Capitolo 12 L'accendino del Falco
'Nell'ultimo rapporto di Fury, mandatoci da Tony, è annotato di una strana frequenza captata dai rilevatori dell'Agenzia. Hai approfondito con gli Avengers? Che idea si è fatto Banner?' Rafflesia stava studiando, sul tablet, i file sottratti da Stark, a letto, prima di dormire.
'No; da quando gli ho detto del matrimonio, non parlano di altro, sono diventati pesantissimi. Sei proprio sicura di volerti sposare alle Fiji ed invitarli tutti?' Clint era incerto.
'Sì, certo, sono i tuoi amici...e poi i miei genitori pagheranno le spese, visti i tormenti che mi hanno fatto passare, in questi anni, è il minimo; dunque, sembra che i radar dello S.H.I.E.L.D. abbiano riscontrato delle onde anomale. Non sono presenti in natura, questo è certo. In quelle occasioni, il Quinjet ha avuto difficoltà a decollare e pare che lo scudo di Steve e l'armatura di Iron Man siano rimasti inchiodati, nei loro supporti. Solo per pochi istanti. Non sono riusciti a appropriarsene, in alcun modo'.
'Sei preoccupata?' domandò, titubante.
'E' molto strano. L'idea che i Vendicatori, da un momento all'altro, rimangano senza poteri, mi lascia basita. A te no?'.
'Noi non abbiamo abilità sovrumane e siamo agenti mooooolto in gamba; comunque, sarà qualche anomalia spiegabile. Per stare tranquilli, domattina faccio un colpo di telefono a Bruce, non si sa mai! Ora mi vorrei dedicare ad un argomento meno noioso' il Falco promise, stampandole un succhiotto sul collo.
***
'I terminali si sono sconnessi dal server, non è mai accaduto e non riesco a fare il salvataggio dei dati' Tony si lamentò.
'E' impossibile, hai bevuto troppo shortini, ieri sera' Bruce lo prese in giro.
'Porco cacchio, mi contraddici sempre! Guarda tu stesso!' lo invitò a raggiungerlo.
Steve entrò nel loro laboratorio, trafelato 'Tutte le porte della base si sono autosigillate...sono chiuse, dall'interno e non riusciamo ad aprirle, nemmeno in modalità manuale'.
'Le telecamere ed i sistemi di sorveglianza, peggio che andar di notte. Siamo ciechi!' aggiunse Thor, che lo aveva seguito.
'Sta succedendo qualcosa che non mi piace affatto!' Bucky era pallido e nervoso.
I cercapersone suonarono all'impazzata, segno che Fury in persona li stesse chiamando. Corsero verso il cuore dello S.H.I.E.L.D., la plancia, la chiamavano, memori di Star Trek. Il centro nevralgico dei sistemi operativi. Decine di agenti fissavano i loro schermi, spenti. Il Capo aveva le mani nei capelli, in maniera figurata...era calvo. La Hill sudata. I colleghi Avengers limitrofi al Direttore stesso.
'Allora?' Rogers chiese spiegazioni.
'Capitano, qualcuno sta disattivando tutti i nostri moduli di lavoro, dal primo all'ultimo. Non so chi, ma è piuttosto in gamba e lo sta facendo con una tecnologia d'un certo livello! E non riusciamo ad impedirlo!' il nero lo sibilò, incazzato.
'Cristoforo Colombo! Sono le onde anomale che mi aveva segnalato Rafflesia! E' evidente!' Bruce realizzò, subito, la connessione con quanto riferitogli da Clint, e, chiaramente, sparò la notizia ai quattro venti!
'Banner, che storia sarebbe?!' Nick lo interpellò.
'Ehm...' si era fatto beccare...ora doveva spiegare tutta la vicenda e tremava, alla reazione di Fury.
'Diglielo!' Barnes lo esortò, non era il momento per i convenevoli.
'Abbiamo mandato i file, che ci ha dato da approfondire, agli agenti Tyler e Barton. Perché fossero sempre aggiornati, quanto noi, su missioni ed il resto...ieri mi ha chiamato il Falco. Rafflesia, leggendo l'ultimo rapporto, era rimasta molto colpita delle anomalie rilevate!' svuotò il sacco, in parte.
'Mandato? Mandatooooo? Li avete fatti uscire dalla base! Vi siete rimbecilliti?!' il Capo aveva sclerato.
'Il punto è che, probabilmente, aveva visto giusto e che i precedenti black-out non erano per nulla casuali' concluse Tony.
'Siamo in pieno attacco, quindi!' mormorò Thor.
'Andiamoci a preparare, per essere più pronti possibile! E' un ordine, via, veloci!' Rogers dispose.
'Vedete di capire chi c'è di mezzo!' Stark pregò Fury, prima di volatilizzarsi, il cellulare in mano.
***
'Mi è arrivato uno strano messaggio da Tony, un sms' Clint aveva sentito vibrare il telefono e lo aveva letto, immediatamente 'Dice solo: Tette supersoniche aveva ragione, MUOVETEVI!'. Era arrossito, esponendo il testo, senza remore.
'Spicciati, Falco, hanno bisogno noi...per il resto, facciamo i conti dopo, io, te e Stark! Che maleducati! Tu ed i tuoi amici assurdi!' Rafflesia era andata verso la stanza attigua al poligono di tiro, si era spogliata ed aveva indossato la sua tuta blu.
Barton aveva fatto altrettanto, con la sua splendida uniforme nera e viola. 'Prendo la macchina e carico sopra tutto il materiale!'.
Lui e la Tyler ci avevano trasportato l'attrezzatura al completo, archi e frecce, le spade, le pistole ed i mitra. Armati, fino ai denti e di più.
L'Avenger si era posto al volante, a velocità sostenuta, direzione S.H.I.E.L.D., mentre la ragazza tentava, inutilmente, di mettersi in contatto con i colleghi. I telefonini di Steve e James non davano segni di vita. 'Era la minaccia che temevo, le onde inconsuete, captate dai tecnici. Che cosa pensi troveremo?'.
'Non ne ho la minima idea. Aspettiamoci il peggio!'.
***
Avevano provato ad equipaggiarsi, con scarso successo. I componenti l'armatura di Iron Man erano rimasti al loro posto. Bloccati. Stark non era riuscito a smuoverli di un millimetro. Nemmeno i guanti di sua creazione rispondevano ai comandi.
Stessa cosa per Rodhes e Wilson; il guscio metallico di War Machine e le ali di Falcon erano giocattoli per bambini!
Steve si era vestito con la tuta, ma lo scudo sembrava fatto di polistirolo...era diventato leggerissimo, e non era utilizzabile, né per l'attacco, né per la difesa.
Thor aveva lanciato il martello; per tutti gli dei, invece di volare e tornare indietro, era caduto a terra, trenta centimetri più in là...il biondo lo fissava, esterrefatto!
Visione sembrava un robot da cucina, rotto.
'Bruce, consideri di trasformarti?!' Tony provò a chiederlo, intanto che tornavano verso la plancia, avviliti e senza difese.
'Sono anni che non mi sento così calmo, credimi! E' piuttosto improbabile, che riesca!' il dottore era sconfortato.
'Wanda, tu?' Bucky non poté finire di rivolgersi alla collega, che sentì un dolore fortissimo, alla spalla. L'arto in vibranio non seguiva più i suoi movimenti ed era divenuto inservibile. Dovette tenerlo fermo, col braccio destro: il suo peso poco gestibile lo stava facendo cadere a terra. Il Capitano accorse, per sorreggerlo.
La Maximoff rispose, sulla stessa linea degli altri 'Da venti minuti, non riesco a generare alcun campo di forza!'.
'Chi diavolo è riuscito, in questo? Siamo stati tutti spogliati dei nostri poteri o equipaggiamenti particolari, che ci rendono unici!' Banner era curioso.
'Tranne me' Romanoff, attrezzatasi come al solito, non era stata decurtata di nessuna capacità; lei non ne aveva, d'altronde.
'Sì, Nat, sarà pur vero; da sola, con un nemico tanto potente e pure sconosciuto...mi pare una lotta improba' s'intromise il biondo principe, udendo inconfondibili suoni provenire dalla sala.
***
'Rallenta! C'è una persona limitrofa all'entrata sud, si vede già da qui. Ha in mano un telecomando e lo sta utilizzando. Secondo me, è lo strumento con cui disturba i nostri sistemi operativi. Bisognerebbe distruggerlo o metterlo fuori uso. Me ne occupo io! Tu devi provare ad entrare!'.
'Non voglio lasciarti da sola. E' tutto barricato, gli accessi sprangati. Prima dobbiamo ripristinare gli apparati, nel loro complesso! Poi forzare l'accesso, è una questione di sicurezza, funziona così'.
'Se ti apposti, ad una delle porte, non appena disattivo il congegno, saresti in grado di aprirla, col sistema manuale?'.
'Certo. É come la saracinesca di un garage, quando va via la corrente elettrica. Non è complicato e mi è capitato già di farlo, nelle prove di evacuazione. Fury è fissato, con queste procedure'.
'Evidentemente, fa bene. Clint, io conosco la base molto meno. Tu sei qui da sempre. Hai più possibilità di me di colpire gli avversari, appostandoti nei posti giusti e renderti invisibile. Devi infiltrarti, per primo...appena riesco, ti raggiungo, te lo prometto' lo fissò, in attesa che accondiscendesse.
Lui sospirò, per nulla entusiasta 'L'idea di separarci mi piace poco...temo che abbia ragione! Facciamo come proponi' aveva parcheggiato, in prossimità dell'entrata che avrebbe dovuto violare.
Scendendo dalla macchina, l'uomo l'attirò a sé 'Sii prudente! Ti amo tanto. Dimmi che mi ami anche tu!' la pregò, preoccupato.
'Ti amo, Falco. Ci vediamo, fra pochissimo!' Rafflesia gli sfiorò la cresta, affettuosa, prima di sparire dalla sua vista, allontanandosi verso quello strano personaggio, che aveva intercettato in precedenza. Fredda, concentrata e pronta.
***
Avevano sentito spari ripetuti, in lontananza, e si erano precipitati. Alla vista, bossoli di pallottole a terra. Le mani degli altri agenti, che stringevano le pistole da cui erano partite, lungo i fianchi. Evidentemente, le armi erano state inutili.
Steve alzò gli occhi e lo riconobbe subito. Il suo vecchio avversario. Teschio Rosso. Com'era possibile? Era morto, moltissimi anni prima, fra le sue braccia.
Il mostro, il volto orrendamente purpureo, comprese la curiosità del suo acerrimo nemico 'Miracoli della genetica!'.
Era limitrofo ad un raggelato Fury. Era sufficiente la paura della tossina letale che emetteva, a tenere lontani gli avversari. Reggeva una strana scatolina di plastica nella mano e aveva un auricolare nell'orecchio. Era in contatto con qualcuno, probabilmente all'esterno.
'Capitano, ti trovo bene! Ne è passato di tempo. É una situazione nuova per te, per voi, non avere poteri o le vostre sofisticate armature. Come ci si sente?' chiese, beffardo.
'Cosa ci hai fatto? E soprattutto cosa vuoi?' Tony intervenne.
'Signor Stark, buongiorno. Finalmente ci conosciamo. Non ci hanno presentato. Vi ho, temporaneamente, liberato dalle vostre incredibili abilità. Mi sarebbe piaciuto togliervele, per sempre...non le avete meritate, è stato meramente casuale le abbiate avute in dono. Anche chi di voi ha ricevuto le sue attrezzature dal Governo degli Stati Uniti d'America, non ha doti particolari'.
'Che sei tornato a fare?' Rogers lo interpellò. Ancora l'H.Y.D.R.A.!
'A prendermi tutto quello che è vostro...in caso contrario, non lo avrà nessuno' rise, con cattiveria.
Steve si voltò verso Tony, in cerca di un'ispirazione, per uscire da quel casino; il collega non pareva troppo preoccupato né in ansia, solo in attesa di qualcosa.
***
Barton era arrivato davanti alla porta prescelta. Nella testa, ripassava la planimetria della base, per andare sul sicuro, e dritto dritto verso la plancia, dove, certamente, erano riuniti gli altri. Fibrillava. Detestava le sospensioni, gli indugi. Mise le mani all'interno della tuta, recuperando accendino e sigarette; oggi l'accordo con la moretta era più difficile da rispettare, se le era portate persino dietro. Ne accese una e le rimise nella tasca, non prima di aver rimirato lo splendido accendino di platino, soddisfatto. Glielo aveva promesso, lo avrebbe recato con sé, fino alla morte, e lo aveva pure in quella circostanza singolare. Diede una lunga boccata, sempre più ansioso.
***
Rafflesia aveva preso la mira. La pistola, avanti a sé, tenuta con entrambe le mani. Piccoli e silenziosi passi, alle spalle del tizio che rimirava, assorto, la base.
'Mettilo giù!' lo ammonì, gridando.
Il ragazzo si voltò; era attraente, distinto. Castano chiaro. Occhi marroni. Lui la fissò a lungo. Tuta blu dell'Agenzia. Chiaramente un'agente. Aveva ipotizzato che fossero tutti chiusi all'interno. Da dove era saltata fuori? Fu impressionato e si distrasse...era la donna più bella che avesse mai visto. Il fisico sensuale, segnato dall'uniforme ed un viso dai lineamenti delicati, due occhi violetti intensi, penetranti. Camminava nella sua direzione, minacciosa.
'Non pensarci, tesoro...non se ne parla' le rispose, per le rime.
Lo colse, di nuovo, di sorpresa. Sentì un rumore sordo ed un calore alla spalla sinistra...porca troia...gli aveva sparato a bruciapelo, senza porsi alcun problema. Avrebbe potuto colpirlo a morte e non lo aveva fatto, gli serviva vivo. Il telecomando gli cadde dalle mani e l'agente femmina lo raccolse, veloce. Poi gli si buttò addosso, ed in poche abilissime mosse, lo ammanettò ai polsi ed alle caviglie, strappandogli il microfono dall'orecchio.
'Chi sei?' lo interrogò.
'Arnim Zola, sono un genetista' era tranquillo, come non gli importasse di essere stato catturato. La Tyler capì che aveva un piano, era troppo sicuro di sé. Provò a farlo parlare. 'Dottore, che ci fa qui? In cosa si è fatto coinvolgere!?'.
'Esiste un potere più forte degli Avengers e dello S.H.I.E.L.D.. Sai cos'è l'H.Y.D.R.A.?'.
Cavolo, conosceva quella terribile organizzazione dai racconti di Rogers e pensava fosse stata smantellata! Tentò di non farsi turbare. Zola sembrava non voler spifferare nulla e lei preferì dedicarsi al telecomando.
Aveva un tasto solo, spostato sull'on. Lo passò all'off, augurandosi di essere nel giusto. Immediatamente, sentì un click, provenire dall'entrata più vicina...i sistemi operativi dell'Agenzia si stavano rimettendo in funzione!
Il dottore ridacchiò, fissando, in lontananza uno dei piloni della struttura!
***
Ce l'aveva fatta! Barton udì disattivarsi il meccanismo di blocco della porta di fronte a lui. Smanettò, con la scatola elettrica, che conteneva la maniglia di sicurezza, per aprire, dopo qualche minuto, l'accesso.
Entrò, correndo, l'arco alla mano e la faretra sulle spalle, fra gli sguardi attoniti degli agenti che incontrava al suo passaggio, stupiti di vedere Occhio di Falco di nuovo alla base, a seguito dell'espulsione, ed, al contempo, speranzosi che potesse aiutare nella risoluzione di quel disastro in cui si trovavano. Gli indicarono tutti di andare verso la plancia, cosa che lui stava già facendo.
Poiché Rafflesia aveva riattivato anche le telecamere di sorveglianza, si fermò qualche istante, per tentare di individuare cosa accadesse nella sala. Sconcertato, vide un uomo...non proprio...un essere dal volto scarnificato, rosso come il sangue, tra il Capitano e Fury, che reggeva in mano uno strano apparecchio. I colleghi in borghese, Tony senza armatura, Steve senza scudo, Barnes col braccio al collo. Era proprio come aveva detto la Tyler, i Vendicatori, senza poteri!
Dalle videocamere, poste a controllare l'esterno, provò ad intercettare la sua ragazza, che ancora non lo aveva raggiunto. La osservò trottare, lungo tutto il perimetro dell'edificio, in maniera insolita. Era, certamente, riuscita a sorprendere il tizio che avevano adocchiato non appena arrivati. Lo aveva ammanettato, come un salame, mani e piedi...ottimo! Gli parve tutto perfetto, tranne per quell'assurda maratona intorno alla struttura.
Si mosse verso la plancia, impensierito.
***
Lo aveva capito: Zola aveva qualche asso nella manica, non era per nulla turbato di essere stato catturato, anzi, le aveva sorriso, sornione e borioso. Lo aveva tradito lo sguardo supponente! Quando era corsa al pilone più vicino, le si era bloccato il respiro nel petto. Agganciata, una bomba molto sofisticata ed un timer, con un conto alla rovescia attivo...quindici minuti alla deflagrazione!
