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Mangiare stressato e film malandato

02. Mangiare stressato e film malandato

Circa un anno prima...

Sbuffai guardando Happy mentre posizionava la valigia con il costume che papà aveva fatto per Spider-Man, non avevo sinceramente voglia di andare in Germania con un bambino.

Ricordavo ancora le parole di mio padre: È molto giovane, forse troppo, ma i suoi poteri mi servono quindi tu farai da babysitter. Non so quanti anni abbia, ma sono sicuro sarai in grado di pensarci da sola.

Il tutto gratuitamente.

Il jet era bello grande quindi al massimo avrei dovuto cambiare cabina per rimanere sola e lasciare a Happy tutto il lavoro. "Pensi che Steve capirà che papà vuole aiutarlo?" chiesi alla mia guardia del corpo e lui alzò leggermente lo sguardo.

"Se ha buon senso, sì." alzò le spalle come a dire 'non è roba che mi riguarda' e andò a sedersi dall'altra parte dell'aereo.

Alzai gli occhi al cielo, la cosa non mi era molto d'aiuto, guardai il reattore sul petto nascosto dalla mia maglia e sospirai. Era la prima volta che papà mi lasciava combattere con lui e il fatto che fosse contro Steve non mi faceva sentire meglio.

"Happy, Happy, eccomi." sentii una voce urlare e mi preparai a vedere un moccioso di 12 anni arrivare, nonostante ne avessi 15 la cosa mi dava abbastanza noia.

"Ci risiamo." lui sbottò prendendo una rivista dalla tasca della sedia e fingendo di essere interessato nel leggerla.

"Happy, ci sono." quello che vidi salire sull'aereo non era per niente un moccioso di 12 anni. Alto e snello, aveva i capelli castani spettinati e gli occhi marroni più carini che avessi mai visto.

"Spider-Man?" chiesi alzandomi dal mio posto e squadrandolo da testa a piedi, lui spalancò gli occhi alzando un dito per indicarmi.

"C-chi sei?" balbettò con la sua voce acuta, poi guardò Happy che ci stava volutamente ignorando.

"Piacere, sono Renata Stark." Gli porsi la mano, nel mentre continuavo a osservarlo. Quanti anni avrà avuto? Più o meno la mia stessa età.

"Peter... Parker." mi strinse la mano e, wow, aveva una certa forza in quelle mani.

"Spider-Man, giusto?" chiesi di nuovo e lui annuì esitante, si guardò intorno finché il suo sguardo non andò a posarsi su Happy, dopo di ché rilasciò un sospiro di sollievo e mi accennò un sorriso. "Ok, quanti anni hai?" chiesi sedendomi al mio posto e lui fece lo stesso sul sedile di fronte al mio.

"Quindici." mormorò e annuii, accidenti, avevamo la stessa età. Probabilmente papà non se n'era accorto, ma non me ne sarei stupita sinceramente. "Sei la figlia del sig. Stark?" chiese dopo qualche attimo di silenzio.

"La sola e unica." ridacchiai prendendo il mio cellulare. "Papà mi ha chiesto di "badare" a te, mi sarei aspettata un bambino, ma per mia fortuna siamo della stessa età." commentai mandando un messaggio a mio padre avvertendolo che saremmo partiti in pochi minuti.

"Wow." borbottò continuando a guardarsi in giro.

Alzai un sopracciglio. "Prima volta su un aereo del genere?" chiesi.

"Prima volta su un aereo." rispose lui e sentii Happy sbuffare poco distante da noi. Alzai le spalle mi allacciai la cintura non appena il segnalino divenne rosso, lui copiò i miei movimenti.

"Allora... Peter." pronunciai il suo nome, dovevo ammetterlo, gli stava proprio bene. "Che scuola frequenti?" me ne uscii con una domanda abbastanza ovvia visto che non avevo voglia di rimanere in silenzio per tutto il volo.

"Vado alla Midtown High School." rispose fiero. "Studio scienze applicate." annuii sorpresa, a parte Bruce non conoscevo molte persone con quella passione.

"Ugh, chissà che bello poter andare a scuola e avere degli amici." mormorai con voce sognante, al ché lui mi guardò confuso. "Mio padre ha paura di mandarmi in una scuola pubblica, per questo paga i migliori insegnanti del paese per venire ad insegnarmi a casa." spiegai tristemente.

"Non hai altri amici?" domandò.

"Beh." mi fermai a pensare. "Conosco le figlie del presidente, ho parlato qualche volta con alcuni universitari per prendere parte a degli esperimenti e ho gli Avengers." alzai le spalle. "Loro sono la mia famiglia."

"Ma il sig. Stark ha detto che stiamo andando in Germania perché Captain America-" lo bloccai prima che potesse finire.

"Steve è solo un po' confuso, speriamo di riuscire a fargli capire che la cosa migliore è firmare il trattato." sospirai portando una mano sulla fronte. "Non ha del tutto torto in realtà, alla fine vuole proteggere Bucky."

"Bucky?" chiese lui confuso.

"È il suo vecchio amico d'infanzia, c'è una lunga storia dietro. Sta di fatto che Bucky ha ucciso il re di Wakanda e Steve lo sta proteggendo invece di lasciare che la giustizia si occupi di tutto." raccontai in breve per poi poggiare la testa contro il sedile. "Tu cosa avresti fatto?" {N/a: Ci tengo a dire che so che non è stato Bucky e bla bla bla, semplicemente dal punto di vista di Tony e quindi anche Renata, tutto questo è sconosciuto fino a quando in Civil War non si scopre tutto il piano dietro. Detto questo, continuate pure la lettura}

"Beh, tutto ciò che vuole il sig. Stark." sorrise innocentemente, al ché alzai un sopracciglio. "In senso, combattere al suo fianco è un sogno, non voglio deluderlo, tutt'altro, voglio impressionarlo." mi spiegò felice.

"Oh Cristo." scossi la testa. "Mio padre non è esattamente quel tipo." cercai di chiariegli le idee. "Insomma, è un po' un opportunista."

Il suo sorriso svanì. "Vuoi dire che mi sta usando perché gli serve uno come me e che non mi chiamerà mai più?"

Non riuscii a infrangere i suoi sogni così, aveva veramente un viso così dolce e carino e... Attraente. "No, non lo farebbe mai." dissi velocemente. "Devi solo impegnarti abbastanza."

"Grazie Renata." prese il suo cellulare e controllò l'ora, intanto mi tolsi la felpa visto che l'aereo era già partito e iniziava a fare caldo. "Oh mio dio!" lo sentii urlare e scattai sul posto spaventata, lo stesso fece Happy guardandoci preoccupato. "Ma tu hai un reattore!" urlò di nuovo Peter putando un dito contro il mio petto.

"Tu sei molto agitato." mormorai e lui arrossì. "Cosa c'è di sorprendente? Sono o non sono la figlia di IronMan?" scherzai e lui ridacchiò.

Aveva una risata carina.

"Beh, non mi aspettavo foste così simili. Posso... Ehm, posso toccarlo?" spalancai gli occhi e lui scosse velocemente la testa. "Non in quel senso! Non ho mai visto un reattore dal vivo e ho sempre voluto sapere com'era."

Annuii divertita e staccai l'aggeggio dal mio petto per poi passarglielo, lui lo prese e iniziò a rigirarselo tra le mani studiandolo minuziosamente.

**
"Questo è il quarto pretzel che mangi." mi fece notare Peter mentre prendevo un altro snack dal grosso sacchetto che mi aveva comprato Happy.

"Ti dovrai abituare, lei mangia ad ogni ora del giorno." rispose quest'ultimo facendomi alzare gli occhi al cielo.

"Mangio solo quando sono stressata." mi difesi. "Ho tutto il diritto di abbuffarmi quanto voglio."

