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Indietro con papà Stark, Steve e Scott

16. Indietro con papà Stark, Steve e Scott

"Bentornati nel 2012, quando i cellulari si connettevano a internet dopo anni di fatica, gli Avengers erano ancora giovani e belli e io pesavo appena 25kg dopo aver mangiato la cena." commentai dopo essere sbucata su una macchina distrutta, gli altri si stavano rialzando da terra. A quanto pare avevo effettuato l'atterraggio migliore. "Lì in fondo possiamo vedere la Stark Tower, la mia vecchia casa al momento impossessata da Loki." indicai il fascio di luce che stava tenendo aperto il portale nel cielo.

"Non ci serve il tuo commentario." sbottò Tony guardandosi in giro, alzai le spalle indifferente. "A questo punto dobbiamo dividerci: Banner, tu devi trovare Strange." disse verso Dottor Hulk che annuì.

Alzai gli occhi al cielo. "Nessuno crederà che lui è il vero Hulk."

"E perché no?" chiese lui indignato.

D'un tratto sentimmo un grande botto e di fronte ai nostri occhi, Hulk del 2012 si scagliò contro un'auto per poi afferrare due alieni e sbatterli contro il muro di un palazzo. Urlò arrabbiato e saltò via lasciandoci tutti a bocca aperta. "Ecco perché." dissi sconvolta.

"Magari prova a rompere qualcosa." Steve gli diede una pacca sulla spalla.

"Certo." borbottò lui strappandosi la maglia. "Arghhh." finse una specie di ringhio per poi avvicinarsi ad un'auto per darle un pugno leggero.

"Preghiamo che non si faccia riconoscere." borbottai.

"Amen." concluse Scott e gli mandai un'occhiata divertita, lui venne verso di me e mi aiutò a scendere dalla macchina. "Ok, qual è il piano?" chiese poi.

"Io e Scott pensiamo al cubo, tu e Steve prendete lo scettro." spiegò papà.

"Ma io voglio venire con voi." mi lamentai.

"No Renata, sappiamo entrambi che vuoi solo vedere Thor del 2012." mi rimproverò e annuii, perché in effetti aveva ragione. "Ci rincontriamo qui non appena abbiamo finito, andiamo."

**
"Quindi, fammi capire." dissi mentre camminavamo verso la torre. "Dopo aver sconfitto Loki, avete ben pensato di dare lo scettro ai membri dell'HYDRA?!" chiesi sconvolta dalla loro stupida decisione.

"Non sapevamo fossero parte dell'HYDRA." rispose lui. "Ai tempi erano i nostri superiori, dovevano cercare di studiarlo e usarlo a nostro vantaggio... Invece l'hanno usato per fare esperimenti a loro favore." spiegò.

"Mhm." mormorai. "Quindi ora come facciamo a prenderlo?" chiesi poi. "Insomma, io sono vestita da guardia ma tu... Sei riconoscibile."

"Ci conto." mormorò.

Una volta dentro la Stark Tower, cercammo un posto nascosto dove fermarci fino a nuovo ordine, papà e Scott stavano raggiungendo l'ultimo piano dove si trovavano i vecchi Avengers.

"Siamo quasi arrivati." ci informò Scott attraverso l'auricolare fornito a tutti.

"Roger." rispose Steve e lo guardai confusa. "Cosa?"

"Rogers." lo corressi.

"Eh?"

"Il tuo cognome, è Rogers... Non Roger." spiegai insicura, possibile avessi sbagliato a pronunciare il suo cognome per tutti questi anni? Lui scosse la testa divertito.

"No! Roger, sta per "ricevuto", lo usavo ai tempi di guerra." alzò le spalle.

"Ok... Perché non dire "ricevuto" allora?"

"Perché-" si bloccò a pensarci. "Perché, in senso, era molto usato ai tempi?"

"Sì beh, adesso non si usa più." lo snobbai con un cenno della mano. "Evolviti Steve." la buttai sul ridere e lui annuì per poi voltare lo sguardo.

"Mi ero proprio dimenticato, Sig. Rogers, quel vecchio costume non valorizzava per niente il tuo fondo schiena." sentimmo dire da mio padre e trattenni un risolino.

"Nessuno ti ha chiesto di guardare." lo rimbeccò Steve prendendo un sospiro.

