Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Festa a Praga e mi hai deluso

26. Festa a Praga e mi hai deluso

"Sì Peter, lo so." mormorai mentre lui continuava a parlare degli occhiali di Papà, mi stava spiegando ogni singolo dettaglio su come li avesse usati per eliminare la foto dal cellulare di Brad per non parlare del fatto che l'aveva quasi ucciso. "Mhm." annuii per niente interessata.

"Che hai?" chiese lui d'un tratto, mi distesi sul suo letto. "Non sei felice?"

"Onestamente?" sbuffai. "Ho costruito quegli occhiali con papà, ma non mi ha mai parlato di questo suo piano di passarli a te." borbottai guardando il soffitto. "Mi sento... Lasciata da parte." realizzai.

"Volevi averli tu?" chiese lui dolcemente sedendosi di fianco a me, alzai un sopracciglio osservandolo.

A che diavolo mi servivano quegli occhiali quando avevo Friday e i milioni?

"No Peter, non è ciò che intendevo." lo rassicurai e lui rilasciò un sospiro di sollievo. "Dico solo che papà ha fatto molte cose senza rendermi partecipe e questo mi rende... Triste. Non pensavo lo facesse." corrugai le sopracciglia. "E ora siamo qui, sotto comando di Fury ad aspettare una sua mossa."

Peter mi accarezzò i capelli. "Dobbiamo aspettare che Mysterio capisca dove agiranno gli Elementari." mormorò guardandomi negli occhi.

"Adesso si fa chiamare Mysterio? Che chicca." ridacchiai e il mio ragazzo mi guardò male. "Cosa? Pensavo fossimo d'accordo che non possiamo fidarci troppo di lui." mi misi seduta.

"Tu l'hai deciso." me lo rinfacciò e rimasi a guardarlo perplessa. "A me sembra un uomo per bene, ha perso tutto ciò che aveva ma nonostante ciò ci sua aiutando."

"Ah beh." incrociai le braccia al petto. "Cosa posso saperne io di perdite, giusto?" sputai gelida e lui spalancò gli occhi. "Ovviamente, nonostante ciò sembra che non faccia niente per nessuno." mi alzai in piedi.

"Renata." mi richiamò.

"No Peter, mi sembra ovvio che qui la cattiva sia io." andai verso la porta e l'aprì.

"Devi smetterla di comportarti così." si alzò anche lui. "Ormai è un po' di tempo che sei scontrosa con tutto e tutti! Prima non ti piace Michelle perché pensi che io le piaccia, poi non ti piace Beck nonostante stia cercando di salvarci e adesso te la sei presa con tuo padre solo perché non ti aveva detto che questi occhiali erano destinati a me." mi buttò in faccia tutto quello che avevo pensato e che gli avevo confidato sperando di potermi fidare di lui.

"Hai ragione." aprii la porta. "Sono una persona di merda, non mi fido delle persone estranee e cerco di mettere chi amo al primo posto dopo quello che è successo. Io sono così, un miscuglio di amore e odio, se non ti piaccio così come sono mi dispiace." e uscii sbattendo la porta alle mie spalle.

Fantastico, il mio fidanzato mi vedeva come una neonata in fasce che non sapeva far altro che pensare a sé stessa.

Camminai svogliatamente fino alla mia stanza per poi entrarci, mi buttai subito sul mio letto per poi sbuffare. "Giornata pesante?" chiese Michelle mentre si sistemava allo specchio.

"Ho visto di peggio." risposi alzando le spalle. "Come mai ti vesti così bene?" domandai incuriosita, non sembrava quel tipo di ragazza che si preoccupava del trucco e parrucco.

"A quanto pare c'è una festa in città, non vedo l'ora di andarci." mi sorrise attraverso lo specchio.

"Fantastico, una festa a Praga." borbottai tirandomi su. "Vuoi andarci con... Quello?" indicai il vecchio vestito che aveva indosso, lei lo guardò scettica per poi annuire. "Non credo proprio, prendi." aprii la mia valigia più grande rivelando una grande scelta di vestiti firmati. "Scegli quello che vuoi."

Lei spalancò gli occhi avvicinandosi. "Sei sicura? Sembrano tutti molto... Costosi." commentò osservando la marea di abiti.

"Lo sono." annuii. "M io non li metto quasi mai, avanti, prendine uno." lei mi guardò scettica per poi tirare fuori un vestito scuro con un tema a fiori. "Ottima scelta." mi congratulai. "Te lo regalo." finii per poi iniziare a cercare qualcosa da mettere tra i miei pantaloni.

"Aspetta cosa?" scattò lei. "Non puoi semplicemente regalarmi qualcosa di così bello e costoso."

"Ehm, sì che posso, sono ricca." alzai le spalle per poi prendere uno dei miei soliti felponi. "E poi starebbe meglio a te, hai le gambe più lunghe."

Michelle fissò il vestito per qualche attimo per poi guardarmi e accennare un sorriso. "Grazie."

"Non c'è di ché." feci trovando la felpa blu di Peter. "Sai, se non fosse che hai una cotta per il mio ragazzo, potremmo essere buone amiche." commentai iniziando a vestirmi.

"Cosa?!" si strozzò con la sua stessa saliva. "Come- io-"

"Non sei l'unica che osserva le persone." sorrisi schietta. "Una ragazza nota quando qualcuno va dietro al suo ragazzo." spiegai finendo di cambiarmi. "Ma non preoccuparti, finché non fai mosse strane, andremo d'accordo."

Lei deglutì per poi annuire. "Certo." si cambiò velocemente per poi guardarsi allo specchio compiaciuta. "Direi che è ora di andare alla festa!"

**
Ma Fury aveva già previsto tutto, fece sì che la classe rimanesse bloccata in un teatro ad assistere ad un'opera mentre io e Peter fummo costretti ad aiutare Beck con l'elementare del fuoco. "Che schifo di vacanza." mormorai raggiungendo i due supereroi.

"Ce ne manca solo uno." stava spiegando Mysterio a Peter. "Oh Renata, eccoti." mi sorrise falsamente.

"Già." risposi sulla difensiva ritirando la mia tuta nel reattore. "Qual è il prossimo?" chiesi evitando lo sguardo dispiaciuto di Peter.

"Quello dell'aria." rispose Beck con un sorriso. "Ma non stiamo qui! Perché non andiamo a bere qualcosa tutti assieme?" fece allegramente.

Corrugai la fronte, andare a bere assieme? Peter era ancora minorenne! E Steve mi aveva proibito di avvicinarmi a una qualsiasi bevanda alcolica. "Ehm..." rimasi a guardarlo in contrasto.

"Offro io!" cercò di convincermi. Rimasi a fissarlo confusa.

Dove ti ho già visto?

Peter invece iniziò a parlare con lui riguardo a qualcosa che non stetti ad ascoltare, fissai attentamente i suoi occhi perché sentivo di averlo già incontrato.

E poi, mi tornò tutto come un vecchio flashback.

6 anni fa alla presentazione di papà al MIT. Era lui, il lavoratore pazzo che papà aveva licenziato perché era impazzito dopo che non aveva messo il suo nome nei crediti del B.A.R.F.
Spalancai gli occhi spaventata, cosa stava succedendo?

"Allora, andiamo?" mi riprese Beck, allora mi venne in mente il suo vero nome. Quentin Beck.

"Ahaha." feci non sapendo cosa fare, mi sentivo sia imbarazzata che impaurita. "Tu ti fai chiamare Mysterio no?" lui annuì. "E tu Night Monkey?" chiesi a Peter che fece cenno di sì. "Peccato, sinceramente Spider-Man è un figo." cercai di marcare le mie parole.

Lui mi guardò pensieroso per poi alzare gli occhi al cielo. Cosa?
"In effetti Spider-Man ha un certo stile." ridacchiò Beck.

"Già." risposi secca. "Scusate ma sono stanca, non penso verrò con voi." guardai di nuovo Peter che mi stava palesemente ignorando, sembrava affascinato dalla presenza di Beck.

Va bene, la metti così?

"Capisco benissimo, ci vediamo dopo allora." mi sorrise e ne finsi uno di ricambio, poi mi girai e iniziai a camminare velocemente verso l'hotel.

Ne avevo avuto abbastanza, Peter non voleva più stare ad ascoltarmi? Bene, l'avrei lasciato fraternizzare con quell'imbroglione da quattro soldi. Tirai fuori il cellulare e composi velocemente il numero di Happy. "Pronto?" rispose lui.

"Voglio tornare a casa." andrai dritta al punto.

"Cos'è successo?" chiese questa volta allarmato dalla mia voce.

"Peter è successo, mi sono rotta le palle." sputai acida. "In quanto puoi essere qui?"

"Qualche ora se prendo il jet."

"Perfetto." chiusi la chiamata e continuai la mia corsa verso l'hotel.

Odiavo questa situazione, ero troppo stressata per poter continuare a stare zitta e subire queste bambinate. Entrai nella mia stanza per poi sbattere la porta, Michelle sobbalzò sul suo letto. "Non dovresti essere a teatro?" cercai di mantenere un comportamento disinteressato mentre andavo a prendere le mie valigie.

"Ero uscita, non era così interessante." disse giocherellando con un aggeggio che aveva in mano. "Cosa stai facendo?" chiese poi mentre iniziavo a rimettere tutti i miei trucchi e vestiti nei vari borsoni.

"Me ne torno a casa mia." sbottai infastidita.

"Ma la gita-" la bloccai subito.

"Me ne fotto della gita, della città, degli Elementari e di Peter." chiusi l'ultima valigia. "Mi avete rotto tutti le palle!"

"Ma io credevo che-"

"No! Smettetela di pensare per me!" urlai fuori di me. "Fuori!" le indicai la porta e lei mi guardò confusa. "Ho detto fuori!" le urlai contro e lei corse fuori dalla stanza lasciandomi sola con le lacrime agli occhi e un peso sul cuore.

