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Miles Holmes


"Un papà speciale per Miles Holmes" è pubblicata sul mio profilo @coopercroft e appartiene al fandom Sherlockbbc.

Questo racconto si ispira ai loro protagonisti.


Mycroft si era alzato presto, di solito scendeva prima per preparare la colazione a Miles.

Diventare padre alla sua età era stato per così dire "sconvolgente".

Il piccolo si era presentato mesi prima davanti alla sua porta. Quando aveva aperto e se lo era ritrovato davanti, era rimasto senza fiato.

Miles, occhi grigi, capelli scuri e ricci, sembrava il suo ritratto da bambino.

Il bimbetto lo aveva osservato stupito. Non si aspettava quell'uomo elegante e compassato che lo guardava accigliato e aveva perso la voce. Incerto gli aveva chiesto dove potesse trovare suo padre, il signor Mycroft Holmes.

Lui, l'uomo di ghiaccio, era letteralmente crollato dentro.

Aveva provato una fitta dolorosa allo stomaco nel vedere quel bambino risoluto, provato da un lungo viaggio, con uno zainetto sulle spalle e la mano che stringeva una lettera con il suo indirizzo e il suo nome.

Un po' per la bellezza di quel visino corrucciato, un po' per il desiderio di non essere più solo, aveva ardentemente desiderato che quell'esserino delicato fosse suo figlio.

Lo aveva fatto entrare assicurandosi che non ci fosse nessun altro.

Miles gli raccontò del suo viaggio avventuroso, organizzato dalla madre gravemente ammalata, che era morta pochi giorni prima. Sapendo che il figlioletto non aveva che lei, lo aveva istruito a ritrovare suo padre prima che i servizi sociali lo portassero via.

La lettera lo confermava, Amanda Devon era stata per un breve periodo la sua donna e dal loro amore era nato Miles. Ma il lavoro di Mycroft lo aveva allontanato e lei non lo aveva cercato. Il DNA lo comprovava, aveva voluto che lui ne fosse sicuro.

Sorrise, pensando che la vita a volte fa dei regali inaspettati.

Scaldò il latte, preparò le fette biscottate imburrate. Apparecchiò riflettendo a come fosse lontana la sua vecchia vita solitaria e malinconica. Questa nuova realtà inaspettata gli apriva il cuore.

Miles era il figlio che lo arricchiva ogni giorno. I suoi sette anni erano pieni di amore incondizionato verso quello che tutti chiamavano "Ice Man". 

Ma al bambino poco importava di quel soprannome, per lui era solamente Mycroft, il papà speciale da educare per diventare affettuoso e amorevole.

Versò il latte e preparò anche del tè.

Il bambino era paziente, sapeva dei suoi limiti, percepiva la sua difficoltà a gestire i sentimenti. Holmes era sempre rimasto da solo, fuori da quasi tutti gli affetti familiari.

Mentre il suo piccolo ometto era un ciclone di emozioni.

Uno scalpiccìo improvviso lo distolse dai pensieri. Miles corse giù dalle scale di legno della casa a Pall Mall.

"Papà ho fame, che hai fatto di buono?" Nemmeno il tempo di sgridarlo che aveva già addentato una fetta imburrata.

"Figliolo, ma scendi in pigiama! Ti sei lavato?"

"Ma ho fame! Mi lavo dopo!" Protestò con veemenza, allungandogli un'occhiata furbetta...

"Se non mangio non ho la forza di lavarmi!"

Una risata cristallina mise fine alle rimostranze del padre.

"Va bene, però poi ti lavi tutto. Da capo a piedi." Il piccolo annuì mentre masticava di fretta.

"Va piano, hai tempo. La scuola aspetta, che diamine." Lo redarguì, fingendo una severità a cui non credeva nemmeno lui.

Il bambino bofonchiò con la bocca piena. "Non voglio arrivare in ritardo."

"Figliolo, siamo ampiamente in anticipo."

Si tranquillizzò, sapeva che erano sempre puntuali, Mycroft era intransigente su questo.

"Papà, tra poco sarà il mio compleanno." Se ne uscì con quella frase inaspettata, mentre si sporcava come sempre di marmellata.

Holmes lo guardò sospettoso. "Non sei contento? Lo sai che lo passiamo dai nonni con gli zii"

Il piccolo si rabbuiò un po'. "Sì, però...vorrei stare con te. Siamo tanti quando siamo tutti insieme."

"Ti divertirai. La casa dei nonni è piena di camere e oggetti curiosi."

Era il suo primo compleanno con loro e senza la mamma.

Il bambino scosse la testa. "Starai con me?" Ripeté con decisione.

Si agitò, spalancò gli occhi vispi in attesa. Spesso negli ultimi mesi lui aveva dovuto assentarsi per lavoro.

Così Miles, dopo la scuola, finiva per rimanere a Baker Street dallo zio Sherlock, insieme a John e a Rosie la figlia del dottor Watson che aveva quasi tre anni. Holmes cercava di essere puntuale, ma finiva per tardare sempre.

Lo rassicurò assumendo un'aria affidabile. "Ci sarò tutto il weekend e anche dopo. Promesso."

Il bambino sorrise. "Mi faranno dei regali?"

Mycroft gli scompigliò i capelli. "Certo che sì, tutti quelli che vuoi."

"Anche se volessi una bicicletta? Mi piacerebbe correre in giardino."

Mycroft aggrottò le sopracciglia. "Per quella vedremo."

"Ma papà!!"

"Ho detto vedremo, lo sai che non puoi uscire da solo."

Arricciò il nasino. "Uffa." Brontolò.

"Ho un lavoro difficile lo sai. Cerca di capire." Il piccolo abbassò la testolina bruna, erano mesi che spesso si scontravano su questo.

"Miles, lo sai, ne abbiamo parlato. Vedrai che sistemerò le cose e staremo insieme di più."

"Dici sempre così e poi torni sempre tardi." Si era fatto triste, smise di mangiare.

Holmes sentì il cuore stringersi. La solitudine non si addiceva a un bambino. Ma il suo arrivo aveva sconvolto il suo lavoro alla "governance" e non era ancora riuscito a sistemare il ménage familiare.

Si avvicinò e lo accarezzò lentamente, quasi temesse d'infastidirlo.

"Miles, ti prego, fammi un sorriso mi renderai la giornata meno pesante."

Era un bambino solare, non riusciva a tenere il broncio, le sue braccia si strinsero attorno al suo collo. Lo baciò e lo impiastricciò di briciole.

Risero come due perfetti stupidi.

Lo prese in braccio e lo strinse più forte, poco gli importò di rovinare il vestito tre pezzi di alta sartoria. Avere un figlio di quell'età, comportava spesso ritrovarsi in riunione con una macchia di cioccolato sulla camicia o con delle briciole di biscotto in tasca.

Lo baciò sulla guancia, lo mise giù, gli diede un colpetto affettuoso sul didietro.

"Fila a lavarti, piccolo selvaggio, ti porto a scuola. E per la bici vedremo, non ho detto di no." Miles gridò felice e salì le scale correndo. Mycroft non riusciva a negargli quasi nulla e questo lo spaventava un po'. 

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