Relazioni incomprensibili e trucchi di magia
04. Relazioni incomprensibili e trucchi di magia.
Papà decise di accettare il piano di Peter e ci ordinò di nasconderci mentre lui pensava a liberarsi dell'alieno. Io avevo risposto con una scrollata di spalle visto che non ci tenevo a scontrarmi con Squiddi di nuovo.
"Dici che c'è qualcun altro sulla nave?" mormorò Spider-Man al mio orecchio mentre cercavamo di non farci vedere dietro ad una colonna.
Corrugai la fronte. "Dio, spero di no." risposi preoccupata, avere a che fare con altri alieni non era esattamente ciò di cui volevo occuparmi. "Spero che Strange non soffra troppo." commentai notando quelle specie di aghi fatti di energia, mio padre si avvicinò lentamente alle sue spalle.
"Spero il mio piano funzioni." sentii bisbigliare Peter e dentro di me pregai che tutto andasse per il meglio.
"Dolorosi, vero? In origine furono progettati per la microchirurgia. E uno di loro..." parlò Squiddi per poi notare la figura di papà alle sue spalle. "Può stroncare la vita del tuo amico in un istante!" esclamò poi girandosi verso di lui.
"Ad essere sinceri, non è mio amico. Salvargli la vita sarebbe più una cortesia professionale." replicò papà Stark cercando di non farsi prendere dal panico, mi diedi una manata a fronte e scossi la testa.
Anche in questi momenti il suo orgoglio veniva messo in primo piano.
"Tu non salverai nessuno. I tuoi poteri sono insignificanti comprati ai miei." l'alieno iniziò a muovere le mani facendo lievitare alcuni oggetti in modo da dimostrare la sua superiorità.
Al ché Tony commentò. "Si, ma il ragazzo ha visto più film." e grazie al suo laser riuscì a creare un enorme buco nella nave, Squiddi venne risucchiato velocemente all'esterno mentre papà cercava di aggrapparsi a qualcosa per evitare di fare la sua stessa fine.
Dottor Strange iniziò a scivolare fuori dalla presa di quei aghi, ma Peter fu veloce e lanciò una ragnatela per tenerlo. "Ottimo lavoro." commentai, ma mi rimangiai tutto quando iniziò ad essere trascinato verso il buco. "Peter! Usa le gambe robotiche!" gli urlai.
"Cosa?" chiese e in quell'esatto momento le gambe robotiche si aprirono e lo salvarono dal finire inghiottito nello spazio. "Che figata pazzesca!" esclamò e si tolse dal buco trascinando con sé Dottor Strange.
Papà fu rapido a chiudere il tutto in modo evitare qualsiasi altro pericolo. Tolsi la tuta lasciando che tornasse all'interno del mio reattore per poi correre verso Peter e abbracciarlo. "Non spaventarmi mai più così!"
Lui tolse la maschera e ricambiò l'abbraccio. "Non l'ho fatto apposta, lo giuro!"
"Sarà meglio per te." ridacchiai poi staccandomi e notando gli sguardi annoiati degli altri due. Il mantello tornò ad agganciarsi sulle spalle dello stregone che si schiarì la voce.
"Dobbiamo girare questa nave." disse poi indicando due specie di braccioli che servivano probabilmente a pilotare la navicella.
"Sì, adesso vuole scappare. Fantastico." alzò gli occhi al cielo papà per poi guardarlo male, lo sguardo venne ricambiato da Strange.
"No, voglio proteggere la gemma." marcò il concetto mostrando la gemma ancora all'interno del ciondolo appeso al suo collo. Sospirai annoiata visto che avevamo già affrontato questo discorso.
"E io voglio che tu mi ringrazi. Avanti. Ti ascolto." fece papà Stark irritato dal suo comportamento da menefreghista.
Non distolsi lo sguardo dai due ma sentii lentamente la mano di Peter raggiungere la mia per poi stringermela, sinceramente non sapevo il perché l'avesse fatto ma in un certo senso ne ero felice.
"Per cosa? Per avermi sparato nello spazio?" chiese ironico lo stregone scuotendo la testa.
"Chi ha appena salvato le tue chiappe magiche?! Io!" beh, neanche lui aveva tutti i torti. Se non lo avessimo seguito sarebbe molto probabilmente morto e l'alieno gli avrebbe preso la gemma senza alcuna fatica.
"Non capisco come tu riesca ad infilare quella testa nel casco." mi fermai a guardarli un attimo, mi sembravano entrambi abbastanza presi dal loro litigio che sembravano quasi marito e moglie. Sinceramente li avrei visti bene come amici, se non fosse per il loro ego troppo grande.
Papà gli puntò un dito contro. "Ammettilo, dovevi andartene quando te l'avevo detto. Ti ho detto di andare via. Ma hai rifiutato."
"A differenza di tutti gli altri nella tua vita, io non lavoro per te."