**
Peter's Pov

"Mi dispiace per come si è comportata Renata." dissi raggiungendo l'uscita del bar. "È solo un po' tesa, ha passato tanto nell'ultimo periodo." cercai di giustificare il modo in cui aveva trattato il povero Beck.

"Figurati." disse lui facendo un cenno con la mano. "È fortunata ad avere un ragazzo come te." commentò dandomi una pacca sulla spalla.

"Sì, sarà meglio che vada a vedere come sta." lo salutai per poi uscire. Camminai verso l'hotel, avrei dovuto dare la buona notizia a Renata e farle sapere che ero riuscito a risolvere il grande dilemma degli occhiali.

"Peter." incontrai Michelle nel corridoio. "Devi andare da Renata." mi disse subito.

"Ci sto andando." corrugai le sopracciglia alla sua espressione preoccupata. "Cos'è successo?"

"Sembrava alquanto arrabbiata, mi ha sbattuta fuori dalla camera." confessò osservando la porta della camera. "Ha detto che sta per tornare a casa."

"Cosa?" esclamai sorpreso per poi entrare nella sua camera, quello che mi trovai davanti mi spezzò il cuore. Renata era seduta a terra insieme alle sue valigie mentre piangeva a dirotto. "Renata..." mormorai e lei alzò i suoi occhi arrossati su di me. "Stai bene?"

"Benissimo." sibilò arrabbiata. "Vattene, torna dal tuo amico Beck." si alzò traballante e mi mossi verso di lei per cercare di aiutarla. "Lasciami stare." sbottò verso di me.

"Scusa." feci mentre lei incrociava le braccia al petto. "Che succede? Perché te ne vuoi andare?"

Lei ridacchiò, una risata secca e per niente divertita. "Perché, mio caro e dolce Peter, la vita non va sempre come vuoi tu." mi puntò un dito contro. "Mi hai delusa, davvero, non ho intenzione di stare qui e aspettare che tu lo faccia di nuovo."

"Se è per Beck, capisco le tue preoccupazioni ma lui non è così male se lo conosci meglio e-" mi bloccò porgendomi la mano. "Cosa?"

"Dammeli." ordinò secca.

La guardai spaesato. "Non credo di capire..."

"Dammi gli occhiali di mio padre." spalancai gli occhi, mi sarei aspettato tutto ma non questo. "Mio padre li aveva lasciati ad una persona responsabile che avrebbe saputo apprezzare il loro valore. Forza, li voglio indietro."

"Io..." non sapevo cosa dire, rimasi a guardarla come un pesce lesso. "Io li ho dati a Beck." dissi poi con voce piccola.

Lei rimase impietrita a quello che le avevo appena detto, d'un tratto mi resi conto che prima di darli a lui avrei dovuto parlarne con lei. Non feci in tempo a scusarmi poiché sentii la sua mano entrare in contatto con la mia guancia. "Come hai potuto!" mi urlò contro. "Io e papà abbiamo impegnato anni a migliorarli e perfezionarli!" si portò le mani nei capelli.

"Lo so, ma Beck è un suoereroe più potente e responsabile e-" mi fermai d'un tratto notando la sua faccia sconvolta. "Renata?" la sua faccia divenne pallida, portò una mano sul cuore mentre iniziava a respirare velocemente. "Cosa succede?" chiesi impanicato mentre si accasciava a terra.

"Sei... Un... Coglione." mormorò lei tra i suoi respiri affannati, mi inginocchiai davanti a lei.

"Devi calmarmi, respira, fai come me." iniziai a fare grossi respiri sperando che copiasse i miei movimenti.

La porta della camera si aprì e Happy entrò dentro, lo guardai con le lacrime agli occhi mentre si avvicinava a noi. "Lo sapevo." sospirò aiutandola a mettersi seduta. "Renata, mi senti?" lei annuì ancora tremante. "Dov'è il tuo inalatore?" lei indicò il suo borsone verde. "Peter fammi un favore e vai a prenderlo."

Presi il borsone con uno scatto e iniziai a rovistarci dentro finché non trovai un piccolo inalatore color blu, lo guardai perplesso. Renata non mi aveva mai detto di soffrire d'asma o di aver bisogno di questo. Lo passai a Happy. "Cos'ha?" chiesi.

Lui mi guardò tristemente per poi mettere l'inalazione tra le labbra di Renata. "Respira." le indicò mentre lei cercava di rallentare il movimento eccessivo del suo petto. "Attacco di panico, succedeva anche a Tony." commentò.

"Io... Non lo sapevo." mormorai sconvolto.

"Nessuno lo sapeva." cercò di consolarmi per poi prendere in braccio Renata. "Ci vediamo a New York." mi fece un cenno per poi camminare via.

E solo in quel momento realizzai di aver fallito, non solo come supereroe, ma anche come fidanzato.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro