Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

L'arrivo dai nonni



La casa dei nonni era fuori Londra, immersa nella campagna inglese. 

Il viaggio era stato piacevole, Miles aveva chiacchierato senza mai fermarsi, tanto che Mycroft si sentiva intontito. Era eccitato e indicava dal finestrino qualsiasi cosa vedesse passare. 

Poi si era messo a contare tutte le case che avessero dei camini di pietra rossa sul tetto, senza stancarsi mai, e in quella zona si erano sprecati nel costruirli. 

Ridacchiava vedendo la gioia del figlio per quel gioco infantile.

Miles aveva già incontrato i nonni paterni, ma non era mai stato nella vecchia casa nel Kent.

"Siamo arrivati, piccolo. È la casa in fondo al viale." Miles ammutolì mentre Albert, l'autista, imboccò una stradina sterrata delimitata da siepi.

Il figlio emise un gridolino di sorpresa quando vide la casa di campagna coperta dall'edera al limitare di un bosco di frassini, che ondeggiavano al vento. Mycroft lo dovette trattenere prima che si buttasse giù dall'auto.

"Fermo, abbiamo tutto il tempo necessario. Non avere fretta." Aspettò che il padre scendesse, Albert depositò i bagagli e ripartì.

"Papà, sembra la casa di Hansel e Gretel! Guarda, nel prato c'è un calesse!"

Miles aveva la bocca spalancata, Mycroft lo prese per mano.

"Se ti sentisse la nonna dire che è la casa di una fiaba!" Holmes sghignazzò. "Quel calesse è di quando eravamo bambini. Sherlock ed Eurus si divertivano a salirci sopra per andare nel bosco."

"E chi lo tirava?" Mycroft sbottò ironico. "Chi se non io che ero il più grande!" Gli accarezzò la testolina bruna. "Ci salirai anche tu e ti tirerò io."

"Ma perché nonno la mette nel prato sotto l'abete?" Lo guardò incuriosito. Certo era strano.

Mycroft si rabbuiò. "Tuo nonno Sieger pensa che ci rammenti che siamo stati fratelli spensierati e uniti, che ci permetta di ritrovare la strada di casa."

Il piccolo vide la difficoltà del padre.

Gli avevano raccontato di quella zia troppo intelligente, che si era persa, ed era diventata cattiva.

Sapeva che il suo papà aveva avuto un periodo difficile, e si era tormentato nel rimorso di aver taciuto la verità sulla prigionia della sorella.

Lo zio Sherlock gli era stato vicino più dei genitori, che non lo avevano del tutto assolto.

Prese la mano al padre preoccupato, ma deciso a fargli capire che era con lui. "Zia Eurus era molto ammalata. Vedrai che capiranno che l'hai fatto per loro."

Sentì il cuore rallentare, gli scompigliò i capelli ricci. "Lo spero figliolo, lo spero davvero."

Sieger e Violet comparvero sulla porta di casa. Si sbracciarono nel salutarli.

"Eccolo il festeggiato, vi aspettiamo, forza."

Entrarono in casa e furono avvolti dal profumo della vaniglia e dello zucchero caramellato.

L' odore della legna resinosa che bruciava nel camino invadeva tutta la casa, perché era ancora freddo, benché l'indomani fosse il 26 febbraio, giorno del compleanno di Miles.

I nonni portarono i loro bagagli nelle stanze al primo piano ma il piccolo Holmes era preso da quella casa piena di oggetti e ovunque c'era qualcosa che lo incuriosiva. Mycroft era contento di vederlo felice e camminava premuroso al suo fianco.

"Sono belli vero? Sono tutti i ricordi che Violet e Sieger portano a casa dai loro viaggi." Miles annuì mentre studiava con attenzione una piccola piramide egizia esposta sopra un tavolino di legno.

Come lo vide, Rosie, caracollò verso il cugino abbracciandolo stretto per le gambe.

Il bambino la baciò sulla fronte. "Rosamund, hai visto?" Ogni tanto la chiamava col suo nome intero per sottolineare qualcosa d'importante. Scosse la testolina bionda, e lui le indicò una stampa appesa alla parete che raffigurava l'uomo vitruviano.

"Cavolo, Rosie, quello è di "Leonardi," un italiano che era un grande inventore!"

"Leonardo da vinci." Precisò il padre. "Era sì, un grande inventore ma anche un famosissimo pittore. Ti ricordi la Gioconda, il quadro raffigurato nel libro che abbiamo a casa?"

Miles annuì. "Sì, ed era egnima....egnimati...."

"Enigmatica, piccolo. Una donna misteriosa." Mycroft, le mani affondate nelle tasche, sembrava un professore con gli scolaretti.

"Capito Rosie?" Miles si rivolse alla cugina, le parlava come se fosse più grande dei suoi tre anni e lei rispondeva con poche parole contorte. Il bambino, con una strana facoltà, la capiva. 

"Hai ragione, sembra un uomo in croce." Mycroft si lasciò andare a una risata fragorosa, scosse la testa e li avviò verso il soggiorno.

Suo figlio la prese per manina mentre con gli occhi spalancati divorava tutto quello che vedeva. Rosie inciampava in discorsi incomprensibili che capiva solo Miles.

Nel soggiorno il camino crepitava lento e diffondeva un calore accogliente.

Sherlock e John erano sprofondati nelle poltrone, il fratello abbandonò la lettura del libro.

"Ciao, nipote, benvenuto fratello. Finalmente mio piccolo festeggiato." Fu un coro di saluti.

Mycroft li seguiva sornione, sorridendo compiaciuto per come i due cugini fossero affiatati. Era orgoglioso di questo, suo figlio era un bambino attento.

"Non riuscivo più a trattenere Rosie tanto era impaziente." Brontolò bonariamente Watson che sollevò uno sguardo di rimprovero.

Il maggiore degli Holmes aggrottò la fronte. "Ho fatto il possibile per accelerare i tempi, ma Miles era in ritardo con i compiti." Si lasciò andare a un sorriso divertito ripensando al figlio che gli aveva riempito tutto lo studio di quaderni e matite colorate, intasando la scrivania e coprendo il laptop che conteneva i segreti di mezza Inghilterra.

"Vedo che ti sei perso a stare dietro a mio nipote." Sherlock scosse la testa immaginando l'esuberanza di Miles. Gli era molto affezionato, visto che era spesso a Baker Street.

"Un vero ciclone, ma ne valeva la pena." Si sedette di fronte al fratello, e si rivolse al dottore.

"E Rosie invece?" John borbottò. "Alle sei era già sveglia! E non resisterà fino a tardi, meno male che passiamo il fine settimana qui."

Risero insieme delle nuove abitudini che i loro figli avevano forzatamente cambiato.

I piccoli erano andati in cucina a infastidire la nonna che stava preparando la cena. In poco tempo il tavolo fu ingombro di matite colorate e di fogli stropicciati.

Sieger, si alternava tra la moglie e i nipoti, tra un colpo di matita e uno di mestolo. Finirono per cantare tutte le filastrocche che gli insegnava Violet, e i bambini la accompagnavano a modo loro: metà gridando e metà stonando.

Insomma una serata perfetta in famiglia. 

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro