mia mossa oscena all'improvviso, ed io ero contenta...contenta perchè finalmente ero riuscita ad avere la predominanza su una situazione con lei!
Comunque sapevo per certo che non avrebbe chiamato nessuno o non avrebbe cercato di attirare l'attenzione grazie a quel che mi disse e da come si comportò: aveva la piena intenzione di rimanere lì con me, perchè mi stava ancora pienamente sottovalutando e non aveva capito chi fossi realmente io. Aveva annusato un'aria di sfida e di avventura che, da quel che intuii, la eccitava, e per questo non avrebbe provato a scappare. Finalmente stavo iniziando a comprendere che tipo di persona fosse, e questo era un enorme passo in avanti per me...un enorme passo in avanti verso la sua morte!
E dunque, una volta uscita dalla stanza, tornai a fare quello che faccio ogni giorno: lavorare. Il mio è un lavoro che tutti troverebbero estremamente stressante, in quanto, assieme alla Regina, sono colei che si assume la responsabilità di portare avanti un'intera razza, ma, poichè sono io, su di me non ha il minimo impatto emotivo, psicologico o fisico. Ed è anche per questo che riesco tranquillamente ad alternare questo lavoro alla mia seconda vita in cui vado in giro a uccidere e commettere i peggio crimini che si possano pensare.
Lavorai fino a sera, e dopo aver finito tornai da Roxy che, come predissi, rimase buona e tranquilla nella mia stanza.
Arrivò ora di cena. Nel Palazzo Reale ognuno mangia per fatti propri nella sua stanza, facendosi arrivare il piatto attraverso un sistema di montavivande elettrici che collegano la cucina a tutte le stanze da letto, e, poichè stavo tenendo Roxy come "ospite" segreto, non potevo farmi arrivare due piatti senza dire nulla, e per questo l'unico che feci arrivare lo diedi a lei mentre io rimasi a digiuno, tanto io non patisco la fame, e a Roxy dissi che avevo già mangiato.
Dopo cena, decisi di attuare il mio piano per far cadere emotivamente la ragazza una volta per tutte.
Erano circa le 22, uscimmo dal Palazzo, sempre di nascosto, e ci dirigemmo in città. Avevo in mente il luogo ideale per mettere in atto il misfatto, ovvero un palazzo condominiale di pochi piani, precisamente sul tetto, da cui era possibile vedere un parchetto che era ai piedi di quest'ultimo. Roxy, ancora convinta di avere a che fare con una persona quasi innocua, mi seguii senza esitazione, con anche quel sorrisetto che si portava dietro da quando la portai nella mia stanza, ma nonostante ciò non aveva idea di cosa stessi pianificando.
Una volta giunte sul tetto del condominio, assaporai la brezza serale di ottobre rimanendo qualche secondo in silenzio, ma nel mentre osservando il parco di fronte, in cerca del momento perfetto per cominciare.
Roxy: "Perchè mi hai portata qui? Vuoi buttarmi di sotto? Vuoi lanciare una bomba sul parco? Oppure hai organizzato una cenetta a lume di candela con me?"
Baby: "Pazienta ancora un po' e presto lo scoprirai."
Lei continuava a fare la spiritosa, ma a breve avrebbe smesso. Io aspettai ancora un po', fino a quando non si presentò l'occasione perfetta.
Baby: "Bene..."
Roxy: "Cosa?"
Baby: "Vieni qui!"
Feci cenno a Roxy di avvicinarsi a me, così da avere una visuale completa sul parco, e dopodichè le appoggiai una mano sulla spalla, indicandole col dito un punto preciso davanti a noi.
Baby: "Vedì lì in fondo? Quel ragazzo e quella ragazza umani?"
Roxy: "Sì?"
Baby: "Cosa stanno facendo secondo te?"
Roxy socchiuse gli occhi per cercare di mettere a fuoco la situazione e quindi rispondere alla mia domanda.
Roxy: "A primo impatto direi che...stanno litigando..."
Baby: "Esattamente! E io ti posso dire con certezza che la ragazza se la sta prendendo a morte col ragazzo, il quale invece non sta sbraitando, anzi, sembra al quanto triste e dispiaciuto."
Roxy: "Ok...Eee...dove vuoi andare a parare?"
Baby: "Speravo me lo avresti chiesto."
Per rispondere alla sua domanda, lentamente tirai fuori dalla tasca della felpa che portavo quella sera...una pistola.
Roxy: "*Vede la pistola* Vuoi...Vuoi ucciderli?"
Baby: "Io? Oh, no, no! *Dà la pistola in mano a Roxy* Sarai tu a farlo."
Roxy: "Cosa?!"
Stavo ottenendo quello che desideravo: Roxy iniziò a intimorirsi, spalancando gli occhi mentre osservava l'arma che le avevo appena regalato, accorgendosi che fosse vera e anche carica. Io, con un'azione veloce e mettendomi dietro di lei, le posizionai per bene le mani in modo da farle tenere la pistola ben stretta e facendogliela puntare verso il bersaglio.
Baby: "Ora osserva: questa non è una semplice pistola come quelle che vedi nei film. È silenziata e inoltre vedi questo piccolo mirino qua sopra? Serve per prendere la mira e lo fa in modo estremamente preciso, che non ti puoi sbagliare!"
Mentre avevo le mie mani sulle sue per farle tenere l'arma ben salda, sentii che stava cominciando a tremare pian piano.
Baby: "Non è fantastico? Come al giorno d'oggi esista una cosa del genere, che tutti possono usare per togliere la vita a chiunque! Ti basta solo premere il grilletto...e così porrai fine all'esistenza di quel ragazzo!"
Roxy: "I-Il ragazzo?!"
Baby: "Esatto! Voglio che tu uccida lui, mentre alla donna non devi neanche sfiorare un capello! Da come sta andando avanti la disputa è ormai palese che quel poveretto sta venendo mollato in diretta dalla fidanzatina. E allora perchè non porre fine alle sue sofferenze qui stesso?"
Roxy: "I-Io...Io..."
Ormai avevo raggiunto il mio obiettivo: mandare Roxy in tilt. Era immobile, e nel mentre tremava ancora più forte di prima. Come immaginavo: non aveva il coraggio di togliere la vita a un'altra persona, e con me che la stavo praticamente costringendo, stava andando in crisi.
Baby: "Su! Che aspetti?...Fallo!"
Roxy: "I-I-Io...Io non-non..."
Baby: "Che ti prende? Sei stata tu ieri a dirmi che hai avuto spesso pensieri omicidi! E allora perchè non metterli in pratica proprio adesso? Eh?!"
Roxy: "...N-No...N-Non...Non posso...Io non posso...!"
Baby: "Non accetto questa come risposta, mi spiace! Ora premi quel grilletto!"
Roxy: "No...!!"
Baby: "Fallo!"
Roxy: "No!!"
Ormai era al culmine, e cominciò persino a piangere a dirotto, mentre il suo tremolio era divenuto senza sosta. Io, incitandola sempre di più, iniziai ad alzare la voce, facendola spaventare ulteriormente.
Baby: "FALLO TI HO DETTO!!! PREMI QUEL CAZZO DI GRILLETTO!!"
Roxy: "*Trema e piange singhiozzando*"
Baby: "UCCIDILO ROXANNE!!! UCCIDI QUEL RAGAZZO!!!"
Roxy: "NO!!!"
Dopo quest'ennesima negazione, Roxy si liberò dalla mia presa (che tra l'altro non stavo stringendo, aspettando proprio questo momento), e, senza esitazione, lanciò la pistola giú dal palazzo, per poi subito dopo allontanarsi indietreggiando di corsa e cadendo all'indietro da seduta. Io, avendo predetto tutto ciò, poichè era quello a cui puntavo, mi fiondai sulla pistola, recuperandola in tempo prima che cadesse giú, e, istantaneamente, presi la mira e premetti il grilletto...Uccisi io il ragazzo nel parchetto. Roxy, al suono del colpo, si coprí il volto ancora impresso nelle lacrime con le mani, non volendo vedere la scena, che era questa: il ragazzo umano, il quale era appena stato mollato dalla fidanzata che si stava allontanando lasciandoselo alle spalle, cadde a terra inerme, ormai privo di vita dopo la pallottola che gli piantai nel cranio; la ragazza, allertata dal rumore della sua caduta, si voltò vedendo colui che aveva appena lasciato disteso a terra in una pozza di sangue che gli fluiva dalla testa e che si stava ampliando, e cominciò a urlare attirando l'attenzione di tutti quelli che erano nel parco, i quali andarono nel panico, tra chi urlava e chi scappava. Questa è una scena che ho visto ormai moltissime volte in vita mia, ma nonostante ciò mi provoca sempre un sorriso a pieno volto, proprio come quella volta, in cui rimasi svariati secondi a contemplare la mia opera pienamente soddisatta, in quanto non solo quella sera mietetti l'ennesima vittima, ma ottenni ciò a cui stavo puntando: far pentire Roxanne di ciò che mi aveva causato quella giornata e la sera prima, mandandola nel panico e facendole finalmente capire con chi avesse realmente a che fare.
Dopo aver finito di osservare la scena del parco, mi girai verso Roxy, con ancora il sorriso che mi attraversava il volto, e cominciai a parlarle.
Baby: "Allora? Che ne pensi? Credi ancora che io sia solo una svitata che rapisce la gente per poi lasciarla andare?"
A questa mia affermazione, spalancò ulteriormente gli occhi, comprendendo che mi stessi riferendo a lei, la mia rapita! E dunque si rialzò di scatto, cercando di fuggire.
Roxy: "AIUTO!! AIUTAT-"
Io, prevedendo anche questo, corsi immediatamente verso di lei, e la bloccai, mettendole il braccio sinistro attorno al busto e la mano destra sulla bocca per non farla urlare. Lei si dimenò, cercando di liberarsi, ma era tutto inutile. Le sue lacrime mi bagnarono la mano che avevo sulla sua bocca, e questo mi mandava in estasi! A un certo punto mi avvicinai al suo orecchio e iniziai a sussurrarle.
Baby: "Ora...tu resterai un po' di tempo con me nel Castello."
Per condire il tutto, mollai la mano che teneva chiusa la sua bocca, e la feci scivolare più in basso, passando per il collo e finendo ad afferrare un suo seno, cominciando anche a massaggiarlo.
Baby: "Credo proprio che ci divertiremo da morire insieme."
Roxy: "Sei...Sei un mostro...!!"
Baby: "No...Sono il TUO mostro!"
E così, quella sera, riuscii finalmente a far imparare la lezione a Roxanne, facendole capire chi fossi io realmente uccidendo a sangue freddo quel ragazzo umano dinnanzi ai suoi occhi.
Dopo aver fatto ciò, la riportai al Castello e, una volta tornate nella mia stanza, la buttai di forza sul mio letto per poi legarle polsi e caviglie alle estremità di esso, così da vincolarla lì, mentre lei continuava a dimenarsi, ancora incredula a ciò che vide pochi minuti prima. Non faceva altro che agitarsi, emettendo versi arrabbiati verso di me mentre provava a sfuggire alla mia morsa, non dicendo una parola. Io, dopo aver finito di legarla, presi una pezza sulla scrivania e con essa la imbavagliai, non permettendole nemmeno di aprire bocca. Perchè quel pomeriggio la lasciai completamente libera nella mia camera mentre io non c'ero, invece la sera stessa decisi di immobilizzarla del tutto? Perchè durante la giornata ancora pensava di essere al sicuro, e quindi sapevo non avrebbe cercato di chiamare aiuto; invece, dopo aver assistito allo spettacolo che misi in scena sul tetto di quel palazzo, capì di essere in pericolo, infatti per questo tentò di scappare appena vide me uccidere quel ragazzo. Quindi stavolta stavo prendendo precauzioni. In quel momento la ragazza che avevo di fronte a me era cambiata drasticamente: da temeraria e superiore che si credeva, era passata ad essere nient'altro che una fifona e sottomessa della sottoscritta. Era esattamente a questo che puntai, ma mi mancava ancora qualcosa. Volevo a tutti i costi delle spiegazioni sul comportamento che ebbi quel giorno, del perchè non riuscii ad ucciderla per ben tre volte, e quindi presi una decisione.
Baby: "Ora tu sei rinchiusa qui dentro per il resto della tua vita. Già! Perchè la tua vita ha breve durata ormai. Dammi solo il tempo di comprendere le mie azioni e poi ti scuoierò viva così da farti pentire di esserti presa gioco di me!"
