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Conosco gli Stark e ci conosciamo?

24. Conosco gli Stark e ci conosciamo?

"Quindi..." dissi cercando il mio pigiama in una delle tante valigie, la ragazza dall'altra parte della stanza mi guardò incuriosita. "Scuola eh?"

Lei corrugò le sopracciglia. "Già..." commentò e annuii non del tutto sicuro di cosa fare. Trovai finalmente la maglia di Peter e i miei pantaloni per dormire, in 5 anni trascorsi senza di lui mi ero abituata ad indossare i suoi vestiti come se fossero miei. "Quella è di Peter?" chiese lei.

Guardai la maglia bianca e sorrisi imbarazzata. "Eh sì." risposi per poi andare verso il bagno a cambiarmi. "Ehm... Vuoi mettere un film o qualcosa?" domandai.

Avevo deciso di cambiare atteggiamento con lei, sarebbe stato più facile allontanarla da Peter in questo modo. Com'era il detto? Tieni stretti gli amici e ancora più stretti i nemici?

"Certo." lei alzò le spalle per poi accendere la tv.

Andai in bagno e mi cambiai velocemente per poi tornare in camera. "Cos'hai scelto?" lei fece partire un film, ma non appena questo iniziò realizzai di non riuscire a capire niente. "È in italiano." commentai.

"A quanto pare." borbottò lei spegnendo la tv.
Alzai le spalle. Piano fallito. Presi il mio borsone e tirai fuori i miei attrezzi per poi staccare il reattore dal mio petto e iniziare a modificarlo. "Cosa fai?"

"Lavoro." cercai di concentrarmi sui dettagli dell'oggetto, la nanotecnologia non era facile da gestire ma mentirei se dicessi di non essermi esercitata durante gli anni.

Lei si avvicinò incuriosita, osservò attentamente i miei movimenti mentre aprivo il reattore. "È questo che fai tutti i giorni?"

Sospirai. "Dipende dai miei impegni." confidai. "La maggior parte delle volte attendo interviste o celebrazioni, finisco a fare photoshoot o in qualche programma tv." alzai le spalle. "Una volta a casa mi metto a lavorare, creo ciò che potrebbe un giorno aiutare la Terra, cerco di portare avanti ciò che papà pensava fosse giusto fare." dissi senza rifletterci troppo, lei annuì affascinata. "Altrimenti sono in ufficio a compilare stupidi documenti."

"Wow." mormorò. "E da quando stai con Peter?" chiese d'un tratto facendomi bloccare.

"Ufficialmente? Un paio di settimane. Ci conosciamo da 1 anni e 6 mesi, anche se per me sarebbero 6 anni e 6 mesi." riflettei ad alta voce, non ci avevo mai pensato in realtà.

"E come vi siete conosciuti? Peter non ha mai detto niente né a me né a Ned." mi trattenni dal dirle che Ned sapeva tutto, mi limitai a forzare un sorriso.

"Sai, lui faceva il tirocinio alla Stark Industires e io... Beh, sono la figlia del capo." mi morsi il capo. "In realtà ora sono il capo." osservai il reattore con le lacrime agli occhi.

"Hey, stai bene?" chiese lei portando una mano sulla mia spalla.

Chiusi il reattore di scatto per poi metterlo al petto. "Benissimo." mentii sentendo le mani tremare. "Devo... Ho bisogno di andare in bagno." corsi verso la stanza per poi chiedermi dentro e sedermi sul pavimento.

Quella maledetta sensazione non mi lasciava in pace, il mio cuore stava battendo all'impazzata e il mio respiro si faceva più irregolare ogni secondo che passava. "Signorina Stark." Friday prese parola dal mio reattore. "Ho paura che abbia bisogno di calmarsi."

Avevo gli occhi stanchi e mi sentivo mezza addormentata, con le poche forze che avevo provai a raggiungere il lavandino. "Il mio inalatore." sussurrai con voce strozzata. "L'ho lasciato nella borsa."

"Attivazione protocollo ADP01." Mi informò Friday, dal reattore fuoriuscì il mio casco che non persi tempo a mettere. "Ora, per favore, faccia dei respiri profondi." il casco sembrava avere aria fresca, pian piano riuscii a migliorare il mio battito cardiaco. "È la seconda volta in un giorno, vorrebbe per caso contattare un medico?"

"No." risposi ancora mezza intontita. "Non voglio nessun dottore, sto bene."

"Magari vorrebbe chiamare il sig. Hogan? O la signora Stark?" chiese ancora.

"No!" urlai per poi togliere il casco di scatto. "Sto benissimo." mormorai affranta. "Benissimo." cercai di respirare normalmente.

"Renata!" Michelle bussò alla porta. "Mi spiace disturbarti, ma il tuo telefono continua a squillare!"

Aprii velocemente la porta. "Grazie." feci prendendo in mano l'aggeggio, lei mi guardò preoccupata. "Sto bene." rimarcai per poi chiudere la porta.

