Amicizia duratura e incontri ravvicinati
05. Amicizia duratura e incontri ravvicinati
Dopo una buona mezz'ora tornammo nella sala di comando, lì trovammo papà Stark e Strange mentre parlavano di un piano per salvare il mondo. "Abbiamo controllato penso la maggior parte della nave, non ci sono altre presenze oltre a noi." dissi portando la loro attenzione su di me.
Strange annuì con un sospiro di sollievo mentre papà alzò gli occhi al cielo. "Dovete per forza tenervi la mano?" chiese puntando gli occhi sulla mano di Peter intrecciata alla mia.
Io e lui ci scambiammo uno sguardo divertito. "È solo per precauzione..." provò a trovare una scusa lui. Io alzai le spalle, per quello che mi interessava poteva tenermi per mano quando voleva e dallo sguardo di papà capii che lui stava probabilmente pensando la stessa cosa.
"Certo, precauzione per cosa esattamente?" chiese sarcastico e Peter aprì la bocca non sapendo esattamente cosa inventarsi.
"Hai qualcosa contro le nostre mani?" sbottai allora alzando la voce, non ero quel tipo che andava contro i propri genitori per qualsiasi stupidaggine adolescenziale, ma la questione in quel momento mi sembrò di vitale importanza.
Insomma, dispersi nello spazio senza sapere se saremmo mai potuti tornare a casa? Tenere la mano a Peter mi sembrava il minimo per mantenere il controllo!
"Sì, soprattutto quando sono strette." Strange alzò gli occhi al cielo e il ragazzo di fianco a me abbassò lo sguardo per poi lasciar andare la mia mano imbarazzato, al ché scoccai un'occhiataccia arrabbiata all'uomo che mi aveva messa al mondo. "Non guardarmi così."
"Mhm." borbottai per poi sbuffare allontanandomi leggermente da loro. "Spero abbiate pensato ad un piano mentre io e Peter eravamo impegnati a fare un giro." dissi sarcastica.
"Certo." rispose Strange e gli mandai un'occhiata confusa. "Arriviamo, combattiamo, torniamo a casa." spiegò brevemente per poi sedersi a terra a meditare.
"Ah beh, molto-" non feci in tempo a finire la frase che alcuni meteoriti finirono contro la nave facendola tremare, cercai di rimanere in equilibrio ma rischiai di cadere a terra dopo un altro scontro.
Papà fece per venire verso di me e aiutarmi, ma Peter ci aveva già pensato riprendendo la mia mano e aiutandomi a stare in piedi. Gli sorrisi grata per poi girarmi versò papà Stark. "Precauzione." gli feci l'occhiolino e lui alzò gli occhi al cielo per poi ritornare al posto di controllo.
"Ho fatto qualcosa di male?" chiese Parker portando un braccio attorno alla mia vita per aiutarmi a rimanere in piedi nonostante tutti i tremorrii provocati da piccoli meteoriti che finivano a contatto con la navicella.
"Assolutamente no." lo tranquillizzai. "Papà non è abituato a vedermi socializzare con il sesso opposto." alzai le spalle e lui spalancò gli occhi realizzando ciò che era appena successo.
"Io-" provò a parlare ma ero sicura volesse probabilmente scusarsi o difendersi dicendo di non avere intenzioni cattive.
"Andiamo a sederci, non siamo ancora arrivati." gli sorrisi intenerita. "Non devi preoccuparti."
"No, io volevo dirti che tu mi-" provò di nuovo ma lo interruppi di nuovo.
"Capisco sia abbastanza imbarazzante." alzai le spalle. "Però papà sa che non c'è niente tra di noi se non una grande amicizia." gli spiegai e lui annuì spostando lo sguardo velocemente.
"Giusto, un'amicizia." borbottò.
"Un'amicizia durature direi." scherzai cercando di alleggerire l'aria visto il suo improvviso cambiamento d'umore. Lui sospirò e mi fermai a fissare la sua espressione concentrata, era come se stesse dibattendo mentalmente con sé stesso.
Dopo qualche attimo deglutì e scosse la testa. "Andiamo a sederci lì, sembra più comodo." indicò una scalinata e annuii decidendo di seguirlo in silenzio.
Ero stata io a scatenare quel suo malumore improvviso?
**
"Ci siamo!" urlò papà. "Peter vieni ad aiutarmi." papà inserì il braccio in una specie di tubo che avevo realizzato fosse il volante della nave. "Dobbiamo essere coordinati se vogliamo atterrare senza intoppi." spiegò mentre Spider-Man prendeva posto verso di lui.
"Va bene." mormorò infilando anche lui il braccio nel tubo.
"Dubito ci riusciranno." commentai schiacciando il reattore e facendo apparire la mia tuta. "In caso ci sfracellassimo a terra." spiegai poi notando lo sguardo confuso di Dottor Strange.
"Nessuno si farà male." mi assicurò per poi fare di nuovo quella cosa con le mani, era veramente intrigante. Batteva i pugni l'uno contro l'altro facendo Bum Bum per poi far apparire quei fasci di energia. "Attenta alla bava." scherzò per poi muovere le mani facendo chissà quale incantesimo.
Chiusi la bocca alle sue parole e incrociai le braccia al petto. "Io? Sbavare per cosa poi? Non sei il mio tipo." feci un cenno con la mano.
"Io no, ma lui sì." rispose indicando con un cenno fugace il mio amico, arrossii leggermente per poi alzare le spalle. "Fossi in te non perderei tempo con stupidi giochetti, non sapete quando e se torneremo a casa." mi sembrava quasi di essere stata sgridata per aver fatto qualcosa di male.
Mi scrollai subito quella sensazione di dosso e mi morsi un labbro. "Col dovuto rispetto, non sono affari tuoi."
"Forse dovremmo girare, giri giri!" urlò Peter d'un tratto prendendo la nostra attenzione, sia lui che papà fecero ricomporre le maschere sul viso. Dottor Strange mi guardò per un istante prima di mettersi tra loro e formare una specie di cupola attorno a noi.
La nave atterrò, ma la cosa risultò più catastrofica di quanto avessi previsto. Infatti la navicella si ruppe a pezzi e ci trovammo tutti a terra. La cupola si dissolse e ben presto mi ritrovai con la testa dolorante.
Peter venne velocemente ad aiutarmi, mi alzò e poi mi fece cenno di far silenzio mentre lui controllava che non ci fosse qualcun altro. "Stai bene?" chiese invece Strange raggiungendo papà.
"A buon rendere." borbottò lui per poi venire verso di me e abbracciarmi. "Lo sapevo che saresti dovuta rimanere a casa."
"Anche tu." lo rimbeccai, lui ghignò leggermente per poi staccarsi.
"E ora?" chiese Strange ma venne interrotto da Peter che si presentò di fronte a noi a testa in giù penzolando da una ragnatela.
"Solo per dirvelo, se degli alieni mi catturano e depongono delle uova nel mio petto o qualcosa del genere e finisco per mangiare uno di voi, mi dispiace." disse velocemente facendomi corrugare le sopracciglia confusa.
Papà Stark invece gli puntò un dito contro. "Non voglio più sentire nessuna referenza a film per il resto del viaggio." lo ammonì.
"Era un modo per dire che sta arrivando qualcuno." spiegò ma fu troppo tardi perché un'esplosione ci fece saltare a terra.
"Dirlo a parole no?" borbottai cercando di rialzarmi.
Strange si mosse velocemente di fronte a noi creando i suoi scudi appena in tempo poiché un pugnale ci finì sopra, spalancai gli occhi realizzando di essere sotto attacco... Su un pianeta sconosciuto. Un omone dalla pelle grigia e ruvida corse verso di noi urlando, ma Strange mandò il suo mantello ad occuparsene.
Alzai lo sguardo giusto in tempo per vedere un altro uomo volare sopra di me per poi atterrare dietro di noi, aveva anche lui una maschera a coprirgli il viso ma non aveva altre protezioni lungo il corpo. Papà cercò subito di colpirlo con uno dei suoi laser, ma questo gli lanciò addosso una pallina che attivò un campo magnetico talmente alto da attaccare la tuta ad una parte della nave.
Spalancai gli occhi e feci qualche passo di lato, non sembrava essersi accorto di me quindi avrei potuto facilmente attaccarlo di sorpresa, ma venni distratta da Peter. "Ah! No no no, ti prego, non fecondarmi!" urlò lui mentre una specie di aliena rosa con le antenne cercava di attaccarlo.
"Hey!" corsi verso di lei per poi puntarle contro il mio laser. "Lascia stare il mio... Peter." e detto ciò le sparai levandola di mezzo. "Stai bene?" chiesi poi andando da Spider-Man.
Lui annuì rimettendosi in piedi, si tolse della polvere dalla tuta e poi tolse la maschera, lo imitai confusa e lui sorrise. "Il tuo Peter?" chiese e arrossii cercando di ideare una scusa per ciò che avevo appena detto, ma non ci riuscii a causa di un braccio che mi cinse la gola e una pistola puntata alla mia tempia.
Mi immobilizzai sul posto, papà si era liberato e teneva bloccato l'omone grigio mentre Strange aveva i suoi scudi, o qualsiasi cosa fossero, pronti all'uso. "Rimanete tutti dove siete!" urlò l'uomo che mi teneva in ostaggio togliendosi la maschera. "Datevi una bella calmata! Te lo chiederò una volta sola! Dov'è Gamora?"
Papà sembrava su tutte le furie. "Sì! Ho una domanda migliore. Chi è Gamora?" sbottò.
"Io ancora una migliore!" urlò l'omone bloccato dallo stivale di papà. "Perché è Gamora?!"
"Mai nessuno che chiede come sta Gamora." bisbigliai intimorita ricevendo degli sguardi sia arrabbiati che esterrefatti.
L'uomo a me sconosciuto spinse ancora di più la sua pistola a contatto con la mia tempia. "Dimmi subito dove si trova o ti giuro che la faccio diventare una patatina fritta!"
"Fallo!" papà si era innervosito. "Tu spara a mia figlia e io sparo lui! Forza!" il suo guanto prese la forma di un lanciatore laser più grande.
L'omone sotto di lui non sembrava preoccupato. "Fallo, Quill! Sopravvivrò!" urlò infatti.
"No, non sopravviverà!!" replicò l'aliena rosa che nel mentre ci aveva raggiunti.
Strange sembrava il più calmo, tra tutti. "Lei ha ragione. Non puoi." spiegò cercando di non fare movimenti azzardati.
"Ah, si?! Non vuoi dirmi dove si trova?!?" il così detto Quill invece non voleva saperne di calmarsi. "Benissimo! Vi ucciderò tutti e quattro e poi pesterò Thanos finché non me lo dirà! Comincio da te!"
Strange lo guardò confuso. "Aspetta, cosa, Thanos? Va bene, allora, adesso rispondimi a questa domanda. Quale padrone servi tu?" chiese poi cercando di fare il punto della questione.
"Quale padrone servo?!? Cosa dovrei rispondere, "Gesù"?" sbottò Quill lasciandomi interdetta, ma cosa...?
Papà Stark si tolse la maschera. "Vieni dalla Terra." esclamò come se la cosa potesse esserci d'aiuto in qualche modo.
"Non dalla Terra. Dal Missouri." l'avrei voluto prendere a schiaffi per ciò che aveva appena detto, ma cercai di trattenermi.
"Sì, è sulla Terra, imbecille! E perché ci stai dando fastidio!?"
Solo allora Peter fece un passo in avanti. "Quindi non stai con Thanos?" chiese confuso.
La presa di Quill allentò e la pistola venne abbassata leggermente. "Con Thanos?! No, io voglio uccidere Thanos. Ha preso la mia ragazza. Ma voi chi siete?"
"Noi siamo gli Avengers, amico." rispose ancora Peter sorridendo fiero.
"Siete quelli di cui ci ha parlato Thor." intervenne l'aliena rosa e sorrisi.
"I soli e unici." commentai. "Aspetta, conoscete Thor?"
Quill si staccò da me e mi guardò attento. "Sì. Ragazzo alto, non tanto bello, l'abbiamo salvato."
"Non tanto bello?" domandai offesa, ero pronta a riprendere il combattimento dopo quel commento.
"Dov'è ora?" intervenne invece il mago della situazione.
Quill si grattò leggermente il mento. "Penso che abbiamo bisogno di parlare seriamente." commentò mettendo l'arma nella sua cintura, al ché papà lasciò andare il suo compare.
Io camminai velocemente fino a raggiungere Peter e mi avvinghiai al suo braccio. "Non so cosa sia peggio, sapere che sono alieni o che sono stupidi."
Lui mi sorrise divertito per poi alzare le spalle. "Guarda il lato positivo: possiamo dire di aver avuto un incontro ravvicinato." sembrava seriamente entusiasta della cosa.
"Già, forse anche fin troppo." borbottai mentre prendevano posto in un cerchio, pronti a discutere con questi essere dalle dubbie potenzialità intellettuali.
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