Parte 14
Quel giardino era davvero bello e a Suchy piaceva tanto stare lì con quel monello di Ren.
Le era stato affidato dal primo istante che aveva messo piede in clinica e nonostante fosse la più giovane dell'ospedale, ne era stata ben lieta di occuparsene.
Era diventata infermiera giovanissima, dato il suo quoziente intellettivo maggiore rispetto ad altri della sua età, già, era anche troppo superiore a tante menti eccellenti, sarebbe potuta diventare un dottore, ma la sua scelta era ricaduta sull'essere un 'infermiera per poter stare a contatto stretto con pazienti per poter essere più di supporto possibile e quando quel cucciolo di appena 3 anni gli si era parato davanti , attirandola come una calamita, non era più riuscita a staccarsi.
Gli voleva un bene immenso e ogni giorno che passava vedeva ogni suo cambiamento.
Conosceva alla perfezione ogni suo tratto e riusciva benissimo a capire lo stato d'animo del piccolo e sapeva benissimo che era un bambino anche troppo speciale, non solo per i suoi quirk.
Lui aveva quel non so che, che lo rendeva particolare.
Era lì assorta nei suoi pensieri ad osservare da lontano quella piccola peste correre dietro a delle libellule, quando sentí quella sagoma sedersi di fianco a lei senza dire nulla.
Il suo sguardo si abbassò un po', le sue palpebre si chiusero e le sue labbra fecero una smorfia allargandosi.
-sei di nuovo qui eh?
-salve.
-dimmi, come mai vieni sempre qui, ti piace così tanto questo giardino?
- direi che è uno dei posti più belli che io abbia mai visto.
-è molto bello, questo è vero. Hai qualche parente qui?
-diciamo di si.
-diciamo.
Suchy aprí gli occhi per cercare con lo sguardo il piccolo che correva ancora a destra e sinistra.
-Quel piccoletto ti sta a cuore?
-Gli voglio bene. Ren è speciale e io voglio proteggerlo.
Una fitta al cuore.
-Dimmi, perché sei così legata a lui?
-non c'è un perché, lui è entrato nel mio cuore come un fulmine al ciel sereno e io lo proteggerò, non perché me l 'hanno imposto, ma perché lo voglio io.
Tu.. Tu perché mi fai sempre domande su di lui? Sei un villain? In tal caso io.....
Un sorriso.
-no non lo sono.
Il giovane con gli occhiali da sole e quel berretto sempre a coprirgli il volto e capelli si voltò verso di lei, osservandola per un attimo dietro a quei vetri con occhi malinconici.
Suchy, la sua Suchy le mancava così tanto ma lui non poteva cambiare il destino. Però poteva grazie al suo potere andare a trovarla prima di quel dannato giorno.
Ma non aveva fatto i conti che lei fosse anche fin troppo perspicace.
Il volto della ragazza si abbassò fino alle braccia scoperte del ragazzo osservandole attentamente e poi alzò di nuovo la testa ad osservare il piccino.
Restò in mobile, col volto ben concentrato a non perderlo di vista mentre il ragazzo che le era di fianco seguiva il suo sguardo. Non un suono uscì dalle sue labbra, per ben 5 minuti il silenzio ne fece da padrone , poi uno sbuffo verso l'alto quasi spazientito.
-allora?
-mmmh.
-vuoi che ti metta in punizione ,o parli ?
-cosa? come scusa?
-puoi mentire a chiunque piccola peste ,ma alla tua Suchy mai, lo sai vero?
Gli occhi del giovane si spalancarono meravigliati ,era proprio vero che lei era speciale.
-co-come....
-non sei mai stato capace di mentirmi veramente. Ren.
-aaaaaaah Suchy ma come...?
-la tua cicatrice sul braccio, sono stata io a medicarti .
Il ragazzo poggiò la mano sulla visiera facendo gesto di alzare il berretto lasciando che una chioma castana ne facesse da padrone e con l'altra mano abbassò gli occhiali da sole che nascondevano quei rubini che la ragazza adorava tanto.
Lo fissò per un momento indecifrabile per poi tornare con lo sguardo verso il piccolino che sembrava aver raggiunto finalmente la libellula .
-Ren perchè vieni spesso qui dal futuro? Cosa ti porta qui?
Cosa avrebbe potuto dirle? che lei era l'unica che riusciva a tranquillizzarlo quando si sentiva ansioso?che le mancava da fare schifo? che sentiva la sua mancanza di continuo?
Si limitò solo a dirle :
-Suchy io....
-Cosa ti turba? conosco il potere del tuo secondo quirk. I tuoi genitori si fidano di me e sanno che non infrangerò mai la promessa che gli ho fatto.
Già ,non avrebbe mai infranto quella promessa ,a costo della sua stessa vita e questo lui non se l'era mai perdonato, ed ora si ritrovava in una situazione molto simile alla sua col sensei.
Aiutarlo o meno a recuperare una vita ma forse annullarne un' altra ,cosa avrebbe dovuto fare?
Salvare quel ragazzo biondo per sua richiesta ?ma poi? aveva fatto quel pensiero pure per la sua Suchy ma quel giorno lei glie lo impedì ,non aveva capito il perchè ma ricordava perfettamente le parole di lei.
-Se dovessi riavere un' altra vita ,forse non sarebbe più come lo è ora ed io non voglio rinunciare al tempo trascorso con te Ren. Non voglio modificare nulla del mio passato.Sono stata felice di starti accanto e lo farei altre mille volte .
Le parole gli morirono in gola.
-I-io ...Ecco vedi c'è una persona che mi ha chiesto aiuto per salvare una vita a costo anche di eliminare la sua e-e vedi i-io vorrei tanto aiutarlo ma so -so di certo che lui verrebbe ,bhe- ecco- si- vedi... insomma..
-Ho capito, e tu cosa vorresti veramente?
-Cosa?
-Cosa vorrebbe il tuo cuore?
-V-vorrei aiutarlo sul serio .Ho capito che sarebbe disposto a tutto ,pure una vita senza colui che ama, purché sia vivo.
-ma?
-m-ma vorrei trovare un modo per non allontanarli.
-Ren, credi che l'amore, quello vero, possa veramente dividere due cuori? Vedi, credo che noi siamo fatti di scintille, già, scintille che brillano e risplendono di più vicino a coloro che portiamo nel cuore.
Anche se le cose dovessero cambiare se esiste quella bella scintilla li riporterà sempre a cercarsi a vicenda.
-Suchy. Io-io...
Gli occhi si velarono diventando umidi.
-Suchy, tu- tu mi troveresti se le cose cambiassero fra di noi?
Il dolce sorriso che la ragazza gli rivolse e le sue parole gli fecero prendere quella decisione.
-Ren io non voglio minimamente dimenticare queste nostre chiacchierate. Ti sto vedendo da adolescente e sei diventato bellissimo. Ma se dovesse succedere chissà cosa che ti costringerà di modificare la mia vita, magari anche senza il mio volere, io ti troverò sempre perché tu non sei solo una scintilla, ma fuochi d'artificio.
Gli occhi del ragazzo si spalancarono e il volto divenne una fiamma mentre distoglieva lo sguardo e si alzava di scatto.
-Oh - oh capito Suchy. Farò quello che riterrò giusto e t-tu, aspettami Suchy, io tornerò sempre da te.
O-ora devo andare. Ti prometto che tornerò, e-e tu continua a tenere d'occhio quella peste.
La ragazza sorrise a testa bassa e girandosi di nuovo verso il piccolo:
-Dove potrei andare? Ho un terremoto da tenere a bada.
~~o~~
È avvolto da una coperta leggera fuori a quel terrazzo mentre guarda dall'alto di quel grattacielo tutte quelle luci che illuminano la città di notte ed è per la prima volta dopo così tanto tempo che tutto sembra così bello, sembra che ogni cosa ora abbia significato.
È da molto tempo che non prova più questa sensazione ma ora si sente così in pace.
Chiude gli occhi assaporando quel leggero venticello che gli scompiglia quei ricci ribelli facendoli finire sparsi sul volto.
Il suo corpo si inclina poggiando le mani e la testa al muretto che lo divide dal vuoto e il brillare di quelle lucine multicolore per una volta sembrano dargli tanto calore.
Katsuki, il suo Kacchan.
Il suo pensiero va a poco prima, stretto fra le sue braccia dopo così tanto tempo, udire la sua voce, le sue mani sul suo corpo, i suoi baci.....
Istintivamente si porta la mano sulle labbra. Il suo calore è ancora lì, così vivo e acceso in lui.
I suoi occhi si velano di una lieve patina che sfoca quelle luci e un sottile sibilo echeggia nell'aria.
-Io non voglio che finisca. Non voglio più aprire gli occhi e sapere che non ti vedrò anche se......
Troppo impercettibile per essere udito da colui che è appena arrivato in terrazzo e che ora lo avvolge in una stretta possessiva e calda, poggiando il mento su quei ricci ribelli e posandovi un bacio casto.
- le tue braccia sono fredde, perché non entri?
-vorrei restare un altro po' e poi ci sei tu a riscaldarmi.
La stretta aumenta facendo sentire di più quel calore.
-nerd!
-Kacchan, quelle luci.
-cosa?
-sembrano quasi le scintille che pervadono il mio cuore. Sono distaccate da vicino ma viste da lontano formano un unica grande fiaccola che arde. Non voglio che si affievolisca quella fiaccola.
-allora non farla affievolire.
La presa rallenta e le braccia si allontanano un po' dando modo al verdino di voltarsi ancora avvolto in quella coperta e le dita del biondino si posano sotto il suo mento facendogli alzare il volto verso il suo.
Le iridi si scontrano, rosso nel verde e sembra che improvvisamente tutto non esista intorno a loro, si senteno solo i loro respiri battere sull'altro.
Il pollice risale verso il labbro inferiore accarezzandolo.
Katsuki non può fare a meno di osservare quelle labbra piene e ancora di un rosa acceso dei baci ardenti che si sono dati poco prima e ne vuole ancora,non ne ha avuto abbastanza.
Il volto si avvicina lentamente fino a sfiorarlo appena.
- Stanotte. Stanotte non pensare a domani. Stanotte siamo solo io e te e nient'altro.
Le labbra si posano senza aspettare risposta assaporando ancora quella morbidezza.
La coperta che Izuku mantiene fra le mani arriva ad avvolgere anche il biondino mentre le mani gli cingono il collo attirandolo a se.
Le mani di Katsuki fanno leva sulle sue gambe sollevandolo ed avvinghiandoselo addosso come fosse un koala mantenendo ben salda la presa mentre quel bacio diventa sempre più esigente.
- Stanotte sarà solo nostra nerd.
Lascia per ora il resto chiuso fuori.
-Kacchan.
Gli occhi non smettono di guardarsi in un silenzioso gioco di parole mute che non hanno bisogno di note e un piccolo sorriso si forma sulle loro labbra lasciando poi spazio ad un desiderio senza freno che li fa avvinghiare ancora di più.
Le gambe di Katsuki si muovono verso l'interno dall'appartamento tenendo ancora stretto a se il suo verdino che nemmeno si rende conto che la portafinestra alle sue spalle è stata chiusa con un piede del biondo facendo in modo che nessun rumore entrasse più nel loro mondo in quel momento perché ora esistevano solo loro due e nessuno più.
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