Roxy: "*Imbavagliata cerca di dire qualcosa*"
Baby: "Per questa notte...ti lascerò tranquilla, qui sul mio comodo letto da sola. Io me ne starò fuori tutta la nottata, e al mio ritorno...per te comincerà la vera agonia."
Roxy: "..."
Baby: "Buonanotte, tesoro."
E quindi, come le avevo appena detto, lasciai Roxy sul letto al quale era legata, mentre io uscii dalla stanza e, successivamente, dal Castello.
Il mio intento era starmene da sola tutta la notte lontano dal Palazzo e quindi lontano da lei, per "meditare" per bene su tutto quello che accadde quella giornata e per cercare la mia ambita spiegazione al mio comportamento.
Dunque, mi addentrai nei vicoli della grande città nota come Big Animatropoli, vagando senza una meta, ma tenendomi sempre nascosta nell'ombra, in quanto mi trovavo pur sempre nel cuore della grande metropoli, una delle più grandi al mondo, e quindi di gente per strada ce ne era sempre e dovunque, anche a tarda notte come in quel momento. Per quanto riguarda il sonno, per me ovviamente non era un problema: posso dormire anche solo un paio di ore al giorno, ma mi sveglio sempre ben riposata e con tutte le forze in corpo, non stancandomi mai. Effettivamente non so nemmeno cosa sia la stanchezza, non avendola mai provata nemmeno una volta in vita mia. Ragion per cui, quella notte decisi di trovare un vicoletto ben nascosto, e addormentarmi lì, non curante della sporcizia che ci sarebbe stata o del freddo notturno che mi sarei beccata, in quanto anche queste due cose non mi sfiorano minimamente. Oltrettutto non sono una persona schizzinosa, quindi potrei appisolarmi persino nel mezzo di una fattoria fangosa e piena di porci. Infine ricordo che ho vissuto anni della mia vita per strada, dormendo nei primi posti in cui capitava, spesso neanche vedendo quello che avevo attorno, quindi l'abitudine era ben presente.
Ma, come dissi poco fa, prima di cercare il posto in cui addormentarmi, passai gran parte della notte a girare per le stradine meno trafficate, così per stare da sola e pensare...pensare e pensare...pensare a quello che successe. Erano ormai più di 24 ore che mi bombardava nella testa la stessa e identica domanda: "perchè non sono riuscita a uccidere quella ragazza?" Ragionai a fondo, proprio come se stessi meditando mentre camminavo a passo lento, ma, come temevo, non riuscivo a trovare un motivo. Per come sono io, già non trovare una soluzione a un quesito dopo 5 minuti da quando inizio a cercarla è davvero tanto, figuriamoci una giornata intera! Questa cosa mi mandava sui nervi, ma, come imparai durante quella giornata, non dovevo farmi prendere dall'ira, altrimenti era ovvio che non sarei riuscita a ragionare per bene. Mh, divertente: quello che per gli altri è ovvio, ora per me è come se fosse una novità! Farsi prendere dalla rabbia a causa di una situazione che non va a proprio agio con conseguente disorientamento mentale è praticamente la normalità nella quotidianità di tutti gli umani e animatronics al mondo, ma per me era la prima volta che mi stava succedendo tutto questo, e quindi avevo iniziato a dirmi delle cose che per tutti sono ovvie, persino per me, ma quelle stesse cose ovvie ora erano divenute delle novità! Tutto questo è un paradosso curioso e al quanto irritante che si venne a creare nella mia testa quella notte, al quale non riuscivo a trovare una soluzione, e a causa di ciò non facevo altro che irritarmi ancor di più, creando così un loop infinito del quale non compresi l'esistenza per qualche ora, fino a quando non capii che ormai era completamente inutile stare a ragionarci, e mi arresi...altra prima cosa che feci in vita mia: arrendermi a un ragionamento impossibile. Però, naturalmente, non mi ero arresa al trovare una spiegazione, no, no! Capii che la soluzione si sarebbe materializzata col tempo davanti ai miei occhi, come spesso accade in situazioni del genere. Dovevo solo aspettare e nel mentre...provare e tentare. "Cosa?" direte voi, e la risposta è "Provare a creare altre situazioni con le mie mani per poi metterle a paragone con quella di Roxy"! Esatto! Dovevo solo continuare a fare quello che ho sempre fatto: la pazza! Dovevo semplicemente essere me stessa e vivere la mia vita di sempre come se nulla fosse. E così feci.
Dopo aver terminato questo mio flusso di coscienza, cercai finalmente un posto appartato e lo trovai: un vicoletto sperduto in mezzo a dei palazzi lontano dal centro della Città in cui nessuno passava mai. Scelsi il posto perfetto, in mezzo a due grandi bidoni della spazzatura rettangolari, e mi sdraiai, con la testa appoggiata a uno di essi, cadendo finalmente tra le braccia di Morfeo, già sapendo cosa sarei andata a fare al mio risveglio.
Mi addormentai che erano circa le 4 del mattino e mi risvegliai poco più di due ore dopo verso le 6:30, pronta e carica per quello che mi aspettava.
Come detto prima, il mio obiettivo era comportarmi come sempre, per vedere se l'episodio di Roxy fosse un caso isolato, o se in me fosse cambiato davvero qualcosa, e quindi decisi di andare a fare quello che faccio quasi ogni giorno: uccidere. Ma non uccidere qualcuno in un colpo all'improvviso come feci la sera prima con quel povero disgraziato al parco; dovevo uccidere come si deve, traumatizzando la mia vittima fino alla sua morte, e doveva essere cosciente mentre lo facevo, consapevole di star lasciando questo mondo per sempre a causa mia, mentre la guardavo negli occhi! Solo così avrei constatato se fossi ancora in grado di commettere questo genere di azioni con chiunque.
E dunque, dopo essermi svegliata, mi misi alla ricerca di una casa o un appartamento nella zona in cui mi trovavo, la quale, come dissi prima, era abbastanza lontana dal centro della Città, ma lo stesso molto trafficata perchè ci trovavamo comunque all'interno della metropoli racchiusa nella gigantesca cupola di vetro, e inoltre era mattina, e la gente iniziava a fluire per strada.
Ah, e per la cronoca, per quanto riguarda il mio lavoro da Prima Assistente Reale, non era un problema: è sì un lavoro a tempo pieno, ma non con orari fissi, semplicemente quando c'è bisogno di me mi chiamano, e fidatevi, lo so quando in una giornata possono chiamarmi per qualsiasi cosa; per questo non mi facevo problemi a starmene fuori dal Palazzo e di conseguenza lontana dai miei impegni anche per svariato tempo. Inoltre, se ci fosse stato un improvviso bisogno della mia persona, mi sarei fiondata come un fulmine, tanto non debbo nemmeno fornire spiegazioni del perchè mi trovo fuori, in quanto sono cose personali.
Tornando a noi, girai un po' per le strade di quella zona, spesso anche costretta a fermarmi perchè incontravo gente che mi riconosceva e che voleva farsi una foto con la sottoscritta: il dramma di chi è famoso, ma comunque non mi irrito, anche perchè sono abituata. Vagai per una buona mezz'oretta fino a quando non vidi qualcosa che mi attirò parecchio, anzi...qualcuno. Dal balcone del quinto piano di un condominio vidi affacciarsi due giovani umani, un uomo e una donna, quest'ultima con in braccio un bambino. Entrambi sulla trentina, l'uomo era vestito con una tuta da lavoro, probabilmente perchè stava per dirigersi proprio lì, mentre la donna era in pigiama e aveva appunto il bambino in braccio, sicuro figlio dei due e che avrà avuto al massimo 2 mesi, quindi nato da poco. La coppia era affacciata parlando di qualcosa tra di loro, e dopo pochi minuti rincasarono. Decisi che loro sarebbero state le mie vittime per quella mattinata! Una coppia felice che aveva appena avuto il loro probabile primo figlio, cosa poteva esserci di meglio? Forse ammazzare una donna nel preciso momento in cui sta partorendo...mh, ora che ci penso è una cosa che non ho mai fatto, tocca metterla sulla lista! Ad ogni modo, ormai presa la decisione, andai nel vicolo che divideva il condominio in cui viveva la coppia dall'altro a fianco, quindi un posto abbastanza tranquillo in cui non potevo essere notata facilmente. Lì vidi subito le scale antincendio del palazzo. Molto semplice. Le salii fino ad arrivare alla porta che conduceva al quinto piano, e lì dalla tasca presi una forcina per capelli che porto sempre con me per scassinare eventuali porte, come appunto quella che avevo di fronte. La aprii immediatamente e finalmente entrai all'interno del condominio. Ora, ricordandomi la posizione del balcone che si affacciava sulla strada, intuii subito quale potesse essere la porta di casa loro; la trovai e difatti sulla targhetta che segnava i residenti della casa vi erano due nomi, uno maschile e uno femminile: Valerio e Anna Maria. Ora non restava altro che entrare, e lo show...sarebbe iniziato.
Pensai a come poter entrare, se scassinare anche quella porta o bussare per farmi aprire, entrare di soppiatto o con la violenza. Mentre pensavo a questo, però, sentii le voci dei due provenire da dentro che si stavano facendo sempre più vicine: si stavano avvicinando alla porta d'ingresso a cui ero di fronte, e fu proprio in quell'istante che decisi allora di fargli una bella sorpresa.
Sentivo che stavano parlando di qualcosa inerente ai pagamenti della casa e nel mentre si erano accostati dinnanzi alla porta. La situazione era questa: loro che erano stanziati lì mentre parlavano delle ultime cose prima di salutarsi per la giornata, con l'uomo che sarebbe andato a lavoro mentre la donna sarebbe restata a casa ad occuparsi del neonato, ed io che ero esattamente lì fuori ad ascoltarli, attendendo l'istante in cui avrebbero aperto la porta, pronta ad avviare il loro incubo. La vita è veramente una puttana: una coppia tranquilla col figlio che sta passando una normalissima mattinata, completamente all'oscuro del fatto che una volta aperta la porta di casa, niente sarebbe più stato come prima. Basta un solo gesto, come quello di afferrare una maniglia e tirarla, per ribaltare completamente la propria esistenza. Che crudeltà.
Passati i secondi, finalmente...la porta si aprì, e mi ritrovai di fronte la coppia che vidi al balcone; sobbalzarono di scatto, non aspettandosi di ritrovarsi qualcuno immobile davanti a loro. Io, senza indugiare, presi subito la parola, non facendoli neanche mettere a fuoco la situazione.
Baby: "Salve! Sono Circus Baby. Mi spiace dirvi che devo uccidervi."
Valerio: "Come-"
Baby: "*Di colpo afferra per il collo Valerio* Ma in realtà no, non mi spiace affatto!"
Accadde tutto in pochissimi secondi, non li lasciai nemmeno parlare che afferrai per il collo l'uomo, mentre la donna non seppe fare altro che sussultare e sgranare gli occhi. Io, subito dopo questa mia azione, scaraventai il ragazzo in casa sua, facendolo andare a sbattere violentemente contro il muro opposto alla porta d'entrata; dopo ciò, entrai pienamente in casa anch'io, chiudendomi la porta alle spalle, mentre di fianco avevo ancora la ragazza che si mise ad urlare. Notai che non aveva più il figlio in braccio; probabilmente lo rimase da qualche parte mentre accompagnava il compagno alla porta d'uscita.
Baby: "*Rivolta ad Anna* Ora mettiamo subito in chiaro le cose: se non vuoi ritrovarti vedova tutto d'un tratto, farai meglio ad allontanarti da questa porta, indietreggiare e smettere di urlare, ok?"
Lei, senza indugi, mi assecondò, correndo verso il marito, e quindi allontanandosi dalla porta. Stava tremando e iniziò anche a piangere. Si abbassò poi verso il ragazzo aiutandolo a rialzarsi e iniziando a parlargli.
Anna: "Amore! Come stai?!"
Valerio: "*Rialzandosi e parlando a Baby* Cosa cazzo succede!?! Cosa vuoi!?!"
Baby: "Se mi trovo qui è tutta colpa di una certa ragazza animatronica, quindi nel caso prendetevela con lei, io non centro niente!"
Anna: "VATTENE DA QUI!!! COSA VOGLIONO ORA GLI ANIMATRONI DA NOI!?!"
Baby: "Ahh, avete avuto problemi con noi animatronics in passato, eh?"
Valerio: "Tu sei Baby...Rispondi!! Perchè sei qui e perchè mi hai colpito!!"
Baby: "Sinceramente non ho voglia di mettermi a fare tutto il discorso del caso, quindi passiamo direttamente ai fatti!"
Detto questo, mi fiondai nuovamente su di lui prendendolo sempre per il collo, ma stavolta iniziando a sbatterlo con violenza di qua e di là contro i muri, mentre cercava di dimenarsi, ma inutilmente. Nel mentre la ragazza ricominciò ad urlare e cercò anche lei di fermarmi provando a spingermi, ma io non mi smossi neanche di un millimetro, e continuai a divertirmi con l'uomo non curante di lei.
Anna: "BASTA!!! FERMA!!! FERMA!!! GLI FAI MALE!!! BASTA TI PREGO!!!"
Il ragazzo iniziò a sanguinare dalla testa, e i suoi tentativi di divincolamento iniziarono ad essere sempre più deboli, segno che ormai era completamente stordito dalle botte che stava prendendo. A un certo punto, lo lanciai di nuovo, stavolta facendolo cadere vicino al tavolo della cucina. La donna stava continuando a cercare di fermarmi dandomi anche dei pugni, ma così si stava facendo male da sola e basta. Io, poichè non volevo essere disturbata da quello che stavo per fare, con una semplice gomitata la misi K.O., e lei cadde a terra dolorante. Subito dopo iniziai ad avvicinarmi al ragazzo che non riusciva più a rialzarsi in piedi, con un sorriso stampato in volto, ma prima di avventarmi completamente su di lui, notai una cosa: ero in cucina. Dunque mi girai un attimo attorno.
Baby: "*Trova un coltello appoggiato sul ripiano, si avvicina e lo prende* Vi dispiace se lo prendo in prestito?"
Anna: "NO!!"
Baby: "Ah ok, grazie!"
E quindi, preso il coltello, mi avvicinai nuovamente al ragazzo, mi misi a cavalcioni su di lui per non farlo muovere...e iniziai la mia opera: gli piantai una prima coltellata dritta nell'addome, e la ragazza, ancora dolorante a terra, vedendo la scena coi suoi occhi tirò un urlo di terrore per quello che avevo appena fatto. Io, dopo la prima coltellata, proseguii con altre sparse per tutto il busto. Il ragazzo iniziò a sputare sangue dalla bocca, emettendo anche dei lamenti spezzati dal dolore, incapace di urlare a piena gola. La ragazza era disperata; piangeva a dirotto e continuava a gridare implorandomi di smetterla, come se il marito si potesse ancora salvare. Ma non era così. Finii il lavoro ficcandogli il coltello nello stomaco fino in fondo, e lui ormai non si muoveva più. Era ufficialmente morto! Guardai il suo corpo soddisfatta e con ancora il sorriso in volto. La parte superiore del corpo era riempita del suo sangue, compresa la bocca che ne aveva sputato un bel po'. Anch'io ero coperta di sangue sulle mani e su parte del mio busto. Un classico.
Anna, ormai compreso quello che successe, era stremata sul pavimento, con il volto coperto di lacrime e la voce spezzata da esse. Non urlava più. Guardava la scena inerme e inorridita.
Anna: "*Piangendo* Perchè... Pe-...Perchè..."
Io mi rialzai con ancora il coltello sporco di sangue in mano, e poi mi voltai verso di lei.
Baby: "Ora...dov'è tuo figlio?"
Lei sgranò gli occhi, iniziando di nuovo a tremare, ma stavolta non per paura, ma per rabbia.
Anna: "NON T'AZZARDARE A TOCCARE MIO FIGLIO LURIDA PUTTANA!!!"
Lei si rialzò di scatto, anche se barcollante, per cercare di correre verso la stanza del bimbo, ma io la bloccai tempestivamente, sbattendola contro il muro; mentre la tenevo ferma, ripresi il coltello e glielo ficcai nel palmo della mano, oltrepassandola e piantandolo nel muro; così era bloccata, incapace di smuovere il coltello dalla mano, e infatti ricominciò ad urlare come prima, ma stavolta per il dolore. Io, una volta fatto ciò, mi avviai nella direzione in cui stava per correre lei poco fa, verso la stanza del bimbo.
Anna: "*Piangendo* NO!!! LASCIALO STARE!!! TI PREGO, NO!! È SOLO UN BAMBINO, TI SUPPLICO!!!"
Lei tentò in tutti i modi di levarsi il coltello dalla mano per liberarsi, ma non ne aveva le forze. Io me ne infischiai delle sue suppliche ed entrai nella cameretta, trovando il pargolo mezzo dormiente nella sua culla. Lentamente mi avvicinai e lo presi in braccio, e questo, non riconoscendo il mio volto, vedendo che ero addirittura un animatronic e non la sua madre umana, iniziò a piangere. Successivamente, con lui in braccio, tornai dalla madre, mettendomi di fronte a lei, la quale era ancora incapace di muoversi. Vedendomi con suo figlio tra le mie braccia, iniziò a dimenarsi violentemente e a gridarmi contro.
Anna: "MOLLALO!!! TI HO DETTO "MOLLALO"!!! LASCIALO STARE!!!"
Baby: "*Accarezzando il bimbo che piange* I bambini sono creature meravigliose, non trovi? Così innocenti e senza pensieri."
Anna: "TI PREGO NON FARLO! UCCIDI ME MA LASCIA IN PACE LUI! TI PREGO!!"
Mentre con un braccio tenevo il bimbo, l'altra mano, con la quale lo stavo carezzando, la poggiai sulla sua testa.
Anna: "NO!! NO!!!"
Senza dire nient'altro...feci girare la mano che teneva la sua testolina, spezzandogli il collo e uccidendolo all'istante. Dopodichè, gettai il corpo ormai inanime del neonato ai piedi della madre, la quale urlò disperata e in preda al pianto. Io sorrisi nuovamente a quella vista: una giovane madre accasciata al suolo che urlava e piangeva dinnanzi al cadavere del proprio figlio nato da poco, incapace di poter fare qualsiasi cosa per salvarlo, e con poco più distante anche il cadavere dell'uomo che amava e col quale aveva messo al mondo il bambino. Una scena fantastica!
Dopo qualche minuto, lei smise di urlare, e ormai non faceva altro che singhiozzare continuando a fissare il corpo del figlio. Aveva quasi dimenticato che aveva una mano interamente perforata da un coltello, in quanto il dolore di aver appena perso le due persone che più amava nella sua vita sovrastava quello fisico causato dalla lama.
Io, a quel punto, mi inginocchiai e la guardai dritta negli occhi, per poi parlarle pacamente.
Baby: "Ti starai chiedendo perchè ho fatto questo. Io...Circus Baby...Primo Ministro degli animatronics. Beh...perchè sono pazza, come direste voi, o come direbbe chiunque in questo mondo! Stamattina volevo uccidere qualcuno a caso. Stavo cercando la mia vittima, e a un certo punto ho visto voi tre affacciati al balcone."
Anna: "..."
Baby: "Non è divertente? Se prima non vi foste affacciati lì, a quest'ora...non vi sarebbe successo nulla di nulla, e avreste continuato la vostra vita tranquillamente. La vita è davvero imprevedibile...ed io ieri l'ho saputo meglio di chiunque altro...ma oggi è capitato a te."
Lei non rispose, piangeva e basta, ancora con lo sguardo posato sul cadavere del bambino. Non si degnò nemmeno di rivolgermi un'occhiataccia.
Baby: "Beh, ad ogni modo..."
Mi rialzai, e subito dopo la liberai dal coltello che la teneva bloccata contro il muro. Lei, istantaneamente, appena libera, corse verso il figlio defunto e lo prese tra le sue braccia accarezzandolo, come se fosse ancora vivo. E qui, guardando questa scena, compresi una cosa; dopo aver compreso questa cosa, presi una decisione sul momento.
Baby: "Il mio lavoro qui è finito. *Si avvicina all'uscita* Buona giornata e...buon proseguimento di vita!"
Dopo aver detto ciò, uscii, chiudendo la porta di casa e lasciando la donna nel suo dolore, con ancora il figlio in braccio e il compagno disteso sul pavimento in un lago di sangue. Sì, la lasciai in vita, ma non come accadde con Roxy: quella presa in quel momento, fu una decisione del tutto consapevole a differenza di ciò che successe il giorno precedente. Perchè la lasciai vivere? Per farla soffrire, sapendo che lei era rimasta in vita, mentre le persone a cui teneva di più erano appena scomparse all'improvviso, ma soprattutto perchè...
Una volta uscita dalla casa, mi avviai anche verso l'uscita del condominio, sempre attraverso le scale antincendio, e una volta tornata all'aperto e in strada in mezzo alla gente, intrapresi il cammino per tornarmene al Palazzo come se nulla fosse successo. Ad un certo punto, però, mentre continuavo a camminare dopo essermi allontanata un po', sentii dapprima un urlo dietro di me, e successivamente un tonfo secco. Non mi voltai neanche perchè sapevo quello che stava succedendo: Anna Maria, la ragazza che avevo appena lasciato in vita...si era buttata dal balcone di casa sua, dal quinto piano, finendo in mezzo alla folla della strada e morendo sul colpo: si era appena suicidata. Era proprio per questo che la lasciai in vita, perchè sapevo che tanto si sarebbe ammazzata da sola. Come avevo detto, so riconoscere quando una persona che torturo ha intenzione di suicidarsi o no dopo quello che gli faccio, e per questo spesso li lascio in vita, così che se la tolgano con le loro stesse mani. E lei era proprio una di queste! Quando vidi che, una volta liberata dal vincolo del coltello, prese in silenzio tra le braccia il figlio deceduto senza neanche guardarmi, capii che per lei la sua vita non aveva più senso, traumatizzata completamente da quello che successe, e quindi lasciai fare a lei.
Che soddisfazione! CHE SODDISFAZIONE! Il mio obiettivo era portato a termine con successo! Distrussi del tutto una famiglia nel giro di pochi minuti, a sangue freddo, uccidendo persino un neonato di pochi mesi davanti agli occhi della madre! Questa era la prova che non ero cambiata, sapevo ancora essere me stessa. Prima il ragazzo del parco, poi questo. Non mi restava che tornare da Roxy e vedere se fosse successo ancora qualcosa di strano con lei, ma dopo quello che feci quella mattina, ero sicura di me ormai.
Quindi, dopo aver portato a termine questa mia opera, me ne tornai al Castello verso la mia stanza. Una volta entrata, trovai Roxy ancora imbavagliata e legata al mio letto, e sveglia tra l'altro. Immagino non avesse fatto una delle sue migliori dormite. Difatti, appena entrai in camera, iniziò a fissarmi con uno sguardo stracolmo di odio e furia, e mi sorprendo di come non si sia dimenata alla mia vista.
Baby: "Dormito bene? *Sorride*"
Lei, per ovvie ragioni, non potè parlare, ma comunque aggrottí ancor di più gli occhi in segno di rabbia.
Io, senza dire altro, mi avvicinai e cominciai a slegarla; dopo aver liberato gambe e braccia le tolsi anche la pezza dalla bocca. Era di nuovo libera, ma, nonostante ciò, non proferí parola, limitandosi a massaggiarsi i polsi appena slegati mentre continuava a scrutarmi in viso. Io, a quel punto, presi il mio telefono iniziando a cercare su Internet la notizia della famiglia che avevo appena distrutto, così da fargliela vedere. La trovai subito, pubblicata da poco, e quindi girai il telefono per mostrargliela.
Baby: "Ecco un'altra prova della mia crudeltà!"
Roxy: "..."
Roxy lesse solamente il titolo della notizia: "Coppia di giovani umani trovata morta assieme al figlio di 2 mesi". Appena lesse le ultime 4 parole, si mise una mano sulla bocca emettendo un sospiro di tristezza e paura, incredula a ciò che aveva appena letto. Non ipotizzò neanche che magari avessi preso una notizia a caso e l'avessi spacciata come mia colpa. Capí subito che non stessi mentendo, specialmente dopo aver assistito alla scena della sera precedente.
Io sorrisi, mentre osservavo la sua reazione, notando paura e disgusto nel suo viso, e questa cosa mi compiaceva molto.
Roxy: "...Io ti ODIO!!"
Queste furono le uniche 3 parole che le uscirono dalla bocca, e, una volta pronunciate, si avventò su di me cercando di aggredirmi, ma mi bastò scansarmi di poco e con un braccio stenderla per mandarla a terra.
Baby: "Che c'è? Ti dispiace per quel povero bimbo? Tranquilla, ha solo 2 mesi, non si ricorderà nulla- ah no! Scusa. *ride*"
A lei evidentemente non piacque questa mia battuta, in quanto, dopo averla sentita, digrignò i denti e mi osservò con sguardo infuriato mentre era ancora a terra.
Baby: "Sai? Ora sì che mi sto divertendo! E già che ci siamo, voglio svelarti un altro mio piccolo segreto, anzi, uno scopo: è da ormai una decina d'anni che mi sono posta l'obiettivo di conquistare tutto il mondo! Già, hai capito bene. Sto escogitando da tempo un piano per divenire la padrona di tutto e di tutti, ed è per questo che mi sono fatta assumere come assistente della Regina. E sappi che nessuno mi fermerà dal compierlo! *Si abbassa all'altezza di Roxy* Nemmeno tu! *Le tocca il naso con l'indice*"
Roxy: "*Scuote la testa infastidita* Conquistare il mondo? Credi di essere in un film di supereroi?!"
Baby: "Forse! Sta di fatto che hai ragione, può sembrare un'impresa folle...ma ti ricordo che io SONO folle!"
E così, ora era anche a conoscenza del mio obiettivo di vita. Ormai sapeva tutto di me, e aveva tutti i buoni motivi per avere paura e cercare di scappare. Ma non poteva! Era completamente segregata nella mia stanza, all'interno del Palazzo Reale ma all'oscuro di tutti! Il suo ragazzo, anzi, ex ragazzo non si era neanche degnato di preoccuparsi e chiedersi dove fosse finita, e, oltre a lui, a detta sua, non aveva nessun altro, quindi nessuno si sarebbe messo a cercarla. Questa cosa mi fece venire un'idea in mente. Un'idea molto divertente! Oh sì, per il giorno dopo avevo in mente un bello spettacolino da mettere in scena, e, probabilemente, sarebbe stato l'atto finale. Ormai non mi facevo più problemi con lei: l'avevo traumatizzata, molestata, legata e imbavagliata! Non restava...che ucciderla una volta per tutte.
Dunque, lasciai passare quella giornata, con lei sempre rinchiusa nella mia stanza, ma stavolta senza telefono, in quanto avrebbe potuto chiamare aiuto, mentre io me ne tornai a lavoro.
Una volta arrivata la sera, a differenza del giorno precedente, decisi di dormire nella mia stanza...assieme a Roxy! Se la notte prima avevo dormito fuori, con lei vincolata nella mia camera, stavolta non mi feci problemi a dormire nel mio comodo letto con a fianco lei in completa libertà.
E quindi, una volta sotto le coperte assieme a lei, la quale sentivo che non era per nulla a suo agio dal fatto che era rigida e immobile nella stessa posizione, mi assopii lentamente, contenta della situazione che si stava venendo a creare e che le cose stessero tornando lentamente alla "normalità". Mi addormentai beatamente, a differenza della mia compagna di letto, la quale, invece, non chiuse occhio; ciò era a causa del suo disagio nel dormire con una serial killer pazzoide, ma non solo per questo. Infatti, quella sera, prima che io tornassi da lavoro, entrò nel mio bagno e prese una cosa... Quella cosa la nascose in una tasca del pigiama che io le procurai, e se la tenne tutta la notte con sè, nascosta. Aspettò il momento giusto, o almeno quello che secondo lei era tale. Restò vigile tutto il tempo mentre io mi addormentavo, e, una volta giunta notte fonda, intorno alle 02:00, notando che ormai io ero in una profonda fase REM, attuò il suo piano: senza alcun tipo di preavviso, prese l'oggetto che teneva nascosto, che altro non era che un paio di forbicine da bagno, e cercò di piantarmele nel collo di violenza mentre dormivo per uccidermi. Ciò funzionò? Ovviamente col cazzo! Io, prevedendo tutto quanto, mi girai di scatto svegliandomi dal mio sonno e le bloccai il braccio col quale tentò di accoltellarmi. Accadde tutto in 1 secondo, e lei, non capendo come fosse possibile in quanto io stavo dormendo profondamente, fece una faccia assai stupita. Io, dall'altro lato, sorrisi soddisfatta e, senza dire niente, con l'altra mano che avevo libera, le sferrai un pugno a pieno volto, come punizione per aver cercato di farmi fuori, e a causa di questo lei cadde dal letto, iniziando anche a perdere olio dal naso.
Baby: "Finalmente sono anche riuscita a ferirti. Pensavi fosse davvero così semplice? Nemmeno Morfeo è una distrazione sufficiente per ammazzarmi!"
Roxy: "*Incredula, si tiene il naso sanguinante*"
Baby: "Sai? Credo proprio che la tua morte ormai sia imminente!"
Fu una scena veloce ma fantastica! Lei passò per un mix di emozioni che non scorderò mai, mentre io ottenni finalmente ciò a cui bramavo: farle male fisicamente. Certo, le diedi solo un pugno, anche se forte, ma in quel momento non avevo voglia di mettermi a torturarla come si deve. Io tornai a dormire tranquilla, mentre lei ormai non sapeva più cosa fare, era nel panico.
Passata anche quella notte, il giorno seguente ero più decisa che mai. Come dissi prima, avevo programmato un bello scenario da mettere in atto: quella mattina, dopo esserci svegliate entrambe, con Roxy che non proferiva una parola, presi due oggetti e, dopodichè, mi piazzai di fronte a lei, fermandola mentre era in piedi a gironzolare per la stanza, tenendo entrambi gli oggetti dietro la schiena. Iniziai poi a parlarle.
Baby: "Dunque...è stato tutto molto divertente, tu ti sei divertita?"
Roxy: "*Visibilmente frustrata*"
Baby: "Ma è giunto il momento di mettere un punto a tutto ciò. Ma lascio decidere a te come!"
Roxy: "..."
Baby: "Quindi...vuoi che io ti uccida così come sarebbe dovuto accadere qualche giorno fa...*Tira fuori la mano destra che impugna un coltello* Oppure...vuoi scappare via chiamando aiuto... *Tira fuori la mano sinistra che tiene un telefono* ...ma solo se chiami il tuo fidanzatino William?!"
La misi davanti ad una scelta: in una mano tenevo un coltello col quale l'avrei uccisa se lei avesse scelto la prima opzione, mentre nell'altra tenevo il suo telefono che le sequestrai il giorno prima e che le avrei fatto usare se avesse scelto la seconda; ma, come dissi, l'unico che poteva chiamare era il suo ragazzo col quale aveva pesantemente litigato, dicendogli di venire a salvarla. Feci esattamente come Morpheus nel film "Matrix" durante la scena della pillola rossa o pillola blu. Lei iniziò nuovamente a palpitare, sapendo che l'avevo appena messa in difficoltà, in quanto non aveva alcuna intenzione di chiamare il suo ragazzo dopo quello che successe. Le palpitazioni inizialmente erano di panico, ma subito dopo si trasformarono in palpitazioni di rabbia.
Roxy: "Stronza! Io non scelgo niente! Non starò al tuo gioco del cazzo!!"
Baby: "Sapevo l'avresti detto. In tal caso..."
Istantaneamente lanciai il telefono alle spalle, mentre il coltello lo impugnai saldamente in mano e nel mentre mi avventai su Roxy, spingendola col braccio sinistro indietro e bloccandola al muro, puntandole l'arma contro.
Baby: "...scelgo io!"
Eravamo agli sgoccioli: dopo 3 giorni infiniti di pura agonia per la sottoscritta, stavo finalmente per ammazzare quella ragazza una volta per tutte. Sorridevo a pieno volto, ormai decisa e sicura di me. O almeno...così pensavo. La tenevo bloccata al muro con un braccio, mentre con l'altra mano stavo tenendo il coltello puntato verso di lei. Mi bastava solo portarlo in avanti di qualche centimetro per infilzarla e porre fine a tutto questo teatrino...Ma nuovamente...mi paralizzai. Stavo fremendo come non mai, perchè VOLEVO FARLO. Ma non ci riuscivo...perchè...?! Cominciai addirittura ad ansimare, e la mia espressione cambiò da una soddisfatta e impaziente a una furiosa e confusa. Roxy, che stava assistendo a tutto ciò, non mosse ciglio. La sua espressione, al contrario della mia, divenne seria e tranquilla, quasi annoiata. E aveva ragione. Aveva ragione ad essere annoiata dopo l'ennesima volta in cui si ripeteva questa cazzo di scena!
Roxy: "Ancora? Seria?"
Baby: "No...Non è possibile..."
Roxy: "Ti devi rassegnare: tu non sarai mai in grado di uccidermi!"
Il mio respiro ormai aveva raggiunto un alto livello di ansimo, ed io ero super stressata. A differenza delle altre volte, però, non diedi di matto iniziando a sbraitare; stavolta indietreggiai, quasi come se avessi paura di Roxy...e un po' era vero...avevo paura di una persona che non riuscivo ad uccidere per non so quale motivo. Lei era normale, non aveva niente di speciale...eppure mi era impossibile finirla. Avevo paura di una persona che non aveva fatto assolutamente niente!
Mentre indietreggiavo mollai il coltello, lasciandolo cadere a terra. Roxy non era più vincolata al muro a causa della mia presa, ma rimase lì ad osservarmi con aria da superiore. Io tremavo. Non avevo la più pallida idea di cosa mi stesse succedendo e soprattutto non sapevo cosa fare, e, proprio come quando si è in queste situazioni con davanti una persona che ti fa paura...scappai. Feci un veloce scatto all'indietro, voltandomi e correndo verso la porta della stanza dalla quale uscii, intenta ad andare fuori dal Castello all'aperto, perchè sentivo che mi mancava l'aria. Senza accorgermene lasciai Roxy lì dentro completamente libera, senza nemmeno chiudere la porta. Ma non fu quello il solo errore che commisi in quel momento; mentre correvo lungo il corridoio in preda al panico, andai a sbattare contro qualcuno. Alzai lo sguardo e notai che quel qualcuno...era Puppet!
Puppet: "Baby! Che è successo?!"
Non potevo crederci: mi ero appena fatta cogliere da una sensazione di panico che mi fece andare talmente fuori di testa che non mi resi conto di quello che avevo intorno. Puppet mi mise le mani sulle spalle, cercando di calmarmi. Non mi aveva mai vista così e di certo non avrei mai immaginato che sarebbe accaduto!
Puppet: "Calmati! Perchè stavi correndo?!"
Io non parlavo, non ne ero in grado. Continuavo a tremare ed ansimare, specie dopo essermi accorta di quello che era appena successo.
Puppet: "Stai Bene?! Baby, rispondimi!"
Non riuscivo nemmeno a pensare a una scusa plausibile! Ero completamente irrazionale. Dopo qualche secondo riuscii a dire qualcosa.
Baby: "No, no, è che mi...mi sono dimenticata una cosa importante, scusami!"
Furono le uniche parole che pronunciai, dopo le quali mi scostati da Puppet e me ne andai, stavolta non correndo, ma a passo svelto. Seriamente l'unica scusa che riuscii a inventarmi era questa?! Puppet era confusa, probabilmente si stava chiedendo se quella fosse la Baby che conosceva. Probabilmente no. Non ero io. Non potevo essere io quella lì! Anche nelle situazioni più critiche sono sempre riuscita a restare tranquilla e ad avere il controllo. E invece, quella volta addirittura andai nel panico per una situazione che avevo creato interamente io! Avevo fatto tutto io! Roxy neanche mosse un dito! Non so come fosse possibile...
Avevo appena mostrato a Puppet un lato di me che neanche sapevo di avere e che non sarebbe mai dovuto uscire fuori! Non sapevo davvero più che fare...
Una volta uscita dal Palazzo cercai di darmi una calmata. Mi avvicinai ad una fontanella che stava fuori nel giardino e mi sciacquai la faccia con l'acqua fredda per svegliarmi. Dopodichè mi appoggiai per qualche minuto al muro, cercando di mettere in chiaro tutto. Ragionai. Dopo attimi infiniti in cui non lo feci, riuscii a ragionare. Ormai non potevo fare niente che potesse farmi capire il perchè avessi quelle reazioni con Roxy. Quel nome stava addirittura iniziando a farmi paura. E tutto questo iniziò proprio perchè, quando cercai di ucciderla la prima volta nel bagno durante la mia festa di compleanno, lei pronunciò un nome al quale sentendolo mi bloccai. Che potesse mai essere lui la vera causa di questo mio comportamento? Magari era lui la risposta, non Roxy! Sennò perchè quella sera mi bloccai a sentir pronunciare il suo nome?
Avevo deciso: dovevo fare un ultimo tentativo, e, se anche in quel caso non avessi ricevuto alcuna risposta, allora davvero sarebbe stato impossibile arrivare ad una conclusione.
Dunque, iniziai ad incamminarmi fuori dal Castello, addentrandomi nella Big Animatropoli alla ricerca dell'uomo che molto probabilmente causò tutto questo: William Afton.
~FINE CAPITOLO
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