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Birre calde e voglia di ridere

15. Birre calde e voglia di ridere

"Oh mio dio! Sei un figo della Madonna!" urlai inginocchiandomi di fronte a Clint. "Ti chiedo scusa per quelle volte che ho pensato tu fossi una patata con un arco."

"Renata, ti prego alzati." papà Stark si diede una manata in fronte ma io scossi la testa. "Non fare così." alzò gli occhi al cielo.

Clint ridacchiò. "A me non dispiace."

"Sì... MA QUELLA È MIA FIGLIA!" urlò e mi tirai su di scatto. "Grazie, ora possiamo pensare a come fare per riavere quelle maledette gemme?" chiese guardando gli altri presenti nella stanza.

Alzai le spalle e mi avvicinai a Clint. "Comunque sei davvero diventato un figo, puoi rimpiazzare Thor adesso."

"Come Dio del tuono?" chiese lui confuso.

"No, come mia crush." ridacchiai e lui alzò gli occhi al cielo raggiungendo Natasha. "Thor non mi avrebbe mai rifiutata così!" gli urlai dietro per poi girarmi a guardare il mio dio preferito. Lui stava lì seduto su una poltroncina con in mano una birra e l'altra infilata... Non volevo neanche pensarci. "Lasciamo perdere." borbottai.

"Non possiamo fallire, abbiamo bisogno di rivedere tutti i nostri movimenti passo per passo." spiegò Steve osservando il macchinario ormai pronto all'uso. Clint l'aveva provato qualche ora prima e funzionava alla perfezione.

"Perfetto, nessuno si muoverà da qui finché non avremo perfezionato ogni minimo dettaglio." papà andò a sedersi alla scrivania e sospirai già stanca.

"Fantastico." borbottai e andai a sedermi vicino a Thor. "Hey, passami una birra."

Gli altri avevano già iniziato a parlare e spiegare quello che era successo loro, io personalmente non volevo rivivere nessuno di quei ricordi ed erano passate 3 settimane dalla mia ultima sbronza. "Eh?" Thor emise un rutto per poi indicarmi una cassa di birra.

"Grazie." alzai gli occhi al cielo per poi prenderne una, la stappai e la portai velocemente alla bocca per poi prenderne un lungo sorso. "Ew! Ma questa birra è calda!" urlai portando tutti gli sguardi su di me, in particolare quello di Steve. Sorrisi leggermente. "Scusate."

"Non è il momento per bere." mi rimproverò Capitan America.

"No, infatti" finsi di poggiare a terra la bottiglia, ma, non appena ritornarono tutti a concentrarsi sul piano, la ripresi e continuai a berla.

"Psst." sentii bisbigliare di fianco a me, mi girai verso il dio dell'alcol. "Vuoi qualcosa di forte?" si sfilò leggermente gli occhiali per guardarmi meglio e solo allora notai i suoi occhi rossi, senza pensarci troppo annuii e lui tirò fuori una mini borraccia dai suoi pantaloni. "È ciò che mi rimane dell'alcol asgardiano, è capace di buttare giù anche il più forte dei guerrieri." spiegò.

"E perché la stai dando a me?" domandai prendendo la borraccia.

"Sei la mia midgardiana preferita." mi fece una specie di occhiolino, ai tempi la cosa mi avrebbe fatta svenire, ma adesso non sapevo se ridere o piangere.

"Grazie... Credo." aprii la borraccia e assaggiai l'alcol asgardiano, a primo impatto non sembrava tanto diverso da quello umano, aveva un sapore molto simile alla vodka. Dopo qualche secondo però iniziai a sentire un forte bruciore alla gola. "Oh Gesù." iniziai a tossire per poi ridarglielo.

"Sì, di solito un sorso basta a far ubriacare un midgardiano." annuì lui felice e gli mandai un'occhiataccia.

** 45 minuti dopo**

Dopo aver bevuto altre 4 birre potevo dire di essere sazia, a malapena riuscivo a tenere la testa in equilibrio talmente tanto mi girava. Gli altri continuavano a parlare e parlare e probabilmente non si erano neanche accorti di me.

Thor si era ormai addormentato e per quanto volessi riposare anch'io, ero troppo carica per chiudere gli occhi.

D'un tratto sentii papà parlare. "Sì, siamo arrivati su Titano intorno alle-"

"Io conosco questa storia!" urlai alzando la mano, tutti si girarono nuovamente verso di me. "Posso raccontarla io?" chiesi biascicando leggermente le parole.

Scott corrugò le sopracciglia. "Certo." rispose mandando un'occhiata confusa a Bruce che alzò le spalle.

Mi alzai dalla sedia sentendomi subito male, le vertigini e il giramento di testa non stavano aiutando. Cercai comunque di far finta di niente e camminai verso la scrivania a cui stavano tutti seduti. "Allora." iniziai per poi pulirmi il naso con la manica della mi felpa. "Avevo 16 anni... Aspetta, ma anche adesso ne ho 16!" scoppiai a ridere.

"Renata..." papà provò a fermarmi ma gli feci cenno di lasciar perdere.

"Praticamente." rispresi. "Dopo che Squiddi aveva preso Dottor Gemma Del Tempo, io, papà e Peter abbiamo deciso di salvarlo." mi fermai a pensarci. "È stata una decisione di merda, perché alla fine quello spilungone dai bei zigomi ha dato via la gemma a Thanos come se niente fosse!" dissi arrabbiata. "Sapete cosa vuol dire? Tutta quella fatica... Per niente. Invece di rimanere su quella nave, sarei potuta uscire con Peter ed evitare di perderlo così."

Natasha si alzò in piedi. "Credo basti, perché non torni a sedere."

Iniziai a ridere. "Immaginatevelo: io e Peter per mano mentre passeggiamo per New York senza problemi da risolvere. Troppo bello per essere vero." continuai a ridere. "E invece lui è morto e io sono qui da sola."

"Perché stai ridendo?" mi chiese Clint confuso e lo guardai accennando un sorriso.

"Perché ho voglia di ridere." tirai su col naso. "Ho passato troppo tempo a piangere."

"Io direi a bere." disse Steve puntando le bottiglie vuote vicine alla sedia su cui stavo seduta.

"Cooosa." scossi la testa. "Quelle sono di Thor."

"Andiamo." Tony mi prese per mano. "Ti accompagno in camera a riposare." con l'altra mano mi circondò il fianco in modo da non farmi perdere l'equilibrio.

"Io sto benissimo!" borbottai.

"Certo." sospirò lui. "Devi riposare, presto partiremo." mi ricordò.

"Salviamo Peter?" chiesi felicemente.

"Sì, salviamo Peter." ripeté mentre attraversavamo il corridoio. "Hai continuato a bere così tanto in questi 5 anni?" chiese poi con voce malinconica.

"Non lo so." deglutii sentendomi in colpa. "E anche se l'avessi fatto, non è colpa tua." alzai le spalle. "Non sono mai riuscita ad andare avanti."

Lui annuì ma decise di non commentare. Una volta raggiunta la mia vecchia camera, mi aiutò a sdraiarmi sul letto. "Hai bisogno di qualcosa?" mi chiese accarezzandomi leggermente la guancia.

Mi sentivo sudare e avevo la nausea, questi sintomi non mi erano per niente nuovi ma fino ad oggi mi ero ritrovata ad affrontarli da sola, avere qualcuno ad aiutarmi sembrava quasi un sogno. "Un secchio." mormorai appena sentendo la gola chiudersi leggermente.

"Un secchio?" ripeté lui confuso, non feci in tempo a spiegargli perché mi misi seduta di colpo e iniziai a vomitare sul pavimento. "Ok, ti porto subito un secchio." fece schifato per poi uscire velocemente e ritornare subito dopo.

"Grazie." bisbigliai abbracciando il secchio in modo da averlo vicino in caso dovessi vomitare ancora. "Scusa."

"Non fa niente." forzò un sorriso. "Ci sono passato anch'io." mi ricordò e annuii leggermente. "Adesso pulisco questo schifo e torno dagli altri, tu riposa e se senti l'impulso di... Svuotarti, beh, usa il secchio."

"Va bene." borbottai.

Dopo un'ora esatta riuscii a prendere sonno, nonostante fossi ancora abbracciata al contenitore di plastica vuoto. Mi sembrava di non aver dormito da anni.

E forse la verità era che non ero mai riuscita a dormire serenamente fino a quel giorno.

**
"Renata." una mano mi scosse la spalla. "Forza, svegliati."

"Le sveglie non parlano." mi lamentai girandomi dall'altro lato.

"Non sono una sveglia." si lamentò la voce per poi scuotermi di nuovo la spalla. "Abbiamo creato il piano perfetto, manchi solo tu!" mi urlò e mi alzai di scatto.

"Di già?" chiesi incredula guardando Natasha che mi stava sorridendo emozionata.

"Hai dormito tutto il pomeriggio e notte, mentre noi siamo rimasti svegli a pensare." mi rimbeccò. "Sappiamo come prendere le gemme, mettiti la tuta e raggiungici nel laboratorio." batté le mani per poi uscire.

Mi alzai rapidamente dal letto e guardai la tuta poggiata sulla mia coperta.

Ci siamo, ero pronta a tutto pur di vincere.

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