Happy alzò le spalle indicando che non gli interessava, ma a me la cosa stava più che bene. "Hai un po' di..." Peter si fermò guardandomi e si indicò il naso. "Sei sporca qui." Feci per pulirmi ma anche lui alzò la mano per farlo, le nostre dita si toccarono e spostai il mio sguardo sui suoi occhi che mi stavano osservando curiosi.

"Sono tanto sporca?" Sussurrai non allontanandomi dal suo tocco, lui scosse la testa e con una mano prese la mia per abbassarla, poi usò la sua altra mano per togliere le briciole dal mio naso è guancia. "Grazie." Sorrisi imbarazzata.

Cazzo, l'ultima volta che avevo mangiato con un ragazzo era stata la cena con Thor dove ci eravamo abbuffati come dei veri guerrieri asgardiani. Non ero abituata ad essere aggraziata.

"Di niente." Girò la testa per tornare a guardare la strada. Nonostante ciò la sua mano stava ancora tenendo la mia, non sapevo neanche se se ne fosse accorto.

Più tardi finalmente arrivammo in hotel, a quanto pare la mia stanza era al piano al di sopra di quella di Peter. La cosa non mi fermò dal chiedergli di vedere un film in camera sua e lui accettò felice.

"È la prima volta che vieni in Germania?" chiese mentre accendeva la tv e io mi sdraiavo sul suo letto che era molto più morbido del mio.

"Sì, per la maggior parte delle volte papà mi lascia a casa di mamma durante le sue missioni in modo che non stia da sola." alzai le spalle guardando il lampadario. "Se no chiede a qualcuno degli Avengers di farmi da babysitter."

"Che figata assurda, avere uno degli Avengers che ti fa da babysitter." disse lui entusiasta per poi sedersi di fianco a me. "Tua madre... La vedi spesso?"

Mi alzai per mettermi seduta e gli lanciai uno sguardo, sembrava veramente interessato alla cosa. "Non tanto, sono cresciuta principalmente con papà e a volte andavo a trovarla. Ci sono stati alti e bassi tra me e lei, ma le voglio bene e so che anche lei me ne vuole." alzai le spalle. "I tuoi invece?"

Lui prese il telecomando iniziando a sfogliare la lista di film, il suo sguardo non lasciò un attimo lo schermo. "I miei sono morti in un incidente su un aereo." spiegò e mi portai una mano alla bocca dispiaciuta di averglielo chiesto. "Ma va tutto bene, vivo con mia zia May, lei è fantastica e fa di tutto per me."

"Mi dispiace Peter, non te lo meritavi." gli diedi una pacca sulla spalla. "Che film ci sono?" chiesi poi cercando di cambiare argomento.

"Per lo più roba tedesca che non saprei neanche pronunciare." ridacchiò e cercai di leggerne alcuni. "Ecco dei film americani." gioì poi iniziando a fare zapping.

"Ci sono i film della Disney!" urlacchiai emozionata.

"Non mi sembri una da Disney." scherzò lui e alzai gli occhi al cielo.

"Esiste una persona a cui non piace la Disney? Siamo seri Peter." lui ridacchiò e gli presi il telecomando dalle mani. "Li ho già visti tutti questi, andiamo un po' avanti." uscii dalla sezione bambini e arrivai a quella per gli adulti.

"Hanno Fast&Furious!" indicò lui e io cambiai subito. "Hey!" si lamentò.

"Noioso." commentai andando avanti nella lista di nomi. "E questo cos'è?" chiesi leggendo un titolo che non avevo mai sentito. "Si chiama 50 Sfumature di Grigio, ti suona familiare?"

"No." lui scosse la testa. "Sembra carino come titolo." alzò le spalle e annuii in accordo.

"Ah accidenti, è uno di quelli a pagamento." commentai una volta che avevo provato a farlo partire. "Aspetta, tutto ciò che compri è responsabilità di Happy! Il che vuol dire che-" non feci in tempo a finire di parlare che il cellulare di Peter iniziò a squillare.

"È Happy." disse nervoso.

"Rispondi." lo rimbeccai e lui annuì per poi accettare la chiamata e mettere in viva-voce.

"Peter perché mi è arrivata una richiesta di pagamento di un film?" chiese il mio autista nonché guardia del corpo senza mezzi termini.

"Perché volevo vedere un film, ma a quanto pare è a pagamento." rispose lui cercando di sembrare tranquillo.

"Mhm." lo sentii mormorare. "Sai che film è?"

Peter mi mandò uno sguardo in cerca di aiuto e annuii facendogli capire che doveva mentire. "Sì, certo che so che film è, p-posso guardarlo?" sospirai e pregai Thor che ci lasciasse guardarlo.

"Renata è lì con te?" spalancai gli occhi e scossi la testa.

"Eh? No- ovvio che no." iniziai a mimargli cosa dire e lui mi lanciò uno sguardo confuso. "È andata a... A mangiare? Ah no, dormire. Sì insomma, mangiare e poi dormire."

"Sì sembra una cosa da lei." commentò Happy e aprii la bocca sconvolta da tutto ciò. "Va bene, pagherò il film, ma Tony non deve sapere che ti faccio vedere una roba del genere, va bene?"

"Va bene, grazie Happy." Peter chiuse la chiamata confuso e alzai le spalle. "Cosa intendeva dire?"

"Probabilmente si aspettava guardassi qualche film da bimbo." commentai e feci partire il film visto che era stato già pagato.

Ci sedemmo uno di fianco all'altro mentre guardavamo il tutto silenziosamente, non sembrava niente di strano. Solita pappardella sdolcinata.

Finché.

"Ho una stanza del piacere." spalancai gli occhi e deglutii visibilmente in imbarazzo, di fianco a me riuscivo a sentire Peter irrigidirsi.

E la cosa andò avanti fino a che non iniziarono a fare sesso e non del comune vanilla sex.

Misi in pausa e mi alzai dal letto. "Dove vai?" chiese Peter.

"A prendere qualcosa da mangiare, mi sento stressata più che mai."

**
Presente...

"Woah, questa navicella è enorme." commentò Peter togliendo la maschera da Spider-Man e lo stesso feci io togliendo la mia. "E tu sei cambiata!" mi indicò poi.

"Vedo che il tuo atteggiamento è sempre rimasto lo stesso." sorrisi divertita e lui arrossì imbarazzato. "Sentiamo, cos'ho di diverso?" lo stuzzicai.

"Hai i capelli lunghissimi e hai molte più lentiggini." alzai gli occhi al cielo. "Sei decisamente più carina."

"Ah sì? E tutto questo dopo un anno di silenzio da parte tua?" chiesi alzando un sopracciglio, al ché incrociai le braccia al petto e iniziai a camminare verso un punto indefinito.

"Aspetta." mi raggiunse velocemente. "Non sapevo come contattarti." provò a trovare una scusa.

"Non sono tonta Parker, sapevi benissimo dove abito." schioccai le dita. "Al mio contrario, non eri chiuso in casa a studiare privatamente da quel che so." lui passò una mano tra i capelli.

"Ok, ok, è vero. Avrei potuto sforzarmi di più, ma sono successe talmente tante cose! Perdonami per favore." mi prese la mano fermandomi, mi morsi il labbro per evitare di ridere e lui spalancò gli occhi. "L'hai fatto di proposito! Non eri arrabbiata!" al ché non riuscii più a trattenermi e ridacchiai divertita.

"Mi hai beccata." alzai le spalle. "So che eri impegnato, sono felice di rivederti comunque." mi avvicinai e gli lasciai un bacio sulla guancia facendolo arrossire. "Ora andiamo a trovare mio padre, sarà disperso da qualche parre su questa navicella."

"Mi eri mancata tantissimo." lo sentii mormorare dietro di me e sorrisi felice di avere ancora un certo effetto su di lui.

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