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Parte 5

Non si è mai sentito così stupido.

Ha combinato veramente un macello con quella birra e ora si ritrova a ginocchie piegate che sta raccogliendo
vetri un po' ovunque e il liquido che lo conteneva sparso sul tavolo e a terra.

È ancora intento a raccimolare quei piccoli pezzi verdi quando la voce del ragazzo che sorseggia quella Sprite lo raggiunge per l'ennesima volta.

-Sensei. Ci voleva proprio grazie.

-Di nulla, Ren.

-Sicuro che non vuoi una mano?

-Non tranquillo.

Il ragazzo l'osserva con fare scrutatorio e la sua testa si muove lenta dando un occhiata a quella stanza che quasi rispecchia il suo eroe.

Pochi mobili necessari.

Spogli, senza nemmeno un oggetto sopra, tanto da sembrare una casa disabitata a parte quel tavolino che sembra l'unico punto focale della sua esistanza e il colore di quel divano che spicca fra tutti, così monocromatici, come se fosse stato preso di proposito per dare un senso a tutto ciò.

Da quando è diventato il numero uno, il grande Deku, non avrà avuto un attimo libero.

Infatti è sempre in prima linea a combattere, mai una volta che lui non si trovi al posto giusto e al momento giusto durante un attacco  villain.

Mai una volta che non sia stato presente, come se la sua vita, quella privata, fosse nulla, solo un dettaglio, solo una incognita che non vorrebbe avere.

Ren si volta verso la foto e la osserva bene e sorride, un sorriso accennato per poi voltarsi di nuovo verso l'eroe accovacciato intento a raccogliere cocci sparsi ovunque e dinanzi  a lui per una volta non vede il suo idolo, ma un ragazzo di pochi anni più grande di lui.

Un ragazzo che si è preso sulle spalle un grosso peso da portare.

Essere eroi non è bello come tutti pensano.

Chi è esterno vede solo la persona che guarda in tv,  magari  per strada mentre fa il suo dovere, senza ritirarsi a proteggere quelle persone indifese e pensa che sia bello essere eroi e in parte è vero,ma, l'altra faccia della medaglia?

Questo lo fa pensare.

Un eroe non è solo colui che pensi sia irraggiungibile, che vorresti imitarlo per essere un grande.

Non è solo potenza, coraggio, rispetto verso ideali.

Un eroe è anche un essere umano con anima e spesso può anche sentirsi solo per dover fare il suo dovere o nascondersi dietro ad un sorriso, un segreto, un dolore che per il ruolo che gli è assegnato deve reprimere per poi magari sentirsi sempre più solo.

Un eroe non è immortale.

Un eroe non è un dio.

A questo Ren non ha mai pensato, perché come tanti lui ha visto sempre e solo l'eroe, l'idolo, un mito irraggiungibile e non ha mai e poi mai  considerato nemmeno una volta a questo aspetto  della vita da eroe ed è stato un bene, una consapevolezza in più per essere pronto al suo futuro.

-Sensei, le spiace se apro la porta-finestra, comincio a sentire un po' caldo e magari faccio uscire quest'odore di birra.

-Credo sia una buona idea Ren.

Una smorfia a mo di sorriso  sul volto del ragazzo che lento si alza da quel divano e raggiunge quella vetrata coperta da una tenda bianca con sopra delle lunghe strisce beige che partono dall'alto verso il basso.

Click.

Uno scatto, un movimento lento e quella tenda di muove lentamente lasciando entrare quella lieve brezza della sera che comincia a calare e da quell'altezza si vede come il sole lascia posto piano piano all'oscurita della notte che sarebbe arrivata da lì a poco.

Un profondo respiro.

Un sussurro impercettibile e una frase detta così a bassa voce da non essere udibile al ragazzo che era intento a raccimolare vetri.

Di nuovo una smorfia a sorriso, quasi furba mentre abbassa un po' il capo chiudendo gli occhi.

-Si sono davvero uno stronzo.

Come se stesse parlando con qualcuno.

E quel sorriso si allarga.

-Sensei, allora può parlarmi un po' di lui?

La mano si ferma su quel pezzo di vetro un po' spesso e non si accorge che a stretto un po' troppo e si ritrova col palmo sanguinante.

Un taglio nel palmo della mano abbastanza profondo, e sangue che cola mischiandosi alla birra ancora riversa a terra.

-Merda. Ssssssfh.

-MIDORYA!
Scusa sensei non dovevo chiamarti così.

-tranquillo, va benissimo.

-fa vedere.

-non è nulla che non possa risorversi, una cicatrice in più, una in meno non fa differenza.

-Non dire stupidaggini. Disinfettiamola un attimo, dimmi dove trovo l'occorrente.

-è in bagno nella specchiera.

-faccio in un attimo.

Un lampo, e quel ragazzo si rifionda da lui, svita quel tappo e ne fa uscire quel liquido che si versa sulla ferita facendo formare tante piccole bollicine bianche e un lieve pizzichio si sente con esse.

-Ci sono vetri al suo interno?

-No il pezzo era grande.

-bene.

Ren guarda la ferita per assicurarsi che sia tutto apposto poi vi poggia tre dita dove incomincia lo squarcio e chiude gli occhi come se volesse assorbire concentrazione. Sulle loro punte una scintilla, piccola, lieve, quasi come uno scoppiettio che stranamente odora di nitroglycerina che arriva su quel taglio e tutto a inizio.

Il maggiore sente uno strana sensazione nella sua mano, un calore avvolgente, sente come se qualcosa stesse muovendo la sua carne lacerata, come se strati della sua pelle si stessero riproducendo senza permesso collegandosi da una parte all'altra senza un minimo sforzo e non fa male, non duole.

È come quando giochi con la colla sulle dita, prima la senti viscida, liquida e poi tutto d'un tratto quell'incastro fra di loro quasi perfetto che non riesci a staccare nemmeno volendo se non usi il giusto prodotto per dividerlo.

Il volto del maggiore si alterna fra la mano e quel ragazzo di fronte a lui ed è incredulo.

È questo che si prova? È questo che sta assistendo sulla propria pelle?

Una sensazione che non fa male  ma che lo rassicura che tutto andrà bene.

Osserva quella ferita che si ricostruisce pezzo per pezzo, strato per strato senza lasciare il minimo passaggio di quello che è accaduto in precedenza, nemmeno Un goccia di sangue esiste più.
La sua mano sembra non essersi mai lacerata.

Resta esterrefatto.

-Mido-sensei tutto bene?

Un sorriso.

-Midorya va bene Ren. Si grazie, è come nuova direi.

-Le dò una mano.

E così dicendo prende lo straccio e ripuliscono velocemente quel casino.

Izuku si guarda ancora quella mano quando Ren riappare nella stanza incredulo da quello che ha assistito poco prima.

Sarebbe stato davvero possibile? E le conseguenze? A pensato tante volte alle conseguenze.
Un'azione porta a dei cambiamenti e i cambiamenti portano ad un annullamento di qualcosa.

Rischiare a cosa avrebbe portato? Se l'è chiesto tante volte, arrivando solo ad una conclusione,ma il problema è se affrontarlo o meno, ma tanto le sue sono solo supposizioni.

Già supposizioni che hanno preso consapevolezza vera dieci minuti prima ed ora ha ansia, quasi paura per l'esattezza, perché un passo falso e rischia di rovinare tutto e forse tutti. Perché una singola azione al momento e posto sbagliato può cambiare la vita di tante persone.

- Midorya.

La voce lo desta dai suoi pensieri.

Si volta, mentre un lieve venticello sposta un po' la tenda e alcune ciocche di capelli si muovono.

Il ragazzo lo guarda e gira il volto di nuovo verso quel vetro che divide l'interno con l'esterno.

Sorride.

- Allora, torniamo a noi. Ora mi parli di lui? Così che io possa prendere la mia decisione.

-Ren, perché vuoi farlo?

La voce con tono un po' più alto.

-Bheeee diciamo che trasgredire alle regole a volte è da eroe. E poi quello lì...

Indica con il dito la foto.

- Che sembra davvero un coglione che sbraita per ogni minima cosa,  mi incuriosisce, perché secondo quello che mi hanno detto i miei anche, è stato fondamentale per la vittoria degli eroi.

Di nuovo quella fitta.

-Se permetti mi riaccomodo sul divano.

Un movimento, un rumore proveniente dal terrazzo.

-Sensei stasera è ventilata vero?ma si sta bene.
Allora mi dica, sono tutt' orecchie.

Osserva la terrazza che si mostra ogni volta che il vento fa spostare la tenda e tira un sospiro.

Quel ragazzo è davvero testardo come il suo Kacchan. Non ha alternative.

-Lui. Lui era.... Particolare. Si proprio così. Era la persona più particolare che io abbia conosciuto ed ammirato.
Si, perché sai Ren, io lo ammiravo.

Gli occhi si chiudono mentre  guarda il movimento oscillante della tenda.

-Lui era il mio primo eroe. Sarebbe diventato un grande lo so, nonostante il suo carattere.
Ci conoscevamo sin da bambini e l'ho sempre ammirato, mi era caro.

-DAVVERO? STRANO. A ME DA QUESTA FOTO MEZZO INCAZZATO NON SEMBRA.

La voce a tono un po' più alto.

-Ehhehehe, quella foto. Lo feci innervosire ma comunque il suo sguardo era spesso duro e arrabbiato ma era solo una facciata.
Lui in verità era tutt'altro. Lui era quel che solo io riuscivo a vadere e sapere.
Dietro quella corazza dura c'era un ragazzo, che se solo si fosse mostrato a tutti per quello che era realmente l' avrebbero adorato com.... Co....

La voce gli si spezza in gola.

Un lungo respiro.

-Lui era un grande stratega, aveva l'indole da leader. Riusciva sempre a farsi seguire dagl'altri.

-E tu?

-E io? Bhe vedi per quanto lo ammirassi, la nostra amicizia si inclinò poco dopo che lui scoprí il suo quirk ed andò a deteriorarsi alle medie. Solo dopo un periodo alla UA  cominciammo ad avere di nuovo rapporti.
A riallacciare di nuovo un rapporto di amicizia, complicità, un qualcosa che rispetto a tutti i compagni di classe era particolare. Un qualcosa che andava oltre molte cose.

-capisco.
Cosa è successo quel giorno?

La voce si blocco in gola.
Gli occhi ancora chiusi e la mano sul petto per una fitta che gli aveva attraversato il cuore.

-Quel giorno fu colpa mia.

Una lacrima.

-Si colpa mia. Il potere del ONE for All non era ancora del tutto attivo e per causa mia molti dei miei amici si sono trovati nei guai e feriti. Eravamo divisi in sezioni e quando, quando sono poi arrivato da Shigaraki, lui era lì riverso a terra in una pozza di sangue immobile.
Lo shock, il dolore e la rabbia furono talmente grandi che che si attivò il mio potere con tutta la sua forza e fu allora che combattei e vinsi.

-Oooh.

-Aveva combattuto fino all' estremo delle sue forze aspettando il mio arrivo per poter combattere insieme...

La voce mozzata.

-M-ma ero arrivato tardi, tardi per tutti, per tutto. Tardi soprattutto per la persona più importante della mia vita. Lui non c'era più e si era portato con sé una parte della mia anima. Aspettava da me parole che non sono mai riuscito a dirgli davvero,tranne che su un pezzo di carta.
Se-se solo quella volta, quella notte f-fossi riuscito a -a pronunciarle...
Lui avrebbe saputo nel modo giusto quanto fosse stato importate per me.

-Mmmmmh. Bene! Ora posso andare.

Gli occhi si aprono con fare stupito mentre si gira e osserva il ragazzo incredulo.

-eh?

-Si sensei,ora posso andare. Tornerò domani e le darò la mia risposta e soprattutto per riportare quell'idiota incazzato a casa sua, prima che mi ammazzi per averlo chiamato stronzo senza cuore per trascinarlo qui.

-cosa?

Una folata di vento improvvisa,il suo sguardo che si volta quasi con movimento automatico, la tenda che si muove in un modo strano.

Izuku è immobile, nel centro della stanza, la bocca spalancata e non riesce ad emettere un suono, nemmeno uno.

È lì, immobile ad osservare quella figura dinanzi a lui come se avesse visto un fantasma e solo una voce si sente nell'aria.

-Ehi nerd!








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