Occasioni mancate e film utili
03. Occasioni mancate e film utili
Un anno prima...
"Buongiorno Friday." sospirai alzandomi dal letto e sgranchendo i muscoli. "Quali sono i miei impegni per oggi?" chiesi distrattamente.
"Lezioni dalle 9 alle 11. Pranzo insieme a suo padre e il pomeriggio libero per dedicarsi alle sue attività." elencò Friday e sbuffai pensando già alla noia che avrai dovuto soffrire.
Andai in bagno e mi feci una doccia veloce, nel mentre però non riuscivo a togliermi una strana sensazione, come se avessi dimenticato qualcosa. "Friday, quali sono gli impegni di papà?" chiesi allora cercando di capire cosa non mi quadrava.
"Tra poco andrà a prendere la signorina Potts all'aeroporto per poi andare ad un incontro importante. A mezzogiorno pranzerà con lei. Dalle 3 sarà impegnato in un'intervista riguardo Spider-Man, verso le 5 avrà la sua solita seduta di yoga e-"
Lo interruppi subito. "Accidenti! Papà mi aveva detto che Peter sarebbe venuto oggi!" urlacchiai emozionata, a causa di ciò un po' d'acqua mi schizzò in bocca e finii per tossire cercando di riprendere aria.
"Si sente bene signorina?" chiese l'assistente robotico e annuii chiudendo il getto d'acqua.
"Non posso credere che Peter verrà qui! Non lo vedo da circa 6 mesi, ho seguito tipo tutte le sue "avventure" ai telegiornali e su internet." gioii prendendo un asciugamano e uscendo dalla doccia. "Sono così felice."
"Devo ricordarle che suo padre le ha specificatamente detto di non interferire?" alzai gli occhi al cielo iniziando ad asciugarmi i capelli. "In tal caso posso farle riascoltare la registrazione di ieri."
"Non ho mai seguito le regole di papà in ogni caso." sbuffai vestendomi rapidamente. "E non interferirò, voglio solo andare a salutarlo." spiegai brevemente.
"Non penso suo padre approverebbe." commentò Friday.
"Papà approva tutto quello che faccio." più o meno. Mi lavai i denti e la faccia e sorrisi allo specchio.
Finalmente avevo l'opportunità per mettermi in contatto con Peter.
**
"No, no e no." rispose papà Stark dando un morso al suo cheeseburger. "Non puoi partecipare all'intervista, non vedrai Peter e non ti darò il suo numero."
"Papà." feci ferita. "Non ti sto chiedendo la luna! Quella te l'ho chiesta al mio decimo compleanno e mi avevi detto che preferivi comprarmi un stella che un satellite!"
Lui alzò gli occhi al cielo. "Infatti, ti ricordo che possiedi una stella che hai chiamato Luna." mi rinfacciò per l'ennesima volta e mi misi a bere la mia Coca-Cola fingendomi offesa. "Ascolta tesoro, Happy mi ha detto di quanto voi siate diventati amici e tutto, ma lui è un supereroe e tu sei mia figlia. Sto solo cercando di proteggerti e se avrai un minimo di buonsenso mi darai retta." mi sorrise accarezzandomi la guancia.
"Lo dici come se essere amici fosse un errore." corrugai le sopracciglia.
"Certo, "amici"." mimò le virgolette. "Riesco a riconoscere una cotta quando la vedo... O quando sento la tua voce chiedere a Friday le ultime notizie su Spider-Man. In ogni caso, tutto dipenderà da Peter oggi."
"In che senso?"
"Gli proporrò di rimanere a vivere qui con noi. Se accetterà allora potrò anche lasciare che diventiate amici, ma se rifiuterà tanto vale lasciar perdere. Il problema è che la decisione è sua e tu saresti solo una distrazione." spiegò con calma e poi finì il suo panino.
Fissai le mie patatine fritte e sospirai. "Ci proverò." mormorai infine. Ero così combattuta, da una parte sarei voluta intervenire solo per convincere Peter a venire a vivere con noi e poter così passare tanto tempo con lui. Dall'altra però capivo il ragionamento di mio padre, sarebbe stato egoistico da parte mia fare una cosa del genere.
"Ero sicuro avresti capito." si alzò da tavola. "Vado a prepararmi per l'intervista, ti occupi tu di sparecchiare?" annuii e lui mi mandò un bacio volante per poi salutarmi e andare via.
Mi lasciai andare contro lo schienale della sedia e sbuffai di nuovo. Era un'ingiustizia bella e buona, io e Peter avevamo creato un rapporto bellissimo in Germania, il tutto era finito una volta atterrati in America. Lui era sempre occupato e non aveva mai provato ad entrare in contatto con me in alcun modo e io semplicemente non ero riuscita ad avere il suo numero o un qualsiasi strumento per contattarlo.