"E ora siamo in una ciambella volante, senza rinforzi a miliardi di miglia dalla Terra." continuò papà imperterrito.
"Noi siamo un rinforzo." disse Peter nel modo più casuale possibile, annuii dandogli ragione perché alla fine potevamo essere pur sempre d'aiuto.
"No, siete due clandestini. Parlano gli adulti." fece cenno a lui e Strange.
"Oh andiamo papà." alzai gli occhi al cielo.
"Scusa, sono confuso riguardo a questo rapporto. Insomma, chi sarebbe lui, il tuo pupillo? Il fidanzato di tua figlia?" chiese Strange incuriosito e sia io che Peter spalancammo gli occhi osservando le nostri mani intrecciate e poi mio padre che ci guardava preoccupato.
"No..." rispose il ragazzo. "Sono Peter, a proposito." allungò l'altra mano per stringere quella dello stregone, ma lui si limitò ad annuire.
"Dottor Strange." rispose brevemente.
"Oh, quindi usate i nomi inventati. Allora, io sono Spider-Man." rispose sicuro di sé e scoppiai a ridere. Lui mi guardò incuriosito e con le guance rosse, era troppo tenero.
"La nave sta auto-correggendo la rotta. È su pilota automatico." interruppe IronMan dopo aver dato un'occhiata alla base di controllo.
Possiamo controllarla? Volare a casa?" chiese Strange velocemente, poi notando lo sguardo di papà perso nell'aria lo richiamò. "Stark?"
"Sì?" si risvegliò lui.
"Puoi portarci a casa?!" chiese di nuovo secco Dottor Strange.
"Ho sentito. Sto pensando che non dovremmo tornare." mormorò e sia io che Peter ci scambiammo degli sguardi confusi.
"Per nessuna ragione dobbiamo portare la Gemma del Tempo da Thanos. Credo che tu non abbia capito cosa c'è in gioco qui." Papà lo guardò con uno sguardo stanco e arrabbiato e sapevo che stava per scoppiare.
"Come?! No! Sei tu che forse non capisci che Thanos è rimasto nella mia testa per sei anni. Da quando inviò un esercito a New York ed ora è tornato! E io non so cosa fare! Perciò non so se il piano migliore sia combatterlo sul nostro terreno o il suo, ma tu hai visto che cosa ha fatto, che cosa può fare. Sul suo terreno, non se lo aspetterebbe. Allora dico meglio combattere da lui! Dottore. Concordi?" spiegò lasciando tutti stupiti.
"Non ha tutti i torti." borbottai e Peter annuì in accordo.
Strange si avvicinò a lui. "Va bene, Stark. Noi andiamo da lui. Ma voglio avvertirti... se dovrò salvare o te o il ragazzo e la ragazza o la Gemma del Tempo non esiterò un istante a far morire voi tre. E lo farò, perché l'universo dipende da questo."
Papà sorrise leggermente. "Bravo. Ottimo codice morale. Siamo d'accordo." poi vene verso di noi. "Bene, ragazzi. Ora siete negli Avengers." a turno fece finta di "regalarci il titolo" usando il suo braccio come se fosse la spada della regina dell'Inghilterra.
Alzai gli occhi al cielo, certo, ora che gli serve il nostro aiuto ci fa entrare nella squadra eh? Peter invece raddrizzò la schiena in una posizione composta e non riuscii a fare a meno di ridacchiare.
**
Papà aveva assicurato che ci avremmo impegnato un'ora se non due prima di arrivare a destinazione e ci aveva chiesto di andare ad esplorare la nave per evitare brutte sorprese.
"Secondo te non è azzardato portare la gemma da Thanos?" chiese Peter dopo che gli avevo raccontato tutto quello che stava succedendo, visto che non aveva avuto modo di sapere tutto subito.
"Potrebbe, ma papà ha ragione. Avremmo l'effetto a sorpresa, in più è meglio evitate di mettere di nuovo in pericolo la Terra." sospirai entrando in un altro corridoio. "Spero che lo stregone protegga davvero quella stupida pietra visto quanto facilmente si è fatto sconfiggere da Squiddi." borbottai irritata.
"Che poteri ha?" chiese lui curioso e alzai le spalle.
"Penso sappia fare incantesimi, tipo Harry Potter ma senza bacchetta." in realtà non ne avevo la più pallida idea, l'unica cosa che gli avevo visto fare erano dei cerchi nell'aria per poter muoversi ovunque voglia.
"Wow." fece sorridendo. "Anch'io da piccolo cercavo di fare dei trucchi di magia." ridacchiò passando una mano tra i capelli spettinati.
"Ah sì?" lo stuzzicai. "E sentiamo grande mago, sai far comparire del cibo?" chiesi alzando un sopracciglio, lui si fermò a guardarmi.
