Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Famiglie divise e crescite non volute

11. Famiglie divise e crescite non volute
1 anno dopo...

Passai le mani sulla gonna per togliere le briciole delle patatine che avevo appena finito di mangiare, sospirai osservando la nuova casa di papà. Dopo la nascita della bambina avevano deciso di trasferirsi in modo da scappare dal loro passato, non volevano che anche lei rientrasse a far parte di quel mondi come avevo fatto io. Avevano comunque lasciato la mansione degli Avengers agli altri.

Presi un bicchiere di champagne e iniziai a sorseggiarlo, quando mi era arrivato l'invito al battesimo di mia sorella avevo ben pensato di rifiutare, ma non ero così stronza da non presentarmi in un giorno così importante. L'ultima volta che avevo visto i miei genitori era stato al loro matrimonio, circa 10 mesi fa. Per la maggior parte del tempo stavo a casa da sola, cercavo di vivere la mia vita il più normalmente possibile mentre i fine settimana raggiungevo Natasha e Steve, dopo ormai un anno avevamo quasi perso le speranze ma questo non ci impediva di controllare la criminalità in tutto il mondo.

Soprattuto con Clint lì fuori.

Circa un paio di mesi fa trovammo una notizia di un assassino che stava operando su larga scala uccidendo e portando vendetta su quelle persone che facevano parte di mafie o comunque associazioni illegali. Natasha ci impiegò una settimana per studiare i vari casi e capire che si trattava di Clint. A detta sua era molto "ovvio" perché "conosco molto bene i suoi operati".

"Renata." Alzai lo sguardo uscendo dal mio trance, guardai Steve di fronte a me. "Tutto bene?"

"Sì." Sospirai forzando un sorriso. "Spero solo questa festa finisca il prima possibile." Presi un lungo di sorso di champagne finendolo tutto e poggiai il bicchiere sul tavolo. "Tu invece?"

Lui mi guardò serio. "Al momento sono più preoccupato per te che per questa festa." Diede un'occhiata agli altri invitati che stavano tutti chiacchierando tra di loro. "Sai, ho aperto un centro di aiuto per chi dovesse sentirsi solo e... male dopo la scomparsa dei propri cari."

"Come gli Alcolisti Anonimi?" Chiesi divertita e lui annuì. "Ah beh, se continuo così mi converrà iscrivermi." Dissi prendendo un altro bicchiere di champagne.

"Appunto." Mi prese il bicchiere dalle mani per rimetterlo a posto, mi mandò un'occhiataccia e alzai le spalle. "Se vuoi passare qualche volta a fare due chiacchiere." Mi fece un cenno e annuii.

"Ci penserò." Ovviamente non ci sarei mai andata, non ero così disperata e potevo sicuramente cavarmela da sola. "Ora vado a fare i miei auguri alla mia sorellastra, ci sentiamo." Gli diedi una pacca sulla spalla e mi allontanai velocemente, una volta fuori dal suo campo visivo affarai un altro bicchiere da un altro tavolo (avevano tavoli pieni di cibo sparsi per la casa) e lo bevi velocemente tutto d'un fiato.

Se dovevo parlare con papà, tanto valeva trovare un po' di coraggio attraverso l'alcol. "Buongiorno!" Salutai entrando nel salotto grande, Pepper si girò con in braccio la neonata e mi sorrise felice di vedermi, di fianco a lei papà mi fece un mezzo sorriso e venne verso di me. "Non è un adorabile pomeriggio?"

"Sono le 7 di sera." Rispose papà Stark e alzai gli occhi al cielo. "Hai bevuto?" Chiese poi avvicinandosi a me.

"No." Sbuffai. "È già tanto che io sia qui." Gli ricordai e lui annuì sconfitto. "Quindi... sono qui principalmente per vedere mia sorella, se vuoi scusarmi." Lo sorpassai e andai verso Pepper, lei capendo le mie intenzioni fece girare la bambina e rimasi ferma a guardarla, era decisamente bellissima. "Hey piccolina." Mi avvicinai a lei e questa sorrise.

"Vuoi tenerla in braccio?" Chiese Pepper dolcemente e annuì subito, portai le braccia intorno al corpicino della bimba e la portai al mio petto. "Si chiama Morgan." Mi informò.