"Stai benissimo, Cap." lo rassicurò Scott. "Per quanto mi riguarda, quello è il sedere d'America." disse sicuro di sé.

Corrugai le sopracciglia, non ci avevo mai fatto caso, feci un passo indietro ed inclinai leggermente la testa per cercare di guardare il fondo schiena di Steve, ma questo lo notò e portò una mano sull'area interessata. "Hey, occhi su." mi riprese.

"Ovvio, Capitan Bibbia." scherzai.

"Lo scettro è stato consegnato." ci avvertì papà.

"Entriamo in azione." risposi, io e Steve uscimmo dal ripostiglio in cui ci eravamo nascosti e camminammo verso uno degli ascensori. "Ok, ripetimi come farai a prendere lo scettro."

Lui sospirò. "Fidati di me, stammi vicina e non dire niente." mi ordinò. "Se te lo chiedono, sei una nuova guardia." annuii pronta a fare rissa con qualche soldato Hydra.

Avevo rimesso il mio reattore, l'avevo ridato a mio padre 5 anni fa e lui non aveva perso tempo a modificarlo e migliorarlo. Sinceramente, non vedevo l'ora di provarla.

"Ci siamo." borbottò Mr Sedere d'America. Ci fermammo di fronte all'ascensore e le porte si aprirono rivelando un gruppo di uomini armati e un brutto grassone in giacca e cravatta.

Loro ci guardarono come se fossimo due fantasmi, ma Steve entrò senza muovere ciglio e mi trascinò con lui tenendomi per mano, anche se non era visibile agli altri.

"Cap." lo salutò un uomo dallo sguardo meschino.

"Rumlow." rispose lui con voce altrettanto dura. Lo vidi sospirare profondamente mentre le porte si chiudevano, l'aria iniziava a diventare pesante e riuscivo a percepire una tensione anormale. "Devo prendere lo scettro, ordine dell'ambasciatore." cercò di mascherare il suo nervosismo.

"Mi spiace Cap, non possiamo dartelo." rispose Rumlow cercando di nascondere un'evidente irritazione.

"Sono costretto a chiamare un superiore." disse invece l'uomo pelato prendendo il suo cellulare.

"Non c'è n'è bisogno." lo fermò subito Steve. "Fidatevi." poi si avvicinò all'orecchio di lui e pronunciò le uniche due parole che mi aveva fatto giurare di non dire mai e che non avrei mai pensato potessero uscire dalla sua bocca. "Hail Hydra."

Tutti i soldati si irrigidirono e presto i loro sguardi sconvolti si spostarono su di me, tossicchiai in evidente imbarazzo. "Sì, quello che ha detto lui." borbottai.

Quando avevo circa 12 anni, Steve mi fece giurare di non dire mai quelle due parole. Riuscivo ancora a ricordare la sua voce mentre mi parlava. "Ascoltami bene, Renata, io voglio che tu cresca bene, ok? Il ché vuol dire: niente parolacce, sesso prima del matrimonio e, soprattutto, mai, e dico mai! Dire l'inno dell'HYDRA! Giurami che non lo farai o sarò costretto a esorcizzarti!"
Diciamo solo che ero rimasta scandalizzata dalla cosa.

Rumlow alzò le spalle e allungò la scatola contenente lo scettro a Steve, chiusi gli occhi sollevata e, non appena le porte dell'ascensore si riaprirono, ci allontanammo vittoriosi.

Guardai Steve con la coda dell'occhio e notai un sorrisino soddisfatto sul suo volto. "Fossi in te non riderei." lo rimbeccai e lui mi guardò confuso. "Hai detto le parole sataniche." mormorai a bassa voce.

"L'ho fatto solo per riavere indietro lo scettro."

"Certo." socchiusi gli occhi. "Una volta tornato Bucky, glielo dirò." incrociai le braccia al petto e lui ridacchiò.

Continuammo a camminare per un paio di minuti in silenzio, eravamo entrambi in tensione e sapevamo benissimo che non potevamo farci riconoscere da nessuno.

La nostra missione era quasi a termine, saremmo potuti andare a casa e riportare tutti in vita e io non vedevo l'ora.

D'un tratto Steve si fermò facendomi bloccare, portai lo sguardo davanti a noi solo per vedere Steve del 2012.
"Mi state prendendo per il culo." borbottò.

"Ho trovato Loki, procedo a prendere lo scettro." commentò il vecchio Steve parlando al suo auricolare per poi camminare verso l'altro Steve.

"Loki?" chiesi confusa. "Non era stato catturato?" borbottai.

"Non è il momento." Capitan America  posò a terra la valigetta giusto in tempo per schivare il pugno dell'altro Capitan America.

Prima che potessi accorgermene, mi ritrovai in confusione mentre guardavo i due prendersi a cazzotti.

D'un tratto uno spinse l'altro, quest'ultimo si aggrappò alla tuta dell'altro e caddero entrambi al piano di sotto. "Fantastico." borbottai prendendo la valigetta. "Adesso mi tocca anche picchiare Steve." corsi verso le scale e scesi di un piano.

Una volta raggiunti i due Rogers, non sapevo se sedermi a terra e godermi la scena alquanto avvincente o cercare di dividerli.

Cliccai il mio orologio in modo che si trasformasse in un guanto high-tech e mi avvicinai ai due, non sapendo che fare diedi un pugno prima ad uno e poi all'altro.
Entrambi caddero a terra urlando un "ahia", poi si guardarono in cagnesco finché uno dei due non partì all'attacco e intrappolò l'altro in una stretta.

"Ok, piano b." presi lo scettro dalla valigetta. "Come diavolo si usa questo coso?" borbottai, in ogni caso dovevo prima dividerli per poterlo usare. Dovevo capire chi era chi, non mi sembrava il momento adatto per un quiz, dovevo agire in fretta. "Bucky è vivo!" sputai la prima cosa che mi venne in mente, nel 2012 Steve pensava ancora che fosse morto, no?

Infatti uno dei due lasciò l'altro confuso dalle mie parole, colsi la palla al balzo e lanciai lo scettro allo Steve del futuro che lo usò per immobilizzare l'altro. "Grazie." borbottò portando una mano tra i capelli.

"Non per dire, ma non sei invecchiato per niente." scherzai, lui annuì per poi soffermarsi con lo sguardo sul sedere del vecchio sé stesso.

"Quello è davvero il sedere d'America." sghignazzò.

"Andiamo." alzai gli occhi al cielo.

**

"Eccoci, abbiamo lo scettro." disse Steve una volta raggiunti papà e Scott che ci stavano aspettando in un'auto. Entrambi sembravano stanchi e arrabbiati.

"Sì, ecco, abbiamo un piccolo problema." borbottò papà passando una mano sulla sua fronte.

"Piccolo? A me non sembra piccolo!" sbottò Scott fuori di sé.

"Dov'è il tesseract?" chiesi confusa.

"È proprio questo il problema." papà Stark uscì dall'auto. "È sparito, non l'abbiamo preso."

Portai le mani alla bocca. "E ora?" chiesi sconvolta.

"Niente! Avevamo una sola possibilità e l'abbiamo rovinata!" anche Scott uscì sbattendo la portiera. "Non possiamo fare niente, non abbiamo abbastanza liquido per riprovare."

Ci fu un attimo di pausa. "E se invece ne avessimo?" chiese papà prendendo l'attenzione di tutti.

"A cosa stai pensando?" domandò Steve interessato.

"Ho un ricordo, è vago, ma penso di sapere dove trovare altro liquido e il tesseract." spiegò brevemente.

"Cosa?" Scott era confuso.

"Va bene." sospirò Steve. "Facciamolo."

"Ti fidi?" papà gli porse la mano e lui gliela strinse.

"Aspettate, aspettate, aspettate." Scott scosse la testa. "Steve... Rogers... America, insomma, cosa volete fare?"

"Non preoccuparti, porta questo al nostro tempo." gli consegnò la valigetta con lo scettro.

Tony invece stava modificando il suo orologio. "Ok, ora imposta il 1970 e Camp Lehigh, New Jersey."

"Vengo con voi." iniziai anch'io a smanettare sul mio orologio.

"Non ci pensare nean-"

"Lasciare mio padre a spasso per il tempo? Sarò stronza, mica senza cuore." lo guardai. "Se vai tu, ci vado io." lui mi sorrise leggermente.

"Va bene." fece Steve. "Al mio 3." annuimmo tutti. "1... 2... 3." cliccai sul mio orologio e ben presto mi ritrovai sballottata indietro nel tempo.

Di nuovo.

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