Chapeter 4. Una speranza
🦋분노🦋
" 'Cause I'm a fighter, fighter. I'll take you higher, higher. This place go on fire, fire. Champion."
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Hyungwon, con un gesto veloce, afferrò un braccio di Eun-Mi strattonandola con forza e facendola lamentare. Io ero letteralmente bloccata. Aveva appena detto che era fidanzato da tre anni. Tre anni!
Jimin aveva la bocca spalancata, come se volesse dire qualcosa della quale si era pentito, tacendo prima che iniziassi a gridare.
«Yah, fammi sedere accanto a lei!» Hyungwon alzò la voce, schiaffeggiando leggermente il braccio di Eun-Mi.
«Va bene, dannazione!» Esclamò lei arrabbiata, alzandosi dal suo posto e lasciando scivolare a mio fianco Hyungwon.
In modo teatrale lui iniziò a sventolarmi le mani davanti il viso, mentre io guardavo Taehyung sedersi di nuovo nel suo tavolo e prendere in mano il telefono.
«Shh, respira, respira» disse il biondo, sospirando per la notizia appena ricevuta e guardando Jimin con lo sguardo confuso.
«Yah, due anni in classe con lui e non sapevo nemmeno che fosse fidanzato.» Agitò la testa il moro, fissandomi con lo sguardo perplesso.
«La storia d'amore finisce così. Che tragedia!» Hyungwon finse di piangere, per poi sbattere una mano sulla mia nuca e guardarmi con gli occhi grandi. Scocciata ed indolenzita vi voltai verso di lui massaggiandomi il punto in cui mi aveva colpita. Stavo per chiedergli perché avesse fatto una cosa del genere quando lui mi precedette.
«E che non ti saltasse per la mente di starci male.! Non capisco proprio la gente che si rende difficile la vita per una persona alla quale probabilmente non importa niente» Hyungwon sbatté una mano sul tavolo, facendomi sobbalzare.
«Yah, Hyungwon. Comincio a pensare che ti droghi!» Esclamò Eun-Mi, alzando gli occhi in cielo. Ma lui la ignorò, afferrandomi il braccio ed avvicinandomi alla sua faccia. Allargò l'altro braccio verso la folla di studenti e sorrise mentre Jimin lo guardava divertito.
«Vedi, è pieno di ragazzi. Okay, capisco perfettamente che con quella testa azzurra si noti più di tutti, però guarda la vastità delle tue scelte. Assimila bene quello che ti sto per dire: mister testa zucchero di filato ha già una caramella con cui fare coppia. Ci scommetto tutto che è la modella del paese, hai presente quelle ragazze bellissime ma che a stento riescono a mettere due parole di senso compiuto insieme per formare una frase? Ecco, me la immagino così» Hyungwon lasciò il mio braccio e mise il pollice sul mento, come se stesse riflettendo, poi con un sorriso si voltò verso di me.
«Hyungwon, potresti fare l'attore!» Esclamò Jimin divertito, facendolo inchinare teatralmente e poi allargare di nuovo le braccia.
«Miei prodi, diventerò ricco!» Esclamò ridendo, scivolando dalla panchina.
«Sì certo! E quei soldi li spenderai tutti in sostanze. Perché prima era solo un sospetto, ma ora lo so per certo. Tu ti droghi quando noi non ci siamo.» disse Eun-Mi.
Hyungwon ridacchiò, poi si voltò verso di me che, ancora allibita, fissavo il piano del tavolo.
«Ah, Min Min, mia piccola dolce innamorata, la vita è così. Puoi sempre sperare che si lascino, oppure-» Hyungwon afferrò la bacchetta e la brandì in aria pericolosamente.
«La uccidiamo nel sonno. Faremo in modo che tu possa avvicinarti a lui, lo consolerai e alla fine troverà protezione nelle tue braccia e-» disse, ma Eun-Mi lo interruppe.
«Probabilmente non avrà tempo per confortarlo, perché come minimo verrete chiusi entrambi in celle separate e a te, caro Hyungwon, metteranno anche la camicia di forza!»
«Mi starebbe bene» rispose subito lui, come se stesse prendendo davvero in considerazione l'idea di farsi sbattere in qualche centro psichiatrico e farsi mettere la camicia di forza.
«Sì, così stai più che sicuro che ti scambiano per un lenzuolo! Sei così bianco che a volte ho paura che tu sia una specie di spettro.» Rise Jimin, scuotendo la testa.
Ero un assoluto silenzio, e Jimin si accorse di quanto effettivamente ci fossi rimasta male. Mi rivolse uno sguardo dispiaciuto, ma non disse nulla perché io non alzai gli occhi verso i suoi. Non sapevo cosa dire, forse sarei scoppiata a piangere se avessi aperto la bocca per fare qualsiasi suono.
Che sfortuna! E io che speravo di riuscire ad avere una possibilità con Taehyung...
«Bello, se diventassi un fantasma potrei fare venire i capelli bianchi a quella vecchia racchia che mi ha mandato dal preside prima! Mi hai dato un'idea bellissima Jimin-ah!»
