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Parte 17


Cosa diavolo era successo?

Ren non riusciva a capire.

Erano sette ore che Midoriya era in quelle condizioni.

Strizzò quel panno per l'ennesima volta e lo appoggiò sulla fronte del maggiore.

-Merda. Cosa sarà successo?

Non riusciva a togliersi quella scena dalla mente e quelle parole.

"dobbiamo tornare indietro".

Quando il portale si era chiuso il sensei era letteralmente crollato pronunciando quelle parole e si rimproverava da solo.

-La febbre è ancora alta.

Lo sentiva delirare mentre per l'ennesima volta gli cambiava quel panno bagnato di acqua fresca per cercare di rinfrescarlo un po'. Era riuscito a fargli ingerire del medicina tritandolo e sciogliendolo nell'acqua, ma la febbre non accennava ancora a scendere.

Ren avrebbe voluto ritornare nel passato per capire,  ma finché il sensei non si fosse stabilito non poteva muoversi e il sentirlo nel delirio dire certe parole non aiutava per nulla.

-N-no. N-N-non non devi. Ti prego no.

Le mani del maggiore strinsero quelle lenzuola senza nemmeno rendersene conto, così strette che le nocche divennero bianche.

-È è colpa mia, non do-dovevo.
Non deve andare così.
TI PREGO IZUKU, NO.
Lui n-non c c c-centra, non è come persi.
È colpa mia.
È sempre colpa mia.
Kacchan, perdonami.

-Midoriya, Midorya, calmati. Sensei è la febbre alta a farti parlare così.

Ma le parole di Ren non sembravano essere ascoltate.

Izuku si contorceva nel netto, il suo volto era così pieno di sofferenza , la sua testa si muoveva da destra a sinistra facendo scivolare quel panno bagnato mentre i suoi denti  digrignavano ed i lamenti delle sue parole continuavano.

-I-Izuku n-non piangere ti prego, l-lui no-non - non ha fatto nulla che tu debba disperarti.

Ren l'ascoltava con attenzione cercando di capire qualcosa.

-Non non voglio questo ricordo.
IZUKU NOOO.
Ti prego, noo. I-io devo spiegarti a a altrimenti.....

-Sensei la prego, si calmi.
Cerchi  di stare calmo.
Prenda questo, le farà bene.

E di nuovo gli fece ingerire del medicinale.

Da quello che aveva capito era successo qualcosa che aveva modificato i suoi ricordi, e non in bene a quanto pareva.
Le parole che continuava a ripetere erano rivolte a lui stesso, ovvero all'Izuku del passato e riguardavano Katsuki, ma cosa diamine era successo? Non gli era mai capitato prima una cosa del genere.

Nel pensare a tutta quella faccenda, non si era reso conto che il maggiore si era calmato e non si agitava più, il volto si piegò ad osservarlo e la mano si allungò per toccare il collo e la fronte.
Finalmente la medicina aveva fatto effetto e la febbre stava scendendo.
Oramai il verdino aveva smesso di agitarsi e piano piano la sua mascella tesa cominciava a rilassarsi e con essa anche il digrignare dei denti si stava calmando.

 Il suo corpo cominciava  a sudare per il caldo della febbre e la sua mano raggiunse il colletto della maglia per  poi tirarlo come se cercasse respiro, aria e la sua maglia ormai era totalmente inzuppata.

Ren si ritrovò con un asciugamano ad asciugargli il sudore e sollevandogli la maglietta vide un corpo pieno di cicatrici e una medicazione sul torace, proprio all'altezza del cuore.

Non capiva il perchè ma una morsa allo stomaco gli bloccò per un momento il corpo.

Il sensei ne aveva passate davvero tante ,il suo corpo ne riportava tutte le conseguenze , e nonostante tutto per la sua giovane età aveva sempre lottato per la giustizia ,ma a che prezzo?

Ne era valsa la pena di diventare un eroe per poi soffrire in silenzio e non avere una vera vita propria? Magari con la persona amata?

Cavoli essere un eroe era già di per se una scelta importante da prendere ,non un semplice capriccio solo perchè magari hai un quirk potente o sei forte e pensi che tutto puoi.

Essere eroe è molto di più che essere lodati di un tuo successo o altro.

Midorya era straordinario. 

Lo aveva sempre ammirato come eroe ,ma conoscere un altro aspetto di lui, anche fragile in fondo ,da essere umano ,un ragazzo che nonostante le apparenze nascondeva la fragilità che puoi trovare in chiunque ed affrontarla nonostante tutto anche se questa comportava dei costi ,era solo da ammirare.

Ren osservava quelle cicatrici mentre cercava di cambiargli quell'indumento oramai zuppo ,alcune erano diverse ,sembravano dovute da bruciature ,colpi ravvicinati.

La benda della medicazione  si allentò mostrando ciò che c'era sotto e la ferita fresca che vide lo bloccò.

La sua testa si alternava fra quella fresca e quelle che aveva notato prima e di colpo la sua mente venne rivolta al biondo ,sembrava che quella ferita fosse stata procurata da uno scoppio e chi oltre a lui poteva farlo ,ma perchè? a che scopo? 

Se si amavano, a che scopo procuragli quella ferita.

Ren era confuso.

Quando il sensei sarebbe stato meglio glie l'avrebbe chiesto.

Aveva davvero tanto da imparare ,ma una cosa l'aveva capita.

Pensava che la sua vita  fosse stato un inferno a causa dei suoi quirk, ma non era così ,nella vita c'era sempre chi se la vede peggio.

Con lui ,nel bene o nel male c'erano sempre stati i suoi genitori, la sua Suchy. Infondo anche i medici e gli infermieri della struttura si erano affezionati dopo tutti quegl'anni. Midorya aveva sacrificato se stesso per il bene degl'altri ,anche quando l'aveva cercato si era tirato indietro per non farlo trovare nei guai. Metteva sempre gli altri al primo posto nonostante il vuoto che albergava in lui e questo lo rendeva davvero eccezionale. 

Un sospiro , una lacrima nell'angolo di quegl'occhi chiusi e solo un nome in un sospiro.

-Kacchan.

La mano andò ad avvicinarsi all'occhio e l'indice asciugò quelle gocce.

-Riposa ora sensei, dopo vedremo il da farsi. Ora hai bisogno di dormire.

                             ~o~

Lo aveva visto sparire insieme al portale e un senso di vuoto si fece largo in lui.

Tutto quello che avevano trascorso in quelle poche ore era stato così intenso, eppure ora avrebbe dovuto comportarsi come se nulla fosse ,quel corpo che aveva accarezzato ,toccato e baciato ,le parole che si erano detti sarebbero dovute restare nascoste nel suo cuore perchè era tornato e lui e il suo nerd non si sarebbero mai dette quelle parole.

Da lì a pochi giorni lui sarebbe.....

-Maledizione, tsz.

Come avrebbe potuto guardarlo negl'occhi e non pensare a tutto ciò? Avrebbe resistito a non stringerlo fra le braccia?

Si portò le mani in avanti osservandole e strinse i polsi.

Doveva farlo per il bene di tutti ,non poteva modificare il destino.

-Merda.

Non si era accorto che tutto ad un tratto si era ritrovato avvolto in una nebbia fitta e senti la pelle rabbrividire .

-Ka-Kacchan.

La sua testa si voltò lentamente e due occhi verdi, di ghiaccio e spalancati  lo osservavano senza espressione.

-IZUKU.

-Per-perchè Kacchan?

Si era girato completamente verso il verdino e stava per fare dei passi ,ma all'improvviso le fruste nere lo colpirono spingendolo a terra.

-Merda, ma cos...

Lo sguardo di Izuku era indecifrabile. I suoi occhi erano  aperti ,assenti, la nube lo avvolgeva sempre di più e saette uscivano dal suo corpo ,le labbra serrate in modo nervoso.

-E - ero venuto a cercarti. Denki e Kirishima mi avevano detto che ,che eri venuto a prendere una boccata di aria ....io io ,perchè Kacchan?

-Nerd ma cosa....

-Tu. Tu ti sei di nuovo voluto prendere gioco di me. Pe-perchè?

-Ma di cosa stai...?

-TI HO VISTO.

-Visto? visto cosa ?

-Co-come hai potuto dirmi quelle cose e poi baciare qualcun altro? Ero ero venuto per per..

Gli occhi divennero licidi mentre quel rosso rubino sbarrava i suoi occhi come se fosse stato beccato in fragrante.

Cosa avrebbe dovuto dirgli?

"nerd ti stai sbagliando ,eri sempre tu, perchè tu sei l'unico che voglio ed ho sempre voluto ."

Ridicolo, sarebbe stato ridicolo, ma cosa poteva dirgli ? a dirla tutta come stavano le cose non sarebbe dovuto nemmeno essere lì in quel momento visto che non avrebbero mai avuto modo di chiarirsi, se avesse detto la verità tutto sarebbe cambiato nel futuro. No ,non poteva permetterlo. Ma come se ne sarebbe uscito? 

-Porca miseria ,lasciami spie...

Una frusta si avvolse al polso strattonandolo e lanciandolo contro un albero con rabbia mentre quegl'occhi verdi erano incandescenti e saette ne uscivano con tale forza da riuscire a percepire il rancore a chilometri di distanza.

-Spiegare Kacchan . Cosa Kacchan. E' Ero venuto perchè vo-volevo dirti di persona ,vole-vo dirti , vole -vole-vole.....

Incominciò a vedere distorto ,non si era nemmeno reso conto che le lacrime avevano preso a formarsi.

- Sono venuto a cercarti e ti trovo in un angolo al buio con con.....chi cazzo era Kacchan? Come hai potuto? Ti ho visto, sei stato tu ad avvicinarlo a te per baciarlo, come hai potuto? 

-N nerd ,tszn . Hai , hai fraint...

Un altro strattone con le fruste nere e si ritrovò scaraventato per altri due metri più in là sbattendo su un contenitore della spazzatura con la schiena.

-Ouch. Cazzo. I- Izuku calmati. Fammi parlare.

-Cosa vuoi dire Kacchan? Cosa ? Ti ho creduto, ho creduto alle tue parole. Avevo deciso di dirti tutto ,dirti le parole che non ero mai riuscito a dirti ,ero venuto per te ,perchè mi avevi detto che volevi sentirle, non leggerle e e tu tu....

Era riuscito a malapena ad alzarsi traballando.

Uno sputo di sangue .

-NERD. 

Gli occhi mezzi aperti dal dolore del colpo.

Come poteva dirgli che colui che aveva baciato e lui fossero la medesima persona? Cosa sarebbe successo? 

Sapeva che ciò che stava per dirgli avrebbe ucciso il suo nerd ma non poteva fare altrimenti.

Cazzo per tutta la sua fottuta esistenza aveva aspettato quel momento ed ora stava per rovinare tutto.

La stretta allo stomaco si fece più forte ,le labbra distorte in un sorriso isterico.

"Perdonami Izuku"

Con uno sforzo sovraumano , si palesò eretto davanti a lui con occhi di ghiaccio e un ghigno ne usciva dalla sua gola.

-Si l'ho fatto. sono stato io a baciare quella persona perchè lo volevo ,perchè ...

"Izuku. Cristo non riuscirò mai a perdonarmelo"

-Perchè quella era la persona che amo davvero. Pensavo che non mi amasse ed invece è riuscito finalmente a dirmelo. La tua lettera mi ha solo confuso le idee momentaneamente.

Restò impassibile mentre vedeva lo smeraldo di quegl'occhi spegnersi e guardarlo come se avesse visto un fantasma.

"Ti prego amore ,odiami, così come mi sto odiando io".

Vuoto.

Tutto divenne vuoto.

Le fruste si ritirarono e così anche la nebbia ,come se si fosse spento un interruttore. 

Immobile ,Izuku era immobile ,sguardo fisso nel vuoto e le braccia cadute in basso verso i fianchi.

Non una parola uscì dalle sue labbra ,nemmeno un verso. Solo uno sguardo assente e spento anche se i suoi occhi osservavano quel rosso rubino che cercava di restare  fermo e calmo per non corrergli contro e stringerlo a se e baciarlo per poi dire che era tutta una menzogna. 

Non un passo venne fatto.

"Dì qualcosa amore mio, odiami ,me lo merito ma non posso fare altrimenti"

Katsuki lo osservava aspettando che la sua ira lo facesse sfogare, ma nulla .

Pietrificato, il verdino era totalmente pietrificato.

" Ti prego ,ti prego, colpiscimi. Sferra il tuo colpo più forte amore mio ,così che possa alleviare anche il mio di dolore".

Nulla. Gli occhi si chiusero e le lacrime si fermarono.

Le mani si serrarono a pugno mentre gli girava le spalle per allontanarsi.

-Nerd.

-Hai ragione Katsuki. Non potrà mai cambiare nulla ,per te sarò sempre una nullità e un perdente in fondo. Così come ho deluso anche All Might per non essere riuscito ancora ad attivare il one for all al cento per cento. Da questo preciso momento ti starò lontano. N-non ti infastidirò più.

" Avrei preferito un pugno in faccia cazzo".

-Non -  Fa finta che non ti abbia mai dato quella lettera. 

"E come potrei stupido di un nerd".

Le gambe incominciarono a muoversi verso il dormitorio.

-Ehi.
Tutto qui?

-Non ho nulla da dire . Hai detto tutto tu . Da questo preciso momento ,ti prego di starmi alla larga.

-E se non volessi?

-Problemi tuoi Katsuki. Da oggi il mio Kacchan non esiste più.

E si incamminò verso il dormitorio.

Un pugnalata.

Una semplice frase aveva distrutto il biondo.

Abbassò lo sguardo guardando a terra  ripensando a quella ultima frase.

Il suo Kacchan non esisteva più.

L'aveva chiamato per nome.

PER UNA VOLTA, UNA FOTTUTISSIMA VOLTA QUEL NOME ERA DIVENTATO INSIGNIFICANTE.

E con la testa ancora bassa e i capelli a coprirgli  il volto una semplicissima goccia d'acqua salata scese lungo la guancia, schiantandosi a terra vicino alle sue scarpe.

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