Osservai il mio cellulare mentre continuava a suonare, non mi sorpresi nel vedere il nome di Nick Fury, decisi di declinare la chiamata. Alzai gli occhi al cielo, cosa voleva adesso?
D'un tratto sentii il cellulare riprendere a suonare, abbassando lo sguardo notai il nome di Peter e sorrisi accettando la chiamata.

**
Peter's Pov

"Ancora non ci credo che ti sia messo con Betty." esclamai scendendo dal letto, Ned alzò le spalle. "Davvero, è stato improvviso." andai al bagno a lavarmi i denti.

"Ma in realtà è una ragazza molto dolce e-" si fermò di colpo e sentii un rumore improvviso.

Corrugai le sopracciglia e uscii dal bagno per poi vedere il mio migliore amico steso sul suo letto, sposai lo sguardo in un angolo della stanza. "Nick Fury..." sussurrai sconvolto.

"Ciao, Spider-Man." rispose lui guardandomi fisso negli occhi, sentii un brivido lungo la schiena. "La tua ragazza insiste a non rispondere, prova a chiamarla tu." mi intimò indicando il mio cellulare.

Lo presi dalla tasca. "Sta bene?" chiesi indicando Ned.

"Sì, sta solo dormendo." mi rassicurò.

Annuii per poi comporre il numero di Renata, questa rispose subito. "Hey Pete, mi manchi." disse subito e mi sentii rosso dall'imbarazzo visto che avevo messo in viva voce.

"Anche tu." dissi cercando di non rendermi troppo in ridicolo davanti a Fury. "Ehm, non è che potresti venire in camera mia?" domandai.

Ci fu una pausa. "Steve non approverebbe." disse per poi ridacchiare. "Arrivo subito." e chiuse la chiamata.

"Più facile del previsto." borbottò Nick Fury. "Spero voi abbiate una buona scusa per aver volutamente evitato le mie chiamate." Alzai le spalle non sapendo esattamente cosa rispondere, la sua presenza mi metteva in soggezione più del dovuto.

"Peteeeeer!" La porta della mia stanza venne aperta di colpo. "Posso usare i pantaloni della tua tuta per-" Renata si fermò a guardarmi confusa, poi si girò lentamente verso Nick Fury con occhi spalancati. "Figlio di-"

**
"Perché lo stiamo seguendo?" Chiesi alla mia fidanzata, lei sbuffò lanciando un'occhiataccia all'uomo che ci stava portando al quartier generale dello S.H.I.E.L.D.

"Perché papà aveva un contratto con la loro società, una volta morto questo si è ritorto contro di me e anche su di te." Sputò acida, non l'avevo mai vista così indispettita. "Pensavo di avervi messo contro i migliori avvocati d'America."

"Non sono bastati." Ridacchiò Fury che non sembrava per niente sorpreso dalla rabbia della piccola Stark. "Un patto è un patto."

Renata sbuffò di nuovo, decisi di abbracciarla per cercare di calmarla, lei si accoccolò sul mio petto per poi abbracciarmi. "Possiamo fare cambio di camera?" chiese con voce piccola.

Sorrisi a quanto tenera fosse in quel momento, cercai di metterla sul ridere. "Vuoi stare con Ned mentre io sto con Michelle?"

In quel momento capii di aver fatto il passo più lungo della gamba. Renata mi mandò un'occhiata gelida, se gli sguardi avessero potuto uccidere... Sarei morto almeno una ventina di volte. Si allontanò da me con uno scatto per poi incrociare le braccia al petto. "Se vuoi stare con Michelle basta dirlo."

"No, stavo scherzando! Era per ridere!" cercai di scusarmi, ma lei non volle saperne niente. "Io preferisco te a lei, ovviamente."

"Ragazzo." Nick Fury mi richiamò. "Prima regola con gli Stark: mai infangare l'onore di uno di loro." mi fece un sorrisino. "Lo imparerai a tue spese."

**
"Ci serve il vostro aiuto." iniziò Nick Fury facendoci entrare nel loro quartier generale. "Dopo il Blip c'è stato un problema, a quanto pare il nostro mondo si è scontrato con un altro." spiegò facendo un cenno di saluto a Maria Hill, osservai le varie apparecchiature tecnologiche con stupore. "Penso abbiate già incontrato Beck." indicò un uomo di fianco a Maria, questo si girò.

"No." risposi osservandolo confuso, poi notai il suo costume. "È il supereroe che ha sconfitto il mostro d'acqua oggi!" dissi poi sorpreso.

"Esatto." rispose questo. "Piacere di conoscerti, ti ho visto oggi pomeriggio, hai fatto un buon lavoro." mi sorrise stringendomi la mano.
Poi si girò verso Renata che lo stava osservando attentamente. "Ho visto anche te, sei una ragazza molto coraggiosa." fece per darle la mano.

Lei schivò la mano. "Ci conosciamo?" chiese invece.

"Non credo." sorrise. "Io sono Beck, sono stato portato in questa realtà dopo quello che chiamate Blip." cercò di spiegare. "So che è difficile da capire-"

"No, per niente." risposi. "Il pensiero di vari multiversi non è difficile da capire." alzai le spalle.

"Strano, di solito ti riesce difficile capire." borbottò Renata di fianco a me e arrossii al suo commento.

Beck ci guardò confuso. "Voi siete... Una coppia?"

"Non te l'abbiamo chiesto." rispose lei per poi andare a sedersi ad una delle varie sedie presenti. "Quindi, qual è il grande problema?" domandò esasperata.

"Il fatto è che con la comparsa di Beck, abbiamo avuto altri infiltrati." ci mostrò una video ripresa del mostro d'acqua. "Sono degli... Ehm..." mandò un'occhiata all'uomo.

"Si chiamano Elementari." prese parola Beck. "Ognuno di loro rappresenta un elemento naturale: Acqua, Terra, Aria e Fuoco." indicò lo schermo del computer. "Hanno dei poteri fuori dal comune e se non vengono sconfitti... La Terra verrà distrutta, così com'è successo al mio pianeta." mormorò rattristato.

"Il tuo pianeta è stato distrutto?" domandai sconvolto e lui annuì tristemente.

D'un tratto Renata iniziò a battere lentamente le mani in un applauso. "Bravo, davvero, ottima rappresentazione." commentò alzandosi dalla sedia. "Peccato che sia io che Peter siamo in vacanza, trovatevi qualcun altro."

"Magari Sam e Bucky." proposi in accordo con Renata.

"Sono occupati." rispose Maria Hill.

"Thor?" chiesi ancora.

"È in giro nello spazio." rispose la mia ragazza con fare indifferente, ma sapevo che in realtà le mancava terribilmente.

"E allora Capitan Marvel?"

"Non nominare il suo nome invano." replicò Fury. "Siete gli unici disponibili e non ho intenzione di sentire un no."

"Bene, perfetto." fece Renata. "Ci avete presi, Spider-Man e IronGirl sono qui." disse dirigendosi verso la porta. "Ora però voglio tornare a casa a dormire." e con questo uscì dalla stanza.

"Wow." borbottò Maria Hill. "È la fotocopia identica di suo padre."

Beck venne verso di me e posò una mano sulla mia spalla. "Le ragazze sono difficili." mi sorrise. "Ma sono sicuro che risolverete tutto."

"Speriamo." mormorai annuendo.

"Signor Parker, una parola." Fury mi fece cenno di seguirlo fuori e così feci. "So che questa è una missione diversa dalle altre-"

"Beh, ho sempre combattuto solo nel Queens." risposi con uno sbuffo.

"Ma sei andato nello spazio!" mi ricordò con un sorriso. "E poi questa è una nuova esperienza." mi sorrise, mise la mano nella tasca della giacca per poi tirare fuori un oggetto incartato. "Tieni, Stark voleva lo avessi tu."

Lo presi confuso, sembrava un piccolo porta occhiali. "Sicuro?"

"Ragazzo, io non commetto errori." mi rimproverò. "Ma ti chiederei di tenere d'occhio la tua fidanzatina, non sembra stare molto bene."

"In che senso?"

"Ho visto Stark nei suoi momenti peggiori." disse continuando a camminare lungo i corridoi. "Iperattività, sbalzi d'umore, irascibilità. Sono tutte cose che ho visto in Tony dopo lo shock di New York." mi spiegò, mi fermai a riflettere pensando a tutte quelle volte che l'avevo vista persa nei suoi pensieri, irritata da niente in particolare e sempre molto triste.

"È morto suo padre." replicai. "Mi sembra abbastanza ovvio sia triste."

"Triste." Fury ridacchiò. "Tieni un occhio aperto anche mentre dormi e capirai quello che intendo dire." alzò le sopracciglia. "Ora vai da lei, il mio autista vi riporterà a casa."

Cercai di non fare troppo caso alle sue parole e uscii dal quartier generale, Renata stava seduta a terra con le braccia incrociate mentre osservava il cielo scuro. "Hey." mi avvicinai a lei.

"Andiamo." sbottò alzandosi.

"Volevo chiederti scusa." le presi la mano in modo che non si allontanasse da me. "Mi perdoni?"

Prese un grosso sospiro per poi guardarmi con i suoi occhi grigi. "Sì, ti perdono." le sorrisi. "Ma devi promettermi una cosa." mi puntò un dito contro e annuii. "Non devi fidarti di quel tipo, Beck."

"Perché? Sembra un tipo ok." corrugai le sopracciglia. "Vuole solo aiutarci."

"Non so perché, ma qualcosa di lui mi puzza." confessò. "Ho la strana impressione di averlo già visto da qualche parte."

"Impossibile, l'ha detto anche lui." cercai di farla ragionare.

"Renata Stark non dimentica mai un volto, forse il nome, ma non il volto." disse sicura di sé. "Promettimelo Peter."

Mi abbassai a lasciarle un bacio a stampo. "Te lo prometto."

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