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𝟕 - 𝕿𝖊𝖘𝖙𝖆 𝖔 𝖈𝖗𝖔𝖈𝖊 -

🎸 𝕾𝖙𝖊𝖋𝖆𝖓 🎸

«Dimmi che penserai alla proposta di papà.»

Arriccio il naso e sbuffo. Lilah sta usando quel tono melenso che fa sempre effetto.
«Lo sai anche tu che prima o poi ti annoierai a non fare niente tutto il giorno, Stef!»
«Se devi continuare con queste argomentazioni convincenti, non so se voglio ascoltarti.»

Lei ride, ma io sono serissimo.
Scava la mia fossa come una goccia cinese.
«Sarebbe la scusa perfetta per stare lontano da mamma e papà senza che te lo rinfaccino.»
«Oh! Ecco che ricominci con questa logica a prova di bomba!»

Tiro indietro la testa e caccio un sospirone che mi abbassa le spalle di dieci centimetri.
Ne ho piene le palle. E siamo solo al secondo giorno.

Io non la voglio fare la figura dello sfigato costretto dalla madre a portarsi dietro il cuginetto piccolo che viene dalla campagna. Perché è questo che sembro.

Declan stamperebbe magliette, cuscini e deliziose tazze da ufficio con su scritto che sono un sottone. E non posso permettermelo.

Però, mentre tiro mentalmente in aria una moneta per fare testa o croce così da decidere se sarà sì o no, mi ritrovo a sperare intimamente che esca testa.

Perché il modo che ha quel tipo di rispondere alle mie provocazioni mi snerva, e a me piace il gioco da duri.

Ci metto una croce sopra. A quanto pare, non quella della moneta.

«Ci sto.» alzo subito una mano per bloccarla, perché ho una postilla da aggiungere necessariamente, «Ma soltanto per la barca. Per il resto del tempo mi farò i cazzi miei, e tu troverai il modo migliore per fartelo andare bene.»

Lilah si lancia contro di me per abbracciarmi.
Il suo profumo è il mio profumo. Il suo cuore batte allo stesso ritmo del mio. Stessa cadenza.
E finalmente smetto di pensare a mio cugino di sotto che si gode la serata indisturbato.

Questo è il potere che lei ha su di me.

Quando se ne va sono furioso, di nuovo. Cedere ai miei stessi paletti è qualcosa che detesto, perché mi costringe ad ammettere di aver fatto dei passi indietro. E io non sono uno che ne fa.

Non si esce dalla trincea per poi battere la ritirata. Si vince o si crepa.

Comunque, domani dirò a Edmund che ha vinto lui. Quindi stasera voglio vincere io.

Essendo gente per bene, intorno alla mezzanotte e mezza tutti gli invitati se ne vanno.

Mi sto imbellettando davanti allo specchio quando il bagno viene illuminato dalle decine di fari di tutte le auto parcheggiate qui sotto.
Ovviamente mi sono liberato di quei vestiti da prete per mettermi qualcosa di più consono.

Aspetto che tutti si ritirino. La camera dei miei è dall'altra parte della casa e so per certo che non verranno fin qui a darmi il bacino della buonanotte. Dunque, quando tutto sembra tranquillo e l'unica cosa che sento è il chiacchiericcio di mia sorella e il suo ragazzo, mi riverso di corsa per le scale.

Dall'appendiabiti accanto alla porta d'ingresso recupero la mia giacca, ma subito mi torna in mente una cosa.

Quando esco per andare a caccia, come stasera, porto sempre con me un minuscolo atomizzatore con il mio profumo.
In un attimo lo svuoto quasi per metà battezzando questa giacca a vita nuova, perché ieri l'ho visto, il bastardo. E io quell'odore di caramella per la gola lo odio.

Do un'annusata e posso dire di ritenermi soddisfatto. Adesso questa roba sa di caramella e basta.

Esco dal retro perché questa porta resta sempre aperta e non corro il rischio di dormire sul prato. Appena fuori mi riempio il petto di aria che non sia stata già respirata da qualcuno della mia famiglia, e già questo mi rinvigorisce.

Qui fuori, lontano dai lampioni e dalle luci della cittadella, la luna è abbastanza. Anzi, per essere mezzanotte mi sembra di vedere anche troppo bene.

Attraversare il bosco da solo di notte mi fa provare sempre emozioni contrastanti; da una parte mi sento completamente accolto nel mio elemento, come se gli appartenessi. Dall'altra, ogni minimo rumore, anche prodotto da me, mi fa perdere dieci anni di vita.

Passo il più possibile lontano dalla casa del vecchio Jack. Per stavolta non voglio brutte sorprese.

Raggiungo la cima del declino proprio quando penso di non farcela più a sopportare l'angoscia di stare qui da solo.
La luce calda del primo lampione sulla strada mi bagna il viso e mi conforta dandomi il bentornato nella civiltà.

Anche se quello che si para davanti a me è più lo scheletro della civiltà. Alla stregua di una città fantasma.
Tutte le auto parcheggiate nei vialetti. Tutte le luci spente nelle case.

In fondo è normale, d'estate questo posto si svuota quasi del tutto.
Se penso che i miei nonni sono a Tampa e che anch'io potrei essere lì, mi viene voglia di strapparmi la faccia.

La verità è che sono in punizione, ecco.
Sono costretto a marcire qui per tutta l'estate. E adesso metà di questo tempo lo passerò chiuso in un capanno con il fermento lattico che si scopa mia sorella.

Stanotte se l'è scopata, li ho sentiti.
In realtà ho sentito lei. Lui sembra silenzioso, come tutti i ragazzoni etero. Non capiscono che sentirli ansimare e gemere come ragazzine sopraffatte dal piacere è eccitante da morire.

Intanto sono arrivato al pub in fondo alla discesa. Entro e non guardo in faccia nessuno, o almeno non finché non prendo posto.
Grazie a qualsiasi Dio ci sia lì fuori, il mio sgabello preferito davanti al bancone è libero.

Qui ho la visuale dall'alto su tutta la piazza, con il vantaggio di rimanere nascosto nelle retrovie e non essere visto.

Sono pignolo per queste stronzate. Mi piace dare la caccia, ma faccio la mia mossa quando decido io. Se la preda mi punta per prima, perdo interesse. Se non mi nota, perdo interesse. Se finge di non notarmi, perdo interesse.

Ordino il solito non-so-cosa con rum, frutto della passione e qualche goccia scura di una bottiglietta di cui non so nulla, e che potrebbe tranquillamente essere cloroformio.

Mentre aspetto mi metto a giocherellare con la bottiglia vuota coperta di cera qui accanto. Dovrebbe essere una sorta di bruttissima candela, ma non la vedo mai accesa. Io mi diverto a passarci l'accendino sopra per farla gocciolare.
Fino a ora nessuno mi ha detto che non posso farlo.

Il barista fa slittare la coppa verso di me, poi lo vedo sporgersi sopra il bancone e allungare il braccio per attirare l'attenzione di qualcuno.
«Rosier, non puoi fumare qui!»

Do un'occhiata da sopra la mia spalla.

Il tipo che risponde a quel nome e che affoga la sigaretta nella birra di un amico, è uno di quei twink con crop top e lucidalabbra. Ciuffo perfetto e sguardo da puttana.

Non mi stupirei se lo beccassi a fare tutorial di makeup su Tiktok.

Se ne sta in piedi con le braccia incrociate e per un attimo mi guarda.
Sento una schicchera.
La sento sempre quando qualcuno mi piace tanto.

Il proprietario della birra avvelenata con il mozzicone osa protestare e lui gli assesta uno schiaffetto deciso dietro la nuca.

Torno al mio drink giocherellando con le calze a rete attraverso gli squarci dei jeans. Attorciglio i piccoli rombi su loro stessi con le unghie per scaricare quel po' d'ansia che sembra risalire la china.

«Ciao, principessa

Quando quello sconosciuto, Rosier, si appoggia al bancone con la schiena e mi rivolge la parola, per poco non sussulto. Non l'ho visto avvicinarsi.

Lo guardo dall'alto in basso. Mi schiarisco la voce e senza sembrare forzato provo a parlare un'ottava più sotto rispetto al mio solito.
«E tu invece? Il cazzo ce l'hai ancora o la transizione è completa?»
Lui ride cristallino, e non riesco a trattenere anch'io un sorriso.

Ha due begli occhi dal taglio quasi orientale e la mascella collaudata ad arte.

Mi lancia un'occhiata dal basso che mi fa involontariamente deglutire.
«Prima mi hai spogliato con gli occhi, sono venuto qua per fartela più facile.» conclude. Dalle labbra mi esce il "pff" meno convincente mai sentito.

Il barista slitta davanti a noi per lavare un paio di bicchieri e senza staccare gli occhi da me questo stronzetto ordina due tequila.

Pur non volendo, non riesco a non far scivolare gli occhi sul suo viso per consumarlo.
È il mio tipo. Mi piace tutto di lui.

Questo cretino sta facendo tutto quello che dovrebbe farmi perdere interesse. E invece più fa così, più mi convince.
Quanti altri paletti che mi ero messo da solo smantellerò oggi?

Butto giù l'ultimo sorso di cocktail guardandolo negli occhi da sopra il bordo del bicchiere.
Lo fisso in quel modo tutto mio che di solito funziona.
Se davvero parla la mia lingua, riuscirò a trasmettergli i miei pensieri.

Mentre dal lato del campo visivo ci vengono allungati i due shot pieni fino all'orlo, lui mi appoggia una mano sulla gamba e si allunga verso il mio orecchio.
Mi ritrovo a stendere appena il collo nella speranza che il mio profumo gli faccia girare la testa come il suo fa girare la mia.

«Vuoi succhiarmelo?»

Si allontana ma rimane proprio davanti a me. L'espressione furba che ha mi fa pensare alla Volpe di Collodi.
Sono davvero scemo come Pinocchio da cascarci?

Ci penso un secondo su e faccio di nuovo testa o croce.
Che ho da perdere?

Mi ritrovo nuovamente a tifare per la "testa", quindi non ho bisogno di altre conferme.

Butto giù la tequila con così tanta fretta che me la verso lungo il mento.
«Andiamo.» smonto dallo sgabello, ma lui mi trattiene.
«Fammi finire questa.»
Ancora prima che abbia concluso la frase ho già afferrato il suo bicchierino e me lo sono svuotato in gola.
Nemmeno ci provo a nascondere la smorfia che mi deforma la faccia.
Mi asciugo il mento da un altro rivolo di tequila e faccio per trascinarlo via con me.
«Hai finito.»

Non facciamo nemmeno in tempo a entrare in bagno, lui mi schianta contro la porta di uno dei cubicoli e appena dentro mi assale.

Con una mano tiene ferme le mie dietro la schiena, e il gesto mi manda una schicchera talmente violenta al cervello che mi ritrovo a guardarlo in cagnesco e digrignare i denti mentre quello mi bacia.

«Lasciami subito

Lo fa senza opporre la minima resistenza e senza interrompersi.
Gli allaccio le braccia intorno al collo e me lo schiaccio addosso.
È più alto di me e il suo calore sequestra l'aria subito intorno a me.
Più volte mi sono ritrovato ad annaspare per respirare.

La sua lingua è dolciastra e la succhio con piacere mentre ci sbattiamo da una parete all'altra, con il cesso che ci fissa in mezzo a noi.

Mangio il suo lucidalabbra alla vaniglia. Glielo lecco via come se davvero mi piacesse.
«Io sono Oliver.» sospira sulla mia bocca a occhi chiusi.
«Stefan.»

Infilo le mani dapprima sotto il tessuto del top, poi prendo la via inversa in direzione dei pantaloni.
«Pembroke?» annuisco e passo la lingua su quel tendine meraviglioso che disegna il suo collo, «Conosco il ragazzo di tua sorella. Salutalo da parte mia.»

Sì, come ti pare.
Adesso mi farai anche il favore di stare zitto?

Cattura il mio viso con entrambe le mani e mi piace come lo fa. Mi bacia e Dio se mi piace come lo fa.
Prova altre volte a bloccarmi le mani o a schiacciarmi all'angolo, e io mi divincolo sempre meno.
Alla fine mi piace anche come fa questo.

Soprattutto dopo oggi...

È come se riaprisse vecchie ferite e le curasse all'istante.
È un dolorino eccitante, come quello dalla cera sciolta addosso.

Appena supero l'elastico dei suoi boxer lui geme direttamente nella mia bocca, e io sento la testa leggera.
È uno di quelli che non si trattiene. Non come il coglione che si sbatte mia sorella, grazie al cielo.

Sarà l'alcol, sarà la giornata del cazzo, saranno i miei tratti masochistici o sarà che Oliver ha davvero il corpo di un modello, ma voglio che me lo spinga in gola fino allo strozzo.

Lo incentivo con la mano come meglio posso, poi quando lo sento duro e umido nel mio palmo, mi accuccio davanti a lui.

Lo sfrego con le labbra, ci respiro contro. Ripasso la lunghezza con la punta della lingua e lui non ha più tanta voglia di parlare.

Lo guardo. Ho gli occhi a mezz'asta, liquidi. Vorrei molto di più del suo cazzo in bocca.

Intravedo la sua mano avvicinarsi a me e lo tiro fuori di colpo.
«Non spingermi la testa.»
Lui mi guarda. Fa di no con la testa.
Sospira.
«Voglio accarezzarti.» sospira un'altra volta.
È sexy.

Al punto che accetto.

La sua mano si infila tra i capelli dietro le orecchie, mi gratta appena. Massaggia la nuca e mi piace.
Arrivo persino ad ansimare sul suo cazzo e questo piace a lui. Tanto che con l'altra mano inizia ad accarezzarsi da solo.
Passa le dita sugli scalini dei suoi addominali, nel solco tra i pettorali accennati.
Si piace e, Cristo, lo trovo troppo eccitante.

Faccio al suo cazzo quello che vorrei venisse fatto al mio e passo in sordina il fatto che con la mano sta premendo sulla mia nuca, anche se leggermente.
Ho ancora tutta la libertà di movimento.
Questa è l'unica ancora di salvezza che non mi fa crollare nel buco nero dei miei traumi.

Il suo addome si tende, inarca la schiena contro le piastrelle e sento che sta per venire.

Vado più piano soltanto per farglielo gustare, e un attimo prima di riempirmi la bocca mi schiaccia verso di sé con forza.
Non ho neanche il tempo di pensarci troppo su, che mi lascia andare.

Ingoio. Mi asciugo una lacrima con la manica e lui mi rimette in piedi.
Mi riempie di baci. Di complimenti.

Sono stupito più per la mia reazione che per altro.
È come se Oliver mi avesse gettato in quel buco nero e acciuffato subito, riportandomi in salvo.

Non posso prendermela. Non mi conosce.

Le parole che mi sussurra sulle labbra mi fanno ridere. Mi distrae e capisco che va bene così.

Questo tipo è sexy in ogni cosa che fa, e va bene così.

Prima di lasciarmi andare, mi piazza in mano una matita rossastra per le labbra e allunga un braccio davanti al mio viso. Ha lo sguardo supplichevole di una ragazzina innamorata.

Mi fa arrossire.

«Scrivi qua il tuo numero, ho il telefono sul tavolo.»

Ci scambiamo i numeri e ancora qualche bacio.

«Vediamoci, okay?»
Faccio sì con la testa perché non mi lascia il tempo di rispondere. È sempre sulle mie labbra.

Se questo è ciò che mi promette quest'estate, a me sta schifosamente bene.
Ho già in mente due o tre cosette da fare con questo tipo, giusto per togliermi lo sfizio.

Devo farla più spesso questa stronzata della moneta immaginaria.

𝔖𝔭𝔞𝔷𝔦𝔬 𝔞𝔲𝔱𝔯𝔦𝔠

Ciao, cuori! 💕 Come state? 🤗

Questo capitolo può sembrare inutile, ma non lo è! ❌
Mi è servito per sottolineare un qualcosa di Stefan che è importante cogliere 🔎

Per come si comporta con i genitori, e quello che accetta nei momenti più caldi 🌶🥵 sembra quasi cercare e desiderare l'abuso, non vi pare?

Ryan sarà solo l'ennesimo a confermare questo ciclo 🔂 o sarà invece quello che lo rompe? ⛔

Ovviamente non buttiamo nel dimenticatoio Oliver perché, purtroppo o per fortuna, sarà piuttosto importante per Stefan! 💞

Cosa credete succederà prossimamente? Io vi aspetto nelle domande anonime e su IG (xophe_library) per parlarne insieme! 📢💬

Vi do appuntamento a venerdì sempre alle 17:00 per il prossimo capitolo! 📖📚

Ora vi saluto e vi do anche un grosso bacio 🥰💋

Xò 🌼

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