Alzò la voce Hyungwon, alzandosi dal suo posto e partendo a passo spedito verso la porta della mensa, ma a metà corridoio si fermò, si voltò verso di noi e corse di nuovo nel tavolo. Con un gesto particolarmente violento mi afferrò la testa e mi lasciò un bacio sulla fronte, facendomi piegare dolorosamente il collo verso il suo sguardo.
«Pensaci all'idea di ucciderla nel sonno» Disse sbattendo una mano sulla mia fronte prima di correre fuori dalla mensa.
Jimin sorrise. «Non metterti nei guai, Hyung-Won! Aish, vorrei tanto essere positivo come lo è lui!» Esclamò chiudendo il computer, ma non ricevette risposta né da parte di Eun-Mi, che si era di nuovo concentrata nella lettura, né da parte mia che continuavo a ripetere le parole di Taehyung nella testa.
«Sì, sono fidanzato da tre anni.»
«Min-min! Ascoltami. So che avere un amore non ricambiato fa male.» sospirò mettendo una mano sulla mia, facendomi staccare gli occhi dal ragazzo dai capelli azzurri che con le sopracciglia corrugate fissava lo schermo del suo telefono con uno sguardo accigliato. «Però Hyungwon ha ragione! Non c'è solo lui.» sospirò passando dolcemente il pollice sul dorso della mia mano.
«Però a me piace solo lui.» risposi con un lungo sospiro, appoggiandomi, triste, la testa sulla mano. Jimin mi fissò dispiaciuto.
«Lo so, però prima o poi dovrai capire che è fidanzato.»
La campanella suonò segnando la fine della pausa pranzo. Io, Jimin e Eun-Mi tornammo verso le nostre classi.
Prima di entrare dentro vidi Taehyung grattarsi la testa ancora accigliato, ma lo ignorai perché mi faceva male pensarlo fidanzato con un'altra.
Conoscemmo i nostri nuovi professori e i loro buoni propositi per diplomarci in modo tranquillo e preparato e poi, all'inizio dell'ultima ora, prima di pranzo, uscii dalla classe per prendere un po' d'aria fresca. Il caldo era ancora insopportabile ed io sentivo il cuore pesante al pensiero di Taehyung. Ero davvero così innamorata di lui da starci male anche se in fin dei conti gli avevo parlato una sola volta? I miei pensieri furono interrotti da un grido soffocato davanti a me.
Con l'abitudine strana che avevo di camminare con la testa piegata verso il basso non mi ero accorta che Taehyung stava camminando avanti ed indietro per il corridoio, stringendo il pugno della mano sinistra e tenendo con la destra il telefono sull'orecchio.
«Seon-Mi! Perché non ti fidi di me? Ti avrò spiegato più di mille volte che non ti tradirei mai, nemmeno se sto così lontano. Ti amo, perché non lo capisci?» Gridò imprecando contro uno degli armadietti del corridoio, sferrandogli un pugno e rompendo la serratura.
Strizzai gli occhi, sbuffando risentita mentre cercavo dal trattenermi dall'andare a dargli un pugno dritto in testa. Aveva appena rotto il mio armadietto!
Con un gesto veloce mi nascosi dietro una parete vicina, ero vicina a un armadietto rosso rubino che, se la memoria non m'ingannava, era quello di Jimin. Aspettai che si calmasse e si allontanasse, così che potessi vedere quanto danno aveva fatto al mio armadietto.
In silenzio lo ascoltai imprecare. Pensai che doveva anche essere molto innamorato della sua ragazza, avevano ragione i miei migliori amici. Meglio lasciarlo perdere.
«Senti, vai al diavolo!» Esclamò.
Aspettai qualche secondo prima di andare a guardare il mio armadietto. Nessun rumore proveniva dal corridoio, forse era già andato via.
A passo spedito uscii fuori dal mio nascondiglio, fermandomi di scatto quando lo vidi appoggiato sul mobile che aveva rotto con le braccia incrociate e lo sguardo basso. Nervosa cercai di tornare indietro senza farmi notare, ma il telefono che avevo lasciato dentro la tasca della giacca cadde a terra fermando il mio cuore. Dannazione, doveva proprio cadere?
Spaventato l'azzurro alzò lo sguardo, mentre io mi abbassavo per afferrare il telefono. Dopo un'eterna indecisione alzai gli occhi sui suoi, ero bollente in viso. Che cosa avrebbe pensato? Che origliavo le sue conversazioni?
Taehyung si voltò verso un'altra parte spostandosi un po' dall'armadietto, sembrava volesse nascondere le lacrime.
Senza dire nulla, trovando come scusa quella di prendere un libro da esso, mi avvicinai timida.
L'azzurro si voltò verso di me di nuovo, sgranò gli occhi quando capì che l'armadietto che aveva rotto era il mio. Imbarazzato si spostò completamente e mi lasciò aprire la piccola anta, nel frattempo io fingevo di essere sorpresa del fatto che fosse rotto.
«Ecco, s-scusami. I-io sono stato preso dalla rabbia.» balbettò dietro di me, facendomi voltare.
Gli sorrisi dolcemente e lui, asciugandosi gli occhi con la mano, fece lo stesso.
«Ti ho già parlato prima, vero?» Domandò poi, facendomi sgranare gli occhi e battere il cuore all'idea che forse si ricordava di avermi incontrato e parlato un anno prima.
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