Avevi ragione e occhiali fedeli
28. Avevi ragione e occhiali fedeli
Il jet atterrò su un grande prato pieno di tulipani di ogni colore, Happy aprì la porta e ci affrettamo entrambi verso la sagoma di Peter che ci stava venendo incontro, mi fermai di colpo a guardarlo. Era pieno di graffi e lividi, i suoi vestiti erano stracciati e sporchi e lui sembrava perso, il mio cuore non riusciva a sopportare tale visione.
"Vieni dentro, abbiamo il kit di pronto soccorso e-" cominciò Happy facendogli cenno di seguirci, ma il mio fidanzato lo bloccò.
"Aspetta! Come faccio a sapere che tu sei chi dici di essere?!" domandò con voce spezzata e Happy mi guardò confuso. "Dimmi qualcosa che solo io e il vero Happy possiamo sapere."
"Ehm..." si mise a pensare. "Beh, c'è stata quella volta in Germania, tu e Renata avete guardato un film nella camera d'hotel e se vuoi posso anche dirti qual'era il film, era-" spalancai gli occhi, speravo gli fosse sfuggito il dettaglio della mia presenza nella camera con Peter.
"Ok, ok." lo interruppe subito lui, poi mi guardò. "Anche tu." si vedeva che era felice di vedermi, ma c'era qualcosa che gli impediva di correre da me.
Mi fermai a riflettere, c'erano tante cose che avrei potuto dire. "Spider-Man è un figo?" provai con la nostra frase in codice ma lui spalancò gli occhi spaventato. "No? Ok." sospirai camminando verso di lui. "Eravamo su Titano 5 anni e 8 mesi fa." incominciai cercando di formare un discorso di senso compiuto. "Prima che sparissi ti ho baciato, ho vissuto 5 anni nella speranza di poterti rivedere e poi, quando sei finalmente tornato, ti ho baciato di nuovo." una volta di fronte a lui gli presi la mano. "Abbiamo passato questi mesi sempre assieme, la notte non riuscivo a dormire, ma c'eri tu. Quando eri triste, mi autoinvitavo a casa tua per tenerti compagnia. E ora, immagino dovrei chiedere scusa per il modo in cui mi sono comportata, ma non lo farò per orgoglio da Stark." poggiai le mani sulle sue guance per poi tirarlo verso di me e dargli un bacio a stampo.
"Sei tu." mormorò abbracciandomi stretta a sé. "Sei proprio tu." lo sentii piangere contro la mia spalla.
Sorrisi accarezzandogli i capelli. "Non sento le tue scuse." cantilenai e lui scoppiò a ridere. "Mhm, lo prendo come un dopo."
"Va bene, direi che sarebbe meglio salite sul jet." ci riprese Happy con fare annoiato. "Non voglio una multa per aver parcheggiato sui fiori."
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"Avevi ragione." fisse infine Peter mentre Happy cercava di cucinare la sua ultima ferita. "Su tutto, sia su Michelle che su Beck."
"Già." annuii. "È vero, hai sentito Happy?" la mia guardia del corpo annuì lentamente troppo concentrato sulla ferita del mio ragazzo. "Beh, che posso dire, ho un grande intuito e una buona memoria."
"Cosa facciamo?" chiese Peter disperato. "Non riesco a distinguere la realtà dalle sue illusioni." ammise con le lacrime agli occhi. "Il sig. Stark non avrebbe dovuto scegliere me, sono una delusione."
"Cazzate." mi alzai dalla mia poltroncina. "Papà era tante cose, ma non stupido... Quasi sempre." commentai osservando la mia tuta poggiata sul mio tavolo da lavoro. "Ti ha scelto perché credeva in te, sapeva che tu eri quello giusto e anche io lo so."
"Molto commovente." replicò Happy una volta finito. "Ma ci serve un piano."
"Un piano." Mormorai corrugando le sopracciglia. "Non ricordo l'ultima volta che ho pianificato qualcosa." Ammisi.
"È per uccidere Thanos?" Chiede Peter innocentemente.
"Già... il piano era un altro, poi è successo un gran bel casino." Ammisi passando una mano tra i miei capelli. "Direi un attacco diretto?" Proposi.
"Non è così facile." Replicò Peter guardandomi preoccupato. "Ha con sé E.D.I.T.H." Mormorò sentendosi in colpa.
Mi fermai a pensare, quello era un grande problema, quegli occhiali erano stati progettati per ubbidire al proprio padrone così come Steve obbediva alla Bibbia. "Aspetta." Mi bloccai. "Forse c'è un modo per aggirare gli occhiali." Sospirai. "Devo solo avvicinarmi abbastanza."
"È deciso allora!" Annunciò Peter. "Happy, portaci a Londra."
"Non mi pagano abbastanza." Sbuffò questo dirigendosi verso la cabina di controllo.
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La situazione era alquanto critica, io e Peter eravamo stati allontanati per evitare di essere colpiti più facilmente, lui si occupava dei macchinari per gli ologrammi e io degli occhiali. "Tutto bene?" Chiesi attraverso l'auricolare.
"Più o meno." Rispose lui affaticato. "Ci sono troppi macchinari, ho paura che ci voglia il piano b."
Sparai ad u altro ologramma. "A malapena abbiamo ideato il piano a, ora mi vuoi dire qual è il b?" Domandai volando in cima al London Bridge.
"Dobbiamo risolvere il problema alla radice." Spiegò Peter, lo vidi poi sull'acqua. "Riesci a vedere Beck?"
Rimasi ferma qualche attimo guardandomi in giro, poi portai lo sguardo al di sotto di me e notai quella testa bacata. "Trovato, ci penso io." Saltai dalla mia posizione per poi atterrare di fianco al falso supereroe. "Beck." Dissi mentre mi guardava sorpreso, attaccarlo subito non mi avrebbe portato da nessun a parte, dovevo agire con astuzia e riprendere gli occhiali. "Cosa succede? Perché non sei fuori a combattere? Senza di te non sconfiggeremo mai gli elementari!" Esclamai cercando di mascherare il mio nervosismo.
"Eh?" Chiese per un attimo non capendo, poi scosse la testa e forzò un sorriso. "Sto cercando di analizzare al meglio la situazione prima di attaccare, hai visto Peter invece?" Cambiò soggetto.
"Peter sembra uscito fuori di testa." Incrociai le braccia al petto per poi avvicinarmi a lui di qualche passo. "Abbiamo litigato, non te l'ha detto?" Lui scosse la testa. "Beh, è vero, immagino che rimaniamo solo io e te." Feci un altro passo e allungai la mano pronta a togliergli gli occhiali, ma non appena la mia mano entrò a contatto col suo corpo, questo scomparve sotto ai miei occhi. "Cosa?"
"Sapevo che stavi mentendo." Mi girai per vedere il vero Beck che sorrideva meschino. "Sei un'ottima attrice Renata, te lo devo."
"E tu non sei buono a niente, Quentin Beck." Risposi acida e lui spalancò gli occhi. "Non dimentico un viso quando lo vedo, forse il nome, ma non il viso." Gli puntai un dito contro.
"Molto bene, vedo che sei molto scaltra." Applaudì lentamente. "Vediamo quanto." Portò una mano agli occhiali e d'un tratto una nube verde mi avvolse rendendomi impossibile la vista. "La mia vendetta è ormai compiuta, io verrò visto come un eroe e voi come delle povere vittime." Davanti a me comparve la sagoma di Mysterio. "Così come tuo padre, tu farai la stessa fine nei ricordi di tutti." Indicò un'altra figura che riconobbi subito come quella di mio padre.
"Papà!" Urlai cercando di avvicinarmi a lui, ma questo venne risucchiato nella terra e al suo posto crebbe una lapide. "No, torna qui!" Battei il pugno contro il terreno duro.
"Aww, la piccolina vuole il paparino." Mi prese in giro la sua voce. "Troppo tardi, ormai è bello che andato." Mi girai presa da un colpo d'ira e sparai contro alla sua illusione con la mia pistola laser. "È inutile."
"Stai zitto." Mi tappai le orecchie, sentivo il mio cuore battere all'impazzata e mi resi contro che non era il momento migliore per avere uno dei miei attacchi di panico. "Tu non hai mai fatto niente di buono nella tua vita." Mi alzai in piedi ancora tremante.
"Io ero il migliore!" Urlò lui, mi sembrò di star cadendo nel vuoto per qualche secondo prima di toccare terra. "Ma nessuno mi hai mai dato i meriti di niente!"
"E poi pensavo di avere dei problemi con la mia famiglia." Risposi sarcastica guardandomi attorno. "Vuoi un merito? Vieni e combatti, vediamo se riesci ad uccidere Renata Stark, non sarò mio padre ma sono comunque di famiglia." Intorno a me apparvero tante sue illusioni, sparai contro ognuna di loro facendole scomparire. "Codardo!" Gli urlai di nuovo contro, ma non ottenni alcuna risposta.
D'un tratto sentì il rumore di uno sparo e vidi il corpo di Peter mettersi davanti al mio. "Peter!" Chiamai allarmata.
Lui si girò verso di me e sorrise, corrugai le sopracciglia per poi notare la sua mano chiusa in un pugno, lui l'aprì mostrando il proiettile ancora caldo di Beck. "Te l'ho detto che ti avrei sempre protetta." Mi ricordò e rimasi a guardarlo a bocca aperta. Poi si girò e iniziò a sparare le sue ragnatele contro tutti i macchinari che riusciva a percepire finché tutte le illusioni non vennero spente.
"Che figo." Mormorai guardando il mio ragazzo con occhi sognanti, poi mi ripresi velocemente e portai lo sguardo su Beck che ci stava puntando contro una pistola. "Bene bene." Feci un paio di passi in avanti. "Beck Quentin ha deciso di sporcarsi le mani e ucciderci con una pistola quando ha disposizione l'arma più potente di sempre?" Chiesi con una risata di scherno.
"Cosa stai facendo?!" Mormorò Peter al mio orecchio con fare spaventato.
"Fidati di me." Risposi solamente per poi guardare l'uomo con un sorriso di sfida.
"Hai ragione." Buttò a terra la pistola. "E poi immagina la soddisfazione, la figlia uccisa dallo stesso congegno di suo padre."
"Vero, ha un certo stile." Annuii in accordo.
"EDITH tesoro, uccidila." Ordinò.
"Devi dire nome e cognome." Alzai gli occhi al cielo, dilettante.
"Uccidi Renata Stark." Scandì bene le parole.
Con uno scatto mi buttai verso la pistola e la presi per poi buttarla nel fiume, passarono secondi e nulla accadde. "Allora ho una buona memoria." Sorrisi avvicinandomi all'uomo.
"Perché non funziona? EDITH uccidi Renata Stark, subito!" Urlò lui in preda al panico, scossi la testa per poi prendere gli occhiali.
"Vedi, quando io e papà abbiamo costruito questi occhiali, abbiamo cercato di renderli perfetti e, per evitare che qualcuno li rubasse e li usasse contro di noi, abbiamo fatto sì che la famiglia Stark fosse invulnerabile." Tolsi il casco del mio costume e misi gli occhiali. "Questi sono degli occhiali leali ai propri creatori, non puoi usarli per ucciderci." Rinfacciai. "È un'altra cosa." Mi schiarii la gola. "EDITH, sono Renata, vorrei cambiare il proprietario da Quentin Beck a Peter Parker, ah, e intrappola Beck per favore."
"Subito, signorina Stark." Sullo schermo apparve la foto di Peter che venne riconosciuto come nuovo proprietario e dallo SHIELD arrivarono delle manette che legarono Beck ad un palo del ponte.
"Sei incredibile." Mormorò Peter abbracciandomi.
"Lo so." Ridacchiai per poi porgergli gli occhiali. "Questi sono tuoi, prendili come un regalo per avermi salvato la vita." Gli diedi un bacio sulla guancia. "E come regalo d'addio da parte di mio padre."
Peter tolse la sua maschera e mi guardò con occhi lucidi. "Grazie Renata." Si abbassò verso di me e sporsi lebbra pronta a ricevere un bacio come si deve dopo aver faticato per salvare il mondo... di nuovo.
"Hey ragazzi." Ci fermammo di colpo e ci girammo notando Michelle che ci stava camminando incontro. "Immagino che abbiate fatto pace." Commentò passando lo sguardo da me a lui.
"Già." Rispose il mio fidanzato con un sorriso tirato.
"Tu che ci fai qui?" Replicai confusa.
"Io e gli altri eravamo nascosti nel museo insieme ad un uomo alquanto adirato che a quanto pare esce con la zia di Spider-man." Rispose.
Io e Peter ci guardammo. "Happy." Annuimmo.
"Non sembrava così felice." Alzò le spalle lei. "Comunque sono qui per scusarmi, con entrambi." Si avvicinò a noi. "Mi spiace di essermi messa in mezzo tra te e Peter, siete davvero perfetti assieme." Mi sorrise.
"Sono cose che succedono." Alzai le spalle. "Ma non sei male come ragazza, sei la benvenuta a casa mia qualsiasi volta tu abbia voglia di spettegolare di Peter o dei tuoi compagni." Le feci l'occhiolino. "Bene, ho fame, chi ha voglia di un cheeseburger?" Chiesi prendendo per mano Peter.
"Ho visto un Burger King non troppo distante da qui!" Esclamò la mia nuova amica mentre iniziavamo a scendere dal ponte.
"Hey! E io? Non vorrete lasciarmi qui?" Urlò Beck e mi ricordai della sua esistenza.
"Hai ragione." Annuii. "FRIDAY chiama Fury e mandagli la posizione del nostro amico in modo che possa venire a riprenderselo." Ordinai al mio assistente per poi sospirare. "Nel mentre che aspetti, ti piacciono i panini o preferisci le crocchette?"
**
Siamo alla fine amici, mi spiace dirlo così ma è vero, manca solo il capitolo finale e poi potremmo dichiarare anche questa storia conclusa :(
Per quelli di voi che vorrebbero leggere un'altra storia su Renata Stark, vi ricordo che prima di questa avevo scritto Just Myself, andate a leggerla se vi va.
Inoltre ho appena iniziato una nuova storia su Renata Barnes, per chi fosse interessato ad un nuovo tipo di storia.
Al prossimo, e ultimo, capitolo!
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