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Capitolo 2

"Dove mi porti?"

"Piccola, che sorpresa sarebbe se te lo dicessi?" lo guardai sbuffando impaziente.

"Sei proprio come una bambina, sei la mia bambina" mi lasciò un bacio sulle labbra e partì.

"Matthias... Hai appena preso la patente, possiamo fidarci della tua guida o sarebbe meglio se prima andassimo a farci fare un'assicurazione sulla vita?" domandò Sara ironicamente, facendo ridere tutti noi.

"Fossi in te non sarei salita su questa macchina, guiderò con molta calma e cautela, mi sembra ovvio"

"Attento che a forza di dir bugie ti si allunga il na..." non feci in tempo a finir la frase, che Matthias tirò giù il finestrino e accelerò così tanto che sembrava fossimo su una pista di Formula Uno.

"Chiudi quel finestrino, mi farai arrivare tutta spettinata! Matthias, ora. Fallo IMMEDIATAMENTE." dissi fingendomi arrabbiata, ma fu del tutto inutile perché decise di andare ancora più veloce e la situazione dei miei capelli peggiorò decisamente.

Il percorso continuò, si faceva per dire, tranquillamente, tra i sorpassi di Matthias, le lamentele mie e di Sara per il finestrino aperto e le risate di Gianluca per l'intera situazione, che vista da fuori doveva apparire alquanto divertente.

Dopo una decina di minuti arrivammo ad un parco, ci avevano detto che era, più precisamente, il Parco delle Sette Querce, un luogo che per loro era stato significativo e che lo sarebbe diventato anche per me.

Matthias mi prese per mano e mi portò vicino ad una grande quercia, intrecciò le sue dita con le mie e mi fissò per alcuni secondi che mi sembrarono interminabili, poi si decise a parlare "Chri, sono passati due anni dal giorno in cui ci siamo messi insieme, il 5 agosto 2016. Non ho mai ricordato le date, né sono mai stato un ragazzo romantico, ma forse è venuto il momento di fare un'eccezione. Quel giorno fu speciale per me, come lo fu tutto quello che accadde dopo, tu sei speciale, e devi sapere che questo non è nulla in confronto all'importanza che tu hai per me, hai dato un senso a tutto..."

Aggirammo la quercia, delle stupende rose blu e bianche, proprio come piacevano a me, erano appese ai forti rami dell'albero e facevano di contorno ad una tela che raffigurava tutte le nostre foto insieme più belle e sulla quale era incisa la frase A te che hai reso la mia vita una meraviglia.

Ero rimasta incantata da tutto ciò, era riuscito a lasciare senza parole una come me che solitamente aveva sempre anche fin troppe cose da dire. I miei occhi si inumidirono e una lacrima di felicità solcò lentamente il mio viso "Io, io non so cosa dire... Grazie... Con che razza di frase stupida me ne sono uscita"

"Amore, stai tranquilla, quel tuo grazie, i tuoi sentimenti, valgono più di qualsiasi bella frase... Ma le sorprese non sono finite."

Mi bendò gli occhi, non senza che io mi lamentassi e mi fece camminare per qualche minuto, la mia curiosità stava raggiungendo livelli davvero elevatissimi.

Mi fermò, slegò la benda... Davanti a me c'era un tavolino di legno, sul quale era appoggiata una scatolina.

Mi abbracciò da dietro "Aprila" e così l'aprii. Conteneva un anello, era semplice e brillava moltissimo "Appena l'ho visto, ho deciso che sarebbe dovuto essere tuo, brilla tanto quanto te" disse infilandomelo al dito.

Spostò una ciocca dei miei lunghi capelli dietro l'orecchio, mi diede un bacio in fronte, si avvicinò a me e appoggiò il suo viso al mio chiudendo gli occhi.

Lo accarezzai dolcemente, poi mi misi sulle punte, lui mi strinse forte tra le sue braccia muscolose e mi baciò.

Gli scompigliai tutti i capelli, se li era fatto crescere per accontentarmi. Avevo insistito non so quanto e alla fine ebbi ragione, perché quella folta chioma che tanto adoravo, rendeva il suo viso ancora più bello e addolciva i suoi lineamenti, quei lineamenti che uniti al suo carattere misterioso e complicato, mi avevano fatta innamorare di lui.

Mi appoggiai al suo petto e mi sentii libera e felice come non mai "Appena arriviamo a casa ti riempio di coccole, non pensare di salvarti".

Mi strinse ancora di più a sé, mi prese in braccio e facendomi sentire la voglia che aveva di me, mi sussurrò lentamente "Oh io penserei ad altro, quanto tempo credi che lascerò ancora quei vestiti su di te, a me sembrano di troppo... Andiamo a casa".

Mi lasciò una scia di baci sul collo e mi accarezzò dolcemente la nuca, chiusi gli occhi e mi abbandonai a quel sottile piacere che mi stava provocando leggeri brividi lungo tutto il corpo.

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