"Ciao Morgan." Le parlai guardandola affascinata. "Sai chi sono io? Sono Renata, la tua sorellona." Le accarezzai la testolina con ancora pochi capelli. "Sei così carina, sicuramente molto più educata di me."

"Siete così carine insieme." Disse emozionata Pepper. "Posso farvi una foto?" Annuii felice e le porsi il mio cellulare, si allontanò di poco e scattò una foto per poi ridarmelo. "Sono così felice tu sia venuta, Tony ci teneva tantissimo."

"Non sono ancora d'accordo con la vostra scelta ma non posso prendermela con lei, siete voi quelli incolpare." Spiegai seria. "Nonostante ciò, siete la mia famiglia, divisa ma pur sempre una famiglia." Sospirai, diedi un altro sguardo alla bambina che si stava pian piano addormentando mentre la cullavo.

"Le piaci." Sentii papà parlare alle mie spalle, alzai le spalle.

"Piaccio a tutti." Mormorai. "Di solito." Lo guardai male e lui alzò gli occhi al cielo.

Pepper notando l'aria tesa che si stava creando, decise di intervenire. "Vado a portare la piccola a dormire, vi raggiungo tra qualche minuto." Prese poi Morgan dalle mie braccia e la poggiò delicatamente contro il suo petto.

"Complimenti." Mi girai infine verso papà. "È veramente molto bella, tutto merito di Pepper immagino." Incrociai le braccia al petto cercando di assumere un aspetto intimidatorio.

"Lo sai che puoi venire a vivere con noi quando vuoi." Mi informò e alzai le spalle. "Come sta andando a casa?"

"Bene." Borbottai. "Non è difficile vivere da sola, ormai ho 17 anni e so prendermi cura di me stessa." Cosa credeva? Che solo perché mi dava 10.000$ dollari al mese io non riuscissi a cavarmela? Pfft, io stavo benissimo.

"Va bene... stai continuando gli studi?" Chiese poi e mi morsi l'interno guancia, aveva toccato un mio tasto dolente.

"Finiti." Cercai di sviare la domanda, lui mi mandò uni sguardo confuso e sbuffai. "Hai davanti a te la Dottoressa Stark specializzata in informatica e ingegneria meccanica." Incrociai le braccia al petto e lui mi alzò un sopracciglio con fare diffidente. "Ok, ho comprato la laurea online." Sbottai infine.

"Perché non hai semplicemente finito la scuola?" Chiese lui con fare deluso. "Non mi sembra sia mai stato un problema per te studiare."

"Appunto." Annuii. "Per questo non ho continuato, quello e perché ero in depressione." Commentai ripensando al momento esatto in cui decisi di saltare la scuola e passare direttamente al lavoro. "Ma ora sono una donna in carriera."

"Mhm." Mormorò. "Che lavoro faresti?" Chiese interessato.

Quella giornata stava andando di male in peggio, non solo Steve pensava fossi un'alcolizzata in depressione, ma ora mio padre mi vedeva come una fallita, cosa che ero ma non volevo che lui lo sapesse. "Faccio video su YouTube in cui provo a cucinare." Alzai le spalle. "Altrimenti non mi viene voglia di cucinare e finisco per ordinare sushi tutte le sere."

"Renata, se hai bisogno di aiuto la porta di casa è sempre aperta per te." Provò a convincermi, di nuovo.

"In realtà, sto partecipando a degli incontri per depressi anonimi organizzato da Steve." Mentii cercando di togliermi da quella situazione imbarazzante. "Non ho bisogno dell'aiuto di nessuno."

"Come vuoi." Mi sorrise leggermente. "So solo che vorrei averti presente nella vita di Morgan." Provai una fitta al cuore ripensando a quella piccola palla di tenerezza. "Potremmo essere una famiglia, di nuovo."

Mi allontanai di un passo da lui e presi un grosso respiro. "Sono molto onorata, davvero, ma voglio vivere da sola e stare con voi... con te, mi ricorda troppo di Peter." Dissi sincera, speravo davvero riuscisse a capire ciò che stavo provando e accettasse la mia decisione.

Lui annuì leggermente. "Ormai puoi prendere le tue scelte, stai crescendo."

**

4 anni dopo

"Odio crescere." Mi lamentai aprendo un barattolo di marmellata pronta a prendere il coltello e spalmarla sul mio pane e burro. "Solo ieri avevo 16 anni e volevo provare ad aiutare io mondo e adesso mi ritrovo ad avere 21 anni e cinque gatti, ci credete?" Guardai i miei gatti che mi fissavano confusi. "Cosa parlo a fare con voi, non riuscirete mai a capirmi." Sbuffai.

Ero appena rientrata dall'incontro di gruppo con Steve e non riuscivo comunque a sentirmi meglio. Il solo ricordo mi dava i brividi.

1 ora prima circa...

"Renata, a te com'è andato il weekend?" Chiese Steve e guardai gli altri 3 uomini seduti con noi in cerchio per poi sospirare.

"Mhm." Mi fermai a ricordare quello che avevo fatto. "Ho fatto la spesa, credo di avere una dipendenza dal cioccolato, non uno qualsiasi, il preferito di Peter. Sapete, mi manca molto, nonostante sia invecchiata di 5 anni riesco comunque a mettermi le sue felpe e cerco di lavarle con lo stesso sapone che usava lui in modo da sentire ancora il suo profumo." Una lacrima mi rigò la guancia. "Sono patetica, sono passati anni e non riesco ad andare avanti."

"Non è vero." Steve mi diede una pacca sulla spalla. "Siamo tutti qui come te, non riusciamo ad andare avanti." Cercò di confortarmi. "Penso che quello che ci serve è una doccia calda e una bella dormita." Si alzò dalla sedia, ormai era quasi ora di andare.

"E una dieta." Commentai osservando la mia piccola pancia da incinta.

"Ci vediamo lunedì prossimo."

Insomma, non uno dei miei migliori incontri. E nonostante la mia idea di dimagrire, non riuscivo a smettere di mangiare, la sola idea di rimanere sola per sempre mi faceva venire fame.
Con quel poco di forza interiore che mi rimaneva, decisi di posare il panino a base di burro e marmellata sul ripiano della cucina e sospirai. "Nessuno tocchi questo panino, capito? Baffo, ti tengo d'occhio." Ma dai un'occhiataccia al mio gatto grassone che in risposta sbadigliò.

Mi mossi velocemente e mi chiusi in bagno, accesi la doccia e mi ci infilai subito. Gli ultimi anni non erano stati facili per nessuno, soprattutto per me e Natasha, eravamo forse le uniche che tentavano di trovare un metodo qualsiasi per poter riportare le cose a 5 anni fa.

Per quanto riguardava me, avevo passato un periodo nero della mia vita tra i 18 e 19 anni, avevo anche deciso di spendere un anno in giro per il mondo alla ricerca di un qualsiasi indizio, ero riuscita ad arrivare anche ad un Hong Kong, ma dovunque andassi non riuscivo a trovare niente che potesse aiutarmi se non disperazione e chaos.

Iniziai a lavarmi i capelli cercando di concentrarmi il più possibile su qualcosa che potesse rilassarmi. Visto il mio stato di animo autolesionista, iniziai a pensare a degli occhi marroni contornati da dei capelli ricci e castani, riuscivo a vedere il suo sorriso contagioso e in qualche modo riuscivo a sentire la sua voce chiamare il mio nome.

"Renata!"

Mi sentivo quasi impazzire, non la sentivo da tantissimo tempo, eppure lui ormai non c'era più e io ancora non riuscivo a farmene una ragione. Finii velocemente di sciacquarmi e mi avvolsi un asciugamano intorno al corpo per poi uscire dalla doccia.

Nel momento esatto in cui misi piede fuori dal bagno, però, sentii degli strani rumori provenire dalla mia porta di ingresso, come se la stessero prendendo a pugni. "Renata!" Una voce continuava ad urlare.

Deglutii a fatica, io non avevo mai visite, se non in alcuni fine settimana quando facevo da baby sitter a mia sorella per passare un po' di tempo con lei, ma di sicuro non era lei quella alla porta, tantomeno mio padre. Mi avvicinai lentamente per poi aprire la porta, non pensando al fatto di essere in asciugamano e con i capelli gocciolanti.

"Renata." Sospirò Steve non appena ebbi aperto la porta, lo guardai confusa per poi portare lo sguardo verso Natasha di fianco a lui. "Dobbiamo parlare." Fece un passo di lato rivelando dietro di lui una persona che pensavo scomparsa da ormai 5 anni.

Scott Lang.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro