Speranze riacquistate e liti irrisolte
12. Speranze riacquistate e liti irrisolte
Ero rimasta secoli a osservare Scott, l'avevo addirittura colpito con i primi oggetti che mi capitarono sotto tiro, tra cui i giochi dei mie gatti. Ma niente, lui era veramente lì davanti a me, in carne e ossa.
Dopo aver fatto entrare tutti e tre, ed essermi vestita in maniera decente, mi apprestai ad ascoltare ciò che avevano da dirmi.
"Avanti Scott, spiegale ciò che hai detto a noi." lo incitò Natasha con una strana scintilla negli occhi, guardai l'ultima persona che pensavo sarei stata felice di rivedere e annuii cercando di fargli capire che ero pronta ad ascoltare.
"Allora." iniziò lui con fare confuso quasi quanto al mio. "Immagino tu ti chieda che fine abbia fatto in questi 5 anni, mhm?" Chiese per poi adocchiare il mio panino sul bancone della cucina. "È tuo? Posso mangiarlo?" Chiese velocemente per poi prenderlo senza aspettare la mia risposta e iniziare a mangiarlo.
"Era mio." Sospirai per poi guardare la mia pancia, un panino in meno non mi avrebbe fatto molto male visto che sembravo incinta. "Pensavo fossi sparito, come tutti gli altri." Risposi alla sua prima domanda, lui mi guardò con un sorrisetto di chi la sapeva lunga per poi masticare velocemente ed ingoiare il mio cibo.
"E invece no! Cioè, sì, ma no." Corrugai le sopracciglia mentre Steve alzava gli occhi al cielo e Natasha scuoteva la testa stanca. "Sono sparito, ma non come gli altri, sono finito nel spazio quantico."
"Anche gli altri sono lì?" Chiesi subito. "Se sei riuscito a tornare allora magari anche gli altri possono essere salvati." Parlai velocemente. "Quindi c'è ancora speranza!" Mi alzai in piedi riuscendo a sentire una nota di felicità dentro di me.
Tutti mi guardavano sconvolti, Scott fece una smorfia. "Eh... no." Rispose secco e tornai a sedermi. "Vedi, io sono sparito per fatti miei, ero in missione per andare nello spazio quantico ma per sbaglio sono rimasto bloccato dentro." Alzò le spalle e quella speranza dentro di me si spense. "Il punto è che qui sono passati 5 anni mentre per me sono state appena 5 ore." Spiegò attirando la mia attenzione.
"5 ore? Invece che 5 anni?" Borbottai a bassa voce mandando un'occhiata a Polpetta, il mio gatto preferito, che stava fissando i lacci delle scarpe di Steve. "Cosa stai cercando di dirmi, Scott?" Chiesi poi alzandomi per andare a prendere il cibo per gatti.
"E se potessi sfruttare questa cosa a nostro vantaggio?" Domandò lui, sospirai prendendo la scatoletta di carne in scatola per poi aprirla, subito i miei altri quattro gatti entrarono correndo. "Woah, quanti gatti hai?" Urlò Scott con fare sorpreso.
"Baffo, Polpetta, Fluffy, Puffo e Uno." Risposi indicando i vari gatti, questi si stavano accollando alle mie gambe aspettando che posassi a terra il piatto con il loro cibo.
"Immagino che Uno sia stato il primo." Commentò Natasha che si era abbassata ad accarezzare la sua testolina.
"No, è stato l'ultimo ma non avevo voglia di dargli un nome serio." Finii di aprire la seconda scatoletta di cibo. "Non stargli troppo vicina, tende a mordere quando ha fame." Lei si allontanò lentamente e mi guardò preoccupata. "Quindi vorresti farci usare lo spazio quantico per poter... cosa? Viaggiare nel tempo?" Chiesi infine tornando a sedermi, Scott annuì velocemente e sospirai. "Certo."
"Ah... così? Pensavo sarebbe stato più difficile?" Chiese Scott confuso e Natasha alzò le spalle.
"Se possiamo portare Peter indietro allora sono disposta a tutto, il problema sarà convincere il grande papà Orso." Sospirai. "Meglio conosciuto come Tony Stark."
**
"Adesso abita qui?" Chiese Steve osservando la casetta in mezzo ai boschi, annuii tristemente. "State parlando?" Domandò poi notando il mio cambiamento d'umore.
"Parlo con Pepper e Morgan." Alzai le spalle. "Io e Tony a malapena sopportiamo di vederci." Borbottai mentre gli altri uscivano dall'auto. "Non penso ci aiuterà." Dissi poi facendo girare Steve verso di me.
"Perché pensi questo?"
"Guarda, lui ha tutto. Non vorrà mai rischiare di perdere questo per riportare indietro qualcosa che a lui non serve." Sbottai. "E anche perché è uno stronzo."
"Dobbiamo comunque provarci." Cercò di tranquillizzarmi. "Andiamo, scommetto che Morgan sarà felicissima di vederti."
"Come sempre." Ridacchiai per poi uscire, non appena fui fuori riuscii a sentire in lontananza la risata di mia sorella e mi ritrovai a sorridere, lei era una di quelle poche cose che rendevano la mia vita migliore, lei e i miei gatti. "Morgan!" Urlai precipitandomi nel giardino.
Dopo qualche secondo neanche udii le foglie scricchiolare sotto i passi veloci della piccola, poi la vidi sbucare da dietro casa sua per venirmi in conto. "Sorellona!" Urlò per poi buttarsi verso di me, la presi un braccio di slancio facendola ridere. "Che bello sei venuta!" Urlò tutta felice.
"Principessa Morgan." La presi in giro. "Era da un po' che non ci vedevamo, no?" Le accarezzai i capelli, notai il suo sguardo fisso su Natasha, Steve e Scott.
"Chi sono loro?" Chiese confusa e forzai un sorriso.
"Amici, dov'è papà?" Domandai e lei indicò la veranda, sospirai, non mi sentivo per niente pronta a parlare con lui dopo l'ultima nostra lite. Diciamo solo che mi aveva tagliato i fondi visto che ormai avevo 21 anni ed era stanco di mantenermi, avevamo avuto tutta una discussione sull'accaduto fino alla mie fatidiche parole. Bene, se mi tagli i fondi allora sappi che tagli anche la nostra connessione. Non mi vedrai mai più. E diciamo che lui non l'aveva presa tanto bene. La frase che pronunciò fu la causa del mio malessere e l'inizio del mio ingrassamento.
Meglio, non riesco neanche a guardarti in faccia senza pensare a quanto tu sia una delusione.
"Andiamo!" La feci scendere e mi prese per mano per poi portarmi verso la veranda di casa, gli altri ci stavano seguendo e tutto quello a cui riuscivo a pensare era: non rovinare tutto.
**
Eravamo stati accolti da un Tony Stark più preoccupato del solito, vederci tutti insieme doveva averlo scombussolato, soprattutto l'apparizione di Scott. Così ci aveva fatti sedere in veranda con una tazza di tè ognuno, all'inizio volevo chiedergli una birra ma mi ero trattenuta principalmente per Morgan che mi prendeva molto come esempio e anche perché Steve pensava fossi sobria da almeno 3 mesi quando erano probabilmente passate 3 settimane.
Scott era già partito a spiegare ciò che gli era successo mentre io cercavo di non fissare mio padre sperando mi perdonasse in qualche modo, la realtà era che mi sentivo a disagio ma nonostante ciò continuavo a ripetere le sue parole nella mia mente, sicuramente non ero io quella a dover chiedere scusa.
"La proporzione quantistica incasina la scala di Planck che poi innesca la proposizione di Deutch, su questo concordiamo? In parole povere vuol dire "non si torna a casa"." Venni distolta dal mio trance dalle parole di papà, sembrava abbastanza spazientito da tutta la situazione mentre Scott ce la stava davvero mettendo tutta per cercare di convincerlo.
"Io sono tornato." Commentò Ant-Man e alzai gli occhi al cielo.
Tony scosse la testa. "No, tu sei accidentalmente sopravvissuto, le probabilità sono una su un miliardo. E ora vuoi tentare un... come l'hai chiamato?" Gli mandò uno sguardo confuso.
"Un "furto del tempo"?" Disse Scott con fare quasi felice del nome che aveva dato all'operazione.
"Sì, un furto del tempo, certo... perché non c'abbiamo pensato? Oh, perché fa ridere? Perché è un'utopia?" Commentò saccente.
"Perché un uomo che vola in una tuta di ferro è normale." Borbottai a bassa voce e il suo sguardo scattò verso di me, riuscii a notare un velo di dispiacere nei suoi occhi, ma distolsi velocemente lo sguardo incrociando le braccia al petto.
Steve fece un passo avanti. "Le gemme si trovano nel passato, potremmo tornare indietro e prenderle." Propose.
Natasha posò una mano sulla sua spalla. "Schioccare le nostre dita e riportare tutti indietro." Finì per lui.
"O incasinare tutto ancora di più, giusto?" Sbottò papà Stark alzando le sopracciglia.
"Non credo che lo faremo." Ribatté Steve, probabilmente anche lui era stanco di tutta questa scenata da parte sua. Sembrava quasi non gli interessasse provarci
Tony gli mandò un'occhiataccia. "Confesso che a volte mi manca questo frivolo ottimismo, tuttavia le grandi speranze non serviranno se non esiste un modo logico e tangibile che vi permetta di eseguire questo... furto del tempo. Il risultato più probabile sarebbe la nostra dipartita collettiva." E con questo aveva superato il limite.
"No, se rispettiamo le regole del viaggio nel tempo: non parlare con noi che troveremo in quel passato, non scommettere su eventi sportivi..." Scott mi batté sul tempo, perché sapevo di essere sul punto di star per esplodere.
"Ti fermo prima che tu vada avanti, Scott. Mi stai seriamente dicendo che il tuo piano per salvare l'universo è basato su Ritorno al futuro?!" Ovviamente lui aveva da ridire.
"No..."
"Bene, stavo iniziando a preoccuparmi." Ironizzò di nuovo.
"Oh Gesù cristo." Sbottai ricevendo un'occhiataccia da Steve. "Mi dispiace se la tua vita è fantastica, ma vedi, ci sono persone che non pensano solo a loro stesse ma ci tengono ad aiutare l'altra metà dell'universo. Non puoi semplicemente mettere il tuo ego da parte?" Urlai fuori di me.
Lui chiuse la bocca non sapendo cosa dire, feci per ripartire pronta a tempestarlo di insulti, ma venni fermata da Morgan che arrivò per poi andare in braccio a papà. "La mamma mi ha mandata a salvarti." Disse ridacchiando.
"Mi hai salvato, bravissima." Borbottò lui accarezzandole i capelli, poi ci guardò tutti. "Se volete rimanere per cena siete i benvenuti." Il suo sguardo si soffermò su di me. "Se volete parlare di altro, allora siete pregati di andarvene."
"Perfetto." Sbottai, mi avvicinai a Morgan e le sorrisi. "Hey principessa, ci vediamo presto?" Le lasciai un bacio sulla fronte.
"Non rimani a cena?" Chiese confusa.
"La prossima volta magari, al momento ho qualcosa di più importante a cui pensare." Lo dissi in modo da far sentire in colpa nostro padre, poi le sorrisi. "Per farmi perdonare ti porterò al cinema, che dici?"
"Sì!" Urlò lei alzando le mani al cielo.
"E con quali soldi?" Intervenne Tony.
"Quelli che mi guadagno da sola." Evitai di raccontare la parte in cui mi facevo pagare per fare l'assaggiatrice, visto che cucinare non era il mio talento. "Chiamami quando vuoi." Salutai infine la piccola prima di raggiungere gli altri che erano già usciti dal giardino.
"E ora?" Chiese Scott demoralizzato, entrammo in macchina e sospirai, non avevo davvero idee sul cosa fare.
"Forse conosco qualcun altro." Fu l'unica cosa che disse Steve prima di mettere in moto e uscire da quel vialetto, mi girai appena per poter vedere la figura di papà farsi sempre più piccola man mano che ci allontanavamo.
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