Non era nemmeno riuscita a capire che tipo di esplosivo fosse e si era precipitata a controllare gli altri piloni. Erano otto pilastri in totale e aveva contato otto ordigni: doveva assolutamente avvertire Clint e gli altri. Di una cosa era certa; il dottore non comandava l'innesco delle bombe.
Ipotizzò fosse un'altra persona ed all'interno dello S.H.I.E.L.D.. Tornò indietro, per raggiungere il Falco, in cuore in gola. Fortunatamente, già dall'ingresso del tunnel, i colleghi agenti ed amministrativi, nel riconoscerla, la indirizzarono nel percorso compiuto da Barton, che l'aveva appena preceduta e perse meno tempo possibile.
Lo osservò, di spalle, la mitica cresta, che si muoveva, attento...mai era stata tanto contenta di vederlo...'Clint, aspettami' gli bisbigliò.
La voce più bella del mondo! Si voltò. L'avrebbe voluta stritolare fra le braccia, soprassedette ai personali impulsi.
Era molto agitata e ne capì il motivo, quando riassunse ciò che aveva scoperto e lui aggiunse quello che aveva notato dallo schermo.
'Se non neutralizziamo Teschio Rosso, salteremo in aria...la base non esisterà più...' Rafflesia lo mormorò.
'Siamo dei semplici agenti...quello usa una super tossina, ed ha capacità sovrumane, forza, resistenza, velocità e agilità; inoltre, gli altri non hanno più i loro poteri' il Falco era scettico.
'Due sere fa, a letto, hai detto che siamo agenti mooooolto in gamba...sono state le tue esatte parole...per cui, non so tu... io ho intenzione di entrare in quella sala e fare il possibile contro il nemico. Me la cavo discretamente, a sparare, e tu, con arco e frecce sei meglio di me! Soprattutto so una cosa, di noi. Quando siamo insieme, siamo fenomenali! Perfetti! Sarà come ballare la kizomba o fare l'amore, in quello non ci batte nessuno! Ci buttiamo?' lo esortò.
Lui annuì, estraendo un dardo dalla faretra.
***
Bruce proprio non capiva perché Stark fosse così calmo. Lui già aveva sudato sette camicie. Lo osservava, interdetto, sperando di indovinarne il motivo. Perché, almeno in due occasioni, gli aveva fatto l'occhiolino, mostrandogli il cellulare. Il solito stupido, in quei momenti di tensione...a chi poteva telefonare?
Quando i sistemi si erano, lentamente, riavviati, Teschio Rosso aveva tentato di mettersi in contatto con qualcuno, il suo complice, presumibilmente, tramite il microfono nell'orecchio, senza riuscirvi. Era rimasto infastidito, sulle prime...aveva interloquito Steve, in maniera laconica 'Hai sempre molti amici fedeli, Capitano! Non basteranno!'. Null'altro.
In quell'attimo, Tony li aveva meravigliati, col solito sorriso beffardo, che tirava fuori nei momenti migliori...non era nemmeno riuscito a trattenere una lieve risatina... e sì che non era il caso!
Lo avevano intuito, in un nanosecondo...non è che ci volesse molto! Quali cari amici, dall'esterno, avrebbero potuto aiutarli, avendone i mezzi?
Provarono a dissimulare la botta di adrenalina che questa scoperta gli aveva portato...Il Capo Fury li osservava guardare, di sottecchi, l'entrata della sala. Forse una speranza l'avevano!
Teschio Rosso era in attesa, era evidente. Per nulla preoccupato. Bucky si era approssimato a Steve, Bruce a Stark. Gli altri al Direttore, leggermente in fibrillazione.
Qualche minuto dopo, d'improvviso, la porta si aprì...li videro stagliarsi, con le loro tute, e le loro armi. Rafflesia sparò contro il nemico, con lo stesso inutile effetto dei colpi precedenti, il Falco scagliò una freccia, in direzione delle mani di quell'essere abominevole, che stringevano il misterioso telecomando, che, secondo la ragazza, comandava gli ordigni e le onde sonore neutralizzanti i poteri dei colleghi.
Lo lasciò andare e dovette abbassarsi per recuperarlo, mentre i due agenti continuavano a bersagliarlo in ogni modo.
'Ci sono otto bombe, ognuna su un pilone della struttura...lui le controlla' la Tyler li informò, a gran voce 'fra pochissimo esploderanno!'.
'E voi, comuni mortali, non potrete impedirlo!' controbatté quello, schivando anche i proiettili della Romanoff, che si era fatta sotto a sua volta, per dargli manforte.
Rafflesia notò che si era spostato verso una parte della sala, che terminava in uno spazio più ristretto, iniziando a sputare fuori la velenosa tossina che produceva, per non farli avvicinare. Alzò gli occhi, riconoscendo, perfettamente, cosa contenesse la tubatura che, dal soffitto, correva fino alle proprie spalle.
Fece un cenno a Vedova Nera prima ed Barton poi, che continuarono a tirare verso l'uomo purpureo, facendolo indietreggiare.
I colleghi l'avevano assecondata; lo lasciò a loro, muovendosi verso la conduttura...Le sembrava un po' folle come mossa...era un piano ben preciso e con un fidanzato come Occhio di Falco, le era venuto subito in mente!
Teschio Rosso si era rintanato sempre più nell'angolo, sospinto dai colpi di Nat e dai dardi di Clint.
Rafflesia si era avvicinata al tubo del gas, fissando il suo uomo, con lo sguardo assertivo che lui ben conosceva...aveva intuito cosa voleva facesse, per nulla contento.
'E' troppo pericoloso, non pensarci nemmeno' la ammonì, gridando.
Come non lo avesse neanche sentito, la Tyler staccò la tubatura e la diresse verso l'avversario.
Barton sentì, nell'aria, l'odore pesante del butano, vedendolo uscire dall'estremità gommosa che lei teneva in mano.
Lo esortò 'Vai!' gli occhi ametista, questuanti.
'No!' era deciso a non farlo.
'E' la nostra unica possibilità...so che lo porti sempre con te!' lo scongiurò.
L'uomo, controvoglia, tirò fuori dalla tuta l'accendino, rimirandolo. Amava quell'oggetto, visceralmente, non di meno, in quell'attimo lo detestò.
'Lancialo...con la tua mira, sarà un successo! Ricordati la bottiglia a Capodanno!' Nat lo spronò, che altro potevano fare?!
Era incerto...ed il tempo stringeva...il nemico continuava a inondare l'aria di tossina, che presto li avrebbe raggiunti.
'Clint...sei un asso, mi hai battuto pure a palle di neve...datti una mossa, non lo tengo più' Rafflesia, sudatissima, forzava la presa sul tubo di gomma.
Il Falco, con la morte nel cuore, accese la fiamma e lo gettò, nel punto in cui si trovava l'agente Tyler, intanto che quest'ultima tentava di indirizzare il gas verso l'avversario, urlando ai colleghi ed a Fury, e soprattutto al suo amore 'Mettetevi al riparo!'.
Avvenne tutto in pochi attimi...l'accendino colpì, in pieno, il fiotto di butano. Il fuoco si estese all'intera nuvola di gas che lei in precedenza aveva sparso nell'ambiente circostante...si incendiò, in un baleno, e parallelamente il grande calore provocò un'esplosione via l'altra. Furono abbagliati, da una luce gialla ed arancione.
Teschio rosso fu spiazzato via, unitamente alle strutture metalliche ed informatiche che quelle bombe incendiarie si portavano dietro, così come tutti i mobili e suppellettili della sala.
Il telecomando, che il mostro aveva in mano, si disintegrò, completamente; gli Avengers si ritrovarono con i propri poteri e il conto alla rovescia dei timer sugli otto ordigni si interruppe.
Quando li aveva ammoniti a mettersi in sicurezza, gli astanti lo avevano fatto, Nick Fury in testa; perfino Clint aveva tentato di ripararsi, sconvolto per la potenza dell'esplosione. Terminato il trambusto, si alzò in piedi, unitamente agli altri: una massa di detriti dei più svariati materiali ricopriva l'intera superficie, l'aria era acre, a causa del fumo scuro, che via via usciva dai vetri, andati in frantumi, gli agenti ed i suoi amici lasciavano gli angoli, dove avevano tentato di trovare rifugio.
Di lei nessuna traccia, come si fosse volatilizzata; si girò, disperato 'Aiutatemi a cercarla! Per favore!'.
Accorsero, subito, tentando di capire dove potesse essere, in quella discarica che era diventata la plancia, ognuno esaminando una zona diversa.
Barton pensò di impazzire. Gli scorreva davanti un pezzo della sua vita, quella appena trascorsa, la più bella: quando avevano fatto l'amore per la prima volta, tutti i momenti di tenerezza, le coccole, le cene speciali che gli preparava, gli allenamenti che avevano affrontato insieme, lo scambio dei regali di Natale, la caparbietà con cui aveva tentato di convincere il Direttore a reintegralo e più del resto, le sensazioni che aveva provato nel ballo di Capodanno, tenendola fra le braccia.
Diede, mentalmente, una scorsa al futuro che desiderava: la immaginava venire verso di sé, scalza, coi piedi nella sabbia e vestita di bianco, in spiaggia, alle Fiji, col suo sorriso meraviglioso e gli occhi splendenti. Maledizione, non le aveva nemmeno comprato l'anello! Una miriade di pensieri, un'angoscia in petto.
'Penso che sia qui, correte!' strillò Tony.
Clint si precipitò. Da lontano, vide una mano...una sola mano, sporca di nero, che usciva da una montagna di pezzi di metallo venuti giù dalle pareti e che, evidentemente, le erano finiti tutti addosso, senza pietà...limitrofo, riconobbe la manina affusolata, le unghie curate, senza smalto. Ferma.
'Dobbiamo fare la massima attenzione perché il peso non la ferisca, ulteriormente; se smuoviamo male qualche parte, potremmo peggiorare la situazione' Banner contemplò la piramide di detriti.
'Tiriamola fuori, me ne occupo io' Bucky si era piazzato davanti e col braccio in vibranio, tornato perfettamente funzionante, aveva iniziato a rimuovere i pezzi, aiutato da Thor e Steve.
'Sollevali uno ad uno e con la massima lentezza!' aveva suggerito il Capitano all'amico, che aveva annuito.
Il Falco si era inginocchiato, a terra, e le aveva preso la mano, Fury accanto, pure lui in ginocchio. Era fredda e non dava segni di vita o movimento...Clint sospirò, gelato. Il Capo gli diede una pacca su una spalla, per rincuorarlo ed attesero, insieme. Rammentò il pranzo di Natale, a cui lo avevano invitato, e che, nel momento in cui aveva osservato lo sguardo dell'agente Tyler posarsi sul suo ragazzo, aveva sentito, dentro di sé, il desiderio di ridarle il suo posto di lavoro. Era la stessa espressione sincera, affettuosa ed innamorata che sua moglie era solita rivolgergli e che gli aveva indirizzato ogni istante della sua vita; si chiese se non avesse sbagliato, attendendo troppo a prendere una simile decisione, visto quanto era appena accaduto.
Bucky continuava, alacremente, togliendo pezzo dopo pezzo, fino a quando non comparve il corpo di lei, in posizione fetale, raggomitolato su sé stesso, immobile. Barton la ricordò, nello stesso identico atteggiamento, sul pavimento del bagno di casa sua, in un frangente molto diverso.
Rogers tolse gli ultimi detriti.
'Giratela, piano!' ammonì Bruce e così fece il principe, mettendola supina.
Il Falco osservò la tuta bruciacchiata e scurita; sentiva odore di capelli e pelle carbonizzata...ogni parte di epidermide visibile era nerissima e ricoperta di fuliggine. Gli parve avesse una brutta ustione sul petto, alla base del collo, ne vedeva la carne viva, lì. Provò a sentirle il polso, ma non trovò il battito, preso da un'agitazione indescrivibile. Si posizionò, con la testa sul torace, all'altezza del suo cuore: forse avrebbe capito se batteva, se respirava 'State zitti!' strillò agli altri, che parlottavano, preoccupati, alle sue spalle e quelli si ammutolirono.
Non udì assolutamente nulla...percepì solo...un movimento di dita sui suoi capelli...la vocetta dolcissima di lei 'Clint...hai sempre la cresta scompigliata...'. Gli sorrise.
Lui, stupito ed esultante, le si accostò all'altezza del viso 'Amore, come ti senti?'.
Rafflesia spostò lo sguardo verso il Capo, gli occhi ametista che risaltavano, nel volto sporco, come due diamanti 'Benino, date le circostanze...starei molto meglio ma molto meglio se sapessi che tu hai riavuto il tuo posto fra gli Avengers!'.
Il Direttore Fury sbottò a ridere, sollevato.
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