6월- June
Nemmeno il tempo di uscire dall'aula dopo aver dato il suo ultimo esame che il telefono di Choi Hyun Su aveva vibrato.
Da: [Kang Do Youn😽]
A: [Me]
"Devo ricordarmi di togliere quel gattino" aveva pensato Choi Hyun Su guardando, con un mezzo sorrisino nascosto, quell'emoticon che tempo prima lo stesso Kang Do Youn si era selezionato.
"FINE ESAMIII! Ei ragazza tsunami, sai questo che vuol dire?"
Da: [Kang Do Youn😽]
"Che è tempo di mantenere la tua promessa!"
Da: [Kang Do Youn😽]
"Vieni davanti al bar dove lavoro"
Da: [Kang Do Youn😽]
"Voglio vederti"
Da quella notte di un mese prima Kang Do Youn aveva assunto un comportamento diverso nei confronti di Choi Hyun Su: non era più così tanto misterioso come un tempo, ma le parlava molto più liberamente tanto da uscirsene ogni tanto con frasi del genere che avevano il potere di smuovere qualcosa nello stomaco di lei.
«Partiamo adesso?» aveva proposto Do Youn, una volta di fronte al bar.
«A-adesso?»
«Tra poco. Prepariamo qualcosa da portarci per una notte e andiamo»
«N-notte?»
«Hai intenzione di scorgere le stelle tra i raggi del sole?» aveva riso Kang Do Youn.
E così due ore e mezza dopo si trovavano entrambi sul treno diretto nella provincia di Gyeonggi.
Choi Hyun Su guardava, emozionata, il paesaggio che scorreva veloce fuori dal finestrino; Kang Do Youn osservava, ammirato, la sua Hyun Su che non smetteva di sorridere in quel modo assolutamente dolce e innocente.
Una volta arrivati avevano vagato per un po' per poi trovare, con non poca difficoltà, la casa dei nonni paterni del ragazzo.
Il signore e la signora Kang erano due vecchietti vispi e vivaci che non sembravano curarsi della loro età ma che, anzi, sembrava stessero ancora vivendo il fiore della loro gioventù: innamorati l'uno dell'altra più che mai, amavano fare lunghe passeggiate, gite in luoghi sperduti, prendersi cura del loro grande orto e, soprattutto, del loro nipote preferito.
"Buon sangue non mente" aveva pensato Choi Hyun Su quando, molto arditamente, era stata presentata ai due anziani come la ragazza di Do Youn, creando un piccolo "ooh ooh" generale.
Più tardi, dopo aver consumato un'ottima cena in compagnia della famiglia Kang, Do Youn l'aveva presa per mano sussurrando un "seguimi" per poi trascinarla fuori dall'abitazione coprendole gli occhi.
«Adesso puoi guardare» aveva concesso il ragazzo, una volta sdraiati su una comoda coperta in lino profumato.
Choi Hyun Su aveva alzato lo sguardo al cielo stellato ed era rimasta abbagliata da tutta quella bellezza.
"È stupendo" aveva pensato Hyun Su senza distogliere gli occhi da quello spettacolo.
"È stupenda" aveva pensato Kang Do Youn mentre guardava la sua Hyun Su che era tanto impegnata ad emozionarsi.
Il ragazzo aveva continuato ad ammirarla spudoratamente; gli occhi di lei colmi di stelle.
«Come ti sembra?»
«Pazzesco...»
«Possiamo venire qui ogni volta che vorrai»
«Davvero?!» solo in quel momento Choi Hyun Su aveva incontrato lo sguardo di Kang Do Youn.
Il ragazzo non aveva smesso di guardarla un attimo, non perché non volesse -ovviamente anche quello- ma più che altro perché non ci riusciva. Aveva vissuto anni in quella piccola abitazione; fin da piccolo aveva imparato ad ammirare le stelle e la loro bellezza, eppure ormai, quel tipo di bellezza non gli importava più dal momento che essa era stata scavallata da quella di Choi Hyun Su.
«Credi che io sia una persona tranquilla che vive di garanzie?»
Choi Hyun Su era rimasta interdetta «Non ti definirei esattamente tale, ecco...»
«E infatti hai ragione. Mi piace l'adrenalina, mi piace il rischio.»
Pausa.
Kang Do Youn aveva continuato.
«Sai qual è la garanzia di un amore a senso unico?»
«N-no»
«Sia l'inizio che la fine sono una libera scelta della persona che non viene ricambiata. Choi Hyun Su, ripetimi un attimo una cosa: credi che io sia una persona che vive di garanzie?»
«N-non esattamente»
Hyun Su provava una strana ma piacevole sensazione allo stomaco.
Kang Do Youn voleva proprio che lei provasse quel tipo di sensazione.
«Non credo sarà facile con te. L'amore è una cosa complicata e non mi sarà facile modellarti ad esso. Dammi due mesi»
«Due mesi per cosa?»
«Ho intenzione di farti innamorare di me»
«Come?! P-perchè?»
«Perchè io lo sono già follemente di te e non ho intenzione di vivere nella garanzia di essere l'unico»
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