Chissà come aveva passato gli ultimi mesi, magari aveva fatto nuove amicizie e si era dimenticato di me. "Friday, puoi avvisarmi non appena Peter sarà qui?" chiesi iniziando a sparecchiare.
"Certamente, ma devo dissuaderla da qualsiasi tentativo di-"
"Sì sì." tagliai corto finendo di mettere a posto i piatti nella lavastoviglie. "Ho ben chiara la situazione." borbottai andando in camera mia.
Mi sdraiai sul letto e iniziai a fissare il soffitto. Mal che vada Peter dirà di no e io finirò per rimanere da sola, niente di scandaloso, no?
**
"Il signor Parker è appena arrivato insieme al signor Hogan." mi avvertì Friday e annuii sapendo già dove andare.
Papà era solito a tenere tutti costumi in un unico grande salone dove poteva esporli durante varie interviste, a collegare il tutto c'era una stanza aperta ai giornalisti. Io non sarei andata in nessuno dei due, sarei rimasta alla balconata che dava sul salone, avrei visto il tutto dall'alto senza dare fastidio a nessuno.
Mi appostai vicino ad una colonna e sbirciai il salone sentendo la voce di mio padre.
"Scusa per il costume, ma te la sei cercata! Il che dimostra che un amore severo era quello di cui avevi bisogno, ti ha stimolato, no? Che ne pensi, non è così? È stato così!" sospirai cercando di non fare troppo rumore non appena sia Peter che papà entrarono nel mio campo visivo.
"Signor Stark, io..." cercò di parlare lui, ma venne interrotto da Papà Stark che gli sorrise.
"Hai lavorato da cani, non c'è dubbio, ma poi hai rimediato: hai riportato la cagnolina in ospedale, ti sei preso cura dei cuccioli... No, non è una grande metafora. Mi ero sbagliato su di te! Credo che con il giusto mentore saresti una risorsa per la squadra." spiegò il tutto molto brevemente continuando a camminare fino a raggiungere il fondo della sala.
"Per la squadra?" chiese Peter poi confuso.
"Sì, comunque ci sono circa cinquanta giornalisti lì, sono veri, non blogger." indicò la stanza chiusa nella quale sapevo benissimo esserci troppe persone. Poi premette un pulsante facendo così emergere il costume da Spider-Man che avevo aiuto io stessa a progettare. "Se te la senti... potresti indossare quello. E io presenterò al mondo l'ultimo membro ufficiale degli Avengers: Spider-Man." gli diede una pacca sulla spalla e incrociai le dita.
Per favore Peter!
"Io-" rimase lì ad osservare il costume senza riuscire a trovare le parole esatte per parlare.
"Sì, dagli un'occhiata! Dopo la conferenza stampa Happy ti farà vedere la tua stanza, il tuo nuovo alloggio. Dove sta lui, sta accanto a Visione?" papà si girò verso Happy che non avevo notato dall'altra parte della sala.
"Sì, Visione non ama le porte, o le pareti." ridacchiò lui e alzai mentalmente gli occhi al cielo, era facile per loro scherzare, ma Visione era più di una volta entrato nella mia camera attraverso le pareti. Diciamo che c'è chi ha paura dei fantasmi e chi come me che se la fa sotto ogni volta che Visione attraversa i muri.
"Ti ambienterai." esclamò papà emozionato, al ché sorrise come se si aspettasse che Peter accettasse senza battere ciglio.
"Grazie, Signor Stark... ma sto bene così." rispose Parker e la mia mascella cascò dallo stupore. Stavamo parlando dello stesso Peter? Quello che aveva un unico scopo nella vita, cioè rendere mio padre fiero di lui?
"Stai bene così? Bene come?" anche papà Stark sembrava sorpreso dalle sue parole.
"Beh, io... io preferisco stare con i piedi per terra per un po', sarò l'amichevole Spider-Man di quartiere. Qualcuno deve badare alla gente comune." rispose lui in tono allegro e cercai di reprimere il mio urlo disperato. Che diavolo stava combinando?
"Rifiuti l'offerta? Pensaci bene, guardalo! Guarda me. Ultima chance, sì o no?" in quel momento capii che papà stava veramente insistendo solo perché sapeva quanto io tenessi a lui, altrimenti non avrebbe opposto resistenza. Avrei voluto scendere e parlarci io.
"No." fu l'unica cosa che uscì dalla sua bocca e mi trattenni dal prendere la colonna a testate.
"Okay! Quest'aura da eroe "springsteeniano" della classe operaia mi piace. Ah, Happy ti riporta a casa." sospirò affranto e solo allora alzo gli occhi ed incrociò il mio sguardo, alzò le spalle come a dirmi che ci aveva provato.
"Grazie, Signor Stark!" Peter gli porse la mano e mio padre gliela strinse velocemente.
"Sì, Signor Parker! Molto bene." commentò.
"Ci vediamo!" fece per andarsene ma si fermò a metà strada facendomi perdere un battito, magari stava per dire che ci aveva ripensato e che sarebbe rimasto. "Era un test, vero? Non c'è nessuno lì?" indicò la porta e mi diedi uno schiaffo sulla fronte pronta a correre giù dalle scale e prenderlo a schiaffi con le mie mani.
"Lo hai superato! Va bene, ora smamma, giovanotto." mentì mio padre per poi fargli cenno di andarsene. Al ché Peter annuì salutandolo un'ultima volta per poi andare via, mi morsi il labbro e iniziai a muovermi verso le scale solo per essere fermata dalla voce di papà. "Non ti conviene." mi guardò dispiaciuto.
Annuii cercando di trattenere le lacrime e alzai lo sguardo al soffitto per evitare di rovinare il mio trucco. Già, mi ero truccata in caso lui dicesse di sì. Dopo qualche secondo di silenzio la porta della sala conferenze si aprì e Pepper uscì guardandoci confusa. "Dov'è?" chiese senza mezzi termini e solo allora decisi di correre in camera mia prima di lasciarmi andare ad un pianto isterico.
Sarei dovuta intervenire, non avrei dovuto lasciarlo andare via così, avevo sprecato la mia unica occasione.
**
Presente...
Finalmente io e Peter riuscimmo ad intravedere mio padre, ci avvicinammo lentamente e lo sentimmo parlare al mantello di Dottor Strange. "Wow, tu sei proprio un soprabito fedele, giusto?" chiese sorpreso, al ché Peter s'intromise.
"Sì, a proposito di fedeltà..." sia io che lui richiamammo la sua attenzione. Lui si girò sorpreso.
"Ma che..." conoscevo benissimo quell'espressione, era quella che usava ogni volta che stava per iniziare una ramanzina.
"So cosa stai per dire." lo anticipai e lui mi guardò furioso.
"Non dovreste essere qui!" ci sgridò e alzai gli occhi al cielo per niente sorpresa.
"Stavamo andando a casa!" ribatté Peter cercando di inventare una scusa, ma papà scosse velocemente la testa.
"Non voglio sentire." replicò irritato.
"Ma la strada era lunghissima e noi eravamo preoccupati per lei." continuò Peter.
"E adesso mi tocca sentire." sbuffai al suo comportamento infantile, al ché lui iniziò a digitare qualcosa svogliatamente sul suo guanto.
"Così ci siamo attaccati al fianco della nave e questa tuta è incredibilmente intuitiva, a proposito." avrei voluto prendere parte e dirgli che era merito mio ma sembravano presi nella loro discussione.
"Santo cielo." mormorò papà continuando a non prestare troppa attenzione a noi.
"Perciò, casomai, è colpa sua se mi trovo qui." finì il discorso e spalancai gli occhi.
"Cos'hai detto?" sbottò papà guardandolo male, al ché diedi a Peter una gomitata al petto.
"Va bene, me lo rimangio. Ma ora siamo nello spazio!" esclamò come se non fosse già ovvio.
"Sì, proprio dove non volevo che foste! Non è una gita scolastica, è un biglietto di sola andata e non ditemi che ci avete riflettuto." incrociò le braccia al petto.
"Ci abbiamo riflettuto." rispondemmo sia io che Peter.
"Non potete averci riflettuto!" replicò papà Stark.
"Sei mio padre, non potevo lasciarti andare nello spazio da solo!" sbottai guardandolo male. "E poi non stiamo parlando di una gita nello spazio, si tratta di salvare la Terra."
Peter annuì in accordo. "Non posso essere un amichevole Spider-Man di quartiere se non c'è nessun quartiere! Ok, non ha senso ciò che ho detto, ma ha capito cosa intendo." finì di parlare e papà sospirò annuendo.
"Va bene, abbiamo un problema. Vedi lui?" ci indicò il Dottor Strange intrappolato e sospeso a mezz'aria da Squiddi. "È nei guai, qual è il tuo piano?" sapevo cosa stava facendo, lo stava mettendo alla prova.
Peter si accovacciò e osservò meglio la situazione per poi alzarsi in piedi e sorridere. "Ok, ok ci sono." esclamò per poi guardarci. "Avete visto quel vecchio film? Aliens: Scontro Finale?"
Sia io che papà ci lanciammo un'occhiata confusa ma decidemmo di non infierire e provare il suo piano.
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