"Beh, a meno che non ci sia una cucina da queste parti, credo proprio di no." ammise sorridendo leggermente, avrei tanto voluto che tutto questo non stesse succedendo. Avrei preferito incontrare Peter casualmente al parco per poi sederci e parlare come persone normali. Lo guardai con la coda dell'occhio, magari potevo approfittare della situazione in qualche modo.
"Sediamoci un attimo, sono stanca." inventai sedendomi sulla superficie metallica della navicella, lui mi guardò preoccupato ma seguì i miei movimenti.
"Ti senti bene?" chiese per poi poggiare velocemente una mano sulla mia fronte. "Non sei troppo calda, magari hai mal di testa? Hai freddo? Posso provare a chiedere a Karen cosa fare per-" lo interruppi.
"Sto bene, davvero. Sono solo stanca, non faccio così tanto movimento da... Un anno circa." alzai le spalle e lui annuì. "Quindi... Cosa hai fatto dopo l'ultima volta che ci siamo visti?" cercai di non sembrare così interessata, così iniziai a guardarmi le unghie nonostante non avessero niente di particolare se non un po' di smalto rosa che stava andando via.
"Non molto in realtà, ho continuato ad aiutare il mio quartiere." alzò le spalle.
Annuii osservando i suoi occhi marroni che erano fissi sul muro di fronte a noi. "Capito." portai una ciocca di capelli dietro il mio orecchio e sospirai. "Come mai non hai voluto accettare la proposta di mio padre?" chiesi poi di scatto facendogli spalancare gli occhi.
"L-lo sapevi?" chiese e annuii lentamente, meglio evitare la parte in cui lo spiavo. "Ehm, diciamo che non mi sentivo pronto ad un passo così grande, sono solo un ragazzino e per il momento mi basta essere un amichevole Spider-Man di quartiere." sorrise leggermente.
"È un peccato però." cercai di farlo ragionare. "Immagina, stare in casa con il tuo idolo... Poter passare molto tempo con me." cercai di metterla sul ridere, ma ero seria.
"Sì, ci avevo pensato in realtà." si fermò e diventò tutto rosso in faccia. "P-però diciamo che volevo una pausa da tutto... anche dalle ragazze." alzai le sopracciglia sorpresa e lui ridacchiò.
"Direi che ci vuole una spiegazione, non credi?"
"Beh, avevo una cotta per questa ragazza della mia scuola. Era veramente bella e intelligente e simpatica." si fermò a pensare e mi ritrovai a rosicare dalla gelosia.
Chi era questa adesso? Insomma, quanto poteva essere intelligente quella ragazza? Io avevo costruito l'armatura di Spider-Man, lei sapeva farla una cosa del genere? Ero sicura di no.
"Ah, capisco." borbottai. No in realtà non capivo proprio un cazzo. "E adesso lei che fine ha fatto?"
Rimase in silenzio per un attimo e poi rispose. "Ho mandato suo padre in carcere." ero a metà tra lo shock e il divertito, avrei voluto ridere ma non sembrava il momento adatto.
"Oh, ah, eh... Mi dispiace?" balbettai non sapendo esattamente cosa dire.
"Fa niente, l'avevo invitata al ballo scolastico ma alla fine l'ho lasciata lì da sola." mi guardò e sorrise. "Me lo sono meritato."
"Beh, per lo meno ne è valsa la pena?" chiesi ricevendo uno sguardo confuso. "Insomma, l'avrai pur baciata o qualcosa?"
"Oh, n-no." scosse velocemente la testa. "Per niente, l'ho solo invitata al ballo." alzò le spalle ed esultai mentalmente.
In realtà non sapevo neanche perché mi interessasse tanto. Probabilmente le piaceva ancora e poi noi eravamo solo amici, niente di più. "Si va avanti." gli diedi una pacca sulla spalla.
"E tu?" chiese poi facendosi serio. "Hai avuto qualche cotta?" mi fissò negli occhi e cercai di sostenere il suo sguardo.
Sì, tu. "No, solita noia." sbuffai. "Sicuramente nessuno mi ha invitata a qualche ballo scolastico." scherzai e lo vidi sospirare leggermente.
"Io ti ci avrei portata." commentò e sorrisi.
"Spero tu non voglia mandare anche mio padre in prigione." scherzai e scoppiammo entrambi a ridere, come se qualcuno potesse seriamente mettere Tony Stark in prigione.
"No davvero." si alzò e si sgranchì i muscoli. "Ti ci avrei portata volentieri e avrei anche ballato con te." mi sorrise dolcemente.
Mi alzai anch'io e lo guardai con aria di sfida. "E cosa ti fa pensare che avrei detto di sì?"
Lui allungò la sua mano e andò a prendere di nuovo la mia, come se fosse la cosa più normale e spontanea del mondo. "Uno dei miei trucchi di magia." scherzò e scossi la testa divertita.
"Andiamo dai, dobbiamo ancora capire com'è fatta questa nave." e così ci incamminammo lungo i corridoi bui mano nella mano.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro